PIERPAOLO PIAZZA, L’ENNESIMA GIOVANE VITTIMA DELLA STRADA AL “MONTE” DI AUGUSTA. SCRIVONO I SUOI AMICI

IMG_5764DCIM100GOPROAUGUSTA – Ci sono eventi che ci coinvolgono come comunità che possono essere piacevoli o spiacevoli. Quest’ultimi hanno da sempre innescato un dibattito pubblico che, in fondo, mantiene sempre la sua sostanza.  Non me ne vogliano i sostenitori del “anziché scrivere su Facebook, fate questo o quello” perché i social network sono semplicemente un altro modo del bisogno dell’uomo di condividere gioie e dolori, cose importanti e futilità, modo che in passato era il bar o la piazza e che ora è Facebook. Se pensate che questo non sia giusto, amici miei, non solo abbiamo scelto il social sbagliato ma il mondo sbagliato, la specie sbagliata. Diverso è il discorso, però, se si analizza il contenuto delle opinioni espresse in seguito a un particolare evento come quello che ha colpito la nostra comunità nelle scorse ore: la morte di Pierpaolo Piazza. Non voglio entrare nel merito di chi esprime il suo dolore o di chi critica chi lo fa pensando di essere la voce fuori dal coro. Ognuno reagisce a modo proprio. Non voglio nemmeno entrare nel merito di chi esprime la sua opinione e riceve critiche di strumentalizzazione politica o altro. Ognuno custodisce nel proprio cuore le intenzioni con le quali ha espresso il proprio pensiero.  IMG_8628Non voglio neanche entrare nel merito di chi si fa subito magistrato, decretando la responsabilità di una parte piuttosto che dell’altra. È troppo facile giudicare gli altri con severità quando non ci troviamo in quella particolare situazione. Quello di cui voglio parlare è il duplice atteggiamento che si ha davanti alla sofferenza: o ce la prendiamo con Dio o gli chiediamo aiuto.  Vedete, Pierpaolo, faceva parte, e in molti sensi lo fa e lo farà ancora, di un gruppo parrocchiale. Pierpaolo, prima di essere “l’ultimo ragazzo morto in un incidente” è un Cristiano. Ho conosciuto Pierpaolo quest’estate durante il campo estivo in Sila che la Parrocchia di Santa Lucia organizza ogni anno per tanti giovani. Sembra strano al giorno d’oggi ma il numero di ragazzi coinvolti al campo è molto alto, così si rende necessaria la divisione in squadre in modo da poter gestire al meglio la situazione e, soprattutto, in modo che nessuno venga trascurato. Pierpaolo per 10 intensi giorni ha fatto parte del gruppo di cui ero responsabile, “il gruppo Blu”, e ha vinto il campo in Sila come miglior campista.  Pierpaolo non era il miglior campista secondo le logiche del mondo, non era infatti il più bravo nelle attività, non era il più furbo, non era quello che se ne stava buono buono in un angolino, anzi! Pierpaolo, però, non si è mai tirato indietro quando si trattava di aiutare gli altri (anche quelli che venivano lasciati ai margini perché un po’ diversi), senza chiedere nulla in cambio. In quel suo modo semplice di fare nascondeva una sensibilità fuori del comune e si arrabbiava parecchio quando qualcuno rendeva le cose troppo complicate, anche se in realtà non lo erano. Nel momento in cui gli facevano notare la sua bravura, lui ci scherzava su, esasperando la situazione, come quando gli è stato assegnato in premio una Bibbia e un fischietto e ha iniziato subito a soffiarvi dentro, incurante del prete che glielo aveva appena consegnato, tra le risate di tutti. Non pensava di essere il miglior campista, credeva che avessimo sbagliato ad assegnargli il premio.  Pierpaolo avrebbe dovuto aspettare ancora molti anni per capire che il mondo stesso in cui viviamo è già una risposta densa di significato sul senso della nostra esistenza. Ma se il nostro unico “io” viene stroncato per sempre il giorno della morte, che senso ha la nostra intera vita? Dov’è Dio quando succedono queste cose? È questa la domanda che ognuno si pone con tutto se stesso in questo momento. Il popolo di Dio però, di cui Pierpaolo fa parte, crede che la morte non ha l’ultima parola. Non sappiamo perché Pierpaolo è morto, ma abbiamo la possibilità di fare un vero atto di fede. Abbiamo la possibilità di custodire l’amore che ci unisce a lui, impedendo alla morte di prendersi tutto.  L’oscurità della morte va affrontata con un più intenso lavoro di amore. Solo così possiamo impedire che ci avveleni la vita, renda vani i nostri affetti e ci faccia cadere nel vuoto più buio.  Non affanniamoci, quindi, di cercare spiegazioni a eventi che non ne hanno, soffocando così il presentimento che per il nostro cuore esista un infinito. Qualsiasi spiegazione può darci soluzioni ovvie all’apparenza, ma che non raggiungono il livello totale del problema. A te, Pierpaolo, dico Addio. Non dimenticherò mai il tuo sorriso, i tuoi occhi e la tua semplicità. Ovunque tu sia, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.

