DALL’ASP DI SIRACUSA, IMPERATIVO: MONITORARE IL MERCURIO

 La popolazione invitata a collaborare

 

analisi.jpgAUGUSTA. Da anni, da quando era andato in pensione, l’ex primario pediatra del “Muscatello”, Giacinto Franco, recentemente scomparso, si occupava della presenza di mercurio, soprattutto attraverso l’analisi dei capelli delle donne augustane, nella popolazione residente nel triangolo Augusta-Priolo-Melilli. Il lavoro prezioso e delicato di Franco sarà ora continuato dall’Azienda Provinciale di Siracusa, l’ASP 8,  l’Asp di Siracusa, nell’àmbito dello studio promosso dall’assessorato regionale della salute per la valutazione dell’impatto del mercurio sulla popolazione.  L’ASP ha dato il via al programma di biomonitoraggio, iniziando dal comune di Augusta, per la ricerca di mercurio su un campione di popolazione residente. L’iniziativa vede coinvolto anche il CNR  di Capo Granitola (TP) per gli aspetti inerenti la verifica dei livelli di  contaminazione ambientale. “Poter meglio conoscere e proteggere lo stato di salute della popolazione del triangolo industriale siracusano, questo l’obiettivo prefissato”, come riferisce una nota ufficiale dell’ASP, che così prosegue: . “Il campione di residenti – spiega il documento – coinvolto nel programma di biomonitoraggio, selezionato con procedura casuale, sarà contattato  per essere sottoposto ad una intervista-questionario sulla storia medica individuale, informazioni sull’ambiente di vita, sulle abitudini inclusa la  dieta alimentare, sulla storia lavorativa e, per le donne, su eventuali gravidanze. Coloro che risponderanno a determinati requisiti e avranno dichiarato il proprio consenso saranno  sottoposti a prelievo di campioni di sangue e capelli e consegneranno un  campione di urine per la determinazione del mercurio. La fase preliminare dello studio è stata curata dal personale del Registro Territoriale di Patologia dell’Asp. La somministrazione dei questionari viene svolta in collaborazione con il Dipartimento di Igiene dell’Università degli Studi di Catania. I prelievi  saranno effettuati da personale qualificato del Distretto Sanitario di Augusta, mentre le determinazioni analitiche verranno eseguite presso il Laboratorio di Sanità Pubblica. I dati saranno impiegati per la ricerca scientifica e per fini  statistici ed epidemiologici. Le informazioni personali saranno utilizzate solo nell’ambito dello studio e saranno trattate con le opportune garanzie di riservatezza, in ottemperanza alla normativa vigente. Nell’interesse della collettività locale si invitano i cittadini contattati  a dare la propria disponibilità alla partecipazione allo studio”.

