GIRO A BORDO DELLA CAVOUR, 4 NAVI IN UNA – di Giorgio Càsole e Francesco Migneco

Considerata l’orgoglio della M.M. italiana, di nuovo al pontile NATO, potrebbe illuminare una città di 6 mila abitanti  

cavour.jpgMELILLI. Al comando di Marisicilia arriva la notizia che la portaerei Cavour, ammiraglia  e  vanto della Marina Militare italiana, il 25 settembre, deve compiere una sosta operativa di dodici ore al molo Nato, a distanza di undici mesi dalla prima sosta operativa, quella del 28 ottobre dello scorso anno.  La Cavour , nel febbraio 2011  era   transitata  dalle nostre parti, ma non aveva sostato. Niente di meglio – avrà pensato il comandante di Marisicilia, l’ammiraglio di div. Raffaele Caruso – che organizzare   una visita completa della portaerei,  per rappresentanti istituzionali e della stampa,  la mattina dello stesso martedì 25 settembre, come lo scorso anno aveva fatto il suo predecessore, Ruzittu. L’enorme pancia della Cavour, l’hangar, è un antro ciclopico che può ospitare tir, carri armati, elicotteri (per un massimo di dodici), aerei a decollo/atterraggio verticale (per un massimo di otto). Nell’hangar è montato un grande schermo sul quale sono proiettati filmati riguardanti l’unità navale e gli aerei. Gli aerei hanno la loro base a Grottaglie, vicino Taranto: ecco perché “nave Cavour è basata a Taranto”, come si dice in gergo. Per un’agevole visita della Cavour, gli ospiti sono stati divisi in cinque gruppi, con cicerone al séguito. Il comandante Stefano Barbieri, milanese di 46 anni, , ovviamente, segue il gruppo numero 1, quello costituito dai rappresentanti istituzionali, ma si fa vivo anche in altri gruppi per illustrare di persona le caratteristiche di questa Cavour, la terza della nostra marina che ricorda il conte Camillo Benso di Cavour, primo ministro del regno di Piemonte-Sardegna, che gettò le basi perché il suo sovrano, Vittorio Emauele II di Savoia, divenisse re d’Italia.

 

La prima fu una nave da trasporto di 1^ classe, attiva dal 1885 al 1894; la seconda una corazzata,  varata nel 1911, che subì varie traversie (fu pure affondata dagli Inglesi a Taranto nel 1940) per essere infine demolita nel 1947. L’attuale Cavour, costruita interamente in Italia, è un nave all’avanguardia, non solo per l’altissima tecnologia applicata che consente un equipaggio limitato a 530 persone (di cui 39 ufficiali), ma può ospitare comodamente  fino a 1.210 persone, perché non è soltanto una portaerei –la prima italiana classificata come tale – ma è una nave ospedale con circa cento posti letto, dodici posti di terapia intensiva,  due sale operatorie, un gabinetto dentistico e una TAC; l’attuale Cavour “ha il ruolo naturale di nave ammiraglia della squadra navale e lo scopo di nave-piattaforma idonea per operazioni marittime interforze e internazionali: insomma, quattro navi in una”, sottolinea compiaciuto Barbieri che, ancora più compiaciuto, ricorda la prima utilizzazione della Cavour, quale nave soccorso nel febbraio 2010 in occasione del terremoto nell’isola di Haiti, quando la nave ha trasportato non solo uomini, mezzi, cibo, medicine, indumenti per i terremotati, ma ha anche fornito energia elettrica. La Cavour, infatti, ha una tale capacità autonoma di produrre energia che potrebbe illuminare una cittadina di oltre seimila abitanti.