M.D.G. – nella foto di gruppo, nella fila davanti Pierpaolo Piazza è il secondo da sin. 

AUGUSTA, RIVEDERE I TURNI DELLE FARMACIE, SPECIE NEI GIORNI FESTIVI

Mimmo Di FrancoAUGUSTA –  Mimmo Di Franco si batte di nuovo perché i cittadini abbiano servizi efficienti. Oggi è il turno delle farmacie e non è la prima volta. Ci ha già provato  durante la gestione straordinaria del Comune nei due anni e mezzo in cui tre commissari di nomina governativa hanno svolto la più ordinaria amministrazione, arrivando persino al punto di “copiare”, sic et simpliciter, deliberazioni del commissario regionale insediatosi sette mesi prima di loro, con la differenza che tre commissari sono costati il triplo. Transeat. Di franco ha inoltrato al sindaco di Pietro questa lettera: << Con la presente, si chiede l’autorevole intervento della S.V., affinché intraprenda tutte le iniziative necessarie, nelle turnazioni previste dalle farmacie, per avere la disponibilità di apertura di una farmacia sull’isola Augusta e in Borgata, dove risiedono circa 20.000 persone, quando è in turno quella del Monte. Quanto sopra poiché la città e soprattutto l’isola, per la maggior parte popolata da residenti anziani, non  ha sufficienti servizi di trasporto, completamente assenti le  domeniche e  nei giorni festivi, quindi con l’impossibilità di raggiungere  la farmacia della zona Monte, distante circa 5 km. La  Corte Costituzionale, con sentenza n. 446 del 1988, ha avuto modo di chiarire che “il quadro normativo ribadisce l’intento di realizzare l’ottimale funzionamento del servizio nel suo complesso”, mentre “la ratio della legge e il principio che ne va ricavato sono quelli della continuità dell’assistenza farmaceutica prestata, in un adeguato ambito territoriale, dal servizio nel suo insieme e non già dalla singola farmacia”. L’attività delle farmacie, essendo volta a fornire un servizio pubblico destinato alla tutela dei cittadini, non può essere ricondotta alla materia del “commercio”. Ho sollecitato, lo scorso anno, facendomi portavoce di molti cittadini, la Commissione Straordinaria di Augusta nella persona del dott. Francesco Puglisi che si è attivato presso le farmacie,  ma senza ottenere un risultato positivo. Rinnovo l’appello alla Politica, rappresentante dei cittadini, affinché possa ottenere un servizio utile alla cittadinanza. Tra le righe, ho capito che l’apertura di una farmacia ad Augusta, significherebbe meno guadagno per quella del Monte, quando è in turno, ma credo che gli interessi della collettività e soprattutto degli anziani e bambini, dovrebbe prevalere sul fattore economico. Tra l’altro questa coincidenza accadrebbe due – tre volte l’anno >>. La proposta di Di Franco sembra ragionevole. Vedremo  se  il sindaco otterrà quello che Puglisi non è riuscito a ottenere.

   G.C.

CI SONO PERSONE CHE SOFFRONO D’ANSIA NEL LEGGERE NOTIZIE ALLARMANTI SULL’IMMINENTE MALTEMPO

VIA DELLE SALINE allagataAUGUSTA – “Sono diventati tutti meteorologi in Facebook? “ E’ la domanda che una nostra lettrice ha posto in via privata a chi scrive, domanda ovviamente retorica, cui seguiva la seguente sconsolata considerazione: “Non sanno queste persone che c’è gente che soffre d’ansia e di panico, soprattutto sapendo d’avere i propri cari al lavoro? ”La lettrice, sostanzialmente, mio tramite, si rivolge pubblicamente a tutti coloro che stanno pubblicando notizie troppo ansiogene sull’allerta meteo, già diffusa la settimana scorsa, per mettere sull’avviso la popolazione della Sicilia riguardo al maltempo che si dovrebbe abbattere sul nostro territorio per due o tre giorni, a partire da domani, mercoledì 9 settembre. “Solo il Padre Eterno sa veramente cosa può succedere”, conclude la nostra lettrice. Conclusione nostra: mettete in guardia, ma evitate espressioni ansiogene, che possono cioè provocare ansia o, peggio, attacchi di panico. Informare è bene, provocare terrorismo psicologico no.

