Il primo, tenutosi con il prof. Castro nella figura di mediatore tra la scuola e i ragazzi, ha consentito di schiarire molta della nebbia creatasi intorno alla questione idrica. Il secondo, tenutosi con la su citata preside, ha definitivamente spento il focolare della protesta (strano ma vero, già prima dello sciopero la soluzione era stata trovata e, come si suol dire, “Si stava lavorando per noi”). Questo secondo incontro è stato foriero di buone e cattive notizie, come ad esempio la precaria condizione economica della scuola aggravata dalla chiusura dei rubinetti da parte della Provincia; eppure il problema pungente, ossia la carenza d’acqua, era stato risolto. Una nuova ondata di unità studentesca si è manifestata nella mattinata di Sabato 26 Ottobre, nella centralissima Piazza Duomo. Infatti un noto esponente dello scenario augustano, Mimmo di Franco, ha dato vita a un sit-In di fronte al palazzo comunale (in cui risiedono i tre commissari straordinari) per la questione dell’Inquinamento da parte delle industrie petrolchimiche del triangolo della morte Augusta – Priolo Gargallo – Melilli. Hanno preso la parola i vari responsabili per l’ambiente, l’organizzatore Mimmo di Franco, il rappresentante di Istituto del Liceo Tecnologico A. Ruiz e, devo dire, con una punta di orgoglio, anche io ho preso parte al dibattito cittadino in veste di rappresentante della Consulta provinciale. Infatti vastissima era la presenza degli studenti che con cartelloni come “Non rompeteci i polmoni” esplicavano tutto il dissenso giovanile contro l’inquinamento ambientale. Studenti uniti, l’acqua è tornata, si lotta per i nostri diritti. Tutto bene? No. Infatti la dirigente del nostro liceo non ha dimenticato i cori offensivi rivolti a Lei, e non ha perso tempo: gira voce infatti, che dopo la burrascosa giornata di protesta, abbia deciso di sospendere tutte le visite d’Istruzione, gite e assemblee studentesche fino a quando delle scuse non le saranno pervenute da parte degli studenti. Questi ultimi però non sembrano intenzionati a farlo, e anzi ribattono che le Assemblee sono un diritto sancito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 1974. Come finirà? Avremo una seconda ondata di scioperi e proteste (magari con tanto di urla e trombette “Derby style”)? Arriveranno le tanto agognate scuse? O qualcuno riuscirà a sbrogliare la matassa? Eppure, come dice un film di due noti attori siciliani, talvolta “Basta tagliare i fili, e la matassa scompare…” Chi vivrà vedrà.
Joseph Insirello.