IN ONORE DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II, UN CONCERTO DI HYBLEA MUSIC NELLA CHIESA DEL SACRO CUORE, MERCOLEDÌ 26 MARZO, CON PAMELA PATANIA E SALVATORE PASSANISI

dddAUGUSTA. Nuovo concerto per “Hyblea Music”,  il gruppo strumentale recentemente esibitosi con successo al Circolo Ufficiali  della Marina Militare.   Il prossimo concerto sarà tenuto nella chiesa del Saro Cuore, mercoledì 26 marzo, a partire dalle 18,30,  in onore del beato Giovanni Paolo II,  il non dimenticato papa polacco Karol Wojtyla, che il popolo cattolico già venera come un santo, tant’è vero che è stato definito santo dallo stesso predecessore di papa Francesco, cioè il papa tedesco Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, dimessosi  dall’incarico di romano pontefice lo scorso anno di questi tempi. Il concerto di Hyblea music è stato deciso per rendere più solenne la presenza nella chiesa del Sacro cuore di alcune reliquie di Giovanni Paolo II.  L’ensemble Hyblea music, che si è esibito in importanti manifestazioni nella Sicilia orientale, riscuotendo il favore della critica musicale,  è stato fondato,  poco meno di due anni fa, da Salvatore  Passanisi, pianista e organista, e da Pamela Patania, flautista, entrambi di Augusta.  Pamela vi è  nata l’ 11 dicembre 1981. Si  è diplomata  in flauto traverso nell’ anno 2004  al Conservatorio “ V. Bellini “ di Caltanissetta. Nel biennio  ’97 –‘ 99 ha collaborato con la banda  musicale “ G. Passanisi “  di Augusta, in vari concerti in onore degli emigrati italiani svolto  alla “ Malden Catholic High School “ Malden Massachusetts e alla Sala Congressi del “ Caruso Diplomat “ Saugus, Massachusetts, la “ Sacred Heart Church “ nel Nord End di Boston. Ha partecipato a corsi e  masterclass nazionali e internazionali tenuti dal primo flauto del Teatro “ Massimo Bellini “ di Catania. Ha partecipato ai concorsi nazionali e internazionali nella sezione “ Duo Musica da Camera “(flauto e pianoforte ) classificandosi nei primi posti. Dall’ anno 2006 a oggi presta servizio come docente di strumento musicale  in vari Istituti comprensivi nelle scuole secondarie di primo grado provinciali e regionali.

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Il giornalista RAI Alberto Michelini presenta al Centro Utopia di Augusta un documentario su Giovanni Paolo II

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Domenica 11 novembre, al “Centro Utopia di Augusta” si è svolto un incontro con il dott. Alberto Michelini, politico, giornalista scrittore e regista, il quale, dopo una breve introduzione e riflessione sui comportamenti odierni impregnati di egoismo e moralità ha presentato un suo DVD sul Papa Giovanni Paolo II.

DSCN2444.jpgL’impatto su tutto l’oratorio è stato di grande emotività. E’ un film documentario, privo di commento, sulla vita di Giovanni Paolo II e sui  165 viaggi nel mondo. Si sente solo la voce del Papa, e le immagini della vita si sovrappongono a quelle della morte e viceversa e da tutte si sprigiona quella grande forza che ne ha caratterizzato il pontificato, dal vigore fisico alla decadenza.

Un altro aspetto viene messo in evidenza: l’amore di Giovanni Paolo II per la madonna in particolare e per tutte le donne in generale, lui che era rimasto orfano di madre in tenera età e quindi privato delle carezze e delle tenerezze materne.

Un cenno particolare merita la colonna sonora realizzata con la splendida voce di Andrea Bocelli e le musiche, tra gli altri , di Gounot, Mascagni, e Rossini con “Cuios Animam”, (Stabat Mater).

    Piera Majorca

 

Il PAPA POLACCO E IL GIOVANE TENENTE AUGUSTANO

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Metà ottobre 1978 e davanti a me gli ultimi centocinquanta chilometri d’autostrada per tornare a Palestrina dove da più di due anni comando la Tenenza dei Carabinieri. La radio è accesa per ascoltare la cronaca dal Vaticano, la seconda in poco più di un mese dopo l’improvvisa morte di Giovanni Paolo I, per l’elezione del nuovo papa quando, all’improvviso, il giornalista, concitato, grida che è apparsa la fumata bianca annunciante un nuovo successore sulla cattedra di Pietro e tanto istintivamente, quanto inspiegabilmente, mi metto ad applaudire commosso. A casa mi piazzo davanti al televisore e faccio appena in tempo a vedere il nuovo Papa -come, non è italiano? mah-, a essere immediatamente entusiasmato e preso (come tutti) da quello straordinario “se sbaglierò mi corrigerete” e rimuginare fra me e me quanto fosse strano un Papa che ammetteva di poter sbagliare e di aver bisogno di tutti: l’intuito dello sbirro suggerì di approfondire la faccenda. E così  il giorno della “intronizzazione” (mi pare si dica così) sono ancora davanti al televisore e vengo  definitivamente conquistato dalle Sue parole: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo” e ancora “Vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia…”: incredibile, incredibile! Passano alcuni giorni e vengo comandato di servizio a Castelgandolfo dove, come è consuetudine, il nuovo Papa prende possesso dei palazzi pontifici. Di nuovo, rompendo tradizioni secolari, Karol Wojtyla scende in piazza tra la folla, quasi a volerne sentire il contatto e il calore; questa volta Giovanni Paolo II non è dietro il vetro dello schermo televisivo, mi è davanti e mi porge la mano, come a un amico. Con emozione, infinita e intuibile, rispondo al gesto inaspettato e, oso dire, fraterno avendo dentro di me la sensazione -anzi, la convinzione- di non essere al cospetto di un uomo come gli altri, ma a qualcosa di assolutamente diverso: di lì a qualche ora, tornato a casa ancora turbato, dirò a mia moglie Agnese “è fatto di farina”, non riuscendo a esprimermi in altro modo.