G. C.

GIOVANE LICEALE RICORDA IL MARTIRIO DI PAOLO BORSELLINO

imagesAUGUSTA. 23 anni fa moriva, ucciso da un’autobomba, Paolo Borsellino, uno dei magistrati che si impegnò maggiormente per contestare e cercare di annientare il fenomeno mafioso, questo cancro pervasivo che ha come obiettivo quello di controllare tanti settori presenti nella società odierna al fine di trarne illegalmente quanto più denaro possibile e farlo confluire in maniera sporca nelle proprie tasche. Con il suo tenace impegno , in collaborazione con tanti altri dignitosi magistrati antimafia, Borsellino riuscì a destrutturare un’associazione a delinquere totalmente verticistica e gerarchica. La  figura del magistrato ucciso  è per me quella di una   persona davvero esemplare per me. Le sue idee non finiranno mai di esistere, cammineranno sempre con noi. La memoria di deve trasformare in impegno e non in mere parole di circostanza. Una vita fuori dal normale quella condotta da Borsellino: una vita blindata , dedicata a sradicare,  pezzo dopo pezzo,  un’organizzazione criminale che a quei tempi aveva raggiunto l’apogeo della propria potenza. Purtroppo, come Giovanni Falcone, si era messo contro a interessi troppo ingenti ed era ormai divenuto una spina nel fianco per Cosa Nostra. Una spina che provocava troppo dolore. Per tale motivo, la mafia architettò  un omicidio studiato  da menti  criminali sopraffine. Con l’esplosione di una bomba collocata all’interno di una macchina, Cosa Nostra riuscì a compiere una nefanda strage in cui furono coinvolti lui e cinque uomini della sua scorta.  E’ passata alla storia come la strage di via d’Amelio, poiché proprio in quella via si trovava Borsellino quando fu fatto saltare in aria. Si trovava esattamente in procinto di suonare al campanello dell’abitazione della madre quando subitaneamente ci fu una devastante esplosione. Fisicamente Borsellino è morto ma i suoi pensieri non cesseranno mai di esistere e l’impegno da lui dimostrato non è mai stato vano.  Per non sentire più parlare di mafia non possono soltanto impegnarsi i magistrati. Sarebbero in minoranza: dei nani contro un gigante imponente. Tutti dobbiamo essere partecipi di questa lotta faticosa ed estenuante. E soprattutto urge educare i giovani ai valori della legalità. Un popolo senza mafia è libero e può finalmente fare i primi passi necessari per evolversi. La mafia può essere sconfitta solo se tutti noi ci mettiamo in azione.

Seby Gianino

AUGUSTA, PALAJONIO, MEGLIO UNA PROROGA?

img5735_0AUGUSTA – E’ noto che la piscina comunale di Augusta è chiusa da tempo. L’ultima volta che se n’è parlato è stato in occasione della tragedia che ha visto come protagonista un uomo deceduto all’interno della struttura . La piscina comunale era un servizio molto utile ed efficiente per i giovani che intendevano fare del nuoto uno sport a livello agonistico. I ragazzi della pallanuoto ricordano le giornate di allenamento con il sorriso sulle labbra e uno sguardo nostalgico. Oggi,  il Palajonio sembrerebbe destinato a seguire la stessa sorte della piscina comunale. Di Franco, arbitro e tifoso del calcio a 5, ci spiega le ragioni per le quali è necessario intervenire sulla questione del Palajonio “Entro 10 giorni bisogna fare l’scrizione per i campionati di calcio a 5 e ancora non si sa a chi sarà dato in gestione; la mia proposta alla nuova giunta comunale è quella di concedere una proroga alla società che lo ha attualmente in gestione, in attesa che il nuovo bando attribuisca l’appalto a una nuova società”.  Per 25 anni il Palajonio ha permesso agli augustani non solo di fare sport ma anche di essere tifosi per i loro ragazzi del calcio a 5. Ha ospitato grandi atleti anche stranieri. Ma non solo: dopo il terremoto del novanta è stata la struttura in cui hanno trovato rifugio e conforti i terremotati. Recentemente, il palazzetto dello sport è servito come centro di accoglienza immigrati.

