LUNEDÌ 20 LA RIUNIONE DI INSEDIAMENTO DEI NUOVI CONSIGLIERI COMUNALI DI AUGUSTA

pisani pino

AUGUSTA. Dopo quasi quaranta giorni di controllo dei verbali delle operazioni  di voto nelle sezioni elettorali, il 10 luglio sono stati proclamati i nuovi trenta consiglieri comunali, di cui 18 sono del Movimento 5 Stelle e 12 delle altre liste che hanno superato lo sbarramento previsto. Secondo i dettami di legge, il nuovo consiglio comunale dovrà riunirsi per la prima volta venerdì 24 luglio per procedere alla convalida degli eletti, alla surroga di chi, come Maria Concetta di Pietro eletta sindaco, rinuncerà alla carica di consigliere, e all’elezione del presidente e del vice dello stesso consesso. Per legge , a presiedere la prima seduta sarà  Giuseppe Di Mare, consigliere più votato, dopo Pino Pisani, assessore in carica, che pha annunciato le dimissioni, come Roberta Suppo,  e altre due amministratrici, sue colleghe di Giunta. La legge regionale siciliana, recentemente  modificata,  consente che tre assessori siano estranei al consiglio e tre ne possono far parte.  Prima dell’elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini, sindaco e assessori facevano parte dello stesso consiglio. Prima della recente riduzione del numero dei consiglieri, il Comune di Augusta aveva quaranta consiglieri comunali. Al posto del sindaco Di Pietro, in consiglio siederà Orazio Esposito. I nuovi consiglieri sono: Giuseppe (Pino) Pisani, il più votato in assoluto (nella foto), Roberta Suppo, Francesca Giovanniello, Giovanni Patti, Sarah Marturana ,Salvatore Blanco , Nilo Settipani, Marilena Russo, Giuseppa Mauro, Silvana Danieli, Letizia Ranno, Mauro Caruso, Teodoro Paratore, Manuela Toriello, Lucia Fichera, Vittorio Meli, Giacomo Casole, Orazio Esposito, primo dei non eletti, al posto di Maria Concetta Di Pietro, tutti del Movimento 5 Stelle, grazie al premio di maggioranza. Gli altri dodici sono: Irene Sauro  e Salvatore Aviello  (lista “TU- Territorio unito”),  Biagio Tribulato e Angelo Pasqua   (“Attivamente” ) Alfredo Beneventano Del Bosco e Francesco Lisitano   (“Totis per Augusta”),  Vincenzo Canigiula (“Civico 89”), Marco Niciforo (“Noi per la citta”), Giancarlo Triberio (PD – Partito democratico), Giuseppe Di Mare (“CambiAugusta”), Salvatore Errante (“Sicilia Democratica”); Alessandro Tripoli (“Nessun Dorma”).

G. C.

AUGUSTA/ L’ANTIMAFIA REGIONALE AL COMUNE! PASSERELLA ELETTORALE?

