I VOLTI FEMMINILI DI GRAZIELLA PAOLINI PARLAGRECO Al CIRCOLO UFFICIALI

jjjAUGUSTA. Graziella Paolini Parlagreco ha impreziosito con i suoi quadri i saloni del Circolo Ufficiali della Marina Militare dal 28 marzo al  6 aprile. Le tele rappresentano la summa dell’ultima produzione dell’artista e comprendono nature morte, marine, ma,  soprattutto,  un’ampia galleria di soggetti femminili. La nostra pittrice, di origini piemontesi, dopo la laurea all’Accademia delle Belle Arti di Palermo e un lungo soggiorno in Calabria, si trasferisce definitivamente in Sicilia, a Catania. Titolare di cattedra di disegno e storia dell’arte, ben presto abbandona l’insegnamento per dedicarsi totalmente alla passione per la pittura e per la poesia;  è autrice,  infatti,  di notevoli raccolte liriche. Ma è grazie alla sua produzione pittorica che si afferma nello  scenario artistico internazionale, vincendo numerosi premi e collezionando lusinghieri riconoscimenti da parte dei critici più in auge: uno tra tutti, Lucio Barbera. Dal 1980 ha allestito 6 personali e partecipato a 23 collettive. Di notevole pregio e rilievo artistico sono il suo studio per illustrare Il Barone rampante di Italo Calvino e la mostra dal suggestivo titolo Le donne, i cavalier, che riecheggia un famoso verso del poema dell’Ariosto, ispirato all’amor cortese, a cui le tele rimandano. Le sue ultime opere, esposte al Circolo Ufficiali, sono tutte di una bellezza struggente. Paolini Parlagreco conosce l’insegnamento dei grandi maestri del Rinascimento di cui emula il tratto nella bellezza e la sua arte esplora tutti i secoli con rinnovata creatività. La tensione creativa si percepisce in ogni opera, una tensione ricercata, da poeta quale lei è, e che ha nutrito in lunghe giornate di intenso lavoro. L’artista usa le tecniche pittoriche e i colori con grande maestria e sapienza. Il risultato è di grande impatto estetico oltre a suscitare in chi osserva, un’ intensa emozione. Quella della nostra artista è un’ampia e originale produzione sul tema della femminilità poeticamente intenso e ritrascritto con un’intensa polivalenza di spunti, figurazioni e simbologie di grande fascino. La sua pittura ha subìto nel tempo interessanti mutamenti capaci di evidenziare la continua ricerca esistenziale di un modello di vita e di cultura intesa come sviluppo incondizionato della personalità. La scelta d’arte a cui s’ispira fa interagire pittura e realtà, da cui deriva un linguaggio figurativo che alterna soggetti ora prettamente realistici ora surrealistici, che si muovono tra spazi fantastici e luoghi della memoria, testimoni di un tempo passato, di un ambiente, di una cultura. Il simbolo è ricorrente e viene proposto con tratto elegante e suadente. Attraverso il dominio assoluto del segno e l’appropriata scelta di luci e colori e l’eleganza formale, si coglie un pensiero, un messaggio un suggerimento. Figure belle, levigate, quasi irreali declinate ora con tratto essenziale, ora attraverso un fraseggio ricco di chiaroscuri,  ora con incisivo riferimento alle sue composizioni poetiche. Notevole l’uso del colore, soprattutto del rosso, che diventa luce pura,  che si riverbera sul resto dell’opera, simbolo di una sensualità particolare, di cui tutti i soggetti femminili dell’artista sono espressione, come egregiamente spiega il critico d’arte Nuccio Mula: “Arte Femmina e non femminea, in assoluta maestà di “status”, laddove ogni Donna è realmente “Domina”, proiezione identitaria di Colei che, puntualmente, ri-crea soprattutto sè stessa”. Attraverso queste preziose opere  Graziella  Paolini Parlagreco si rivela grande interprete del Bello, quello a cui tutti dovremmo essere educati, quello che per Platone coincide con il Bene e che ci spinge a comprendere quanto sia vero che “la bellezza salverà il mondo” .

