UN ACCORATO APPELLO DEL DOTT. GIUSEPPE D’ONOFRIO: “SI NEGA IL DIRITTO DI ACCESSO ALLE CASE DEI RESIDENTI INVALIDI AL CENTO PER CENTO”

AUGUSTA, VIA MARINA DI LEVANTE O VIA DI MARINA FRANANTE?

29391768_1011328715687442_1816415601_oAugusta. Prima ancora che si insediasse l’attuale amministrazione comunale penta stellata, per un quinquennio il tratto di collegamento fra la Via Xifonia e la Via Marina di Levante è stato transennato per anni, a causa dell’incombente pericolo di frana. Poi furono compiuti i lavori di consolidamento, ma per poco e di nuovo il transennamento che, dura ormai da un biennio, come ci ricorda in una nota indirizzata a noi il lettore Giuseppe d’Onofrio, medico radiologo, che sottolinea: “Sono ormai trascorsi due anni dal transennamento a causa del continuo franare anche di questo tratto di pendici del golfo Xifonio, nell’indifferenza che si potrebbe ormai ritenere colpevole e non più giustificabile dell’amministrazione Comunale 5 Stelle. Tutto ciò nonostante le continue richieste di interventi dei residenti e di associazioni cittadine, per impedire danni ambientali ingravescenti e incidenti che purtroppo si stanno ormai verificando sempre più spesso. Interventi inizialmente semplici, ma nel tempo sempre più complessi e costosi, che impediscono allo stato attuale il diritto all’accesso alle abitazioni di residenti, anche con invalidità del 100 x100. Le pendici di levante sono, a prescindere dei diritti di chi paga le tasse, un patrimonio della città. Lo scarica barile degli uffici competenti   adducendo scuse di ipotetiche altrui competenza, ma forse purtroppo, di mera incompetenza, stanno ormai raggiungendo il limite di una ragionevole pazienza.
Sicuro dell’onestà morale come importante strumento di informazione della nostra Città, porgo a questa cortese direzione i mie più sinceri, saluti in attesa di un vostro riscontro. Giuseppe d’Onofrio”.

 

IL FOTOGRAFO AUGUSTANO PETRACCA ESPONE A GIARRE

Il racconto per immagini che già aveva avuto successo al Circolo Unione

29391507_1011692425651071_2020721866_oAugusta. Dopo la mostra al Circolo Unione di Piazza Duomo, il fotografo di Augusta Enrico Petracca ci ha riprovato. Lo ha fatto nella sede dell’associazione “Foto per passione” di Giarre, in cui, come al Circolo Unione ha messo in mostra il suo acconto fotografico dal titolo “Recisa”: 40 scatti in bianco e nero, in cui viene ritratta una coppia di cui l’autore si è servito per raccontare la drammaticità del fenomeno della violenza sulle donne e dei casi di “femminicidio”. Le foto viste in sequenza compongono un racconto al quale Petracca ha dato due finali: uno tragico, in cui la donna muore ammazzata, e uno di speranza in cui la protagonista si salva, riesce a non farsi “recidere”, ponendo fine a ogni forma di abuso sul suo corpo e sulla sua anima. La mostra è divenuta un progetto “itinerante” realizzata grazie alla collaborazione tra Petracca e le volontarie del centro antiviolenza, NESEA di Augusta, che opera quotidianamente nel territorio per fornire aiuto, supporto, nonché assistenza legale alle donne che denunciano maltrattamenti. La presentazione di “Recisa” ha avuto inizio con i saluti del presidente dell’associazione “Foto per passione” Angelo Spina, seguito dagli interventi della past-president della sezione “Fidapa” di Giarre, Anna Castiglione, e del direttore artistico dell’associazione Naxos Lege, la netina Marinella Fiume, entrambe docenti. La Castiglione ha esposto un interessante excursus storico-legislativo relativo al tema delle battaglie e conquiste sul fronte della parità di genere dal dopoguerra a oggi. La professoressa Fiume ha fornito un’interpretazione personale delle dieci foto esposte in sala. Attraverso le sue parole, le immagini hanno preso movimento attraverso un vero e proprio racconto che il pubblico e lo stesso autore hanno seguito con molta attenzione. Nel corso della serata, moderata dalla giornalista Cecilia Càsole, è intervenuta la presidente dell’associazione Nesea di Augusta, Stefania Caponigro, che ha illustrato le principali attività svolte dal centro antiviolenza, sottolineando l’importanza delle campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere e ricollegandosi ai dati allarmanti dei casi di femminicidio a livello nazionale e dei numerosi casi di maltrattamenti sulle donne registrati a livello locale.