665442563AUGUSTA. Preannunciata  dalla grancassa mediatica e dagli inviti formali della commissione straordinaria Librizzi Cocciufa Puglisi, la visita della Commissione regionale antimafia a palazzo di città è stata seguita da un altrettanto strombazzamento mediatico che ha dato ampia risonanza alle parole del presidente della commissione, l’ex presidente della Provincia di Catania, Nello Musumeci, con a latere il “pentastellato” Stefano Zito, deputato grillino di Siracusa, che in questo periodo suda freddo perché potrebbe perdere il posto all’Assemblea regionale  se, come pare certo, si andrà a votare in alcune sezioni dei Comuni di Pachino e Rosolini, in séguito alla pronuncia del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha accolto il ricorso dell’ex deputato regionale Gennuso. Come si ricorderà, Gennuso fu escluso per poche centinaia di voti e  denunciò brogli elettorali. Tali brogli non sono stati compiutamente accertati perché le schede elettorali, che devono essere conservate per cinque anni dopo la votazione, si sono letteralmente volatilizzate, nel senso che non si trovano. Qualcuno le ha fato sparire. Dunque, il CGA ha deciso che dev’essere rinnovato il voto in quelle sezioni, dove hanno votato circa ottomila elettori, in cui sarebbero avvenuti i brogli. Il voto dovrebbe avvenire a maggio, in concomitanza con le elezioni europee. In questo caso potrebbe riprendere quota la candidatura dell’augustano 31enne Antonino Di Silvestro che, nell’ottobre 2012, fu il primo dei non eletti in seno alla lista presentata dai grillini.  A proposito di elezioni, qualcuno ha avanzato l’ipotesi che l’arrivo della Commissione antimafia non sia stato che una passerella elettorale, in vista, appunto, delle elezioni del 24 maggio prossimo.  Ovviamente, Nello Musumeci non poteva tessere gli elogi della triade Librizzi Cocciufa Puglisi e della magistratura “con i cui lavori “ – ha sottolineato Musumeci – “non  intendiamo interferire”. Ci mancherebbe altro! Musumeci  ha ripercorso le vicende più salienti in cui è stato esercitato il condizionamento della criminalità organizzata, con la connivenza di politici e di burocrati: la vicenda del cimitero e della raccolta dei rifiuti. Per quest’ultima vicenda, Musumeci ha riferito che la Commissione ha accertato che il Comune  ha svolto il servizio per ben vent’anni “in forza di ordinanze, senza essere appaltato”. Musumeci ha  espresso la convinzione che la legge che regola lo scioglimento dei Comuni per le infiltrazioni mafiose dev’essere cambiata, riducendo il tempo della gestione commissariale e allontanando, oltre ai politici, anche i dirigenti comunali che hanno permesso il connubio tra politica e criminalità organizzata.

Giorgio Càsole

LETTERA APERTA AI COMMISSARI STRAORDINARI DEL COMUNE DI AUGUSTA SULLA PUBLISERVIZI PER LA RISCOSSIONE DELLA TASSA D’OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO

AUGUSTA, TASSA SUOLO PUBBLICO, PENALE DA USURA 

comune.jpgAUGUSTA. Chiarissimi Signori Commissari, quale presidente dell’Associazione onlus “Decontaminazione Sicilia”, mi corre l’obbligo di comunicarVi le doglianze pervenutemi da molti cittadini che hanno ricevuto l’avviso di pagamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico (T.O.S.A.P.) relativo ai passi carrabili per l’anno corrente.  Giuste lagnanze, visto che buona parte di tali avvisi, emessi il 10/06/2013, sono stati recapitati ai contribuenti in data successiva a quella di scadenza fissata dalla Publiservizi al 30/06/2013, per cui detto ritardo costringe il contribuente a pagare una penale pari al 30% della tassa annuale prevista, penale proprio da usura. Non ho avuto necessità di verificare quanto riferitomi, avendo personalmente ricevuto un simile avviso di pagamento, pur avendo già effettuato il versamento. Detto avviso mi ha procurato non poca preoccupazione, temendo di aver smarrito copia del versamento, e perdita tempo, essendomi dovuto presentare più volte alla sede della Publiservizi per informarmi e presentare copia del versamento. Tale fastidio poteva evitarsi se Publiservizi avesse verificato la mia situazione contributiva al computer, come avviene negli uffici che effettivamente hanno l’obiettivo di servire i cittadini. Pertanto tale invito oltre a ritenersi inopportuno e fastidioso per chi lo riceve, fa crescere nel contribuente la convinzione che ha a che fare non con publiservizi ma con publidisservizi.