Ancora pochi giorni e vengo informato che Sua Santità, altra rottura con un passato ultracentenario, farà a breve  la sua prima uscita ufficiale dal Vaticano con una visita al Santuario della Mentorella, sul monte Guadagnolo, nel territorio della tenenza di Palestrina e che, pertanto, dovrò organizzare tutti i servizi di ordine pubblico, viabilità e, soprattutto, di sicurezza per il Santo Padre.  

Come tantissimi sanno, Karol Wojtyla era un frequentatore della Mentorella il cui Santuario, retto da religiosi polacchi, custodisce una splendida Madonna nera assai simile a quella polacca a cui Egli era tanto legato; ed era lo stesso Santuario in cui il cardinal Wojtyla si era recato a pregare subito prima di entrare nel conclave che lo avrebbe elevato al soglio pontificio, conclave che Egli aveva potuto raggiungere appena in tempo con un passaggio -il destino, meglio la volontà di Dio!- a causa di un guasto alla sua automobile. Senza neppure sapere come e con una incoscienza che ancora oggi mi fa tremare i polsi, mi trovai al centro di una macchina estremamente complessa pur non avendo nulla a che vedere con quello che sarebbe avvenuto dopo qualche anno con l’attentato in Piazza San Pietro. Fui fortunato e andò tutto bene: riuscii perfino a piazzare mia moglie e mio figlio di tre anni in posizione tale che potessero vedere da vicino il Papa il quale, addirittura, volle porre la mano sul capo del mio piccolo Umberto per benedirlo (se c’è stato … interesse privato in atti d’ufficio direi che si è ormai ampiamente prescritto e, comunque, ne valeva sicuramente la pena!). Litigai solo con il grande e compianto responsabile vaticano della sicurezza papale, Cibin,  che non voleva vedere troppi carabinieri attorno al Santo Padre e al quale dovetti replicare che ci trovavamo sul territorio della Repubblica Italiana e che , pertanto, io ero in quel momento l’unico responsabile; ma fu solo un piccolo equivoco dovuto alla comune tensione e alla mia stanchezza: non dormivo da due giorni e se io avevo ragione lui non aveva torto! Insomma, sfinito e -mi sia consentito- soddisfatto,  pensavo di aver assolto al mio compito mai presagendo che Giovanni Paolo II avrebbe preso, domenica dopo domenica, a visitare tutte le parrocchie della Capitale e dei suoi dintorni; mai presagendo, soprattutto, che il mio comandante con l’abituale suo stile privo di fronzoli avrebbe detto: “Visto che lo hai fatto bene, ogni volta che il Papa esce andrai a dare una mano al collega competente per territorio”. E così, praticamente ogni domenica dal Divino Amore a Grottaferrata, a Nettuno, ad Albano e in tante altre località che non riesco più a ricordare, ho avuto l’immensa fortuna di poter stare vicinissimo (qualche volta correndogli a fianco per chilometri accanto alla sua automobile scoperta, ma ero molto più giovane!) a un uomo straordinario, certamente il più straordinario degli ultimi secoli e fra i più grandi in assoluto della storia dell’umanità: un uomo che dimostrava la propria santità giorno per giorno e non solo per il titolo onorifico che, ovviamente, gli competeva. Era trascorso quasi un anno dall’inizio della mia avventura quando venni convocato, insieme ad altri carabinieri, a Castelgandolfo per essere ammesso in udienza dal Santo Padre; fu un giorno, ancora una volta, di enorme emozione: il Papa desiderando ringraziarci per quanto avevamo fatto per lui voleva, insieme alla Benedizione, lasciarci un piccolo segno della sua benevolenza, una medaglia con il suo volto che conservo fra le cose più preziose che il mio servizio nell’Arma mi abbia procurato. Dopo qualche mese avrei lasciato Palestrina per il comando della Compagnia di Crotone e fui ancora fortunato: avrei nuovamente potuto essere vicino a Giovanni Paolo II per altre due volte, a Catanzaro e Crotone. 

Enzo Inzolia

Nella foto, E. Inzolia accanto al papa Giovanni Paolo II