MUORE A 61 ANNI IL MARESCIALLO DI P.S. SALVATORE RIZZO

AUGUSTA – A 61 anni muore improvvisamente il maresciallo di P.S. Salvatore Rizzo. Avevo visto e salutato con un largo sorriso il maresciallo Salvatore Rizzo, l’altra sera, lunedì 30 settembre, quando mi sono recato al ristorante Archi vuoti per una pubblica intervista sul futuro dei giovani, a cura del gruppo giovanile Ezra Pound di Augusta, capitanato da Claudio Forestiere. Rizzo era con la moglie, seduto in prima fila, vicino a Mimmo Di Franco, motore della pagina “Augusta su Facebook”. Conoscevo Rizzo quale maresciallo della Polizia di Stato, in servizio al commissariato di Augusta, perché negli passati avevo avuto vari contatti con lui a ragione della mia attività giornalistica, attibvità un tempo esclusiva, quando non insegnavo e vivevo esclusivamente dei magri proventi derivanti dalle mie trasmissioni televisive e radiofoniche locali e dai miei articoli sulla carta stampata. La frequentazione e la quasi coetaneità con Rizzo avevano fatto sì che fra noi… s’instaurasse il “tu” confidenziale. Ieri mattina Rizzo non era più fra noi. Era andato per una battuta di… pesca con la sua barchetta da pensionato. Si è sentito male, Forse un’angina pectoris. E’ tornato il più velocemente possibile al pontile posto proprio di fronte a casa mia,. ha toccato terra, ma s’è accasciato immediatamente e non s’è più ripreso. A nulla è valsa la corsa dell’ambulanza. Rizzo non ha più ripreso conoscenza. E’ morto prima di giungere al “Muscatello”. Infarto fulminante? Rizzo non s’è potuto godere la pensione. Aveva 61 anni e due figli. Si sta/come d’autunno/sugli alberi. Le foglie poetava Giuseppe Ungaretti per rappresentare la precarietà della vita nelle trincee della I guerra mondiale. Ma SIAMO TUTTI PRECARI. Non ce ne rendiamo conto. Se riflettessimo sulla signora in nero dietro l’angolo, pronta ad abbassare la falce, forse non ci sbraneremmo l’uno con l’altro  ogni giorno che il sole illumina questa terra. Su questa terra TUTTI dobbiamo lasciare ricchezze, beni, onori e prebende.
  Giorgio Càsole