 

Giorgio Càsole

 

 

 

 

CARUSO.jpgFondamentale il ruolo del Comandante di Marisicilia, Raffaele Caruso Nell’occasione della  nuova sosta al pontile Nato di Augusta della portaerei della Marina Militare Cavour, per lodevole iniziativa del comando di Marisicilia Augusta, è stato possibile il 25 settembre scorso, visitare la prestigiosa unità navale. Un folto gruppo di civili, nonché di autorità locali, affiancati da alti rappresentanti dei Comandi militari dell’isola, sono stati ammessi a un’ interessante  “escursione” esterna e interna della nave. Essa, è stata preceduta da una dimostrazione video, con il preciso e chiaro commento del capitano di vascello Stefano Enrico Barbieri, comandante della nave. L’accoglienza degli ospiti al pontile, si è svolta nel classico protocollo della Marina Militare, destando nei convenuti compiacimento e apprezzamento. Altrettanta cordialità e apprezzamento sono stati espressi nel “giro” all’interno della nave. Il comando di bordo, disponeva i visitatori in piccoli gruppi, guidati da un sottufficiale o ufficiale che, settore per settore, ne illustrava con dovizia di particolari, i vari apparati e congegni, tutti di estrema e moderna tecnologia, che in ogni momento, consentono agli operatori, di avere sotto controllo l’efficienza operativa della nave, nonché la totale sicurezza dei suoi 244 metri di lunghezza per 27.000 tonnellate di dislocamento. Oltre all’esposizione dei settori  operativi navali, ha destato interesse e ammirazione, quella della componente aerea, affidati a esperti sebbene giovani piloti. Questi hanno illustrato l’impiego dei 22 aeri AV8 PLUS e dei F35 Light Mig, i primi Harriers a volo verticale e i secondi elicotteri leggeri di svariato impiego. Tale componente aerea è di notevole supporto agli scopi della Cavour che, oltre a quelli militari, è disposta a usi e interventi umanitari e di soccorso, in ogni parte del mondo, come in particolare  avvenuto ad Haiti, dove con le proprie attrezzature sanitarie di bordo, all’avanguardia nel campo, ha contribuito a salvare numerose vite. E non a caso, questa nostra ammiraglia è stata e viene considerata un fiore all’occhiello, orgoglio e vanto della Marina Militare Italiana. A conclusione, il comandante Barbieri, nell’ ampio quadrato ufficiali ha offerto un sobrio rinfresco, preparato dai cuochi di bordo, porgendo, al contempo, un saluto di ringraziamento agli ospiti per la loro gradita partecipazione. È giusto, infine, rendere un caloroso grazie all’ammiraglio di divisione Raffaele Caruso, comandante di Marisicilia ,  per avere ancora una volta preso la gradevole iniziativa e per la impeccabile organizzazione, e  non va taciuta, la fattiva   collaborazione dell’instancabile aiutante di bandiera tenente di vascello Fabio Pinturo.

 

Francesco Migneco

 

 

 

BEN TORNATA CAVOUR , ORGOGLIO DELLA M.M. ITALIANA

GRUPPO CAVOUR.jpg

comandante Barbieri cav.jpgMELILLI. Al comando di Marisicilia arriva la notizia che la portaerei Cavour, ammiraglia  e  vanto della Marina Militare italiana, il 25 settembre, 28 ottobre deve compiere una sosta operativa di dodici ore al molo Nato, a distanza di undici mesi dalla prima sosta operativa, quella del 28 ottobre dello scorso anno.  La Cavour , nel feebbraio 2011  era   transitata  dalle nostre parti, ma non aveva sostato. Niente di meglio – avrà pensato il comandante di Marisicilia, l’ammiraglio di div. Raffaele Caruso – che organizzare   una visita completa della portaerei,  per rappresentanti istituzionali e della stampa,  la mattina dello stesso martedì 25 settembre, come lo scorso anno aveva fatto il suo predecessore, Ruzittu. L’enorme pancia della Cavour, l’hangar, è un antro ciclopico che può ospitare tir, carri armati, elicotteri (per un massimo di dodici), aerei a decollo/atterraggio verticale (per un massimo di otto). Nell’hangar è montato un grande schermo sul quale sono proiettati filmati riguardanti l’unità navale e gli aerei. Gli aerei hanno la loro base a Grottaglie, vicino Taranto: ecco perché “nave Cavour è basata a Taranto”, come si dice in gergo. Per un’agevole visita della Cavour, gli ospiti sono stati divisi in cinque gruppi, con cicerone al séguito.  Il comandante Stefano Barbiere (nel tondo a sinistra), milanese di 46 anni, ovviamente, segue il gruppo numero 1, quello costituito dai rappresentanti istituzionali, ma si fa vivo anche in altri gruppi per illustrare di persona le caratteristiche di questa Cavour, la terza della nostra marina che ricorda il conte Camillo Benso di Cavour, primo ministro del regno di Piemonte-Sardegna, che gettò le basi perché il suo sovrano, Vittorio Emauele II di Savoia, divenisse re d’Italia.