  Cecilia Càsole

AUGUSTA, IL PRESIDE GULINO CONTRO L’ARCIPRETE E I GRILLINI

gulinoAUGUSTA. Dopo cinque anni di dirigenza all’istituto tecnico “Ruiz”, Carmelo Gulino, già docente di Matematica e Fisica al liceo “Mègara, sta per concludere la sua esperienza di uomo di scuola per darsi probabilmente alla politica attiva.  Durante una delle tante amministrazioni presiedute da Pippo Gulino, nel decennio della sua sindacatura, prima d’essere promosso dirigente scolastico, Carmelo Gulino  ricoprì un incarico assessoriale. In occasione della recente competizione per le amministrative, è stato designato assessore per la coalizione che sosteneva la candidatura a sindaco di Mimmo Morello. Una settimana prima del turno di ballottaggio, Morello ha fatto sapere d’aver denunciato in data precedente la candidata grillina Di Pietro; nonostante la grande risonanza data dalla stampa all’iniziativa di Morello, Di Pietro è stata eletta sindaco, come sappiamo, con circa il 75 per cento dei voti.  Morello è stato accusato dall’opinione pubblica: avrebbe dovuto parlare prima o dopo. La candidata Di Pietro e i pentastellati, durante la fase precedente al ballottaggio,  per un comizio di propaganda, hanno usufruito del sagrato della Chiesa Madre, per concessione del famoso arciprete Palmiro Prisutto, tornato da Roma dopo aver ricevuto il premio Nenni (grazie ai voti ricevuti per via telematica). La concessione di Prisutto non è andata giù a Gulino che, nell’occasione della sua festa di congedo, ci ha detto: ”Ora che i giochi sono fatti”, una riflessione la voglio esternare. Parlo da uomo di chiesa, cresciuto in parrocchia e ancora professante, non appartenente a nessuna confraternita per scelta, come non appartenente a nessun club service per scelta. Ma come mai la chiesa di Augusta si è schierata così apertamente? Forse ha fatto una scelta ecologica, visto che tutti i gruppi politici che si presentavano erano troppo inquinati? E ancora, ma la Chiesa non dovrebbe essere neutrale? Non dovrebbe forse propagandare i Valori che ci ha insegnato Gesù Cristo? Amore, onestà, trasparenza, generosità e se vogliamo democrazia? Ma forse questi Valori li sottoscrive solo il movimento 5stelle? E come mai non vengono cacciati dal sagrato i millantatori, gli ambulanti i ciarlatani? La chiesa è di tutti, non possiamo assistere a questi abusi senza provare disgusto! I comizi hanno i loro luoghi naturali dove devono effettuarsi con tanto di autorizzazione! Sono molto dispiaciuto, non perché abbia vinto il movimento 5stelle, la vittoria ė stata schiacciante e ne prendiamo atto, ma perché ė stato invaso un nostro territorio, che per i cattolici deve rimanere sacro!”  Per amore di cronaca, precisiamo  che Palmiro  Prisutto è  docente di religione nello stesso istituto diretto  da Gulino ancora fino al 31 agosto.

Giorgio Càsole

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, IL PRINCIPIO DI TRASPARENZA, PARITÀ DEI SESSI , PERCORSI GIUDIZIALI – di Cecilia Càsole

R928540855_nIl principio di trasparenza è anzitutto contenuto nell’articolo del 1 della legge 7 agosto del 1990 sul procedimento amministrativo [1]  : legge sottoposta a modifiche in seguito alla legge n.15 del 2005 recante “ Modifiche e integrazioni alla legge 7 agosto del 1990, num. 241, concernenti norme generali sull’azione amministrativa”. I differenti istituti della trasparenza amministrativa sono, altresì, disciplinati dalle leggi statali o regionali a seconda che rientrino o no nelle materie indicate nell’articolo 117 comma 2 e 6, rispettivamente inerenti all’ “ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali” , e “alle fonti regolamentari degli enti pubblici territoriali”. Il principio che ci proponiamo di esaminare è stato oggetto di lunghi dibattiti incentrati sull’ individuazione della connotazione attribuibile a esso. Introdotto nell’art. 1 della L.241/ ’90 con la riforma del 2005, è stato un principio che sin da subito  è stato privo  di una chiara formulazione di norme di settore, tanto da essere stato definito un principio “ Bon a tout faire” ( Manganaro). Nei dibattiti giurisprudenziali gli interrogativi mirarono a chiarire se si trattasse di un principio che tendesse semplicemente a perfezionare il principio di pubblicità o potesse essere considerato dotato di una sua autonomia applicativa .