 Luigi Solarino 

AUGUSTA MAFIOSA! CHI PAGHERA’ PER QUEST’ INFAMIA? – di Giorgio Casole

comune.jpgAlle 18,45 di giovedì 7 marzo 2013, si è tenuta a Roma una delle più veloci riunioni del Consiglio dei Ministri, ancora presieduto da Mario Monti: il C.d.M. si è riunito alle 18,45 e in appena cinque minuti ha deciso lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei consigli comunali di Augusta e di Grazzanise, in provincia di Caserta. Alle 18,50 la seduta del governo è finita. La notizia, anche se nell’aria da tempo,  è piombata ad Augusta  da Roma come una bomba lo stesso  7 marzo,  giorno in cui il consiglio comunale, su convocazione del suo presidente Salvatore Amato, doveva riunirsi alle 20°° per surrogare alcuni consiglieri comunali dimessi e per altre pratiche. Mentre la provincia campana è salita alla ribalta per questioni di criminalità organizzata, criminalità camorristica, mai si sarebbe pensato che il secondo comune della provincia di Siracusa, provincia una volta definita babba, Augusta appunto, comune dove ha sede una delle più importanti basi militari d’Italia, potesse essere sciolto per condizionamenti mafiosi. Da almeno tre mesi circolava con insistenza la notizia che il prefetto di Siracusa, Franceschelli, aveva inviato al ministro degl’Interni, Cancellieri, una relazione preoccupata sui condizionamenti  del Comune di Augusta, dopo il sequestro e l’esame di una serie impressionante di documenti, migliaia stando alle notizie raccolte, esaminati da una commissione composta da vari esponenti istituzionali, insediatasi nel restaurato palazzo di città il 30 agosto 2012. Come si ricorderà,  l’indomani si dimise il  sindaco Carrubba, dando l’impressione di volersi candidare alle  elezioni regionali dell’ottobre 2012.  Così, invece, non è stato ed è stata  avanzata l’ipotesi che Carrubba sia stato consigliato di dimettersi, per evitare gravi conseguenze. Si sapeva, dunque, e si temeva il peggio, anche se rimaneva il lumicino della speranza. L’ambiente politico era in piena fibrillazione,  tanto che da parte di qualche movimento civico, costituitosi per affrontare le elezioni amministrative previste nel prossimo mese di maggio, era stata avanzata ai consiglieri comunali,  attraverso vistosi manifesti,  la proposta  di dimettersi prima che il consiglio fosse sciolto dall’alto. I consiglieri comunali si sono sentiti offesi e non hanno accolto l’invito, anche se, negli ultimi giorni, alcuni consiglieri hanno presentato le loro  dimissioni. Qualcuno aveva sperato nell’esito delle elezioni politiche dello scorso febbraio. Aveva sperato, cioè, che  Monti lasciasse la patata bollente al nuovo  governo, il quale  avrebbe voluto il tempo per decidere,  e che, intanto, si andasse alle elezioni. Invece, il 5 marzo il ministro degl’Interni  ha concluso la sua relazione con la proposta di scioglimento con queste parole:Le vicende analiticamente  esaminate  e  dettagliatamente  riferite nella  relazione  del  prefetto   hanno   rivelato   una   serie   dicondizionamenti nell’amministrazione comunale  di  Augusta,  volti  a perseguire fini diversi  da  quelli  istituzionali,  con  pregiudizio degli interessi della collettivita’.  Ritengo pertanto che ricorrano le  condizioni  per  l’adozione  del provvedimento di  scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Augusta (Siracusa) ai sensi dell’art. 143 dei decreto legislativo  18  agosto 2000, n. 267. ..   In  relazione  alla  presenza  e   all’estensione   dell’influenza criminale {il grassetto è nostro],  si  rende  necessario  che la gestione commissariale abbia una durata di diciotto mesi”. E’fatta.  Il C.d.m. approva la proposta,il presidente della Repubblica firma il decreto di scioglimento e contestualmente nomina un direttorio di tre funzionari per  l’amministrazione del Comune. Sono  due donne in carriera prefettizia:  Maria Carmela Librizzi, prefetto,  che dovrebbe svolgere le funzioni di sindaco, il viceprefetto  Maria Rita Cocciufa, che dovrebbe sostituire la Giunta, il  dirigente Francesco Puglisi  al posto del consiglio comunale. Il commissario regionale passa la mano dopo sette mesi di gestione più politica che tecnica e se ne torna a Palermo a godersi la pensione di funzionario regionale.  La misura estrema è arrivata, dunque. E,  come spesso accade, l’equivalenza è in agguato: “Augusta = mafia”. La città, nota per l’inquinamento più che per la sua base militare o, meglio ancora, per il suo grande porto, che dovrebbe rappresentare una risorsa per tutta la Sicilia, era salita, poco prima della notizia dello scioglimento,  alla ribalta della cronaca per  il “caso Incardona”, che certo non avevamo previsto quando abbiamo realizzato la copertina del numero di gennaio del Giornale di Augusta, di cui, a giorni, sarà in edicola il numero di aprile), auspicando che potesse risorgere dalle sue ceneri, come la mitica fenice. Lo scioglimento del consiglio era dietro l’angolo, ma non avevamo ancora la certezza. Abbiamo  solo intuito la profonda depressione in cui è caduta questa  comunità. E certamente non ce ne rallegriamo.  Qualche giorno fa, un lettore,visibilmente risentito, mi ha detto: “Noi non siamo mafiosi, siamo  cittadini che stiamo pagando in tutti i sensi,  per questo malaffare , ma questa di Augusta mafiosa, come dicono i giornali, è un’infamia e qualcuno deve pur pagare”. Già. Un’infamia!  E chi pagherà  e quando e come per quest’infamia?