    Zaira Lipari

AUGUSTA/ CONVEGNO M.M. SULLA MEDICINA IPERBARICA PRESIEDUTO DAL GRANDE SUB ENZO MAIORCA

Il convegno medico “Tutto sulla compensazione – l’ossigenoterapia iperbarica nella patologia dell’orecchio” si è svolto il 7 e 8 marzo a Circolo Ufficiali M.M. di Augusta

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AUGUSTA: Il Circolo Ufficiali M.M. di Augusta ha ospitato il 7 e 8 marzo la tradizionale Riunione di Primavera di Otorinolaringoiatria Subacquea, che quest’anno è stata presieduta da Enzo Maiorca (a dx., nella foto) e dal Capo dell’Ispettorato di Sanità della Marina Militare, Ammiraglio Ispettore Capo Mario Tarabbo (a sx, nella foto). Le attività congressuali, precedute da un’ immersione nella riserva naturale – area marina protetta – di Plemmirio, sono iniziate nel primo pomeriggio con i saluti delle autorità istituzionali e accademiche. Enzo Maiorca, aprendo i lavori del congresso, nella sua prolusione,  ha voluto ricordare l’impresa di Malta del luglio 1941 in cui perse la vita, assieme agli altri valorosi uomini della X MAS, anche il capitano medico Bruno Falcomatà. Per tale sacrificio,  lo stesso è stato insignito della medaglia d’oro al valor militare. E proprio agli uomini del Corpo Sanitario della Marina, che negli anni si sono prodigati per salvare i subacquei in pericolo, è andato il suo ringraziamento e il riconoscimento per aver di fatto dato vita alla medicina subacquea e iperbarica. L’Ammiraglio di Divisione Raffaele Caruso, intervenuto in qualità di presidente dell’Ente Circoli, riprendendo le parole dell’illustre sportivo, ha voluto ribadire come oggi, ancora più che in passato la disciplina rappresenti un elemento centrale e fondamentale della sanità navale. Un pensiero è andato poi alle donne e agli uomini degli equipaggi della Marina che da alcuni mesi sono impiegati nell’operazione Mare Nostrum. Le relazioni medico-scientifiche sono iniziate con la lezione magistrale dell’Ammiraglio Tarabbo, che ha trattato del ruolo e il contributo che la Forza Armata e più specificamente la sua Sanità ha offerto e può continuare a offrire alla Protezione Civile, in un’ ottica di sempre maggiore dual use dello strumento militare. Le molte e prestigiose personalità del mondo accademico nazionale e non solo con i loro interventi hanno fatto del convegno un importante momento di riflessione e aggiornamento nel settore dell’otorinolaringoiatria subacquea.