Cecilia  Càsole

AUGUSTA PIU’ DI MELILLI ESPOSTA AI TUMORI

Indagine epidemiologica dell’Agenzia ricerca cancro

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AUGUSTA. In questi giorni, l’ I.A.R.C. (Agenzia internazionale di ricerca contro il cancro), ha inserito Siracusa, unica nel sud Italia insieme a Napoli, Sassari, Salerno e Ragusa, tra i duecento Registri accreditati nel mondo. Questo prestigioso riconoscimento ha dato spunto agli autori del Registro di illustrare i risultati della loro ultima ricerca, che indaga, per la prima volta, l’incidenza e non solo la mortalità per tumori nella nostra provincia. Lo studio dimostra che, in provincia di Siracusa, tra il 1999 e il 2002, i tumori nella loro totalità hanno mostrato un’incidenza inferiore rispetto a quella osservata, nello stesso lasso di tempo, nelle regioni italiane del centro-nord e sovrapponibile a quella delle altre del centro-sud. Tra gli uomini infatti, il tasso standardizzato in provincia di Siracusa si è attestato su 450,4 casi annui per 100.000 abitanti, contro i 552,8 osservati sulla media degli altri Registri Italiani. Tra le donne invece, il tasso della nostra provincia è stato di 356 contro i 453 della media nazionale.  Fin qui sembra il paese di Bengodi, ma una lettura più attenta e approfondita dei dati ci racconta un’altra storia. Lo studio, infatti, rivela l’alta incidenza di alcune neoplasie in aree precise della provincia: leucemie a Lentini, fegato ad Augusta, tiroide a Siracusa, e il forte gradiente nord-sud ed est-ovest, con tassi d’incidenza nettamente più elevati della media nazionale nell’area industriale, guarda caso, di Augusta. Tra gli uomini infatti, il tasso standardizzato si attesta su 608,4 casi annui contro i 552,8 della media nazionale, mentre tra le donne, anche se resta il più alto della provincia, non supera i livelli medi italiani con 433,8 contro 453,1. Tra le singole sedi neoplastiche in eccesso rispetto ai valori medi nazionali si osservano: tumori del fegato, pancreas, melanomi, torace, pleura, utero, ovaio, encefalo, tiroide, linfomi H, mielosi e soprattutto polmone. I ricercatori che hanno eseguito lo studio giungono a considerazioni importanti che non lasciano, purtroppo, spazio a dubbi: 1) Innanzitutto non è vero, come si è creduto, che l’epidemiologia dei tumori in Sicilia si presenti omogenea; 2) la presunta protezione della dieta mediterranea nei confronti del popolo siciliano, alla luce dei dati augustani, va rivista. E’ bastato, infatti, innestare una forte attività industriale nella nostra area per farne, in meno di 50 anni, un territorio del tutto avulso dal resto del contesto siciliano e del tutto sovrapponibile ai profili epidemiologici di una realtà industriale del nord-Italia; 3) il ruolo giocato dalle esposizioni professionale e ambientali, con le prime ancora più determinanti rispetto a quest’ultime, si è rivelato elemento inscindibile nel presentarsi della patologia.  Non è un caso infatti che i forti eccessi rispetto ai dati medi nazionali siano stati osservati ad Augusta tra gli uomini, cioè tra i soggetti più esposti a fattori di rischio lavorativi. Tuttavia – conclude lo studio – la vicinanza di un vasto insediamento industriale non basta da sola a favorire lo sviluppo di alti tassi d’incidenza tumorale, ma svolgerebbe un’azione sinergica con altri fattori. Lo dimostrerebbe il caso di Melilli che, pur appartenendo alla stessa area industriale, mostra tassi nettamente più bassi rispetto ad Augusta, probabilmente determinati dalle differenti caratteristiche orografiche, idrogeologiche, ambientali e occupazionali.
  A.R.C.

AUGUSTA, FARMACIE DI TURNO, MA CHI LO SA?

Lettera aperta del consigliere circoscrizionale Luigi Solarino al sindaco Carrubba

 

farmacia.jpgAUGUSTA. Sono state segnalate da parecchi cittadini della nostra Circoscrizione, le difficoltà che spesso hanno avuto nel trovare nella nostra città, per esempio di sera o di domenica, una farmacia di turno per una emergenza sanitaria familiare.  Effettivamente,  le bacheche che indicano le farmacie di turno, esposte dalle farmacie, sono spesso posizionate troppo in alto, rispetto a chi legge, non illuminate e pertanto difficilmente leggibili. L’elenco delle farmacie di turno è spesso realizzato utilizzando il foglio di un calendario mensile su cui, soprascritta a penna sul nome del santo del giorno, viene segnata la farmacia di turno. Trattasi invero di un metodo “artigianale” e poco funzionale che determina, di fatto, il rischio di notevole disservizio, con grave pregiudizio del diritto di accedere al farmaco da parte del cittadino.  Sarebbe facile ovviare a detti inconvenienti adottando una Sua ordinanza, signor Sindaco che imponga, a tutte le farmacie, di lasciare accesa notte e giorno l’insegna luminosa verde a croce, che indichi le farmacie di turno e i relativi orari osservati. In alternativa, all’insegna a croce verde, le farmacie potrebbero impiegare una bacheca digitale, facilmente consultabile, che si aggiorna automaticamente, indicando la lista delle farmacie di turno in ordine di vicinanza e il percorso per raggiungerle.

