La Prestigiacomo promette “Accordi transattivi” anche alle industrie siciliane?

INDUSTRIALE.jpgIl Ministro dell’Ambiente avrebbe pronto un decreto sugli “Accordi transattivi” con le industrie, fra cui quelle siciliane di Priolo e Gela, per cancellare in un sol colpo tutti i gravi disastri ambientali da esse causati. Mentre, proprio lo scorso marzo, la Corte di giustizia europea ha prodotto una sentenza che stabilisce la responsabilità degli gli operatori del polo petrolchimico nell’inquinamento dei suoli e della rada di Augusta anche se non hanno commesso illeciti. Si tratterebbe  di un colossale condono tombale/ambientale sui danni all’ambiente ed alla salute nelle aree industriali. Le industrie interessate si starebbero confezionando all’uopo un “Protocollo Transattivo” che dovrebbe metterle al riparo da ogni contestazione. Questo protocollo potrebbe essere siglato a breve con il Ministero dell’Ambiente.

Nel caso Augusta, Priolo e Melilli l’Accordo di Programma Quadro, del giugno 2004 tra i Ministeri dell’Ambiente, dell’Economia e la Regione Siciliana prevedeva un costo complessivo dell’intervento di bonifica pari a 774 milioni di euro di cui 219,7 a carico dei privati. Per esempio, con l’applicazione degli Accordi Transattivi il Gruppo ERG, successore dell’Eni a Priolo, secondo quanto riportato nel “Parere Pro Veritate” reso alla ERG dal Prof. Avv. Vincenzo Roppo, il gruppo petrolifero di Riccardo Garrone se la dovrebbe poter cavare indennizzando 70-90 milioni di euro, niente, se si considera che talune fonti qualificate hanno quantificato il danno prodotto all’ambiente in non meno di 50 miliardi di euro. Queste somme, per di più sarebbero dilazionate in 10 anni senza interessi e con la possibilità di effettuare compensazioni con eventuali investimenti di ERG MED sul sito inquinato. Così se Garrone, nell’arco di un decennio, fa risultare d’aver investito 90 milioni di euro in impianti ecologici non risarcisce più neanche un centesimo al Ministero dell’Ambiente.

Erasmo Venosi professore universitario di Fisica Nucleare ed ex Vice Presidente Commissione I.P.P.C. (Integrated Pollution Prevention and Control = AIA Autorizzazione Integrata Ambientale) del Ministero dell’Ambiente afferma che: “Appare evidente che nel nostro Paese, la politica considera l’ambiente un costo da scaricare sulle pubbliche finanze. I richiami alla sostenibilità, all’ambiente, alla economia verde, da parte della Prestigiacomo, sono vuote declamazioni che si scontrano con un potere legislativo che approva norme, la cui ambivalenza e scarsa comprensibilità, determinano le condizioni atte all’assolvimento degli inquinatori”.

Purtroppo quanto si paventa si è già verificato in un recente passato: inquinamento da mercurio dell’impianto cloro-soda (Syndial). Chiuso con 15 milioni di euro di risarcimento a titolo di “ristoro per le famiglie” di 155 bambini malformati e senza nessuna condanna nonostante la flagranza di reato.

Intanto nel triangolo industriale siracusano ancora oggi non si contano i nati malformati, i morti per tumore e le malattie professionali.

Come siracusani pensavamo di essere ambientalmente protetti avendo per Ministro la siracusana Prestigiacomo che di industria se ne intende, essendo socio, come sostiene il Fatto Quotidiano di giovedì 11 novembre 2010, della holding Fincoe che controlla Coemi e Vetroresina Engineering Development, società attive nel settore chimico. Evidentemente ci sbagliavamo di grosso considerato che in tale provvedimento si potrebbero ravvedere chiari conflitti d’interessi.

Stavamo sicuramente sognando, avendo dimenticato per un istante che la ministra è la stessa che si è battuta per avere il termovalorizzatore ad Augusta ed il rigassificatore a Melilli, non tenendo in assoluta considerazione la pericolosità ed i rischi dell’area industriale per quanto riguarda salute e sicurezza delle popolazioni residenti.

Comunicato di AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia del 20.11.20010

Danni da inquinamento marino

La  Corte di giustizia europea  e  l’ inquinamento marino ad augusta

A Lussemburgo, la Corte di Giustizia Europea aveva imposto alle imprese che hanno avvelenato la flora , la fauna moria.jpgmarina, le popolazioni umane che ci abitano e i nascituri deformi o privati del  dono di vedere la luce del sole, la bonifica del tratto di mare compreso tra Augusta e Catania,  in quanto esposto per troppo tempo ad azioni di inquinamento. Le società e le imprese investite direttamente dalla decretazione, a loro volta, hanno intrapreso  azioni difensive rivolgendosi al Tar di Sicilia per  chiedere ulteriori chiarimenti circa il criterio di individuazione delle responsabilità  adottato dalla Corte di giustizia europea, datosi che non si sono mai esercitate nel passato misure preventive o individuali di responsabilità nei loro confronti.

scoppio.jpgIl Tar di Sicilia, in considerazione della gravità dell’argomento e della difficoltà di pronunciarsi perchè non si escluderebbero contrasti con le vigenti normative nazionali in materia di risarcimento o riparazione di danni ambientali, ha riposto ulteriori chiarimenti alla Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo che aveva inizialmente disposto il provvedimento.

Sarebbe come dire “pacco rispedito al mittente” ?

Ho la vaga impressione che saremo ancora noi cittadini, alla fine di questa triste vicenda, a pagare i danni, colpevoli di aver tacitamente acconsentito ad ogni forma di avvelenamento in questi ultimi cinquanta anni!  

                                                                          Giuseppe Tringali