    Marco Gasparri

CIRCOLO UFFICIALI DI AUGUSTA: L’AMMIRAGLIO POETA E I GIOVANI TALENTI DEL LICEO IN UN CALEIDOSCOPIO D’ARTE

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DSC_0026.JPGAUGUSTA. Venerdì 1 marzo 2013, nella prestigiosa cornice del  Circolo Ufficiali di Augusta, si è svolta la manifestazione “ Caleidoscopio d’arte: tra rime musica e teatro” ideata e condotta dal  prof. Giorgio Càsole, scrittore, interprete di testi poetici, presentatore e come da lui stesso sottolineato, orgogliosamente professore di Italiano e Latino presso il Liceo “Mègara” di Augusta. Come il titolo stesso suggerisce,  caleidoscopio , dal greco καλειδοσκοπεω, “vedere bello” è stato  uno spazio pensato   per  i giovani talenti augustani, per la maggior parte alunni del Liceo Mègara i DSC_0188.JPGquali,  protagonisti della serata,   hanno creato un susseguirsi di momenti di arte scomposta nelle sue varie forme, dalla poesia al canto, alla musica classica, alla narrativa e al teatro. La conduzione dinamica e spontanea, un vero e proprio happening, portata avanti con brio e senso dell’humour dal prof. Càsole,  ha permesso ai giovani artisti di condividere con il pubblico, in simpatiche interviste,  la loro passione per l’arte,  il loro pregevole percorso di formazione sia scolastico che  artistico, le loro speranze per il futuro.  Mecenate della serata il Contrammiraglio Giuseppe Abbamonte,  Direttore dell’Arsenale Militare di  Augusta e Presidente del Circolo Ufficiali , che ha aperto la manifestazione con “ Scrivo perché si generi un sorriso”, leggendo alcune poesie tratte da una personale  collezione di rime sciolte che l’autore ha legato a momenti ed eventi  della propria vita in una sorta di  diario di bordo nel quale si parla con tono semiserio di incidenti quotidiani ma anche  di rapporto padri figli e naturalmente di amore.

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DSC_0296.JPGDSC_0308.JPGL’ atmosfera si è poi caricata di ulteriori emozioni che hanno toccato le corde dell’anima con l’esecuzione per pianoforte di brani di musica classica quali  Canon ( Pachelbel), Odissea Veneziana ( Anonimo), River flows in you ( Yruma),Nuvole Bianche ( Einaudi) della musicista Lavinia Pitari. Il giovane e famoso violinista Giovanni Di Mauro, che ringraziamo per la partecipazione , ha voluto poi regalare una straordinaria esecuzione  anche in duetto piano –violino con la sedicenne pianista Lavinia Pitari. Musica Jazz, caratterizzata dall’uso estensivo dell’improvvisazione e da blue note e progressioni armoniche insolite , quella proposta dai fratelli Gaetano e Mario Ippolito che in un duo piano- canto hanno arrangiato pezzi di Michael Bublè e Gino Paoli. Questa scelta musicale è stata voluta per  sottolineare come questo genere musicale ha acquistato un  riconoscimento e ruolo importante nel panorama della musica  classica. Il teatro classico ha avuto un momento di alta intensità con Giulia Epaminonda che ha interpretato “ Monologo per Cassandra”  di Wislawa Szymborska. Nelle parole della giovane attrice , la scelta del pezzo, , deriva proprio dalla consapevolezza del fatto che stiamo inevitabilmente cadendo nell’errore di non considerare l’eco delle nostre azioni. Così come le previsioni di Cassandra sulla distruzione della città di Troia si avverarono, allo stesso modo, la nostra noncuranza rispetto ai meravigliosi scenari naturalistici che il nostro territorio offre, potrebbe far realizzare le sconcertanti previsioni sul loro futuro stato. Silvia Mattei, autrice di numerosi pezzi giornalistici sul giornale Il Ponte del Liceo Megara , il cui sogno è diventare una  scrittrice di romanzi ,per ora  tutti nel cassetto, ha commosso con la lettura di un racconto da lei scritto “Tu (Non)sei bella” Il brano presentato, che sfiora quasi la poesia ,ha voluto trattare il tema dell’anoressia e del rigetto nei confronti del proprio corpo, vero e proprio disturbo che si manifesta in età adolescenziale.La presentazione vede come protagonista Olivia e un ragazzo che in realtà rappresenterebbe il giudizio della gente e quindi la società che emette sentenze a discapito dell’individuo singolo, il quale cerca l’annullamento. Per la sezione canto Daniele Manzella, poliedrico artista già vincitore di premi a livello nazionale ,si è esibito live nella canzone “ Caruso” sulle immagini del  suo corto musicale inserito nella prima compilation ShloQ, scelto per rappresentare il territorio al Festival dei Giovani in occasione del VI Shortini Film Festival. Ha poi interpretato  la canzone “Pescatore” di PierAngelo Bertoli  accompagnata dalla visione del  corto musicale,” Oltre la Collina” che ha vinto un premio nel concorso “Il Faro cono di luce tra più mondi” indetto dal Liceo Classico Megara nel 2013 . Vanessa Bontempo è stata una splendida “ Mina”, interpretando con squisita dolcezza e notevole bravura   brani delle celebre cantante , strappando applausi anche “ a scena aperta”. Ha chiuso la serata il bravissimo duo  chitarra e voce “ I conti che ( non) tornano” formato da Veronica  Timmoneri e Salvatore Caruso. Il repertorio ha incluso canzoni di autori stranieri contemporanei ,  tutte in lingua straniera e arrangiate interamente dalla band, scelte per trovare un linguaggio universale al fine di comunicare dei messaggi e condividere i sentimenti più comuni ai giovani, tra cui l’Amore. Degno di menzione speciale è quindi  l’arrangiamento magistrale dei pezzi e la bravura degli interpreti.