     M.S.

AUGUSTA, LA DIVERSITA’ DEI PORTI COSTITUISCE UNA RICCHEZZA – di Cecilia Càsole

Convegno del Rotary a Palazzo di città sui porti di Augusta e Catania

29251216_1011489742338006_1625908558_oAugusta. Com’era intuitivo, nel salone di rappresentanza del Palazzo di Città, nella conferenza sui porti di Augusta e Catania, venerdì 23 marzo, il presidente Andrea Annunziata, dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) di Augusta-Catania, sostanzialmente, non ha detto nulla di nuovo rispetto a quanto riferito, appena qualche giorno fa, nella medesima sede, ai rappresentanti della stampa locale, rappresentanti ai quali ha rivolto un accorato appello perché collaborino con l’Adsp perché l’Europa ci guarda e monitora tutto quello che accade. Annunziata ha riferito che, tempo addietro, quando egli governava l’Autorità portuale di Salerno, trovandosi in una sede europea gli mostrarono un servizio pubblicato “su un giornale che a Napoli vende dieci copie” in cui si vedono gli agenti della DIA in area portuale; un’immagine del genere, ha sottolineato Annunziata, procura danni per lo sviluppo. Un appello simile ha rivolto agli ambientalisti, messi sul chi vive per il ventilato progetto di un deposito di gas metano o GNL.  “In questo momento nel mondo si stanno costruendo trecento navi di oltre trecento metri e vanno a GNL”, ha precisato Annunziata, che ha rassicurato ambientalisti e no, che “la modernizzazione delle nostre sedi si può fare, così come si possono coniugare ambiente e sicurezza facendo business” e ha rassicurato i giovani che ci può essere un futuro nell’industria del porto, perché “noi siamo imprenditori, pubblici imprenditori, con i vincoli che derivano dall’essere pubblici, ma abbiamo il dovere di creare lavoro”, una vera e propria pronuncia di “captatio benevolentiae” questa di Annunziata che ha  rivendicato le sue radici meridionali e ha sottolineato che i meridionali al nord  dimostrano pienamente le proprie capacità, che devono essere messe al servizio del sud,  per creare sviluppo in questo territorio della Sicilia orientali che non ha eguali in tutt’Italia:  le diversità del porto di Catania dentro la città e del porto di Augusta fuori della città, sono una ricchezza anche perché questo territorio è “una miniera da esplorare”,  “è una terra vergine”,anche se, ovviamente non mancano le difficoltà, ma se anche le difficoltà sono elevatissime non lo sono mai tanto da superare l’ingegno umano, ha ripetuto più volte durante la conferenza, preceduta dai saluti del presidente del Rotary, Romano, e del sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, la quale ha fatto una semplice notazione, quando ha detto che “Augusta è una città problematica”. Annunziata ha informato l’uditorio d’essersi recato a Miami, in Florida, la città più importante al mondo per il settore crocieristico, come rappresentante d’un’Adsp che unisce due porti: quello di Catania, dove già attraccano le navi da crociera e quello di Augusta dove potrebbero attraccare.  Durante il suo soggiorno negli USA, Annunziata si è sentito porre dagli imprenditori non domande sul paesaggio ma sulle cosiddette ZES, le zone economiche speciali, quale potrebbe essere quella di Augusta-Catania e che il governo deve ancora individuare. Annunziata ha pure fatto riferimento a Malta, storico concorrente della Sicilia orientale, rassicurando il folto pubblico che “non siamo in competizione con Malta, la vera concorrenza ci viene dal nord Africa, Malta anzi vuole collaborare con noi, cerca spazio e noi della Sicilia orientale l’abbiamo”. L’altro relatore, Davide Fazio, agente marittimo, presidente della neonata Unionports, con associate  aziende che operano nei porti di Augusta-Catania e di Siracusa, è stato piuttosto critico quando ha affermato che “il porto di Augusta può essere considerato una banchina con delle bitte” e quando ha ricordato che “per quanto riguarda la via della seta siamo indietro di trent’anni” e, quasi in dissenso con Annunziata, ha detto che “la vera ricchezza c’è quando una nave può scaricare e caricare anche nei luoghi più impensati” e ha auspicato che “noi dobbiamo fare cose che gli altri non fanno, per esempio fare depositi di oli vegetali”.