Quanto proposto, a mio avviso, uguaglierebbe Augusta alle altre città, anche della nostra provincia, che da tempo adottano con successo tale sistema informativo e renderebbe un doveroso servizio alla cittadinanza e una maggiore eticità ai farmacisti.

 

Luigi Solarino  Consigliere della Circoscrizione Isola

OSPEDALE Muscatello, la gente ha bloccato la chiusura

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 All’ interno di un ospedale vi sono persone che ogni giorno lottano per impedire che la vita di un essere umano si fermi prima del tempo. L’ospedale è un luogo in cui una battaglia dura giorno e notte; i medici sono coloro   cui ci affidiamo per debellare il male piccolo o grande che si trova nel nostro corpo.  Quindi,   gli ospedali lasciati a sé, senza fondi e attrezzature moderne, che fine potrebbero fare? L’ospedale Muscatello di Augusta ha rischiato la chiusura. Ma  perché chiuderlo?  Per quale  motivo? Semplicemente per una scelta di coloro che pensano prima al guadagno e poi al significato. Eliminare l’ospedale situato ad Augusta significherebbe, per trentacinquemila abitanti,  la perdita del luogo in cui molti sono nati, altri sono stati curati e altri ancora hanno salutato dopo che esso aveva salvato loro la vita, I cittadini di Augusta hanno detto NO  a tutto questo e si sono  ribellati  contro la chiusura, bloccando le vie d’accesso principali di Augusta.  Il „Muscatello“ non è stato chiuso, ma due importanti reparti,  quali Ginecologia-ostetricia e Pediatria, sono stati trasferiti  – non si capisce bene in base a quale logica – nel nuovo  mega ospedale di Lentini, mentre restano ancora vuoti, inspiegabilmente, i nuovi locali del „Muscatello“, costati milioni di euro e non sono stati attivati i nuovi reparti promessi, in sostituzione di quelli trasferiti. In fatto di salute, è necessario  pensare più con il cuore che con il portafogli.

   Federica Fiume

 

RIGASSIFICATORE, SOLARINO E FRANCO LANCIANO UN ALTRO J’ACCUSE

Mentre alcuni  scienziati italiani e russi preannunciano per la Sicilia orientale un terremoto più disastroso di quello dell’Aquila

 

Lettera Aperta all’on. Raffaele Lombardo,  Presidente della Regione Sicilia

Nel giorni 19 e 20 aprile 2012 si è svolto nell’’Hotel Bellini di Catania (ex Jolly) un convegno organizzato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), con la partecipazione dei massimi esperti europei e internazionali di inquinamento ambientale e relative ricadute sulla salute umana. In questo convegno, quali invitati ufficiali, abbiamo preso parte attiva come esperti locali, e si è messo a punto un progetto pilota riguardante la ricerca di tutta una serie di biomarcatori nella popolazioni residenti nelle tre aree industriali siciliane. Sono state valutate e approvate le varie tipologie di biomarcatori da ricercare e le classi di popolazioni. Da parte nostra abbiamo presentato tutti gli studi epidemiologici effettuati nella nostra area, i dati sulle emissioni e l’inquinamento ambientale, oltre a una dettagliata tipologia dei vari impianti industriali in atto esistenti. Data la maggiore complessità dell’area industriale siracusana rispetto a quelle di Gela e Milazzo, è stato ritenuto indispensabile aumentare il numero e la complessità dei biomarcatori (metalli pesanti, diossine, Ipa e organo clorurati, etc.), in ciò convinti dai riscontri delle indagini epidemiologiche che evidenziano un preciso rapporto di causa-effetto per determinati tipi di emissioni.

Molto apprezzato e ritenuto utile, in quanto a oggi unico, il nostro studio sui metalli pesanti effettuato sulla popolazione femminile in età fertile.

Questo progetto pilota sarà finanziato dall’OMS e partirà entro l’anno, per poi essere esteso negli anni successivi alle restanti aree a rischio di Europa.

