AUGUSTA/ANCORA COLPI TO IL PORTICCIOLO TURISTICO XIFONIO – di Giorgio Càsole

Una nuova mareggiata ha colpito l’erigendo porto turistico che sta sorgendo sul golfo Xifonio.. Lo  scorso anno, di questi tempi, la mareggiata fu più violenta e provocò danni ingenti alla società  privata che si è  assunto l’onere di dotare Augusta di un porticciolo turistico, com’era nei desideri e nelle aspettative oltre vent’anni fa. Mentre a Avola si dibatte per realizzare un porticciolo  per attirare i diportisti, ad Augusta, pur dopo mille traversie burocratiche e  tra le intemperanze della natura, faticosamente si sta proseguendo un progetto che potrebbe rappresentare un’inversione di tendenza per questa città.

Alfio FazioAugusta.  Càsole – Chi meglio di Alfio Fazio (nella foto), procuratore della Comap, un’azienda che da anni opera in campo portuale, amministratore unico della società “Porto Xifonio Augusta”, può parlarci del lungo iter che solo da un anno è diventato concreto per la realizzazione di un porticciolo turistico  in Augusta? Fazio:“Vent’anni fa, nel 1996, con mio fratello Carlo e altri due soci, costituii una società per acquistare un palazzetto civile degradato in Via Epicarmo, il palazzo Zuppello, e, in Via Xifonia, nell’area retrostante al palazzo Zuppello, un palazzetto, altrettanto degradato, prospiciente il golfo Xifonio, che era stato sede, molti anni fa, di una scuola media. Dopo vari tentativi, riuscimmo nell’impresa. L’ambizione non era soltanto quella di trasformare i due edifici in albergo. L’ambizione era maggiore. Era quella di realizzare un’impresa di quelle che si vedono nel nord, in Liguria, a Portofino, o in altre isole straniere, per esempio Malta. L’ambizione, cioè, era quella di realizzare un porto turistico attrezzato per diportisti nella cala del Carmine, nei pressi di contrada Badiazza, in un’area praticamente abbandonata, da poter far rifiorire con le nostre risorse, senza chiedere alle finanze pubbliche, spinti da un legittimo desiderio di investimento, ma, anche, mossi da un attaccamento alle nostre radici, alla nostra terra.” Càsole-C’è stata, dunque, una motivazione ideale alla base di questo progetto? “Certo. Siamo di Augusta e abbiamo voluto investire su e per Augusta perché crediamo che Augusta non debba essere ricordata come una città dalla fama negativa. Con il porto turistico, che in passato altri avevano solo sognato di poter realizzare, noi pensiamo che, almeno durante la bella stagione, i diportisti contribuiranno a un’inversione di tendenza. Quello di Augusta, è vero, potrebbe essere considerata un porto di transito, ma potrebbe anche rappresentare un’occasione di rilancio di un’economia nuova, basata sulle cose da vedere: non dimentichiamoci che Augusta ha fortificazioni nel porto che potrebbero essere visitabili a pagamento, che si potrebbe attrezzare un molo nell’ex idroscalo per poter visitare l’hangar per dirigibili e il suo grande parco, non dimentichiamoci delle zone umide rappresentate dalle ex saline, che potrebbero essere un’attrazione per naturalisti e fotoamatori, non dimentichiamoci dei fiordi di Brucoli, unici dalle nostre parti, senza citare il castello svevo, che domina l’isola, e il castello aragonese di Brucoli. Vorrei precisare che nel Piano Regolatore Generale era previsto un porto turistico in area contrassegnata dalla lettera F, cioè strutture alberghiere. Càsole-Quindi, il progetto era facilitato? Fazio:“No. Nel novembre ’98, assistiti da alcuni tecnici palermitani specializzati nel settore delle opere marittime, presentammo un primo progetto, che prevedeva tre pontili e un frangiflutti galleggiante di costo elevato, ma indispensabile. Pensavo potesse avere un iter veloce, nel giro di qualche anno come per altri pontili, con la precisa idea, però, di acquisire la concessione dell’area e modificare successivamente il progetto, non appena la Regione siciliana avesse recepito il decreto del governo nazionale denominato Burlando sui porti turistici.”  Càsole-Che successe dopo? Fazio: “I burocrati dell’Assessorato regionale territorio e ambiente (Arta) mi avevano letto nel pensiero. Considerarono il pontile, anche se galleggiante, come un vero approdo turistico. Perciò, chiesero il rilascio di ben ventidue pareri di altrettanti enti, compresa la Soprintendenza. Ottenute questa miriade di autorizzazioni, nel 2004 si ottenne la concessione per la realizzazione del progetto che prevedeva il galleggiante.”

