Le motivazioni che hanno comportato il ridimensionamento dell’ospedale di Augusta e la soppressione di alcuni reparti per taluni si possono ricondurre ai soli aspetti economici-amministrativi (tagli delle spese, vicinanza territoriale ad altri ospedali – Catania, Siracusa e Lentini – oppure politici =tacere sulla strage di Augusta in riferimento alle morti per cancro o malformazioni neonatali. La sanità ha dei costi, quini dobbiamo risparmiare. Ma risparmio, per i cittadini, qui significa alto tasso di denatalità; rinuncia ad esami diagnostici, rinuncia a comprare i farmaci necessari. Per lo stato risparmio significa tagli indiscriminati ….per il cittadino sofferenza, talora, inutile. Così Augusta, prima città della provincia, si è vista privare di unità operative importanti: ostetricia, ginecologia, pediatria, punto nascite. Per il punto nascite è più che legittimo sospettare che sia stata una manovra atta a tenere nascosto il gravissimo problema delle nascite dei bambini malformati. Meglio non sapere e non far sapere. Talune scelte politiche ed amministrative puzzano di asservimento al potente di turno indipendentemente se si tratti di un manager provinciale o del ministro per la salute. Ormai a livello internazionale è noto quanto alta sia ad Augusta e dintorni la percentuale dei decessi per cancro. Problema gravissimo, denunciato con grande forza, ma a cui uno stato incapace e vigliacco non ha saputo o voluto dare risposta. Mentre il sottoscritto ricordava nella messa del 28 gli 800 nominativi dei deceduti per cancro, una persona della nostra città che lavora nel campo sanitario mi ha riferito che, avendo uno di questi casi in famiglia, l’inquinamento ad Augusta non produce solo cancro ma anche malattie mentali. Da questa fonte, sicuramente attendibile, visto il lavoro che svolge, mi è stato riferito che i casi di questa malattia ad Augusta sono più di mille. Studi scientifici mettono in correlazione l’anidride solforosa con queste patologie. Ma allora qual è o quali sono le vere condizioni di salute di chi risiede o vive in questo territorio? Appare illogica, oserei dire criminale, ogni decisione di rimaneggiare l’ospedale di Augusta. È vero che la sanità ha dei costi, ma SALUS POPULI ad Augusta è veramente SUPREMA LEX? La questione ospedale di Augusta non è solo un problema tecnico, economico, amministrativo, politico: È INNANZITUTTO UN PROBLEMA ETICO. Se da un lato si minimizza sui rischi e si rimaneggia l’ospedale attuale, Augusta, per altre logiche politiche, ecc., anziché vedere le bonifiche, che darebbero certamente lavoro, ha visto arrivare nel suo porto il pet coke dagli Stati Uniti, il polverino di Taranto, rottami ferrosi da chissà dove. Se il pet coke da rifiuto per decreto è diventato combustibile per la cementeria … ma in America non ci sono cementerie? Se il polverino dell’ILVA di Taranto per l’ASP di Siracusa è innocuo perché si è scelto di portarlo nel nostro territorio che di rifiuti ne ha già abbastanza? Ovviamente non trascuriamo l’arrivo e il transito dei carichi di esseri umani. Stranamente in questa occasione lo stato si ricorda che esiste il porto di Augusta. Ad Augusta, non solo andrebbero riaperti tutti i reparti già chiusi, ma per la logica di essere stati riconosciuti non solo come area a rischio ma anche come “territorio martoriato” dovrebbero nascere strutture o unità sanitarie pubbliche come oncologia (seria), ortopedia, centro ustioni, (quello che in sintesi si potrebbe chiamare medicina da catastrofe) in quanto – nella speranza che non accada mai – il nostro territorio in fatto di rischi non è secondo a nessuno né in Italia né in altre parti del mondo. Certo, la sanità ha dei costi, ma è pur vero che dallo sfruttamento di questo territorio hanno guadagnato sia le varie aziende sia lo stesso stato che oggi ci nega non solo il diritto alla salute, ma anche il diritto alla prevenzione ed alle cure. A mio avviso, i “tecnici della nostra salute” dai medici agli infermieri, dagli impiegati agli sportelli fino al massimo dirigente provinciale, eticamente hanno degli obblighi anche nei confronti delle più alte istituzioni: in certe sedi siracusane, palermitane e romane hanno il dovere di dire NO a certe decisioni quando si tratta di Augusta, anche mettendosi contro i propri superiori gerarchici o datori di lavoro. Dal punto di vista del cittadino non si è bravi quando si risparmia sulla spesa sanitaria: in questo caso chiudendo gli ospedali si allargano i cimiteri. Si è bravi quando si salva la vita ai cittadini offrendo un servizio garantito dalla carta Costituzionale. A qualcuno di quelli che sono alla guida delle strutture sanitarie della nostra provincia è mai venuto in mente di chiedere alle aziende del petrolchimico un doveroso contributo per la copertura delle spese sanitarie in quel territorio che esse hanno devastato? E lo stesso stato centrale che dai prodotti petroliferi usciti dalle raffinerie di Augusta ricava con le accise almeno l’equivalente di una “legge di stabilità” non potrebbe restituire quanto serve agli abitanti di questa città per farli vivere con la dignità di esseri umani? Certamente è più producente per le aziende del polo petrolchimico sponsorizzare squadre di calcio, calcetto, basket ed altro piuttosto che un ospedale legato alle patologie del territorio, pur da esse stesse provocate. Speriamo che dopo la chiusura dell’ospedale non ci facciano fare anche la fine di Marina di Melilli..
Sac. Prisutto Palmiro
AUGUSTA, PRISUTTO: “LA SALVEZZA DEL POPOLO E’ LA LEGGE SUPREMA”
AUGUSTA, PRISUTTO: “LA SALVEZZA DEL POPOLO E’ LA LEGGE SUPREMA”ultima modifica: 2016-06-09T17:31:22+02:00da
Reposta per primo quest’articolo