Tutti i partecipanti OMS, nelle considerazioni finali, si sono dichiarati ancora più consapevoli della già risaputa grave situazione ambientale e sanitaria del triangolo industriale siracusano e hanno condiviso le nostre proposte di azioni urgenti, quali il controllo in continuo delle emissioni, la delocalizzazione degli stoccaggi pericolosi, la messa in sicurezza di impianti e stoccaggi, considerata l’alta sismicità dell’area, il divieto di coltivare e pascolare nell’area industriale, considerata l’evidente contaminazione della catena alimentare e, a tal proposito, hanno apprezzato la nostra proposta di coltivare l’area esclusivamente a oleaginose da utilizzare come materia prima nella produzione di biodiesel.

Il 10 maggio prossimo, l’OMS produrrà una relazione ufficiale informativa sul Convegno alla Regione Sicilia sponsorizzatrice del convegno.

A leggere i quotidiani di questi giorni, sembra che la presa di coscienza dell’OMS sulla situazione sanitaria e ambientale delle aree a rischio sia in netto contrasto con quanto invece propone la classe politica nazionale e regionale.

1)      Il ministro Clini, cui immediatamente avrebbe fatto eco la Regione Sicilia, si sarebbe dichiarato favorevole all’utilizzazione di frazioni di RSU come combustibile nei cementifici, con la conseguenza che il cementificio di Priolo Buzzi-Unicem, che già brucia copertoni usati e pet-coke di Gela, inquinerebbe ancor di più sotto forma di diossine, metalli pesanti e particolato ultrafine come Lei ha avuto modo di leggere nelle relazioni da noi inviateLe. Praticamente si esce dalla porta per rientrare dalla finestra in maniera peggiorativa, in quanto le emissioni dei cementifici risultano più inquinanti rispetto a un inceneritore, in quanto i loro limiti sono notevolmente più permissivi.

2)      Vengono riportate Sue dichiarazioni circa una rapida autorizzazione al rigassificatore di Melilli. Al riguardo nutriamo seri dubbi che Lei, con una semplice e prima visita al sito interessato, abbia potuto convincersi a prendere tale repentina decisione. Pensiamo che trattasi di forzature giornalistiche, considerata la fonte, la stessa che in passato ha incensato ripetutamente gli impianti di incenerimento e di rigassificazione. Infatti noi non ci siamo dimenticati di quanto Lei ebbe a dirci il 19.2.12 a Priolo, in relazione all’autorizzazione al rigassificatore, che “mai sarò io a uccidere i miei figli”.

In relazione al rigassificatore vi sononumerosi pareri contrari di esperti, ultimo dei quali, quello del direttore dell’Enea di Bologna, prof. Alessandro Martelli che evidenziava come da un lato la sismicità dell’area e dall’altro il progetto della Ionio Gas che non prevede interramento completo dei 3 serbatoi né l’isolamento sismico degli stessi, sia una decisione avventata. Le ricordiamo che trattasi di un’area sismica di 1° grado. Purtroppo, ufficialmente,  le carte sono in regola per il D.M. del 23/9/1981, che declassò l’area da sismicità S12 a S9, che permane a oggi, nonostante che, dopo il sisma del 1990, vi siano stati ripetuti inviti dei tecnici della stessa Regione (CRU voto n. 431/91) e del GNDT (Gruppo Nazionale Difesa Terremoti) a riclassificarla di 1° grado (S12). Senza contare la contemporanea presenza del rischio militare e del rischio da incidente industriale data la contiguità con gli impianti.

A conferma di queste considerazioni aggiungiamo quanto diffuso da Rainews24 il 18 aprile u.s.(il servizio può essere rivisto sul link http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=27506), in cui esperti come Giuliano Panza docente di Sismologia della Università di Trieste, il prof. Vladimir Kossobokov dell’Accademia di Scienze russa, Carlo Doglioni docente di Scienze della Terra dell’Università di Roma, lo stesso prof. Alessandro Martelli dell’Enea di Bologna e il prof. Raffaele Azzaro, responsabile dell’INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) dell’Università di Catania hanno prospettato la possibilità non remota, nella Sicilia sud orientale, di un terremoto di intensità superiore migliaia  di volte  a quello dell’Aquila.

