L’Holodomor è una parola ucraina che significa letteralmente “infliggere la morte mediante la fame”. È appunto, ciò che accadde negli anni 1932-33 e – ancora prima negli anni ’20 – e che provocò la morte, per inedia, di un’ampia parte della popolazione. Provocata dal regime sovietico di Stalin, l’Holodomor è una delle stragi più imponenti della storia e uno dei crimini più grandi e efferati che si consumano in Europa nella prima metà del Novecento. Questo crimine commesso contro il popolo ucraino, ma a tutti gli effetti contro l’umanità, come stabilito dal Parlamento Europeo nel 2008, è stato organizzato e realizzato nel clima totalitario del Cremlino di quegli anni, allo scopo di sottomettere la popolazione ucraina rurale. In particolar maniera, nel 1932 e nel 1933, viene effettuato il vero e proprio sterminio per fame: per piegare i contadini al volere di Mosca, tutti i generi alimentari, compresi gli animali con cui gli agricoltori potevano sfamarsi, vennero requisiti. E allo stato, rappresentato da un Cremlino fermamente deciso a far morire di fame la popolazione, vi fu l’obbligo di cedere tutto il grano prodotto. Se si considerano i numeri, l’Holodomor è una strage dalle proporzioni spaventose. Sul fronte del repertorio fotografico e documentaristico giunto fino a noi, sono raccapriccianti le immagini che ritraggono corpi scheletrici di bambini, donne e uomini, altrettanto spaventose le testimonianze che raccontano le disumane condizioni di un numero infinito di civili che muore consumato nell’impotenza e nell’inedia, vittima di un disegno politico agghiacciante. La tragedia che si è consumata era qualcosa di mostruoso, ma come tutte le grandi tragedie, in un’epoca in cui la voce degli ultimi era inesistente, la stessa veniva negata, o era comunque misconosciuta. Purtroppo in molte parti del mondo l’Holodomor ancora oggi è una pagina di storia ignota e, pur se nel tempo 16 paesi hanno firmato per riconoscere il genocidio, molti ancora non hanno coscienza di questa ulteriore strage voluta da Stalin. L’Italia non è fra gli stati che ad oggi riconoscono il genocidio, però in questa triste vicenda il Paese ha un ruolo piuttosto importante. E’proprio il Console italiano a Kharkov, Sergio Gradenigo, a raccontare per primo all’Occidente la tragedia seminata dal comunismo in Ucraina. Questa testimonianza è riportata nel volume “Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina nei rapporti diplomatici italiani 1923-33”, pubblicato dal professor A. Graziosi. L’invito per l’Italia è quello di unirsi a tutti gli stati, ultimi in ordine di tempo gli USA e il Portogallo, per riconoscere il genocidio ucraino. Come sostiene l’Ambasciata Ucraina in Italia, “L’Holodomor non può essere una pagina di storia dimenticata, occorre rimuoverla dall’oblìo per indicare all’alternarsi delle generazioni, quella lezione di storia che serve a formare la coscienza dei popoli, al fine di riconoscere il male, difendere la pace, rafforzare la solidarietà internazionale e difendere la giustizia e la libertà”.
G.I.