  Luisa Cusumano

INTERESSANTE CONVERSAZIONE AL CIRCOLO UFFICIALI MM DI AUGUSTA, SULLE USANZE E TRADIZIONI AUGUSTANE

“IL COPRILETTO”, IL TEMA TRATTATO DALL’ AVV. ELIO SALERNO, PRESIDENTE COMMISSIONE STORIA PATRIA DI AUGUSTA

4.JPGPer le note contingenze, quest’anno, per la festa della Marina Militare in Augusta, anche se in tono sobrio, la rievocazione del 10 giugno 1917, l’eroica impresa di Luigi Rizzo, è stata comunque solennemente emblematica. Il comandante di Marisicilia, ammiraglio di Divisione Raffaele Caruso (a sinistra nella foto in alto), ha pensato bene di promuovere, come valore aggiunto, un’ interessante conversazione svoltasi il 9 giugno scorso al circolo ufficiali della Marina Militare. Il tema, dal titolo”IL COPRILETTO”, è stato trattato da Elio Salerno ( a destra nella foto in alto), avvocato in pensione, presidente della  Commmissione comunale di Storia Patria, nonché studioso e appassionato di tradizioni e cultura  di Augusta. Niente di meglio, conoscendo il bagaglio letterario del Salerno. Il titolo scelto, non a caso, potrebbe sembrare fuori tono, che so come un’ intrusa pennellata di colore stonante su un magnifico affresco botticelliano. Ma non è così! Perché il tema trattato è il pretesto per addentrarsi in una dissertazione storica e, nel contempo fascinosa ed avvincente, di un tratto di memoria delle antiche tradizioni familiari di Augusta. Il Salerno, fine dicitore, ha reso appassionante e puntuale la sua esposizione, a tratti punteggiata da un gradevole vernacolo. Spiega, con minuziosi particolari, com’è nella tradizione locale, “il copriletto”. La tipica coperta che le fanciulle dell’epoca preparavano con pazienza, ricamando finemente con seta e rocchetti di filo variopinti, snodati attraverso motivi floreali o tal altre scene, tracciate nel tessuto, e sotto lo sguardo vigile e severo della “mastra” (la maestra di ricamo) la quale le conduceva sino alla conclusione del capo. Era quello l’atto preparatorio della “roba”, da far parte del corredo da sposa per lo sperato matrimonio. Ma, secondo l’usanza, il copriletto veniva steso sul balcone, o sulla facciata dell’uscio di casa, durante il passaggio della processione del Corpus Domini; perché oltre all’atto di devozione, era anche motivo di compiacimento che venisse ammirato pubblicamente. Né, il percorso del copriletto, si esauriva nella pubblica esposizione, perché esso raggiungeva il massimo dell’orgoglio e della fierezza sia della giovinetta che della famiglia, alla “cunzatina du lettu”, ove esso spicca in tutta la sua bellezza. Nel contesto, esso aveva anche un risvolto sociale; in quanto distingueva il rango di appartenenza. Sicché, si poteva ammirare un copriletto modesto, come altro, invece opulento e sfarzoso. Tuttavia, nella diversità, restavano sempre dei capolavori di abilità delle mani delle fanciulle, spesso avido, quanto insidioso commento del “crocchialo” delle comari. Con arguzia, poi, il Salerno ha accostato il copriletto alla antica Grecia, ritenuto un arredo del “talamus” nuziale, definito anche il “tempio dell’amore”o “l’ alcova” della felicità. Acquista, quasi tono lirico, quando mette in risalto l’antica usanza, con la moderna. Nella prima, la protagonista è la mano della fanciulla, soave e leggera, che scorre sul tessuto, concludendo un pezzo di poetica bellezza. Nella