AUGUSTA/ Palazzo Capuano, manifestazioni & co.

1225377306.jpgAUGUSTA.  “Adua”. Questo nome potrebbe evocare nella memorialistica di qualche reduce dolci e amari ricordi, la fantasia di donne africane con turbanti o magari la divisa di un “ascaro”. Purtroppo non parliamo di storia, e in questo caso Adua ci riporta alla triste realtà. Palazzo Capuano, sito appunto in Via Adua, è la struttura in cui gli studenti del Liceo Mègara sono costretti da qualche anno a studiare. Sono ben note le condizioni del “Palazzo”, che non garantiscono gli standard ottimi raggiunti alla cittadella degli Studi, tanto bistrattato e persino odiato da tutti coloro che hanno dovuto viverci; che questo stato di cose stesse mettendo a dura prova la pazienza degli alunni si era già cominciato a vedere Sabato 19 ottobre, poiché alcune sezioni del Liceo Classico hanno abbandonato l’edificio per la mancanza d’acqua. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata, appunto la precaria condizione del servizio idrico. La sofferenza dei ragazzi ha raggiunto il culmine tre giorni dopo, Martedì 22 ottobre: tutta la popolazione studentesca del Liceo, senza differenza alcuna tra Indirizzi di Studi, ha preso parte attiva a una protesta indetta dagli “inquilini” del Palazzo. Protesta che ha bloccato per alcuni istanti il traffico in Via Adua, e ha creato molta confusione e rumore. Poi il corteo si è spostato alla Cittadella degli Studi, dove (cosa che, devo dire, mi ha deluso molto) è venuto fuori uno spirito oserei dire “da tifoseria Ultrà” di una parte dei manifestanti: infatti da un piccolo nucleo di persone si è dato vita a cori, magari semplicemente figli di una goliardia giovanile, ma offensivi verso la persona della dirigente scolastica e Maria Concetta Castorina. Volontà del fato, lo stesso giorno si svolgeva il progetto internazionale “Una cultura in tante culture” con persone provenienti da Israele; come è possibile immaginare, lo sciopero ha involontariamente interferito con le attività del progetto. In questa giornata ben due riunioni dei rappresentanti di classe e Istituto sono state indette, e io ho avuto la possibilità di parteciparvi.

Il primo, tenutosi con il prof. Castro nella figura di mediatore tra la scuola e i ragazzi, ha consentito di schiarire molta della nebbia creatasi intorno alla questione idrica. Il secondo, tenutosi con la su citata preside, ha definitivamente spento il focolare della protesta (strano ma vero, già prima dello sciopero la soluzione era stata trovata e, come si suol dire, “Si stava lavorando per noi”). Questo secondo incontro è stato foriero di buone e cattive notizie, come ad esempio la precaria condizione economica della scuola aggravata dalla chiusura dei rubinetti da parte della Provincia; eppure il problema pungente, ossia la carenza d’acqua, era stato risolto. Una nuova ondata di unità studentesca si è manifestata nella mattinata di Sabato 26 Ottobre, nella centralissima Piazza Duomo. Infatti un noto esponente dello scenario augustano, Mimmo di Franco, ha dato vita a un sit-In di fronte al palazzo comunale (in cui risiedono i tre commissari straordinari) per la questione dell’Inquinamento da parte delle industrie petrolchimiche del triangolo della morte Augusta – Priolo Gargallo – Melilli. Hanno preso la parola i vari responsabili per l’ambiente, l’organizzatore Mimmo di Franco, il rappresentante di Istituto del Liceo Tecnologico A. Ruiz e, devo dire, con una punta di orgoglio, anche io ho preso parte al dibattito cittadino in veste di rappresentante della Consulta provinciale. Infatti vastissima era la presenza degli studenti che con cartelloni come “Non rompeteci i polmoni” esplicavano tutto il dissenso giovanile contro l’inquinamento ambientale. Studenti uniti, l’acqua è tornata, si lotta per i nostri diritti. Tutto bene? No. Infatti la dirigente del nostro liceo non ha dimenticato i cori offensivi rivolti a Lei, e non ha perso tempo: gira voce infatti, che dopo la burrascosa giornata di protesta, abbia deciso di sospendere tutte le visite d’Istruzione, gite e assemblee studentesche fino a quando delle scuse non le saranno pervenute da parte degli studenti. Questi ultimi però non sembrano intenzionati a farlo, e anzi ribattono che le Assemblee sono un diritto sancito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 1974. Come finirà? Avremo una seconda ondata di scioperi e proteste (magari con tanto di urla e trombette “Derby style”)? Arriveranno le tanto agognate scuse? O qualcuno riuscirà a sbrogliare la matassa? Eppure, come dice un film di due noti attori siciliani, talvolta “Basta tagliare i fili, e la matassa scompare…” Chi vivrà vedrà.

    Joseph Insirello.

AUGUSTA/ Palazzo Capuano, manifestazioni & co.ultima modifica: 2013-10-31T06:27:00+01:00da leodar1
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