Il “caso Corpus Domini” ad Augusta

L’opinione di Elio Salerno, il maggiore storico di Augusta

SalernoAUGUSTA.  Ci si può accapigliare per un puntiglio? Sì. Si possono creare fazioni all’interno di una comunità per  l’osservanza di una mera formale tradizione? Pare di sì. Nell’àmbito della comunità cattolica cittadina è scoppiato un caso che ha avuto risonanza persino sulla stampa quotidiana. Il caso è quello della celebrazione, domenica scorsa, 22 giugno,  di una delle maggiori solennità della Chiesa cattolica, quella del Corpus Domini, il Corpo del Signore, che , potremmo dire, è l’ultima festività cattolica dopo la Pasqua, la penultima  solennità dell’anno liturgico. L’anno si chiude, infatti, con la celebrazione del Natale.  Quella  del “Corpus Domini, introdotta nel medioevo da  papa Urbano IV  è, o dovrebbe essere, la liturgia più significativa, più importante, peri cattolici che ritengono realmente , non  simbolicamente, presente Gesù nell’ostia consacrata , la quale viene portata in processione lungo le vie della città per l’adorazione da parte dei fedeli, in modo solenne. downloadSolennità che, invece, è venuta a mancare domenica scorsa-  da qui il caso. “U Signuri ha statu lassatu sulu”, Il Signore è stato lasciato solo, secondo il commento di una nostra lettrice che ci ha sollecitato a occuparci del caso, prima che i quotidiani ne accennassero. Un fatto mai accaduto prima, un fatto inaudito, secondo il maggiore storico vivente di Augusta, Elio Salerno, già avvocato di professione, padre fondatore, nel lontano 1967,  del Notiziario  storico di Augusta , di cui è stato il principale redattore. – Che cos’è successo?  Da che cosa è nato il caso?  “Caro professore, mi rattrista parlare di queste cose, anche perché le ho vissute in prima persona. Domenica scorsa la solennità del Corpus Domini non è stata avvertita come tale, soprattutto da quelle confraternite – cinque su sette presenti in città – che hanno ritenuto opportuno opporsi, non si sa a quale titolo, contro una decisione dei sacerdoti di Augusta che, in pieno accordo, avevano deciso di far muovere la processione del Corpus Domini dalla chiesa di Cristo RE, ricadente nell’àmbito della parrocchia dei padri cappuccini, in zona Terravecchia, anziché dalla chiesa madre”  – Tutto qui? “Sì, per il rispetto di una tradizione secondo  la quale il papa Urbano IV aveva deciso che la processione deve muovere dalla chiesa principale. Ora, a parte il fatto che Urbano non aveva ordinato di festeggiare la solennità di domenica, ma di giovedì,  a parte che le tradizioni possono subire modifiche e cambiamenti, persino a Siracusa la processione del Corpus Domini parte dal santuario della Madonna delle  lacrime  e non dalla cattedrale, ad Augusta i sacerdoti volevano celebrare, oltre alla festa del Corpus Domini, anche il cinquantesimo anniversario della erezione a parrocchia della chiesa dei padri cappuccini e, nello stesso tempo, celebrare una sorta di ricucitura, di ritrovata unità, delle comunità ecclesiali di Augusta. E, invece, le confraternite, non tutte per carità, ma la maggior parte, hanno disertato la processione, opponendosi, per un’inerzia tradizionalistica, al volere di tutti  i parroci. Un fatto increscioso e inaudito, che sa di tradimento!”  Naturalmente, la decisione delle cinque confraternite  di non partecipare alla processione ha provocato sconcerto e dispiacere, tanto che l’arciprete Palmiro Prisutto, prima dello scoppio del “caso” sulla stampa, ha ritenuto opportuno informare il presule della diocesi siracusana, Salvatore Pappalardo. Ora si aspetta la risposta  del “pastore” .

  Giorgio Càsole