SIT- IN PER EVITARE L’ULTIMO “SCIPPO”, QUELLO DELL’L’INPS

La nota di Giorgio Càsole fa la storia di tutti gli “scippi”

imagesAUGUSTA. Lunedì 4 agosto, alle ore 8,30 del mattino, orario di apertura degli uffici, tutti i sindacati  e gruppi di volontariato si sono dati appuntamento in Via Adua, davanti all’ingresso del numero civico dove sono ubicati gli uffici della sede distaccata dell’INPS, l’istituto nazionale della previdenza sociale.  I nostri lettori ricorderanno che abbiamo pubblicato le reazioni allarmate di sindacalisti e responsabili di gruppi di volontariato alla voce, diffusa frequentemente, secondo cui anche la sede augustana dell’INPS dovrebbe  essere soppressa. Sarebbe l’ultimo ”scippo” ai danni di questo Comune, il secondo dopo Siracusa, per numero di abitanti, costituente con Priolo e Melilli il triangolo dell’area industriale più inquinata d’Europa. Abbiamo sentito pochi giorni fa l’arciprete della Chiesa Madre, Palmiro Prisutto, affermare che, ad Augusta,  il conto dei morti accertati per cancro è arrivato al numero di  500 persone. Al recentissimo convegno tenutosi a Siracusa sull’inquinamento nell’area,  illustri scienziati hanno chiarito che, a causa delle sostanze inquinanti, viene intaccato addirittura il DNA dei nascituri nel grembo della madre. Augusta ha un porto che, in diritti erariali, dà allo Stato circa 25 milioni di euro l’anno, come  ci ha  precisato  Davide Fazio, presidente dell’Assoporto di Augusta, in un’intervista per RASSEGNA METROPOLITANA. Eppure Augusta viene privata a poco a poco di tutte quelle risorse pubbliche che prima ne facevano una cittadina degna di rispetto, degna quasi del suo nome imperiale (Augusta è parola latina, che significa “eccelsa”, “venerabile”, “elevata” e simili). Ora sta diventando un Comune periferico, con alcuni gioielli storici  imperscrutabili, spesso ridotti a uno stato rovinoso, ma con pochi servizi. L’inizio della spoliazione è avvenuto con il forzato trasferimento del più prestigioso reparto dell’ospedale civico, quello di Ostetricia e Ginecologia, una volta fiore all’occhiello della sanità provinciale, grazie alle cure profuse dal primario, l’augustano Salvatore Paci. Nonostante le numerose marce di protesta, alcune  con alla testa il sindaco di Melilli, Sorbello, essendo stranamente assente quello di Augusta, Carrubba, il reparto è stato trasferito nel nuovo ospedale di Lentini, per accontentare un politico locale , diciamolo pure, e per giustificare la presenza di un nuovo mega complesso ospedaliero, bello a vedersi, erto sulla collina, ma troppo grande per le esigenze odierne. Risultato: nessuno nascerà più a  Augusta. Molti augustani, poi, preferiscono  altre mete e non Lentini. Al reparto di Ostetricia hanno affiancato quello di Pediatria, con il risultato di impoverire il “Muscatello”, che corre ancora il rischio di non essere considerato più ospedale, secondo gli odierni standard che prevedono almeno 12o posti letto. Poi è stata la volta dell’Ufficio delle Entrate, chiusura che avevamo anticipato a gennaio dello scorso anno, con largo anticipo per scongiurarla.

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