“MARE NOSTRUM”, 4 NOVEMBRE: TERZO SBARCO DI IMMIGRATI AD AUGUSTA

Interviste esclusive al prefetto Gradone, ai comandanti di Mare nostrum e di Marisicilia


gradone-prefetto-1.jpgAUGUSTA. Lunedì 4 novembre, giornata in cui le forze armate celebrano la loro festa, al porto commerciale di Augusta, assistiamo a un altro sbarco  di migranti, il terzo dopo quello di domenica 27 e di giovedì 31 ottobre. Anche oggi, come giovedì 31, lo  sbarco avviene di sera, ancora più tardi rispetto alla volta precedente, tanto che restiamo alcune ore  sul molo in attesa dell’arrivo della nave San Marco, la stessa che il 27 aveva attraccato al molo intorno alle 8 del mattino, facendo sbarcare i migranti davanti ai nostri occhi.  Scenario diverso, questa volta, se possibile ancora più spettacolare, più cinematografico. La San Marco non attracca al molo, ma getta l’ancora a distanza. I migranti, 414 (303 uomini, 78 donne e 33 minori), saranno imbarcati in un mezzo anfibio, un mezzo in dotazione della nave, come quelli americani che nella seconda guerra mondiale trasportavano i marine a terra, pronti all’assalto. Chiediamo spiegazione della mutata situazione al comandante in seconda della locale Guardia Costiera, l’augustano Ennio Garro, che ci risponde: “la volta precedente la San Marco ha attraccato al molo perché poteva restare ad Augusta qualche tempo, ora, invece, deve ripartire e, per velocizzare, è stato deciso lo sbarco dei migranti attraverso il mezzo anfibio, a gruppi di ottanta/cento alla volta”.  In effetti, i primi  profughi, tutti muniti di salvagente, acquattati nel mezzo, che giungono al molo, sono oltre cento e vengono fatti sbarcare con la massima precauzione possibile, istruiti alla bisogna da un interprete a bordo del mezzo stesso. Sbarca anche il comandante dell’operazione “Mare nostrum”, il contrammiraglio Guido Rando, accolto subito dal suo  pari grado Roberto Camerini, comandante di Marisicilia. Da noi intervistato riguardo a quest’operazione, l’ammiraglio Rando risponde che il salvataggio è avvenuto in due tempi, prima imbarcando circa duecento persone e successivamente gli altri. “Finché le condizioni meteomarine rimarranno” – preconizza l’ammiraglio – “queste persone continueranno a lasciare le coste libiche, finché il governo non troverà situazioni diplomatiche per risolvere la situazione. Osserviamo: “Abbiamo visto che sfidano il mare aperto anche con avverse condizioni “  “E noi, con i nostri oltre mille fra uomini e donne pattuglieremo il Mediterraneo per fare il nostro dovere, che è quello di salvare le vite umane in mare”. I migranti vengono indirizzati in una sorta di tendopoli allestita, nei pressi della sede dell’Autorità portuale,  dalla fraternità Misericordia, il cui governatore provinciale, Rosario Danieli, ci informa che per l’occasione sono venuti al porto anche personale e mezzi delle città vicine: Melilli, Sortino, pronti a prestare soccorso anche fino a tarda notte, quando è previsto l’arrivo della nave Sirio che sbarcherà altri 93 migranti. Danieli ci fa sapere che tutti questi profughi saranno trasferiti nei centri di accoglienza fuori della Sicilia, essendo i nostri ormai strapieni. I minori non accompagnati, portati in un primo momento al Palajonio di Via I maggio ad Augusta, saranno  ricoverati al Centro Utopia che fa capo alla parrocchia di S. Lucia.  Vivissimo apprezzamento sull’efficienza organizzativa della Marina Militare e sulla capacità di accoglienza della provincia siracusana ci era stata espressa dal prefetto di Siracusa, Gradone, da noi intervistato in Piazza Castello sùbito dopo la conclusione della cerimonia celebrativa del 4 novembre. Non tutti i migranti vengono dalle coste libiche e non tutti hanno l’aspetto di chi ha patito la fame. Ci sono coloro, come i siriani, che non sono nelle condizioni dei somali, degli eritrei, dei libici. Alcuni di questi siriani, salvati dalla nave Chimera, hanno lanciato accuse infamanti ai loro salvatori: hanno accusati d’essere stati derubati. L’accusa è rimbalzata in campo europeo perché il quotidiano “la Repubblica” l’ha strombazzata ai quattro venti. In sèguito all’accusa,  è scattata un’inchiesta giudiziaria che sta seguendo il suo iter. Ci dice al riguardo l’ammiraglio Camerini: “In un’altra  occasione ci fu un’inchiesta come questa e si risolse rapidamente senza lasciare traccia. Io conosco bene gli uomini che formano gli equipaggi di queste navi per essere stato al comando, alcuni anni fa, della flotta di pattugliamento. Se questi siriani non ritrovano le loro cose è perché, in occasione del salvataggio, avranno dimenticate nel barcone dov’ erano ammassati. E vorrei aggiungere che certe persone sono indottrinate in un certo modo e certe accuse risultano essere strumentali”. Compiuta  l’operazione, la nave San marco prenderà il largo per un’altra missione di salvataggio.

   Giorgio Càsole –  nella foto, il prefetto Gradone

“MARE NOSTRUM”, 4 NOVEMBRE: TERZO SBARCO DI IMMIGRATI AD AUGUSTAultima modifica: 2013-11-04T23:55:00+01:00da leodar1
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