A certa Stampa vorremmo ricordare come in passato, la pubblicità in senso ecologico sul metano sia stata ingannevole, in quanto esso rimane un combustibile fossile come il petrolio e, dalle nostre caldaie e dai turbogas a metano esce, oltre alla CO2, anche una maggiore quantità di nanoparticolato il che contrasta con le preoccupazioni espresse dalla OMS.

On. Lombardo, in base alle evidenze scientifiche acquisite auspichiamo che le Sue eventuali decisioni vadano nella direzione di quanto da Lei sempre sostenuto, che non risulteranno dannose per la sicurezza e la salute dei cittadini e per l’ambiente della nostra area e pertanto auspichiamo che, come a Brindisi, venga negata l’autorizzazione al rigassificatore, in quanto tali impianti vanno fatti in siti sicuri e con le massime garanzie progettuali.

On. Lombardo tutti siamo responsabili dell’ambiente, della sicurezza e della salute di questa martoriata area, noi come cittadini medici e/o tecnici lo siamo due volte, mentre Lei, come cittadino, Medico e Governatore lo è tre volte.

Da Decontaminazione Sicilia e AugustAmbiente,

 Luigi Solarino e Giacinto Franco

 

COSA SI PUO’ FARE PER IL MUSCATELLO

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Lettera aperta del Movimento Augusta agli Augustani al Sindaco del  Comune di Augusta

Ci permettiamo formalmente sottoporLe le due seguenti informazioni riguardanti la soppressione del punto nascita dell’ospedale di Augusta a favore dell’ospedale di Lentini. Non le nascondiamo che siamo fortemente contrariati circa l’esito del suo ricorso al TAR che non ha previsto contemporaneamente la richiesta di sospensione del decreto assessoriale cosa invece fatta dai Sindaci di Lampedusa e Lipari con esito positivo nonostante questi due ospedali fossero fortemente al di sotto dei 500 parti, mentre Augusta ha sempre superato negli ultimi anni le 600 unità nonostante tutte le problematiche, anche strumentali, cui è dovuto andare incontro.  Ritorniamo a cio’ che ancora si può fare: 1°) E’ stato concesso, entro il 30.06.2012, ai manager delle Aziende Sanitarie di elaborare un piano alternativo o domande di deroga per i presidi che sorgono in territori particolarmente a rischio; 2°) Siamo venuti a conoscenza di disservizi cui sono andati incontro le nostre partorienti presso l’ospedale di Lentini: mancanza di ascensori e pertanto percorsi non idonei per arrivare in reparto, deficit di personale infermieristico e parasanitario (per esempio la colazione viene servita non prima delle ore 10 del  mattino). Inoltre la maggior parte delle partorienti Augustane in atto sta preferendo ospedali e case di cura di Catania. Cosa peraltro da noi ampiamente prevista. Signor Sindaco, quale responsabile principale della salute dei Suoi cittadini, Le chiediamo se si è attivato:

1)                 Per ottenere una deroga, considerato che il nostro è un territorio a rischio da diversi punti di vista (rischio industriale, ambientale e sanitario). Si spera non con lo stesso risultato negativo del ricorso al TAR.

2)                Per recarsi, presso l’ospedale di Lentini onde accertare se la ricettività e l’assistenza siano idonee. Cosa che rientrerebbe nelle mansioni di un Sindaco sensibile e che ha dovuto subire un simile provvedimento.

Nel caso in cui non si dovesse sentire sufficientemente motivato la preghiamo di dircelo chiaramente in maniera che Movimenti Cittadini e Associazioni pro-Ospedale possano attivarsi in proprio sia livello politico che legale.

