AUGUSTA. Gli esperti stanno ancora cercando di capire come mai non ha funzionato il sistema di sicurezza , con la relativa messa a terra, della rete elettrica nella villa di Giusino Sinaglia, a Brucoli. La mattina di sabato scorso, 12 settembre, Sinaglia stava compiendo un “lavoretto” all’impianto elettrico, certo che, in caso di corto circuito, il sistema , con il cosiddetto salvavita, avrebbe interrotto l’erogazione di energia elettrica. Così non è stato. Sinaglia deve aver toccato, inavvertitamente, qualche filo scoperto ed è caduto a terra folgorato, non senza aver lanciato un urlo che ha sùbito richiamato l’attenzione della moglie. Erano le 9,3° del mattino. La donna ha chiamato il 118 e immediatamente sono partiti un elicottero e un’ambulanza. Il medico dell’elisoccorso ha fatto tutto il possibile per rianimare Sinaglia, attraverso il massaggio cardiaco. Dopo un’ora di estenuanti tentativi, intorno alle 11, il medico si è dovuto arrendere . Il corpo del 64enne, artigiano in pensione, originario di Palermo, è stato trasferito all’obitorio dell ‘ospedale “Muscatello”, a disposizione del pubblico ministero di turno, Caterina Aloisi, e del medico legale Francesco Coco. Sinaglia, oltre alla moglie, lascia due figli, di cui uno in servizio al commissariato della polizia di Stato. I colleghi del figlio si sono recati nella villetta dei Sinaglia per i rilievi del caso.
Poliziotti dello stesso commissariato, diretto da Pasquale Alongi, nella stessa mattinata di sabato 12, si sono recati a bordo di un nave battente bandiera liberiana, la Coral Pana , dove un marinaio indonesiano di trentatré anni, mentre tentava di sbloccare l’ingranaggio per ritirare dal molo la scaletta che consente l’accesso a bordo, ha subìto l’amputazione della mano destra per cause ancora da accertare. Il marittimo è stato trasportato prima al “Muscatello” e poi al “Cannizzaro” di Catania. G.C. – foto di Gianni D’Anna