Sofia Amoddio, compiaciuta, bacchetta Vinciullo e Vinciullo ironizza e ribatte
AUGUSTA. Nel momento in cui sembra scontato che sarà ad Augusta la sede dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale, si scatenano battibecchi politici o politico-elettoralistici fra deputati dell’area governativa. Si tratta di battibecchi alimentati a mezzo di comunicati-stampa che fanno il giro delle testate in rete o stampate dove, spesso, sono pubblicate con il metodo del copia-incolla, lasciando magari il titolo apposto dall’addetto del politico di riferimento, politico che può anche fidarsi della persona incaricata di redigere le dichiarazioni, tanto da non accorgersi di grossolani e, peggio, gravi, errori di italiano. Nel momento in cui scriviamo, non c’è ancora la certezza dell’ufficialità, ma la notizia corre sulla bocca dei maggiorenti politici di Catania, Messina e Siracusa. Le prime due città capoluogo sono già sede di un’Autorità portuale e nessuna delle due città, soprattutto Catania, che rientra fra le città metropolitane d’Italia, vuole essere privata della propria Autorità portuale. Nell’area siracusana, solo Augusta ha l’Autorità portuale, retta oggi dal commissario Alberto Cozzo, e Augusta ha l’unico porto della Sicilia orientale che risponde ai criteri previsti dalla legislazione europea e nazionale per essere considerato un porto “core”, cioè lo scalo marittimo che farà parte integrante della Trans European Transport Network, la rete che collegherà 94 scali marittimi europei. La legge nazionale che ha previsto il riordino delle Autorità portuali ha precisato che solo le città con il porto “core” potranno mantenere la sede dell’Autorità portuale. Nonostante tale precisazione, però, il governo nazionale deve ancora decidere per la Sicilia orientale , mentre ha deciso per la Sicilia occidentale e per il resto d’Italia. La ragione? Semplice. Augusta non ha certo la forza politica di Catania, con il suo sindaco Enzo Bianco, vicino al primo ministro Renzi, né di Messina. Quando si sono diffuse le voci, a causa anche delle affermazioni di un viceministro del governo, che davano per privilegiata Catania su Augusta e Messina, si sono attivate le forze politiche del siracusano, tanto che si sono registrate sedute di consigli comunali monotematici sull’argomento ad Augusta, Priolo e Melilli. Ad Augusta il deputato regionale Vincenzo Vinciullo, che qui si vede a giorni alterni, ha sostenuto che il governo non può violare la legge e la legge prevede, appunto, che la sede dell’Autorità portuale della Sicilia orientale dev’essere ad Augusta. Dopo il consiglio monotematico, il sindaco di Augusta, Di Pietro, per non essere scalzato da quello di Priolo, Rizza, primo amministratore ad aver difeso Augusta, organizzò in Piazza Duomo una sorta di sit in dei sindaci del siracusano e poi una trasferta a Palermo per perorare la causa davanti al ministro dei Trasporti, Del Rio, succeduto a Lupi, che aveva già predisposto la riforma e il riordino delle Autorità portuali italiane. Lupi, già in Forza Italia, è di quel partito, NCD, in cui milita Vinciullo, già AN, poi confluito in Forza Italia e nel PDL. Continua a leggere