     Francesco Ruggero                                    

Augusta, ci “scippano” l’ospedale, ma le patologie restano ad Augusta, Priolo e Melilli

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Con la pubblicazione nel 2006 dell’Atlante della Mortalità e dei Ricoveri per i Tumori e per le Patologie cronico degenerative in Provincia di Siracusa “… Rerum Conoscere Causas”, il terzo della serie, si è chiuso un ciclo di 11 anni (1995-2005) di indagini epidemiologiche che hanno dotato la Provincia di una autorevole e preziosa Banca Dati di indici sanitari, indispensabili alla Sanità provinciale e regionale per attivare i piani di prevenzione, per valutare l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari e per preparare programmi di adeguamento e di sviluppo delle strutture sanitarie basati sui bisogni reali della popolazione. Questo ultimo punto è stato esplicitato, dallo stesso Comitato scientifico del Registro Territoriale di Patologia, nel modo seguente: “… il principale obiettivo di questo lavoro, in fondo, rimane quello di poter suggerire al decisore politico e all’alto management ipotesi di allocazione delle risorse e di pianificazione degli interventi sanitari in Provincia di Siracusa attraverso la conoscenza esatta dei dati epidemiologici, collegando la Programmazione Sanitaria dei prossimi anni ai reali bisogni sanitari del territorio siracusano”.

Le linee guida che suggeriscono di utilizzare i dati Epidemiologici a supporto della programmazione sanitaria, da quanto risulta da dichiarazioni rilasciate dai diretti interessati nell’ultimo decennio, sono state condivise all’unanimità dalla Comunità Scientifica, dagli operatori Sanitari e dai Politici, compresi l’Assessore alla Sanità della Regione siciliana in carica dott. Massimo Russo ed il suo predecessore prof. Roberto Lagalla. (vedi appendice) Ma solo a parole e non nei fatti. Sorge, infatti, il dubbio che il piano sanitario regionale, per quel che riguarda la provincia di Siracusa (D.A. n° 1377/2010), sia stato redatto senza rispettare le linee guida condivise da tutti, ossia senza aver preso visione né dei risultati dei numerosi studi monografici condotti saltuariamente da qualificati ricercatori, né dei risultati emersi dalle indagini epidemiologiche sistematiche condotte dal Registro Territoriale di Patologia dell’ASL 8 di Siracusa, dal 1995 al 2005, un arco di tempo di 11 anni sufficiente per validare l’attendibilità e la significatività statistica dei dati. La fondatezza del dubbio deriva dal fatto che, nonostante le indagini epidemiologiche ufficiali abbiano messo in evidenza che nel comprensorio territoriale dei Comuni di Augusta, Melilli e Priolo, sono stati riscontrati i Tassi più alti della provincia di patologie teratogene, perinatali, neonatali e ginecologiche, la Sanità regionale decreta di chiudere i Reparti di ginecologia-ostetricia e pediatria dell’ospedale Muscatello, proprio quei reparti che vantano la domanda sanitaria relativa più alta della Provincia. La conferma della chiusura, che avverrà a breve termine, è stata data con la promulgazione dell’ultimo decreto pubblicato nella GURS del 05/01/2012. Una decisione ritenuta illogica, se si fa fede alla criticità sanitaria locale che deriva dalle patologie sopradette ed incoerente perché contraria alle dichiarazioni fatte da eminenti Personalità e dagli stessi estensori del piano sanitario. (In Appendice vengono riportati stralci delle dichiarazioni fatte da Personalità accademiche, sanitarie e politiche sull’utilizzo delle indagini epidemiologiche ai fini della Programmazione sanitaria). A questo punto, è d’obbligo conoscere cosa è veramente emerso dai dati empirici prodotti e qual è il grado di criticità sanitaria accertato nell’area comunale di Augusta, Melilli e Priolo. Per correttezza bisogna premettere che le indagini epidemiologiche, come tutte le indagini statistiche, si prestano ad essere interpretate in modo diverso da persone diverse per cui è difficile capire qual è il VERO (reale) grado di criticità. Sarebbe quindi giusto che si conoscesse, il grado di criticità percepito dalla gente dalle notizie divulgate dai media negli ultimi decenni, con frequenza quasi giornaliera, ed il grado di criticità reale che è emerso dagli studi epidemiologici ufficiali. Grado di criticità percepito dalla popolazione residente:

1- Incidenza delle malformazioni congenite: circa quattro volte superiori alla media nazionale

2- Mortalità per malformazioni congenite: circa quattro volte superiori alla media nazionale

3- Mortalità per malattie perinatali: circa quattro volte superiori alla media nazionale