 

La prima fu una nave da trasporto di 1^ classe, attiva dal 1885 al 1894; la seconda una corazzata,  varata nel 1911, che subì varie traversie (fu pure affondata dagli Inglesi a Taranto nel 1940) per essere infine demolita nel 1947. L’attuale Cavour, costruita interamente in Italia, è un nave all’avanguardia, non solo per l’altissima tecnologia applicata che consente un equipaggio limitato a 530 persone (di cui 39 ufficiali), ma può ospitare comodamente  fino a 1.210 persone, perché non è soltanto una portaerei –la prima italiana classificata come tale – ma è una nave ospedale con circa cento posti letto, dodici posti di terapia intensiva,  due sale operatorie, un gabinetto dentistico e una TAC; l’attuale Cavour “ha il ruolo naturale di nave ammiraglia della squadra navale e lo scopo di nave-piattaforma idonea per operazioni marittime interforze e internazionali: insomma, quattro navi in una”, sottolinea compiaciuto Barbieri che, ancora più compiaciuto, ricorda la prima utilizzazione della Cavour, quale nave soccorso nel febbraio 2010 in occasione del terremoto nell’isola di Haiti , quando la nave ha trasportato non solo uomini, mezzi, cibo, medicine, indumenti per i terremotati, ma ha anche fornito energia elettrica. La Cavour, infatti, ha una tale capacità autonoma di produrre energia che potrebbe illuminare una cittadina di oltre seimila abitanti.

 

Giorgio Càsole  (in alto, foto di gruppo il 25 settembre 2012 sul ponte di volo)

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Cavour, fondamentale il ruolo del Comandante di Marisicilia, Raffaele Caruso

AUGUSTA. Nell’occasione della sosta al pontile Nato di Augusta della portaerei della Marina Militare Cavour, per lodevole iniziativa del comando di Marisicilia Augusta, è stato possibile il 25 settembre scorso, visitare la prestigiosa unità navale. Un folto gruppo di civili, nonché di autorità locali, affiancati da alti rappresentanti dei Comandi militari dell’isola, sono stati ammessi a un’ interessante  “escursione” esterna e interna della nave. Essa, è stata preceduta da una dimostrazione video, con il preciso e chiaro commento del capitano di vascello Stefano Enrico Barbieri, comandante della nave. L’accoglienza degli ospiti al pontile, si è svolta nel classico protocollo della Marina Militare, destando nei convenuti compiacimento e apprezzamento. Altrettanta cordialità e apprezzamento sono stati espressi nel “giro” all’interno della nave. Il comando di bordo, disponeva i visitatori in piccoli gruppi, guidati da un sottufficiale o ufficiale che, settore per settore, ne illustrava con dovizia di particolari, i vari apparati e congegni, tutti di estrema e moderna tecnologia, che in ogni momento, consentono agli operatori, di avere sotto controllo l’efficienza operativa della nave, nonché la totale sicurezza dei suoi 244 metri di lunghezza per 27.000 tonnellate di dislocamento. Oltre all’esposizione dei settori  operativi navali, ha destato interesse e ammirazione, quella della componente aerea, affidati a esperti sebbene giovani piloti. Questi hanno illustrato l’impiego dei 22 aeri AV8 PLUS e dei F35 Light Mig, i primi Harriers a volo verticale e i secondi elicotteri leggeri di svariato impiego. Tale componente aerea è di notevole supporto agli scopi della Cavour che, oltre a quelli militari, è disposta a usi e interventi umanitari e di soccorso, in ogni parte del mondo, come in particolare  avvenuto ad Haiti, dove con le proprie attrezzature sanitarie di bordo, all’avanguardia nel campo, ha contribuito a salvare numerose vite. E non a caso, questa nostra ammiraglia è stata e viene considerata un fiore all’occhiello, orgoglio e vanto della Marina Militare Italiana. A conclusione, il comandante Barbieri, nell’ ampio quadrato ufficiali ha offerto un sobrio rinfresco, preparato dai cuochi di bordo, porgendo, al contempo, un saluto di ringraziamento agli ospiti per la loro gradita partecipazione. È giusto, infine, rendere un caloroso grazie all’ammiraglio di divisione Raffaele Caruso, comandante di Marisicilia ,  per avere ancora una volta preso la gradevole iniziativa e per la impeccabile organizzazione, e  non va taciuta, la fattiva   collaborazione dell’instancabile aiutante di bandiera tenente di vascello Fabio Pinturo.

