AUGUSTA. Abbiamo dato la notizia che la mattina di domenica 21 settembre, grazie al Rotary club di Augusta, il castello aragonese, piccolo maniero costruito ai tempi della regina chiamata Giovanna la Pazza, sarebbe stato visitabile dal pubblico. Il Rotary aveva chiesto alla Soprintendenza di Siracusa il permesso di aprire il castello per una visita istituzionale del governatore distrettuale del club, Giovanni Vaccaro, cui sarebbe seguita una conviviale dei soci rotariani e dei loro ospiti. La notizia ci è stata data direttamente dai vertici del club cittadino e ci è stato assicurato che il pubblico esterno avrebbe potuto visitare il castello, aperto eccezionalmente l’estate di tre anni fa, sotto l’amministrazione Carrubba, essendo assessore Giovanna Fraterrigo. Domenica mattina, si sono presentati molti cittadini, fra cui fotografi amatoriali, ma è stato vietato loro l’ingresso da parte del custode della Soprintendenza. Addirittura non sono stati fatti entrare nemmeno i genitori di una dozzina di alunni della scuola “Principe di Napoli” vestiti in costume medievale, che dovevano realizzare un corteo all’interno del castello solo durante la visita del governatore rotariano. I rappresentanti del Rotary club erano favorevoli all’ingresso del pubblico, così come ci avevano riferito quando ci hanno informato dell’evento che si è svolto, come pubblicato, ma hanno precisato che il divieto di far accedere i cittadini comuni veniva dalla Soprintendenza. Dobbiamo pensare che la loro intenzione era buona, cioè favorevole all’ingresso dei visitatori, ma che non avevano raggiunto in questo senso un accordo preciso con la Soprintendenza, cui vorremmo chiedere la ragione di questo divieto. La delusione del pubblico, presentatosi con questo gran caldo, è stata cocente: sarebbe stato bello e democratico far fare un breve giro ai visitatori non rotariani senza intaccare la cerimonia degli stessi rotariani. Vogliamo pensare solo a un infortunio, che si sarebbe potuto evitare se ci avessero dato l’opportunità di modificare in tempo la notizia. Sono cose che possono succedere, come quando si annullano spettacoli perché l’attore o il cantante principale si ammala: l’anno scorso uno spettacolo al Teatro Stabile di Catania è saltato perché il protagonista, Massimo Ranieri, si è sentito improvvisamente male. Noi abbiamo dato la notizia in perfetta buona fede e in piena scienza e coscienza, dopo essere stati informati dalla fonte diretta e lo abbiamo fatto nell’interesse del pubblico, cui mai abbiamo rifilato “ballon d’essai”, come hanno fatto e fanno testate francesi (da qui la locuzione) e italiane, soprattutto d’estate: cioè ‘notizia diffusa ad arte per sondare reazioni dell’opinione pubblica’. Molti anni fa, un giornale francese diffuse la notizia della morte della nostra grande attrice Monica Vitti, che era viva e vegeta. Se qualcuno parla di “bufala”, probabilmente parla per piccoli interessi di bottega. E a pensarci bene, probabilmente, quest’infortunio può servire a tutti noi per sollevare la questione della fruibilità dei nostri pochi monumenti, per i quali ci battiamo da una vita, fruibilità che, ovviamente, non può e non dev’essere riservata a pochi, anche se con buone intenzioni, quelle stesse che animano noi e tutti gli innamorati di quest’isola e delle sue (poche) perle, non valorizzate. Quest’infortunio ci offre il destro per rivendicare i nostri diritti alla Soprintendenza di Siracusa, cui, forse, non è ancora chiaro che questo tipo di monumenti non possono essere “gioielli” da guardare a distanza.
Giorgio Càsole