moderna, invece la tradizione diventa un pezzo di stoffa stampato a macchina, riproducendo motivi decisamente sgradevoli e quasi volgari. Non tralascia l’oratore, per inciso, di raccontare leziosamente il matrimonio della sposa dall’abito lungo, a quello dell’abito corto. Nell’un caso la sposa che si presentava all’altare con lo strascico lungo, poteva vantare di essere arrivata all’altare pura ed illibata, mentre la sposa col corto, era additata come quella “cascata do sceccu”, vale a dire, aveva perduto l’onore e la verginità prima del matrimonio, cosa che per quei tempi era oggetto di ludibrio, senza contare lo spietato mugugno della società. Ritornando al copriletto, eppure, continua il Salerno,  il livellamento  dell’uomo alla macchina, non ha cancellato, ancora che delle fanciulle coltivano l’antica usanza, quella eredità non scritta. Ragazze che rinunciano alla tentazione del “sabato sera”, agli svaghi inutili e vuoti, pur di vivere quella fierezza ed orgoglio di ammirare e fare apprezzare quel “copriletto” fatto da sé. In conclusione, quella che doveva sembrare una conversazione dottrinale e barbosa, invece, è stato un piacevole e gioioso tuffo nel passato delle nostre tradizioni, che perseverando il decadimento dei costumi moderni, se non preservati, rischiano di essere inghiottiti dall’oblio. Non rimaneva alcun dubbio che l’avv. Salerno, sia per il suo stile che per il suo garbo d’espressione, venisse calorosamente applaudito dal qualificato uditorio.E infine, non va omesso un accorato ringraziamento all’amm. Raffaele Caruso, sostenitore e appassionato di storia e cultura, per avere dato l’occasione della piacevole conferenza, come quella del 25 maggio, sempre nello stesso prestigioso circolo ufficiali, che Giorgio Càsole, docente di lettere al liceo Megara,  ha tenuto con successo, dal titolo “Humanae temptationes”, una nuova   Lectura Dantis, con particolare  riferimento al canto V (Paolo e Francesca) e al XXXIIII (conte Ugolino). La presentazione dell’ avvocato Francesco Migneco ha messo in risalto, in un compendio gradevolmente composto, il profilo dell’oratore, sia dell’attività di docente di lettere al liceo Mègara lect.jpgdi Augusta, che di quella di giornalista e di scrittore, in cui Càsole (a sinistra, nel tondo) riesce a proporre, con efficacia, un vero e proprio scambio di idee, confronti e serie iniziative. Allorquando affronta il tema della serata, vertente proprio sui due canti danteschi, il prof. Càsole rivela una caratura letteraria di spessore. Descrive il contenuto in modo tale da suscitare immagini cariche di emozioni, tramutando l’insieme in interessata e silenziosa attenzione dell’uditorio. Il poema dantesco non è di facile lettura, ma il prof. Càsole riesce a estrarre il pregio poetico e letterario dei due canti; del  V esalta l’amore e la passione dei due amanti, sovrastati dal turbinio dei sentimenti, condannati a soccombere a un destino ineluttabile; della tragedia del conte Ugolino  tratteggia la drammaticità del contenuto, riuscendo a scioglierlo, in un crescendo lirico e palpitante, fin quasi a dissolvere l’immagine impietosa del genitore che affonda la bocca nel “ferale” pasto  sulle membra del figlio. Il modo, il tono, l’espressione, con cui Càsole  conclude, danno l’impressione, vibrante ed emotiva, di assistere a una scena quasi surreale.