Càsole-Come mai, allora, non iniziaste i lavori? Fazio: “Il decreto Burlando non era stato recepito dalla Regione Siciliana. Nello stesso periodo ai sensi dell’art 24 del Regolamento per l’esecuzione del Codice di Navigazione (RCN) fu presentata la variante al progetto che consisteva nella variazione del frangiflutti galleggiante in una struttura fissa con tetrapodi. Nel frattempo perdiamo due soci che, giustamente, non si sentirono di proseguire l’odissea. Rimanemmo mio fratello e io. La fortuna non sembrava essere dalla nostra parte. La variante fu ritenuta modifica sostanziale al progetto e, pertanto, fu imposta la ripresentazione del progetto stesso agli uffici di competenza. L’iter autorizzativo richiese tempi di gran lunga superiori, giacché ai ventidue pareri si aggiunsero la Valutazione ambientale strategica (Vas), in quanto area a elevato rischio di crisi ambientale, nonché il parere della Soprintendenza del mare e del settore verifica all’interno dell’Arta. L’Assessorato, per bocca della funzionaria Antinori, stabiliva che ‘i porti turistici si fanno se sono di alto livello, paragonabili ad alberghi a cinque stelle, dotati, quindi, dei relativi servizi per l’utenza.’ E’ necessario avere parcheggi-auto pari al sessanta per cento dei posti barca, per cui si rende necessario il riempimento della battigia, soluzione non gradita.” Càsole-Non gradita agli ambientalisti? Fazio: “Non gradita nemmeno da noi, sempre riluttanti nel proporla. Comunque, la soluzione di ricoprire la battigia fu formalizzata con l’ennesima revisione del progetto. Progetto che, però, rimase bloccato, per circa diciotto mesi, dalle varie istituzioni, poiché si sosteneva che tale soluzione avrebbe comportato la distruzione di circa cinquemila metri quadri di poseidonia (un tipo di alga che si deposita sulle spiagge). Grazie alla consulenza di un biologo dell’università cdi Palermo, il prof. Calvo, dimostrammo che soltanto lo 0,07 per cento della poseidonia presente nel golfo Xifonio poteva essere compromessa. Trascorsi sei-sette mesi, si giunse a una mediazione, che si tradusse in un’ulteriore modifica del progetto. La modifica prevedeva l’eliminazione dei frangiflutti in tetrapodi e l’inserimento delle palancole, con un impatto sul fondale tre volte inferiore, ma con costi superiori: sei milioni in più. Finalmente, si ottiene l’approvazione del progetto definitivo degli uffici competenti. Però, per la consegna delle aree passano ancora due anni, durante i quali assistiamo alle dimissioni del presidente della Regione, Lombardo, e all’elezione del successore, Crocetta. Infine, abbiamo dovuto attendere la concessione da parte del Comune all’inizio delle attività per le opere sulla battigia e di Marifari per le opere a mare.” Càsole-Un sogno lungo sedici anni. Le attività hanno preso l’avvio il 13 luglio 2015, ma la natura si è accanita per ben due volte, distruggendo il manufatto, con un sovrappiù di spesa, ma voi non vi siete abbattuti. Alla fine dell’odissea burocratica e delle intemperanze climatiche, come sarà strutturato questo porto, che potrebbe essere paragonato a quello di Marina di Ragusa? Fazio: “Il porto è stato progettato per 291 posti barca e 175 parcheggi. Sulla parte nord l’officina navale con “travel-lift”, un elevatore per portare in secca le imbarcazioni, sul braccio meridionale della banchina una piscina semiolimpica e un’area di ristoro,. il club-house, costituita da ristorante e circolo nautico.” Càsole -Il vostro porto occuperà un ampio specchio d’acqua? Fazio: “Il porticciolo – meglio definir lo così – racchiude il suo specchio acqueo sulla parte occidentale con la banchina di sopraflutto lungo circa 250 metri e sulla parte settentrionale con la banchina di sottoflutto lungo circa 15 metri. A protezione delle banchine è previsto un muro paraonda che si innalza dalla banchina di 3, 7 metri, con una geometria particolare sulla parte esterna del porticciolo tale da smorzare l’effetto delle onde sull’opera. Le banchine sono del tipo a palancole con caratteristiche antiriflettenti così da evitare l’agitazione delle onde provocata dal transito delle imbarcazioni, riducendo la diffusione dell’onda e le difficoltà alle barche ormeggiate. Sono presenti tre pontili del tipo galleggiante, tali da assicurare la libera circolazione delle acque all’interno del porticciolo e una certa adattabilità dell’offerta di ricettività alle caratteristiche mutevoli della domanda Inoltre, il porticciolo proteggerà i bastioni e le mura perimetrali del castello svevo aggettanti sul mare dall’impetuosità del moto ondoso.” Càsole -Il porto Xifonio sarà accessibile alla cittadinanza o solo ai diportisti e ai possessori di natanti?