 Giorgio Càsole

CARRUBBA AL CONTRATTACCO: “42 MLN DI DEBITI? NON E’ VERO!” MA ALCUNE DOMANDE SONO D’OBBLIGO

carru.jpgAugusta – L’ex Sindaco, Massimo Carrubba replica alle accuse megarese, di aver causato il gravissimo deficit del Comune dell’Ente, che avrebbe un “buco” di ben 42 milioni di euro, circa 84 miliardi delle vecchie lire – cifra spaventosa solo a pensarci, secondo i calcoli del commissario regionale che regge le sorti del Comune, dopo le dimissioni presentate dal Carrubba il 31 agosto scorso.
Nel corso di una conferenza stampa Carrubba è passato al contrattacco, affermando: . «Mi vedo costretto ad intervenire pubblicamente a distanza di poco più di 2 mesi dalle mie dimissioni  poiché su di me è in atto una vera e propria campagna diffamatoria che mette a repentaglio non solo la mia reputazione e la mia credibilità di esponente politico ma anche la mia incolumità. C’è in città infatti, un clima di ostilità nei miei confronti fomentato da sciacalli e avvoltoi della politica. Posso dimostrare, carte alla mano, che la situazione debitoria dell’Ente, se pur grave, non è così drammatica come qualcuno vorrebbe farla apparire. I debiti accertati e non certo attribuibili alla mia amministrazione, sono di gran lunga inferiori, ed ammontano a circa 24 milioni di euro. Se a questa cifra si sottraessero poi i proventi che prima o poi dovranno essere riconosciuti dello scandalo di “Tributi Italia”, la somma debitoria si ridurrebbe ancora più sensibilmente. Parlare di 42 milioni di euro di debiti crea un certo scalpore. Quello fornito dal commissario però è un mero elenco di numeri sommati che vanno contestualizzati e non tengono conto di alcun criterio tecnico. Il criterio temporale deve infatti valere sia per le uscite che per le entrate. Lo stesso commissario ha affermato che gli uffici comunali stanno ancora lavorando per quantificare le entrate certe. A mio avviso si tratta di un grossolano errore di ordine tecnico». Per quanto concerne l’operato del commissario,  ha concluso dicendo che  che nello svolgimento del suo compito, abbia avuto un approccio squisitamente politico”.

