Il romanzo d’esordio di Giorgia Lo Re presentato al pubblico di Augusta
AUGUSTA. “L’età adolescenziale è considerato il periodo più critico della vita umana. Gli adolescenti di oggi vivono nella bambagia. I ragazzi di oggi non sanno che cosa vuol dire fare sacrificio”. Chi non ha mai sentito affermazioni del genere alzi la mano. Non c’è dubbio che gli adolescenti odierni tendono a un’omologazione più definita che non cinquant’anni fa. Pier Paolo Pasolini fu profetico in questo. Ma le reazioni verso il mondo degli adulti, i sentimenti provati verso i coetanei, le crisi di identità che si attraversano in questo delicato periodo dell’esistenza quasi certamente hanno avuto e avranno caratteristiche simili. Il sentimento di attrazione verso qualcuno, che ci fa provare palpitazioni, ansie, ma anche esaltazioni o delusioni, è quello che può essere considerato eterno. Può essere descritto in vari modi. In questi ultimi anni ci sono stati autori, come Federico Moccia (diventato persino regista), che hanno fatto una vera fortuna con i loro libri sugli amori adolescenziali: “Tre metri sopra il cielo” può essere considerato il capostipite di questo filone. Altri autori si sono affermati in quest’area. Pensiamo a Alessandro D’Avenia e a Federica Bosco. Li citiamo anche perché sono i modelli di riferimento d’un’adolescente augustana, ancora studentessa al liceo linguistico, che, da lettrice accanita dei libri di questi autori, è diventata, nel giro di un anno, ella stessa un’autrice. Alla tenerissima età di quindici anni ha scritto un romanzo di oltre 180 pagine, “Le corde dell’anima” – fatto già assolutamente sorprendente -, ben costruito , con un linguaggio scorrevole, senza cadute di stile, con un intreccio coinvolgente, ma è riuscita anche a vederlo stampato, nero su bianco (altro che e-book) dall’editore Boemi di Catania, che l’ha presentato ufficialmente nella storica libreria Prampolini del capoluogo etneo, davanti a un pubblico coinvolto e interessato. Più coinvolto e più interessato, per via del fatto che era costituito per buona parte dai coetanei dell’autrice, il pubblico augustano che ha assistito, nella sala dell’associazione Quattro terzi, alla presentazione del libro a cura del prof. Giorgio Càsole, nostro storico collaboratore. Càsole ha esordito leggendo in gran silenzio, senza preamboli, la pagina iniziale del libro, che già rivela maturità di pensiero e di stile da romanzo davvero sorprendenti in una sedicenne; poi ha messo in luce i rapporti con l filone letterario ricordato sopra, ha parlato di “tensione narrativa” che non viene mai meno, ha sottolineato il “finale aperto” del libro, in cui non mancano i colpi di scena, con metafore e immagini da ricordare, come, per esempio, quando dice: “E senza di lui ero come la forchetta per il brodo. Inutile e insensata.” C’è stato chi, a sedici anni, aveva già scritto un romanzo: il francese George Simenon, il famoso autore del ciclo basato sul popolare commissario Maigret. Un George Simenon in gonnella ad Augusta? E’ presto per dirlo. Certo è che, come ha ricordato il prof. Càsole, Giorgia Lo Re è la quinta donna di Augusta che si fa conoscere per la pubblicazione di un romanzo. Le altre sono: Lia Fendes, con “vecchio balcone”, il primo ambientato, ad Augusta, (2002), Anna Maria De Martino, con “Aileen” (2006), Barbara Spucches, con “Nanciscor” (2012-2013), Giulia Gulino, con “Alice e il principe giallo”. E gli uomini? Diamo loro tempo.
Lina Solarino – Nella foto di Mariangela Scuderi, Giorgia Lo Re a fianco del prof. Càsole