Fazio : “Il porto turistico Xifonio darà l’accesso pedonale alla cittadinanza, che potrà usufruire dei servizi che lo stesso offre. La prospettiva è che quest’opera possa far fiorire il turismo in Augusta e, indirettamente, incrementare il commercio e il lavoro in questa città.”

 CHE COSA PENSA  IL  PORTO, COMANDANTE  ANTONIO DONATO, DEL NASCENTE PORTICCIOLO XIFONIO

-Comandante, come lei  sa, ad Augusta, nel golfo Xifonio, sta sorgendo un porticciolo turistico per opera di imprenditori locali. Secondo Lei, c’è la possibilità di modificare l’economia di questa città?  “Intanto, devo dire che un investimento del genere avrà avuto  uno studio di fattibilità. Ritengo che chi ha intrapreso  quest’iniziativa sia cosciente delle difficoltà, del “ritorno”. Io, comunque, sono favorevole al fare. Sono ottimista. Siamo vicini agli imprenditori. Li conosciamo. Sono imprenditori presenti nel territorio.  Ritengo che siano di stimolo per attività imprenditoriali ancorché minori. Un’infrastruttura del genere, come quella del porto Xifonio, presuppone non solo un investimento, non solo un guadagno, presuppone una crescita di quell’angolo di paese, ma anche una crescita della città, per essere  un’infrastruttura  rivolta a un’utenza medio-alta, a mezz’ora di distanza dall’aeroporto di Catania. E’ un’iniziativa che io plaudo, perché comunque bisogna dare alle cose il giusto valore. Chi ha investito ha fatto un salto nel buio, ha dimostrato coraggio. I tempi sono difficili. Io vedo bene questo porto turistico nel golfo Xifonio perché il diporto tutto ha bisogno di porti dedicati.  Oggi  nel sud-est della Sicilia i porti turistici si possono contare sulle dita di una mano, specie per quelle imbarcazioni che si attende ricevere. La città di Augusta deve crescere. Chi ci vive ha l’obbligo di farla crescere.”

G. C. 

AUGUSTA/ANCORA COLPI TO IL PORTICCIOLO TURISTICO XIFONIO – di Giorgio Càsoleultima modifica: 2016-10-13T11:24:41+02:00da leodar1
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