STA BENE L’ARTIGANO 50ENNE DI AUGUSTA, CHE HA RIAPERTO L’OFFICINA

Le ragioni dei familiari e le ragioni del giornalismo


giornali.jpgSi è risolta in pochi giorni la vicenda dell’artigiano cinquantenne che “avrebbe” tentato un estremo gesto mentre si trovava da solo nella sua officina, chiusa per ferie, forse in preda a un disturbo depressivo più acuto di altri. L’uomo sarebbe stato salvato da un amico giunto in officina per parlargli; l’amico avrebbe chiamato i carabinieri e il 118. L’ambulanza del 118, constatate le condizioni del paziente, che in quel momento sembravano e, forse, erano gravi, lo ha trasportato immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale Muscatello, da dove è stato poi trasferito al reparto psichiatria dell’ospedale di Lentini. Da lì è uscito pochi giorni dopo, assistito dall’intenso affetto di familiari, parenti e amici, tanto che l’artigiano ha riaperto quasi sùbito la sua officina.  Abbiamo usato il condizionale a proposito del tentativo di compiere un gesto “insano”, com’era stato definito in un primo tempo, perché, dopo la condivisione   su Facebook del pezzo pubblicato su Augustanews che dava la notizia, è stata registrata una levata di scudi contro i giornalisti che “inventano” le notizie, che si ergono a medici, ecc; è stato detto che non era vero niente di quello che era stato pubblicato, che l’artigiano non era solo, ma circondato dall’amore dei suoi cari e verso l’artigiano erano espressi sentimenti di solidarietà. Sentimenti di solidarietà che, ovviamente, sono condivisibili anche da chi scrive verso l’artigiano che “forse”, soffriva o soffre di depressione. Se si legge l’articolo precedente con autentica attenzione, si vedrà che era accennata la forma dubitativa e il riferimento alla solitudine era non certo in senso assoluto, ma per il particolare  momento in cui si trovava in officina: uno, se è in compagnia, difficilmente tenta un gesto estremo, soprattutto usando cavi elettrici o similari e, sena dubbio, per giungere a concretizzare un gesto del genere dev’essere attraversato da un attacco più acuto, più “nero” di questo male, la depressione,  che è stato definito insondabile non perché  chi scrive  vuole rivaleggiare con i medici, ma perché è un male che ha un’eziologia complessa, che può avere diversi nomi, ecc. ecc. ed è stato scritto che è “difficilmente curabile”, come tanti altri mali, se volete, perché non si guarisce prendendo aspirine o farmaci che, assunti per un certo periodo, danno la sicurezza della guarigione e anche perché gli stessi farmaci non bastano. Ci vuole, certo, la vicinanza costante, continua, affettuosa di chi vuol bene alla persona. Ma il male s’insinua, è sempre in agguato e può succedere l’irreparabile senza colpa per chi sta vicino al depresso o alla depressa. Sì, perché da anni si parla di depressione post partum, di cui soffrono le donne che hanno dato alla luce i figli:  quante volte abbiamo letto di madri che uccidono i figli e poi sé stesse, nonostante siano circondate dall’affetto di mariti, madri, ecc.. Chissà  quanta gente avrà pensato in questi casi alla depressione come “male insondabile e difficilmente curabile”.  Per tornare all’artigiano, che nell’articolo citato non poteva essere assolutamente identificato perché chi  scrive ha provato sentimenti di solidarietà, omettendo ogni riferimento possibile all’identificazione,  la voce del tentativo di suicidio s’era diffusa rapidamente in città, come spesso succede, a ragion veduta, cioè per il fatto clamoroso in sé e per le dimensioni della città stessa. In questi casi, si dà per scontato che i giornali diano la notizia sùbito o relativamente presto se si tratta di testate on line,  il giorno dopo, se quotidiani, o  qualche giorno dopo, a seconda della periodicità del giornale, soprattutto quando la notizia è avallata da una fonte autorevole qual è quella rappresentata dai Carabinieri. E le notizie possono essere riprese da altre fonti, le agenzie, per esempio, o altre testare:  quante volte in TV sentite il conduttore dire ”L’Ansa, cioè l’agenzia di stampa italiana più importante, ha dato questa notizia” o la Reuter, altra agenzia di stampa, di rilievo europeo o avete senti citare la CNN, cioè la tivù americana che diffonde notizie 24 ore  su 24? Certo, come in tutte le cose, la fretta può essere cattiva consigliera e non consente di dare le notizie con dettagli precisi, ma a ciò si pone rimedio nelle edizioni successive, senza offendere la sensibilità di nessuno, ovviamente, ma per informare l’opinione pubblica, che può trarre insegnamento dalle notizie di cronaca. La cronaca, comunque, è lo specchio della realtà di tutti i giorni: serve per capire il mondo che ci circonda e può avere valore documentario. Quanti altri tentativi sono andati a segno in Augusta, nel corso degli anni passati?  Potremmo ricordarli, come i giornali nazionali, attingendo dai loro archivi, quando si registrano eventi, specie se tragici, di grande clamore, rievocano fatti precedenti analoghi: attacchi terroristi, affondamento di navi, cadute di aerei, ecc. Capiamo le ragioni dei familiari dell’artigiano addolorati per ciò che è capitato al loro congiunto e ci duole che abbiano frainteso il pezzo. Siamo lieti che tutto si sia ristabilito e formuliamo loro i più sinceri auguri.         

C.C.

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Nella sezione commenti, quello di Riccardo

 Sono un augustano di nascita, ma residente altrove e ho seguito la polemica riguardo al caso del tentato suicidio di un artigiano di 5o anni, di cui non si dava alcun elemento di identificazione. Vi posso dire che la depressione è un male moderno, di cui soffrono e hanno sofferto anche personaggi illustri come l’attore Vittorio Gassmann e il giornalista Indro Montanelli. E’ vero che chi è depresso dev’essere amato, ma ci sono momenti in cui il male è così nero e così acuto che, quando, per caso, in un particolare momento, ci si trova da soli, senza colpa per i familiari, è possibilissmo che si possa commettere un atto insano, come il tentato suicidio. Nell’articolo che ho letto con attenzione c’è scritto chiaramente che l’artigiano si trovava da solo, in quel momento “nero”, nell’officina chiusa per ferie. E se non fosse stato per l’amico? Il tentativo sarebbe andato a segno, no? Capisco che le persone vicine all’artigiano, familiari, amici, si siano dispiaciuti di leggere l’articolo, ma loro stessi hanno fatto il nome dell’artigiano, facendolo sapere a tutti. Nom mi pare che l’articolista abbia né volutamente né involontariamente mancato di rispetto, offendere la sensibilità di chicchessia: ha dato la notizia, come la danno tanti radio o telegiornali relativamente a fatti ancora più gravi. Non penso che bisogna mettere il silenziatore a notizie che non sono inventate, tanto è vero che i Carabinieri citati non hanno mai smentito. Esagerazione? Certi quadri clinici possono apparire gravi a prima vista o in un primo momento, mai poi la prognosi è fausta. Meno male!

    Riccardo