Lepanto, 7 Ottobre 1571. Le radici cristiane dell’Europa nel 444° anniversario della vittoria della Lega Santa sull’Islam – di Giovanni Intravaia

Battaglia di LepantoNel corso dei secoli, a ondate successive, le armate islamiche  hanno condotto guerre, nell’intento di cogliere  la mitica mela rossa, che nel loro immaginario collettivo simboleggia Roma. Per impedire la conquista di questo obiettivo, la cristianità affrontò vittoriosamente, per terra e per mare, grandi battaglie a Poitiers e a Lepanto  e sostenne i lunghi assedi di Malta e di Vienna. Ma ciò fu possibile solo perché superando i conflitti intestini, seppe trovare sotto il segno della croce, quell’unità necessaria a scongiurare  il  pericolo  incombente. Quali sarebbero state le conseguenze per l’Europa cristiana, di una vittoria araba prima a Poitiers, e poi di vittorie  dell’impero ottomano – della sublime porta – a Lepanto, a Malta e a Vienna? Probabilmente la cristianità sarebbe sopravvissuta, ma come un’enclave   sempre più ristretta,  certo  non  come  fede   dominante. Pur continuando a praticare la loro religione, molti cristiani sarebbero divenuti  arabi per lingua e costumi, proprio come avvenne nella Spagna musulmana. Molti si sarebbero   convertiti all’islam, come avvenne per  numerosi cristiani in Spagna e così altri avrebbero fatto, senza   la continua  seppur  lenta, avanzata della  reconquista  cristiana.  La maggior parte degli europei sarebbe divenuta musulmana, proprio come  avvenne per  la grande maggioranza dei nordafricani e dei  mediorientali. Oggi, il problema dell’occidente  non è la forza dell’islam, ma la debolezza del cristianesimo, o meglio, dei cristiani, ed é un problema cruciale.  L’occidente tace davanti ai massacri di cristiani, e tace davanti ad una crescente cristianofobia, connotata da menzogna e omertà, con cui si coltiva pericolosamente l’autodissoluzione dell’occidente stesso  e dei suoi valori. L’islam e gli islamici lo hanno capito da tempo, identificando l’occidente con il vuoto morale e  con l’assenza di fede e di valori. In un suo sermone, un imam, così si rivolgeva all’occidente: «grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo, grazie alle nostre leggi coraniche  vi  domineremo»..

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LEZIONE MAGISTRALE DI GIORGIO CÀSOLE SUI SEPOLCRI DI FOSCOLO ALLA GALLERIA KATÀNE DIRETTA DA SARAH ANGELICO

me stesso alla Katàne 8 ottobre  2015Catania. Si avvicina la “stagione” in cui sono commemorati i defunti.  Invitato a Catania  a intrattenere il pubblico che frequenta la galleria d’arte Katàne, diretta da Sarah Angelico, in Via Umberto, il nostro  prof. Giorgio Càsole ha scelto di  presentare una lettura commentata del famoso carme foscoliano, “Dei sepolcri”, che si studia al quarto anno delle scuole superiori. Quella di Càsole non è stata, però, una semplice lettura, seppure spiegata, ma una “vera recita appassionata”, come ha detto un’ex docente catanese di lettere, che ha messo in luce  un grande amore per i classici  della poesia. Non è la prima volta che Giorgio Càsole si cimenta in questo genere di incontri; da oltre trent’anni  interpreta Dante in circoli e in chiese, prima ancora che le Lecturae Dantis fossero rese popolari in questo nostro tempo da Roberto Benigni. E’ la prima volta, però, che Càsole propone in pubblico, da solo, i 295  endecasillabi sciolti che compongono il carme, definito quando fu pubblicato la prima volta,  un “fumoso enigma”.  L’incontro è durato circa un’ora di fronte a un pubblico scelto, attento e partecipe.  Sarah Angelico ha definito quella di Giorgio Càsole una vera lezione magistrale, da ripetere in un prossimo futuro con un altro tema.

Lina Solarino

CELEBRATI I FUNERALI DI ALESSANDRO AMATO

LA  “STRADA  DELLA MORTE” MIETE UN’ALTRA VITTIMA – di Giorgio Càsole

amato alessandroAUGUSTA. Un mazzo di fiori, da cinque giorni, indica  il punto preciso dov’è avvenuto il tragico incidente stradale che, sabato 10, alle dieci di sera,  è costato la vita al diciottenne Alessandro Amato. Si tratta di un muretto, in Via Barone  Zuppello, la strada più larga e a doppio senso di marcia di quel rilievo collinare che la gente di Augusta chiama “il monte”. Quel mazzo di fiori è un memento e un mònito. Memento perché ricorda la morte terribile di Alessandro andatosi a schiantare contro un muretto, a bordo del suo motorino, mentre tentava un sorpasso del grosso veicolo che lo precedeva; un mònito  perché  vuole essere un avvertimento affinché tragedie simili non accadano più, anche se a breve distanza da quel luogo, sulla parte opposta della stessa strada,  un altro mazzo di fiori, un mazzo che viene periodicamente rinnovato, da tre mesi ricorda la tragedia stradale che ha stroncato la vita alla 24enne Jessica Milardo, madre di un bambino di sei anni.  Uno spazio geografico insignificante, uno spazio temporale ravvicinatissimo. Che succede in Via Barone Zuppello, strada provinciale, già denominata strada della morte? Alcuni testimoni ci hanno riferito delle urla strazianti della mamma di Alessandro, che hanno richiamato immediatamente quelle della madre di Jessica. Quegli stessi testimoni ci hanno chiesto di rappresentare,  pubblicamente e con il vigore dei mass media, la pericolosità della strada. Per venire incontro a queste richieste, abbiamo realizzato un video, subito dopo i funerali di Jessica, attraverso il quale abbiamo suggerito all’Amministrazione comunale di installare dissuasori della velocità, dossi o altro.  Il video in questione, pubblicato su Facebook , è stato condiviso da oltre novecento persone, tra cui Angelo Pasqua,  consigliere all’opposizione  in consiglio comunale. Nell’ultima seduta  del consiglio Pasqua ha chiesto come mai non vengono applicati i dossi su quella strada. Il vicesindaco, Pino Pisani,  ha risposto che la strada è provinciale. L’ente provincia è stato soppresso ed è attualmente gestito da un commissario. Come mai, il Comune, che pure ha dato un nome a quella strada, non richiede a tale commissario di agire urgentemente per attivare una serie di azioni atte a prevenire i tragici incidenti stradali, che provocano sgomento e dolore e lutto?  Dolore e lutto manifestati ai funerali di Jessica celebrati a luglio nella chiesa di Cristo Re e rivisti e risentiti, con alcune varianti, ai funerali di Alessandro,  in Chiesa Madre, il pomeriggio di un piovoso  15 ottobre 2015. Ad accompagnare Jessica e Alessandro, una massiccia presenza di giovani.

   Giorgio Càsole