AUGUSTA. Quasi 5o anni fa, nel 1966, alcuni studenti, due ragazzi e una ragazza, del prestigioso liceo “Parini” di Milano pubblicarono sul loro giornale d’Istituto, La zanzara, un’inchiesta sui giovani e la sessualità. L’inchiesta provocò uno scandalo che superò i confini del liceo e di Milano. I tre giovani furono accusati di oscenità e di “corruzione di minorenni”, perché le ragazze intervistate non avevano la maggiore età. In virtù di una legge fascista in vigore, il giudice incaricato dell’indagine obbligò gli studenti a spogliarsi, per verificare l’esistenza di tare fisiche e psicologiche. I maschi si spogliarono, la ragazza rifiutò decisamente. Finirono sotto processo e su tutti i giornali. Il caso “La zanzara” divenne un caso nazionale. I tre studenti alla fine furono assolti, ma il caso divenne emblematico d’un’Italia in cui la censura la faceva da padrona e in cui non si poteva pronunciare la parola sesso senza timore. Ricordo la mia insegnante di biologia che, al liceo, saltava a piè pari il capitolo sulla riproduzione; ricordo che, nello stesso liceo, il mio insegnante di Italiano nel leggere un verso di Dante sulla scurrilità dei dèmoni infernali, “ed elli avea del cul fatto trombetta”, saltava la parola “cul”, mentre tutti seguivamo il testo e leggevamo la parola censurata dal docente; ricordo le mie compage di classe che bisbigliavano la parola “assorbente”, per indicare il tampone intimo indossato durante le mestruazioni e quando io percepii la parola credevo si trattasse della carta assorbente, usata per asciugare l’inchiostro della penna stilografica; ricordo bene quell’anno perché diedi vita al giornale studentesco del liceo Il Cicerone , che gravava interamente sulle mie spalle, anche dal punto di vista finanziario, ma che, per poter vendere fra i ragazzi del liceo, dovevo sottoporre al visto censorio di quello stesso insegnante che non osava pronunciare la parola cul . Dopo quasi mezzo secolo, in quello stesso liceo si può parlare di sesso, tranquillamente, ufficialmente, com’è successo in una recente assemblea di istituto, che qui viene riferita da uno studente quindicenne.
Giorgio Càsole