Francesco Migneco

 

VISITIAMO LA CAVOUR: 4 NAVI IN UNA – L’AMMIRAGLIA DELLA M.M. ITALIANA IN SOSTA AL MOLO NATO DI AUGUSTA – di Giorgio Càsole

 

AUGUSTA.   Al comando di Marisicilia arriva la notizia che la portaerei Cavour, ammiraglia  e  vanto della Marina Militare italiana, il 28 ottobre deve compiere una sosta operativa di dodici ore al molo Nato . La Cavour , nello scorso febbraio, è  transitata  dalle nostre parti, ma non ha mai sostato. Niente di meglio – avrà pensato il comandante di Marisicilia, l’ammiraglio di div. Salvatore Ruzittu, che il 9 novembre lascerà il comando, dopo poco più di un anno – niente di meglio che organizzare una visita completa della portaerei,  per rappresentanti istituzionali e della stampa,  la mattina dello stesso venerdì 28. Ed ecco che, come d’incanto, ci troviamo nell’enorme pancia della Cavour, l’hangar,  un antro ciclopico che può ospitare tir, carri armati, elicotteri (per un massimo di dodici), aerei a decollo/atterraggio verticale (per un massimo di otto). Nell’hangar è montato un grande schermo sul quale sono proiettati filmati riguardanti l’unità navale e gli aerei. Uno di questi aerei, un McDonnellDouglas, del tipo di quelli in dotazione alla Marina americana, visti nei film della serie Top gun, lo vediamo solo sullo schermo mentre plana sul ponte, lentamente, tanto che,  in un momento di grande suggestione, appare come sospeso nell’aria, come un uccello dalle ali spiegate. L’appontaggio riesce in pieno. Solo sullo schermo, però. Non vediamo né aerei né elicotteri né all’interno dell’hangar né sul ponte di volo. Gli aerei hanno la loro base a Grottaglie, vicino Taranto: ecco perché “nave Cavour è basata a Taranto”, informa il  comandante della Cavour, Aurelio De Carolis, capitano di vascello di origine catanese, che, dopo quattordici mesi di comando  (lo ha assunto il 12 ottobre 2010),  il 23 dicembre andrà a far parte dello staff del presidente della repubblica. L’ammiraglio Ruzittu si mostra orgoglioso nell’annunciare il nuovo incarico di De Carolis, che, in anni passati,   è stato sotto il comando dello stesso Rizuttu.  Gli ospiti vengono divisi in cinque gruppi per un’agevole visita della Cavour con il cicerone al seguito.

                                                                                                                                                                