Lasciamo da parte, almeno per ora, il  giudizio “politico” dell’ex sindaco sull’operato del commissario regionale, pensionato regionale che non ha alcun interesse se non quello di lasciare un buon ricordo mettendo i conti in ordine, da buon amministratore, come ogni sindaco dovrebbe essere, secondo il vecchio detto, sancito anche in giurisprudenza, che bisogna comportarsi come un buon padre di famiglia. Carrubba ha detto: “I debiti attribuiti alla mia amministrazione ammontano a circa 24 mln di euro”, Che non sono bruscolini e in lire sarebbero circa 48 miliardi, cifra notevole, non vi pare? L’ex sindaco dovrebbe scendere più in profondità e spiegare come mai, essendo già ilComune oberato da debiti fuori bilancio,  causati da precedenti Amministrazioni, come mai lui e la sua Giunta ne hanno accumulato altri 24?  Per esempio, perché ha nominato direttore generale – boom! – l’esterno l’ing. Petracca, direttore generale, del Comune con un consequenziale lauto stipendio di ottantamila euro l’anno? Direttore generale? Neanche se fossimo, non dico a Milano o in altre città metropolitane, ma a Catania . Era necessario spendere fiordi migliaia di euro per rendere lussuoso l’ufficio di costui? Era necessario nominare circa 42 persone in in posizione apicale nei loro reparti, quasi tutti dirigenti, insomma, con relativo aumento sostanzioso di stipendio? Dove siamo? In un’azienda che deve  produrre qualcosa  e sostenere un’agguerrita concorrenza? Cosa produce il Comune? Servizi per il pubblico, per i cittadini paganti. Il commissario La Mattia, infatti, per ridurre l’enorme deficit, come è giusto che faccia,  ha mandato via per primo questa inutile e dispendiosa  figura di direttore generale, cui il Carrubba, prima di dimettersi, avrebbe elargito un premio di circa 42 mila euro per i servizi resi, come se non fosse stato già pagato con enorme generosità; poco dopo La Mattina  ha ridotto drasticamente l’indennità “dirigenziale a quei 42, portando da 6 a cinque i dirigenti responsabili delle aree in cui è diviso l’organico municipale. Se fosse un politico, La Mattina si sarebbe inimicato i suoi stessi dipendenti, ma La Mattina è un amministratore che, per dovere prima e per onestà intellettuale dopo, vuole invertire una tendenza per far risanare il bilancio.  Se avesse voluto lui, davvero,  risanare il bilancio lasciato in deficit dai suoi predecessori il Carrubba, da buon amministratore e da buon politico,  non avrebbe dovuto far crescere a dismisura, fino a giungere alla cifra di 12 mln di euro, quasi 24 miliardi di lire,  la somma che “Tributi Italia” doveva al Comune per la riscossione delle imposte comunali.  Perché il Carrubba ha rescisso il contratto solo quando è stata raggiunta quella cifra, appunto? Perché ha aspettato tanto tempo? Un padrone di casa, se l’inquilino non paga, dopo qualche mese,  gli ingiunge lo sfratto e se uno non rispetta i termini contrattuali, il contratto viene unilateralmente rescisso. Era  davvero necessario arrivare a far maturare quella cifra così alta,che, probabilmente, non sarà più recuperata? Questi sono gl’interrogativi cui Carrubba dovrebbe dare risposta. Ma c’è un’ultima domanda. Come mai, un anno prima di dimettersi,prima che scoppiasse lo scandalo nazionale di Tributi Italia, ma dopo la rescissione del contratto, cioè dopo la vera e propria truffa perpetrata dal signor Sagesse, amministratore di Tributi Italia, Carrubba e la sua amministrazione hanno ridato a una ditta privata, che avrà un aggio del 30 per cento, la riscossione delle imposte comunali? Non erano stati scottati a sufficienza da Tributi Italia? E il fortissimo aggio del 30 per cento non incide sulle casse comunali che, quindi, vengono così depauperate di ingenti somme che, se il servizio fosse svolto da dipendenti   interni, andrebbero tutte al Comune? Ci sono davvero dipendenti così incapaci di riscuotere questi tributi? Carrubba risponda a queste domande, se non alla magistratura, almeno ai suoi ex amministrati, prima di gridare che è stato oggetto di lesa maestà.

Giorgio Càsole

AUGUSTA, LA POLIZIA SEQUESTRA DOCUMENTI AL COMUNE

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AUGUSTA. Continuerà ancora  ad  andare avanti per  alcune settimane, l’ispezione della commissione ispettiva nominata dal prefetto di Siracusa al comune di Augusta. Funzionari amministrativi e ispettori di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza nei giorni scorsi si sono presentati in Municipio chiedendo di prendere visione e di acquisire una serie di documenti. Ufficialmente si parla di “ispezione”, ma non è dato sapere da cosa ha preso le mosse l’azione e l’oggetto della indagine. Secondo indiscrezioni, sarebbero stati acquisti documenti relativi al protocollo generale degli ultimi cinque anni, ma anche atti deliberativi addirittura risalenti agli anni ‘60. La documentazione richiesta riguarderebbe un po’ tutti i settori e anche l’attività del consiglio comunale. Dovrebbe trattarsi degli sviluppi di una indagine del 2008 della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania al termine della quale è stato inoltrato un rapporto al Ministero degli Interni che avrebbe delegato la Prefettura di Siracusa di nominare e inviare ad Augusta una commissione ispettiva. Una gran mole di documentazione è stata già acquisita ed è stata depositata in alcuni uffici dell’Ente e  a cui sono stati posti i sigilli.

 

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