PIERPAOLO PIAZZA, L’ENNESIMA GIOVANE VITTIMA DELLA STRADA AL “MONTE” DI AUGUSTA. SCRIVONO I SUOI AMICI

IMG_5764DCIM100GOPROAUGUSTA – Ci sono eventi che ci coinvolgono come comunità che possono essere piacevoli o spiacevoli. Quest’ultimi hanno da sempre innescato un dibattito pubblico che, in fondo, mantiene sempre la sua sostanza.  Non me ne vogliano i sostenitori del “anziché scrivere su Facebook, fate questo o quello” perché i social network sono semplicemente un altro modo del bisogno dell’uomo di condividere gioie e dolori, cose importanti e futilità, modo che in passato era il bar o la piazza e che ora è Facebook. Se pensate che questo non sia giusto, amici miei, non solo abbiamo scelto il social sbagliato ma il mondo sbagliato, la specie sbagliata. Diverso è il discorso, però, se si analizza il contenuto delle opinioni espresse in seguito a un particolare evento come quello che ha colpito la nostra comunità nelle scorse ore: la morte di Pierpaolo Piazza. Non voglio entrare nel merito di chi esprime il suo dolore o di chi critica chi lo fa pensando di essere la voce fuori dal coro. Ognuno reagisce a modo proprio. Non voglio nemmeno entrare nel merito di chi esprime la sua opinione e riceve critiche di strumentalizzazione politica o altro. Ognuno custodisce nel proprio cuore le intenzioni con le quali ha espresso il proprio pensiero.  IMG_8628Non voglio neanche entrare nel merito di chi si fa subito magistrato, decretando la responsabilità di una parte piuttosto che dell’altra. È troppo facile giudicare gli altri con severità quando non ci troviamo in quella particolare situazione. Quello di cui voglio parlare è il duplice atteggiamento che si ha davanti alla sofferenza: o ce la prendiamo con Dio o gli chiediamo aiuto.  Vedete, Pierpaolo, faceva parte, e in molti sensi lo fa e lo farà ancora, di un gruppo parrocchiale. Pierpaolo, prima di essere “l’ultimo ragazzo morto in un incidente” è un Cristiano. Ho conosciuto Pierpaolo quest’estate durante il campo estivo in Sila che la Parrocchia di Santa Lucia organizza ogni anno per tanti giovani. Sembra strano al giorno d’oggi ma il numero di ragazzi coinvolti al campo è molto alto, così si rende necessaria la divisione in squadre in modo da poter gestire al meglio la situazione e, soprattutto, in modo che nessuno venga trascurato. Pierpaolo per 10 intensi giorni ha fatto parte del gruppo di cui ero responsabile, “il gruppo Blu”, e ha vinto il campo in Sila come miglior campista.  Pierpaolo non era il miglior campista secondo le logiche del mondo, non era infatti il più bravo nelle attività, non era il più furbo, non era quello che se ne stava buono buono in un angolino, anzi! Pierpaolo, però, non si è mai tirato indietro quando si trattava di aiutare gli altri (anche quelli che venivano lasciati ai margini perché un po’ diversi), senza chiedere nulla in cambio. In quel suo modo semplice di fare nascondeva una sensibilità fuori del comune e si arrabbiava parecchio quando qualcuno rendeva le cose troppo complicate, anche se in realtà non lo erano. Nel momento in cui gli facevano notare la sua bravura, lui ci scherzava su, esasperando la situazione, come quando gli è stato assegnato in premio una Bibbia e un fischietto e ha iniziato subito a soffiarvi dentro, incurante del prete che glielo aveva appena consegnato, tra le risate di tutti. Non pensava di essere il miglior campista, credeva che avessimo sbagliato ad assegnargli il premio.  Pierpaolo avrebbe dovuto aspettare ancora molti anni per capire che il mondo stesso in cui viviamo è già una risposta densa di significato sul senso della nostra esistenza. Ma se il nostro unico “io” viene stroncato per sempre il giorno della morte, che senso ha la nostra intera vita? Dov’è Dio quando succedono queste cose? È questa la domanda che ognuno si pone con tutto se stesso in questo momento. Il popolo di Dio però, di cui Pierpaolo fa parte, crede che la morte non ha l’ultima parola. Non sappiamo perché Pierpaolo è morto, ma abbiamo la possibilità di fare un vero atto di fede. Abbiamo la possibilità di custodire l’amore che ci unisce a lui, impedendo alla morte di prendersi tutto.  L’oscurità della morte va affrontata con un più intenso lavoro di amore. Solo così possiamo impedire che ci avveleni la vita, renda vani i nostri affetti e ci faccia cadere nel vuoto più buio.  Non affanniamoci, quindi, di cercare spiegazioni a eventi che non ne hanno, soffocando così il presentimento che per il nostro cuore esista un infinito. Qualsiasi spiegazione può darci soluzioni ovvie all’apparenza, ma che non raggiungono il livello totale del problema. A te, Pierpaolo, dico Addio. Non dimenticherò mai il tuo sorriso, i tuoi occhi e la tua semplicità. Ovunque tu sia, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.

M.D.G. – nella foto di gruppo, nella fila davanti Pierpaolo Piazza è il secondo da sin. 

PIERPAOLO PIAZZA, L’ENNESIMA GIOVANE VITTIMA DELLA STRADA AL “MONTE” DI AUGUSTA. SCRIVONO I SUOI AMICIultima modifica: 2015-10-26T09:57:03+01:00da leodar1
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