Il folto e qualificato pubblico gli ha tributato un meritato e lungo applauso.

 Francesco Migneco

 

 

Al Circolo Ufficiali di Augusta, una conferenza sulla “Rivelazione Divina”

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AUGUSTA – Ha avuto inizio oggi, 27 aprile, alle ore 19, presso il circolo ufficiali della marina militare di Augusta, alla presenza delle autorità civili e militari della provincia di Siracusa, tra i quali il Comandante di Marisicilia, Amm. Raffaele Caruso e il Presidente dello stesso circolo, Contramm. Osvaldo Brogi, una conferenza dal titolo “La Rivelazione Divina in Gesù Cristo, è attuale oggi?” , un tema di alto profilo culturale tenuto da Monsignor Antonio Staglianò, vescovo della diocesi di Noto (in piedi, nella foto in alto) . Dopo una breve presentazione da parte del cappellano militare, don Nicola Minervini (seduto, nella foto in alto), la parola è passata al relatore:

DSCN0387.JPGNon ci sarebbe alcuna rivelazione cristiana se oggi non ci fosse la fede perché è la fede stessa l’accoglienza in Cristo Gesù” ha spiegato il vescovo. “Il denaro è la radice di tutti i mali, che al massimo ti può portare al piacere, al piacere secondo lo standard mondano dell’ oggi, ma il piacere è strumentale nella vita dell’uomo, è passeggero e fa perdere la ragione……La rivelazione cristiana invece è assolutamente umana e portatrice della vera gioia.

Il vescovo ha affrontato, nel contesto, interessanti tematiche su alcuni drammi che affliggono la società moderna, di taluni giovani portati al suicidio perché condizionati da messaggi mediatici, di questioni che riguardano le nascite, la creazione, il rapporto di coppia e l’indissolubilità del matrimonio. Alla relazione ha fatto seguito un dibattito, dove sono stati posti alcuni quesiti sulla “verità assoluta”, sul capitalismo e sulla ragione umana.

DSCN0392.JPGAconclusione, i ringraziamenti del Presidente del circolo ufficiali, Contramm. Osvaldo Brogi (a destra nel riquadro a lato) il quale, per l’occasione, ha voluto donare al vescovo di Noto, S.E.Rev.ma Mons. Antonio Staglianò, una cornice con foto ricordo.

G. T.

 

 

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Nella splendida cornice del salone di rappresentanza del Circolo Ufficiali della M.M. di Augusta , gremito di pubblico, alla presenzadellepiù alte Autorità civili e militari (S.E. Il Prefetto di Siracusa, il Presidente della Provincia di Siracusa, i Comandanti Provinciali dei C.C. e della G.d.F., il Questore di Siracusa, gli Ammiragli Comandanti di Marisicilia, delle Unità Navali, dell’Arsenale Militare Marittimo ) ha avuto luogo – promosso da Don Nicola Minervini- l’incontro culturale con Monsignor Antonio Stagliano, cinquantadue anni ben portati, sguardo acuto e mente speculativa, teologo fine e vescovo di Noto (la prestigiosa diocesi siciliana affidatagli da Benedetto XVI nel 2009, quando fu ordinato vescovo alla presenza del cardinale Camillo Ruini). Membro della Commissione Episcopale Italiana per la cultura e le comunicazioni sociali.

