AUGUSTA.“Nei secoli fedele”. Non è un’utopia, ma il motto dell’ arma dei Carabinieri, corpo che, sin dal 1814, data della fondazione dell’ Arma, occupa un ruolo fondamentale in quella che è la difesa del nostro territorio. Ed è proprio con il capitano Musto e il maresciallo Fava, rispettivamente comandante della Compagnia e della Stazione dei carabinieri di Augusta, che giorno 25 novembre, nell’ aula riunioni del Liceo Mègara, si è svolta un seminario sul tema, sempre attuale, della legalità, organizzato dai docenti Alfio Castro e Anna Lucia Daniele, incaricati per l’orientamento, in accordo con il prof. Giorgio Càsole, che, per quest’anno, svolge la funzione strumentale di collegamento con gli studenti. È stata un’esperienza veramente interessante proprio perché, dopo una prima presentazione di quella che è l’arma dei Carabinieri, attraverso un suggestivo video promozionale realizzato dall’Arma stessa, la conferenza del capitano ha assunto un taglio esistenziale, più vicino alla realtà quotidiana. Il capitano Musto ha affermato sin da sùbito, con molta semplicità, che è quasi impossibile dare una definizione di legalità senza cadere nello scontato e, quindi, nell’astratto. Nonostante questo, ha cercato di far comprendere che per legalità si intende l’onestà del quotidiano. I veri eroi non sono, dunque, quelli dei film, ma quelli del quotidiano: sono tutti coloro che, nonostante le mille difficoltà che oggi il nostro Paese attraversa, riescono ad andare avanti onestamente; sono tutti coloro che rispettano la libertà del prossimo. La conferenza si è spostata poi sul cattivo ruolo che la televisione occupa nella nostra società, paragonabile al “panem et circenses” che gl’imperatori romani offrivano al popolo per distrarlo dai problemi, quelli veri, di Roma. Il cambiamento della società deve avvenire partendo dalle piccole città ed è utile la prevenzione, che avviene soprattutto a scuola, più che la repressione: ognuno di noi deve imparare a comportarsi in maniera legale perché riconosce che ciò è giusto indipendentemente dalla paura della punizione. Il cambiamento deve però avvenire tra i giovani che devono imparare a rispettare sé stessi e gli altri anche se è vero che, purtroppo, ogni mutamento parte sempre dal sacrificio di pochi. E’ stata la speranza che le cose un giorno potessero migliorare a spingere il capitano Musto a scegliere quello che oggi è il suo lavoro, quando frequentava il liceo scientifico di Secondigliano, area napoletana a rischio, dove imperversava un boss della camorra, il cui figlio era compagno di scuola dello stesso capitano. Il quale ha detto che il proprio stipendio, che non supera 2000 euro con gli straordinari, è di gran lunga inferiore ai proventi guadagnati non solo dal figlio del boss, ma di un responsabile della sicurezza in una grande azienda. Però, l’ex liceale Musto è contento del suo lavoro, perché il suo è un lavoro in proiezione ed è proprio questo concetto, non disgiunto dall’ l’ottimismo, che ha voluto trasmettere ai ragazzi presenti alla conferenza. Ottimismo che non è venuto meno nemmeno quando è stato mandato nella nostra città di Augusta, considerata purtroppo “zona disagiata”, una città in cui il 60% dei commercianti è costretto a pagare il pizzo, una terra in cui coesistono estorsioni, mafia, prostituzione, usura; una città in cui, ancora nel 2010, è presente un radicato atteggiamento di omertà, come quando, per esempio, nessuno vede che avviene una rapina in banca in pieno giorno in Piazza America, proprio perché si ha paura delle ripercussioni, ma soprattutto, perché non si ha fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni. La conferenza terminata con l’invito all’ impegno in prima persona per migliorare la nostra polis.
Martina Serra