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AUGUSTA / A CHE SERVE LA BIBLIOTECA COMUNALE SE GLI ALUNNI NON LA POSSONO FREQUENTARE? – di Giorgio Càsole

Di pomeriggio è aperta solo un giorno a settimana. Il sabato è chiusa

biblioteca comunale AugustaAUGUSTA. Nella mia qualità di docente di lettere al liceo Mègara  (quindi, docente anche di Storia), decido di assegnare ai miei alunni una ricerca sulla recente storia di Augusta, dall’Unità d’Italia  ai nostri giorni.  D’accordo con gli alunni, viene stabilita la durata del tempo necessario, compatibilmente con gli impegni curriculari. I ragazzi sono ormai abituati a trovare tutto in Internet. Così non è. Nella rete si trova moltissimo, ma non tutto. Qualcuno deve pur depositare nel fondo ciò che altri possono portare a galla. Fuor di metafora, è indispensabile che ci sia qualcuno che deve pur digitare i testi e scannerizzare foto e documenti se si vuole che altri possano attingervi, nel rispetto della deontologia professionale e con l’onestà intellettuale  di citare le fonti e gli autori. Per abituare gli alunni a compiere una piccola, ma seria e documentata indagine, e per appassionarli agli argomenti di casa nostra, avevo assegnato la ricerca prima delle vacanze natalizie. Al rientro, i ragazzi mi informano che in Internet c’è poco o nulla.

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Palmiro Prisutto: “Angelo Moratti, primo inquinatore”

prisutto cancroAUGUSTA – Don Palmiro Prisutto, il battagliero  arciprete della chiesa madre di Augusta, che da un anno circa è tornato a far parlare di sé e della sua lotta contro le industrie del petrolchimico. ha avversato la manifestazione per ricordare Angelo Moratti sin dal primo lancio delle agenzie, esortando chi lo segue dalle pagine di Facebook a boicottare la manifestazione e sottolineando che tale manifestazione dev’essere considerata una vergogna, un affronto per la città che patisce centinaia e centinaia di morti per tumori. Anzi, lo stesso giorno della manifestazione, Prisutto ha pubblicato  un  preciso atto di accusa contro Angelo Moratti definito il “primo inquinatore” e  ironizzando, quindi, sulla consegna della targa alla memoria. La targa bisogna darla alla memoria dei morti.  La posizione di don Palmiro è stata sposata in pieno da Gaetano Guzzardi che ha reso pubblica la sua condivisione: Chi non conosce don Palmiro Prisutto, oggi parroco della chiesa Madre di Augusta, sino a qualche mese addietro a Brucoli,  non conosce le sue battaglie di anni contro l’inquinamento in una delle aree più critiche e segnate dall’industrializzazione degli anni 50-60, il petrolchimico, il primo impianto del quale nasce proprio ad Augusta nel 1949, la Rasiom, a opera di Angelo Moratti.  Quel Moratti padre di Massimo Moratti (ex presidente dell’Inter) che sabato 17 gennaio ha ricordato la figura paterna, e che in suo nome ritira la targa che un periodico siracusano gli attribuisce quale “Capitano d’Industria”, alla presenza delle massime autorità cittadine e provinciali. A quella cerimonia non ci sarà don Palmiro Prisutto, e non ci saremo neanche noi che condividiamo le sue battaglie contro l’inquinamento e le sue denunce, così come quelle di questi anni del mondo ambientalista nei confronti non solo di una classe dirigente disattenta, ma anche contro una classe imprenditoriale che ha fatto finta di niente preferendo i profitti alla salute della gente. Per don Prisutto, che ogni 28 del mese nella sua chiesa, durante la celebrazione della Messa, legge i nomi dei tanti morti per tumore proprio a causa dell’inquinamento industriale (l’elenco è arrivato a oltre 700 nomi e cresce ancora), quell’omaggio e quella targa suonano, infatti, come una offesa alla memoria di queste morti, vittime innocenti di una industrializzazione cieca. Un’industrializzazione, lo ricordiamo, legata, in particolare, alla raffinazione petrolifera, che oltre a rappresentare l’abbandono delle campagne, e quindi del comparto agricolo, nello stesso tempo, ha portato alla distruzione di uno dei più belli e suggestivi tratti di costa del siracusano, precludendone ogni investimento turistico. Una risorsa naturale, “che il buon Dio ci ha donato”, direbbe don Prisutto, che sarebbe potuta diventare anche risorsa economica “sostenibile e senza scadenza”  per le popolazioni di questa vasta area che, al contrario, il sistema politico del tempo catapultò, sacrificandola, a un percorso di industrializzazione “a tempo” e, cosa più grave, “inquinante”, che,  dopo i primi decenni felici (reddito +12% – occupazione +7% – mentre l’agricoltura moriva), già dagli anni ’80 ha incominciato il percorso in discesa, lasciando nel territorio, oltre che disoccupati, lo spettro dei tumori, delle malformazioni prenatali, e tanti morti. Perché nel frattempo, in quell’area, oltre al petrolio, negli anni, si sono aggiunti anche altre produzioni, da quelle chimiche all’eternit. Il tutto favorito, oltre che dall’insensibilità delle stesse industrie, anche dalla totale assenza di norme e leggi a tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni. Basti pensare che solo a ridosso degli anni ‘80 incominciano a nascere le prime leggi (la legge Merli è del 1976), e con esse le denunce, mentre si rafforza la coscienza ambientalista che porterà nel 1990 (meglio tardi che mai) l’area industriale siracusana ad essere dichiarata “ad alto rischio di crisi ambientale” in un territorio già, tra l’altro, “al alto rischio sismico”. Bonifiche, neanche a pensarne, nonostante nel 1995 (a quasi 40 anni dal primo insediamento) viene emanato il DPR riguardante unpiano di disinquinamento del territorio della provincia di Siracusa-Sicilia orientale”. Anche di recente, nel 2008, come è stato ricordato proprio dalle polemiche di questi giorni tra Ministero dell’Ambiente e la Regione Sicilia, viene firmato l’accordo per le bonifiche con un piano di circa 800 milioni di euro che oggi il ministro  Gian Luca Galletti ci dice che per 677 milioni si trattativa di somme programmate, ovvero virtuali, da cercare, mentre per il resto l’impegno è congiunto tra Ministero e Regione. Il problema sta nel fatto che il Ministero ha versato la sua quota, 50 milioni di euro, per i primi interventi, mentre della quota della Regione Sicilia, ormai al collasso e sempre più vicina al “fallimento”, neanche l’ombra. E c’è da credere che ancora una volta sfumeranno le speranze di assistere alle bonifiche, così come alla riconversione eco-sostenibile di quel pezzo importante di territorio, per cui le popolazioni, e i siracusani tutti, chi sa ancora per quante migliaia di anni, continueranno a tenersi l’inquinamento, il  mare al mercurio, e morti. Quei morti che don Palmiro Prisutto continuerà a contare ogni 28 di mese durante la celebrazione della Messa per non farne morire anche la memoria.