De Carolis, ovviamente, segue il gruppo numero 1, quello costituito dai rappresentanti istituzionali, ma si fa vivo anche in altri gruppi per illustrare di persona le caratteristiche di questa Cavour, la terza della nostra marina che ricorda il conte Camillo Benso di Cavour, primo ministro del regno di Piemonte-Sardegna, che gettò le basi perché il suo sovrano, Vittorio Emauele II di Savoia, divenisse re d’Italia.  La prima fu una nave da trasporto di 1^ classe, attiva dal 1885 al 1894; la seconda una corazzata,  varata nel 1911, che subì varie traversie (fu pure affondata dagli Inglesi a Taranto nel 1940) per essere infine demolita nel 1947. L’attuale Cavour, costruita interamente in Italia, è un nave all’avanguardia, non solo per l’altissima tecnologia applicata che consente un equipaggio limitato a 530 persone (di cui 39 ufficiali), ma può ospitare comodamente  fino a 1.210 persone, perché non è soltanto una portaerei –la prima italiana classificata come tale – ma è una nave ospedale con circa cento posti letto, dodici posti di terapia intensiva,  due sale operatorie, un gabinetto dentistico e una TAC; l’attuale Cavour “ha il ruolo naturale di nave ammiraglia della squadra navale e lo scopo di nave-piattaforma idonea per operazioni marittime interforze e internazionali: insomma, quattro navi in una”, sottolinea compiaciuto De Carolis che, ancora più compiaciuto, ricorda la prima utilizzazione della Cavour, quale nave soccorso nel febbraio 2010 in occasione del terremoto nell’isola di Haiti , quando la nave ha trasportato non solo uomini, mezzi, cibo, medicine, indumenti per i terremotati, ma ha anche fornito energia elettrica. La Cavour, infatti, ha una tale capacità autonoma di produrre energia che potrebbe illuminare una cittadina di oltre seimila abitanti. Il comandante De Carolis, nel congedarsi  con un calice in mano,  mette in luce le meraviglie della Cavour (“solo cinque nazioni al mondo posseggono attualmente portaerei  altrettanto  all’avanguardia”) e afferma che da “quest’unità e dalle sue utilizzazioni viene una ricaduta d’immagine preziosa  per tutta l’Italia”. Infine, una corsa veloce nell’area di ristoro dei marinai: al banco tre simpatiche ragazze in divisa da lavoro vendono i “ricordini”, tra cui un cappello con visiera e i fregi da ammiraglio per dieci euro, mentre un cappello senza fregi costa  meno dellametà. Potenza del fregio!

Giorgio Càsole

Nelle foto (Collezione Antonello Forestiere): momenti della visita

La Cavour : 200.000 euro al giorno per Haiti

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Una nave alla fonda perché costa troppo farla navigare (200.000 euro al giorno), sta per giungere ad Haiti, arrivo previsto il 2 febbraio dopo la sosta del 28 gennaio nel porto di FORTALEZA (Brasile) dove ha imbarcato 60 persone tra tecnici e personale sanitario delle Forze Armate brasiliane compresi medici ed infermieri civili, oltre a due elicotteri della marina brasiliana e materiali vari, nell’ambito dell’intervento congiunto Italia – Brasile per la missione umanitaria ad Haiti. Stiamo parlando della portaerei Cavour salpata martedì 19 gennaio dal molo di Fincantieri al Muggiano, La Spezia; un ospedale galleggiante per le emergenze che giunge ad Haiti a tre settimane dal sisma. Francesco Vignarca di Rete Disarmo parlando ai microfoni di CNRmedia si chiede: “Non era meglio dare quei soldi alle organizzazioni umanitarie?”. Vignarca continua: “Non contestiamo il fatto che sulla nave ci siano aiuti ma contestiamo la poca trasparenza dell’operazione, la Cavour era una nave alla fonda perché i costi per farla navigare erano troppo alti. Addirittura si doveva fare ancora il rodaggio. Sembra che la missione ad Haiti serva soprattutto a testare la nave.

 I militari dicono che la Cavour costa 200mila euro al giorno solo di navigazione. Facendo il conto dei giorni impiegati solamente per arrivare ad Haiti, dove tra l’altro arriverà con un ospedale per le emergenze tre settimane dopo il sisma, non era meglio usare quei soldi per finanziare le organizzazioni già sul campo, magari organizzando un ponte aereo?”. La decisione di mandare la nostra portaerei ad Haiti ha suscitato numerosi interrogativi. L’invio della più imponente macchina da guerra galleggiante di cui disponiamo con la motivazione di fornire una base d’appoggio per le squadre di operatori italiani e di altri Paesi partner presenti sembra riduttivo.

Le dichiarazioni del ministro della Difesa La Russa: “La missione ad Haiti si può svolgere grazie anche alla collaborazione di aziende che hanno contribuito a sostenere i costi alleviando anzi quasi annullando la necessità di risorse aggiuntive” ed ancora “Le aziende saranno in grado di coprire il 90% dei costi dell’operazione e si tratta di società come Finmeccanica, Fincantieri, Eni, molte di queste che lavorano con il militare e che hanno realizzato questa nave” (Agi, 19 gennaio); lasciano perplessi per la mancanza di informazioni su una tale sponsorizzazione privata ad una “missione umanitaria” del Ministero della Difesa e sulle modalità di gestione di una missione che coinvolge mezzi e personale militare senza un’adeguata comunicazione al Parlamento.

        Quinews