AUGUSTANI IN CAMMINO PER SANTIAGO DE COMPOSTELA:LA TESTIMONIANZA DI UN PELLEGRINO

 Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui sarebbe sepolto l’apostolo Giacomo. L ‘itinerario è  stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità.

 

santiago_home.jpgA distanza di anni, la mia fede si era assopita, mi sentivo ogni giorno sempre più solo, come se fossi stato abbandonato dal Signore. Succede però, per puro caso, nel vedere un documentario sul cammino per Santiago de Compostela, di avvertire una spinta, una voce interiore e il desiderio di agire, di mettermi in movimento. Ne parlai subito con l’amico che aveva assistito con me alla proiezione, e fu così che il 12 luglio scorso, alle 8 di mattina ci ritrovammo assieme nella realtà di quei luoghi che avevamo visto prima nel film, alla porta di San Pedro, presso la città di Lugo per iniziare il nostro cammino verso Santiago, ovvero 150 chilometri di percorso effettuato con 12 chili di zaino sulle spalle. Il terzo giorno è stato il più difficile: saliti a quota 1400 metri dal livello del mare, tra la fitta nebbia e l’umidità al 100%, tra gli infiniti sentieri boschivi, sentivamo la brina sulla pelle. Eppure, dopo avere superato ogni stanchezza del giorno, ogni mattina mi sentivo sempre più fortificato, e credo che questa sensazione era diffusa anche tra i giovani che si erano organizzati per effettuare un cammino completo, di 840 chilometri, dopo avere attraversato persino le alpi. Quando li incontravi ti salutavano “buon cammino”, a passo veloce, con un entusiasmo che ti coinvolgeva e che, allo stesso tempo, ti ricaricava.  In cammino per Santiago, non so per quale santa ragione, quando incontravo i pellegrini pensavo alla mia vita vissuta da giovane,  i miei sbagli, le mie conquiste, le delusioni.  Nello stesso terzo giorno abbiamo conosciuto una ragazza giapponese; lei stava camminando da 30 giorni e ci comunicò a gesti, parlando un po’ in lingua spagnola e un po’ in lingua inglese, che nell’ attraversare i Pirenei era caduta, procurandosi delle brutte ferite alle  ginocchia che non tardò a mostrarci.  Rimase in nostra compagnia fino alla sera finché, dopo cena, ci chiese se poteva continuare ancora un po’ il cammino con noi. Fummo contenti di acconsentire e proseguire assieme. Stranamente, strada facendo, il percorso ci sembrava meno difficoltoso e ci sentivamo meno affaticati, mentre con l’avvicinarsi della meta pensavo cosa avrei potuto chiedere davanti la tomba di San Giacomo.

 Chiedere all’amico di Gesù l’ intercessione per il perdono dei miei errori? La risposta l’ebbi il penultimo giorno di cammino, quando raggiungemmo un paesino nel giorno della festa del CARMELO. Siamo entrati di pomeriggio in una chiesa: era proprio la chiesa del CARMELO e mentre partecipavamo alla messa, il prete italiano che la presenziava, durante l’omelia ci chiese le motivazioni del nostro cammino a Santiago. Disse: “sapete perché vi faccio questa domanda? Perché molte persone mi hanno risposto di essere venuti a Santiago dopo essersi lasciati con la moglie o con la fidanzata….”. Personalmente risposi mentendo di essere stato ispirato dalla lettura di un libro. Dopo averci ascoltato, il prete replicò duramente: “cari fratelli, a Santiago si viene per pregare sulla tomba di San Giacomo, per chiedergli di migliorare la parte più negativa di noi e quindi, durante il cammino bisogna stare in raccoglimento e in preghiera”.  Quelle parole risuonarono nella mia testa come una tromba, una risposta al mio quesito di partenza, tanto che nell’ultimo tratto del mio pellegrinare intensificai la meditazione, chiedendo altresì perdono al Signore per tutte le persone a cui io avevo fatto del male e per tutti coloro da cui ne avevo ricevuto. Ho pregato anche per tutti i non credenti che stavano in cammino in veste di turisti, affinché il Signore li illuminasse, guidandoli nella via della conversione. Mi resi conto dopo come quelle  riflessioni mi avevano effettivamente preparato per presentarmi davanti alla tomba di San Giacomo. Un altro momento forte è stato quando abbiamo ritirato la Compostela; infatti, prima di iniziare il cammino avevamo ricevuto in consegna la CREDENCIAL DEL PELLEGRINO, un cartoncino diviso in diverse parti, al fine di apporre un timbro indicante le tappe del viaggio. Arrivati a Santiago abbiamo consegnato le credenziali nell’apposito ufficio preposto alla verifica del percorso, per ricevere la COMPOSTELA, un documento scritto in latino col proprio nome che certificava il proprio personale cammino. Tante persone, dopo aver ricevuto quel documento hanno pianto a dirotto, altre si sono inginocchiate, altre ancora la reggevano in mano come una preziosa reliquia. Di seguito, partecipando alla messa dentro la cattedrale di Santiago, nel momento della benedizione fu acceso un’ enorme incensiere, chiamato BOTAFUMEIRO, dal peso di  65Kg il quale, tirato a forza con delle corde, improvvisamente iniziava a oscillare vertiginosamente alto, benedicendo tutti i fedeli sparsi per tutta la navata. L’ultima interessante tappa è stata FILISTERRE, dove siamo andati per gettare tradizionalmente in mare un sasso portato da casa, bruciare un indumento indossato nel cammino, e fare il bagno di purificazione. Quando dovevo lanciare la pietra nell’oceano ho chiamato a telefono mia moglie, che in quel momento si trovava ad Augusta con un gruppo di amici, per condividere telefonicamente con tutti loro quell’indimenticabile evento, per volere annunciare a tutti il gettito in mare della durezza del mio cuore. 

  G.G.