La signora Contrafatto sostiene che inviare i reflui di Augusta all’Ias “è una opzione non fattibile in quanto i progetti finanziati dal Cipe prevedono la costruzione di un depuratore comunale e allacciarsi a un depuratore privato, facendo un’operazione diversa, costituirebbe un reato di distrazione dei fondi. Inoltre per qualsiasi altra soluzione sarebbe necessario ripartire da zero con un ulteriore allungamento dei tempi”. È opportuno qui obiettare che sottrarre dalla progettazione e dalla realizzazione la parte relativa alla depurazione autonoma, e lasciando solo la collettazione e la parte fognaria, che in ogni caso debbono essere progettate e realizzate, significherebbe accorciare di molto l’iter e si risparmierebbero parecchi fondi pubblici. D’altronde la stessa Commissaria riferisce che “uno studio preliminare di fattibilità a costo zero la giunta commissariale l’ha fatto“, nei termini di una “indagine visiva“ e “deve essere intanto studiato l’esistente, quindi bisogna capire se questo esistente deve essere eliminato, modificato o va potenziato, aggiungendo qualcosa in più“.Sarebbe stato sicuramente interessante e dirimente un cenno della signora Contrafatto al costo di trattamento reflui, che graverà per intero sui cittadini ed elencare il numero dei depuratori comunali siciliani chiusi, purtroppo, per inefficienza di conduzione. In merito a questo argomento mi risulta che i comuni di Priolo e Melilli, quali soci e utenti IAS, pagherebbero annualmente € 14.200 ciascuno, mentre Siracusa, essendo solo utente, paga € 0,30 per mc conferito, prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, che si aggira su € 1 per mc. Se lo stesso trattamento economico venisse applicato alla depurazione dei reflui di Augusta all’IAS, il costo sarebbe sicuramente di molto inferiore a quello che si pagherebbe nel caso del depuratore tutto per Augusta. Dopo un trentennio l’impianto Ias continua ad assolvere il delicato compito di gestione dei reflui di industrie e Comuni a esso allacciati e una considerazione mi vien da fare, se il depuratore Ias dovesse chiudere per vetustà e mancanza di interventi strutturali, cosa succederebbe alle industrie e ai Comuni che attualmente lo usano? Scaricherebbero direttamente a mare come attualmente fa Augusta? E’ così che si pensa di proteggere l’ambiente? Non sarebbe opportuno che i soci pubblici Ias finanziassero gli interventi di cui sopra? Sono in ogni caso convinto che finanziare la ristrutturazione costerebbe molto meno che costruire un nuovo depuratore destinato a un solo ente, Augusta. Alla sindaca Cettina di Pietro, alle consigliere e ai consiglieri comunali rivolgo l’invito a interessarsi da vicino della problematica, a ponderare bene l’argomento e a non sottovalutare la questione dei costi che verrebbero scaricati sui cittadini nel caso si facesse una scelta dispendiosa e poco oculata.
Luigi Solarino