4- Mortalità Infantili: media provinciale 62,2% in più della media regionale. Dato su cui pesano notevolmente le mortalità per malformazioni congenite e per malattie perinatali riscontrate ad Augusta e Melilli. (dal che si deduce che in queste due aree comunali i Tassi di Mortalità Infantili dovrebbero essere da terzo mondo)

5- Interruzioni Volontarie di Gravidanza: circa due volte superiori alla media provinciale e circa quattro volte superiori alla media nazionale

6- Mercurio nei Capelli delle Donne di Augusta: 27% in più rispetto alle Donne di Catania. Viene asserito però che “Le concentrazioni di mercurio trovate nei capelli delle donne di Augusta erano molto vicine a quelle riscontrate ai suoi tempi a Minamata” (da rabbrividire!!!)

7- Composti organoclorurati nel latte materno delle puerpere di Augusta: concentrazioni dal 70 all’82% in più rispetto a quelle riscontrate nelle puerpere di Catania. Questo quadro sanitario da allarme rosso così come è stato riportato dai media, per la sua alta drammaticità, è stato definito dalla stampa locale “sconvolgente…e tale da far sobbalzare gli abitanti dei centri industriali della nostra provincia”, ha contribuito ad esasperare gli animi dell’intera popolazione dell’area industriale facendola precipitare in un pericoloso stato di terrore cronico, ed è riuscito persino a polarizzare l’attenzione del mondo intero su questo fenomeno, meglio conosciuto come “Il caso Augusta”. Sembra però che i Responsabili della Sanità regionale non abbiano avvertito la gravità del caso, in quanto, insensibili alla preoccupazione della gente ed al grido di allarme lanciato dalle parti scientifiche, sociali e culturali, e come se nulla fosse successo, decidono di reiterare il decreto che sancisce la soppressione dei due reparti dell’ospedale Muscatello di Augusta, reparti essenziali per i trattamenti terapeutici e per tenere sotto una attenta osservazione l’evolversi di un fenomeno così drammatico.

Grado di criticità sanitaria reale:

A causa delle oggettive difficoltà interpretative dei dati epidemiologici, il grado di criticità sanitaria reale può essere valutato soltanto da specialisti in materia o da enti accreditati come l’OER (Osservatorio Epidemiologico Regionale). Nel caso specifico, anche se, dalla valutazione fatta dall’OER, la situazione sanitaria reale del territorio dovesse risultare meno critica di quella percepita, ma superiore al limite di soglia, (e non può essere altrimenti), non si capisce perché la Sanità si ostina ancora a depotenziare l’ospedale di Augusta anziché rendere più efficienti i servizi essenziali.

Urge allora che la Sanità faccia chiarezza su questo argomento. Personalmente, seppure convinto che i dati diffusi dai media siano stati amplificati ed enfatizzati al massimo, sono altrettanto convinto che la criticità sanitaria in questo territorio resta ancora alta. Ritengo sia doveroso che la Regione presti la massima attenzione affinché le informazioni date alla gente siano veritiere, trasparenti e chiare. Per concludere, se quanto sopraesposto è vero chi può dare torto alla popolazione di questa area geografica, che tanto ha dato allo Stato e alla Regione, quando contestano il decreto che ritengono ingiusto perché redatto disattendendo le norme basilari che regolano la programmazione sanitaria? In fondo non chiedono altro che sia riconosciuto loro il diritto alla Salute, sancito dalla nostra Costituzione e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Vogliamo ribadire che i cittadini di questa area industriale NON CHIEDONO PRIVILEGI MA SOLTANTO CHE LA GIUSTIZIA PREVALGA SULLA INGIUSTIZIA.