 

 

Il tema della conferenza “L’ attualità della Rivelazione Divina  in Gesù Cristo    nell’esperienza cristiana, ove  il Verbo si fa carne e l’Essere, svela il suo Volto Trinitario ” .  Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi, che questa Rivelazione manifesta su Dio e sulla salvezza degli uomini, risplende per noi in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione . Fedeltà e progresso, verità e storia, non sono realtà conflittuali nella trasmissione della Rivelazione: Gesù Cristo, essendo Verità increata è anche centro e compimento della storia. Lo Spirito Santo, autore del deposito rivelato e garante della sua fedeltà, è anche Colui che ne fa approfondire il senso lungo la storia, conducendo «alla verità tutta intera»  . «Anche se la Rivelazione    è compiuta, essa non è però ancora completamente esplicitata. E’ compito  della fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli , e perciò essa va ricercata  anche  nella storia della salvezza compiutasi in Cristo e nel Magistero della Chiesa ( custode e interprete autorevole della Rivelazione ) >>. Ancora interessante e suggestivo si presenta il recupero delle analogie della triplicità delle forme dell’Essere con la teologia Trinitaria.  Mons. Staglianò sottolinea poi, la nefasta separazione tra fede e ragione  che a partire dal Medio Evo, ha progressivamente segnato il pensiero dell’uomo e la consapevolezza dell’essere. Dalla radicalizzazione illuministica del cogito cartesiano siamo passati alla logica della secolarizzazione che nei suoi risvolti negativi (secolarismo) ha estromesso Dio e il Sacro, costruendo nuovi idoli e surrogati per rispondere alla sete di felicità dell’uomo.  L’approdo al nichilismo è stato consequenziale, con il drammatico impoverimento della ragione e il risultato di un pensiero deboleOltre ogni apparenza,   emerge in modo sempre più chiaro che i criteri economicistici con cui si valutano i livelli di sviluppo o di civiltà   risultano fallimentari e disorientanti anche per la stessa economia. Il bagliore della crisi economica non riesce a nascondere, come pure vorrebbe, il fatto plateale che la crisi è invece umana, etica, culturale e, perciò, politica, e anche profondamente religiosa. La società si de-solidarizza, la solitudine si diffonde tra le persone e assume le forme striscianti delle alienazioni e dello stordimento (specie tra i giovani , spesso attratti dalla cultura dell’edonismo e del consumismo, che  portano ad innalzare templi di fugaci sensazioni, offuscando il Bello , insito in noi, coevo alla Creazione , per quell’Alito divino. Ognuno si chiude nel proprio egoismo.  C’è molto da pensare: la questione intercetta avidità ed interessi economici, ma svela ben altro. Si tratta di bonificare il cuore degli uomini, perché ridiventi umano,  attraverso la testimonianza concreta di un cristianesimo più incarnato, che mostri la gioia  di essere figli di Dio. La fede  è logos, intelligenza e giudizio sulla realtà che ci circonda e sulla realtà che siamo. Dio assunto come unico metro di giudizio degli accadimenti, limita pericolosamente la visione del mondo, imperniandola sul fatalismo in cui tutto è predeterminato ed imperscrutabile.E’ una visione del mondo spersonalizzata , in cui l’individuo può solo constatare il dato di fatto, adattarsi e subire gli eventi, magari piangendo e pregando, a cose fatte, sull’irreparabile che Dio avrebbe permesso.  Non fu Dio a tacere allora su Auschwitz, né fu Dio a mettere in atto o permettere tale tragedia.  Furono gli uomini,  che allora tacquero o furono autori di quel che accadde. A loro si chieda conto – e non a Dio – di tali responsabilità, di quel che avvenne allora. Ed a chi ha responsabilità oggi , si chieda conto di quanto tace, permette o compie. Che Dio quindi ,  non sia mezzo antireligioso ed a buon mercato, per lavarsi la coscienza delle proprie e delle altrui colpe, mancanze e responsabilità. Il dinamismo intellettuale e lo spessore culturale di Mons. Staglianò hanno letteralmente affascinato tutti i presenti.

Giovanni Intravaia