Massimo Moratti, “Mi offende l’accusa fatta a mio padre, uomo geniale e dall’umanità debordante”

Massimo MorattiAUGUSTA – Appariva davvero commosso Massimo Moratti, commosso, ma non frastornato perché abituato alla ressa di fotografi e di tifosi. Gli abbiamo posto alcune domande,  dopo l’estenuante richiesta di autografi e di foto, di foto, soprattutto. Moratti non ha mai perso né l’aplomb né il sorriso. Cosa ci dice di suo padre? “Mio padre diceva che per lavorare bene il lavoratore deve stare bene e sono certo che se  fosse vissuto oggi avrebbe fatto tutto il possibile per rendere sicuro l’ambiente e la salute dei lavoratori. Mio padre è stato un genio, ha visto molte cose prima degli altri, ma è stato anche un uomo dalla debordante umanità l’umanità che oggi qui  vedo testimoniata da quei lavoratori anziani che hanno lavorato e anche discusso con lui.” Qualcuno ha definito suo padre il primo inquinatore di questa zona. Si sente offeso a sentire quest’accusa? “Guardi, il senso di colpa c’è, non posso negarlo, però, sì, mi sento offeso, perché all’epoca di mio padre non solo non si capiva niente di problemi ambientali,  non c’era neppure la legislazione al riguardo, ma sono certo  che mio padre non avrebbe lasciato niente d’intentato per evitare danni  all’ambiente e ai lavoratori.” Pensa che un giorno non lontano le industrie abbandoneranno il nostro sito? Non credo. Il petrolio servirà ancora per molti anni, ma poi, qui, dopo la Rasiom, sono venute quaranta industrie che appartengono a vari gruppi e non credo che troveranno presto un accordo comune.

G. C.