Giuseppe MOSCHITTO  – Chimico industriale

RIGASSIFICATORE: UN ALTRO INCONTRO AL “SAN BIAGIO”. PREVISTA LA PRESENZA DEL “GOVERNATORE” LOMBARDO

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AUGUSTA.  Dopo la presentazione a palazzo San Biagio del libro bianco , curato dalla locale sezione di Sinistra Ecologia e Libertà, SEL,  sul rigassificatore della Jonio-Gas nel porto di Augusta. ma in territorio di Melilli, le associazioni AugustAmbiente, Decontaminazione Sicilia e di Comitati No Rigassificatore di Priolo e di Melilli sono riusciti organizzare la promessa tavola rotonda su “Rigassificatore Ionio-Gas: requisiti di sicurezza in un’area a rischio di incidenti rilevanti” che avrà luogo il 18 febbraio nell’’auditorium di palazzo San Biagio di via Roma in Augusta, con inizio alle 16,30.  Relazioneranno autorevoli esperti, non di parte, dell’’Università e dell’Enea.  La conferenza è finalizzata allo scopo di acquisire pareri e valutazioni che servano a fugare o confermare i dubbi e le preoccupazioni delle popolazioni che con il rigassificatore dovrebbero convivere, mentre il ministro Passera rimprovera proprio la Sicilia per il mancato avvio dei rigassificatori.  Ecco il programma dettagliato della conferenza

Interventi:

17,00 prof. Vittorio MAZZA Socio onorario dell’’associazione GLIS (Isolamento e altre Strategie di Progettazione Antisismica, già Gruppo di Lavoro Isolamento Sismico)

17,15 prof. Nunzio SCIBILIA Docente di Ingegneria Civile e Ambientale all’Università Palermo e socio del GLIS

17,45 prof. Alessandro MARTELLI Direttore Centro Ricerche ENEA di Bologna, docente di ingegneria sismica nei corsi di dottorato in Ingegneria Civile, Ambiente e Territorio, Edile e in Chimica del Politecnico di Bari e Presidente del GLIS

18,30 On. Dott. Raffaele Lombardo Presidente Regione Sicilia

19,00 Domande brevi e programmate ai relatori.

Moderatore: Avv. Mario Michele Giarrusso Rappresentante Fondazione Antonino Caponnetto

 

SCREENING VISIVO DI PREVENZIONE DEL GLAUCOMA OFFERTO DA UNITRE AUGUSTA

Interessante e utile iniziativa di prevenzione del glaucoma

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La Sede locale dell’UNITRE di Augusta, avvalendosi della gratuita disponibilità del Dr. Prof. Salvatore Cannavà, stimato docente Unitre, ha offerto ai propri soci-alunni la possibilità di usufruire di uno screening visivo di prevenzione del glaucoma, insidiosa malattia che può portare alla cecità. Le visite sono state effettuate presso i locali della Fraternità di Misericordia di Augusta, di cui il noto professionista è cofondatore ed occupa il ruolo di dinamico ed eccellente Governatore dal 1999. Sabato 21 s. sono già state effettuate le prime n° 40 visite e, purtroppo, è stato riscontrato un caso di gravità e tre anomali e per i quali, agli interessati, è stato suggerito un approfondimento di indagini.  Lo screening continuerà sabato prossimo 28 c. presso gli stessi locali ed alla medesima ora.

 UNITRE AUGUSTA  –  www.unitreaugusta.it

Giornata della prevenzione oncologica organizzata dalla LILT ad Augusta

lilt.jpgAUGUSTA. Ha avuto luogo, nei locali del Circolo Ricreativo Dipedenti Difesa (C.R.D.D.) di Punta Izzo della Marina Militare di Augusta, la giornata della prevenzione oncologica organizzata dalla LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i  Tumori  – Sezione Provinciale di Siracusa, in collaborazione  con il Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, nell’ambito della “Campagna Nastro Rosa 2011” L’evento, volto a favore del personale militare, civile dipendente della difesa e loro familiari appartenenti al territorio di Augusta,  è stato  presieduto  dal dottor Claudio Castobello, direttore di Anatomia Patologica U.O.C. Ospedale Umberto I  di Siracusa e Presidente della LILT di Siracusa  ha  come motivo dominante la “prevenzione”.

 Prevenzione significa arrivare prima per garantire una più lunga e migliore qualità di vita. La prevenzione risulta essere lo strumento più efficace che ci consente di vivere bene e più a lungo. E’ solo un cammino, che consta di semplici regole, che devono diventare una nostra abitudine quotidiana, una scelta, ma soprattutto una cultura. La prevenzione, quindi, è la migliore arma per vincere il cancro” .