AD AUGUSTA I FRATELLI FIORELLO CON VINCENZO MOLLICA DI RAIUNO

fiorello.jpgAUGUSTA. Oltre quindici anni fa Fiorello, per antonomasia Rosario Fiorello, aveva detto che non sarebbe più tornato ad Augusta, la città dove ha mosso i primi passi da bambino, dov’è cresciuto, dove ha studiato e dove ha mosso i primi passi a teatro, nel lontano 1977 con il  “Teatro gruppo” fondato e diretto da chi scrive. Rosario, Saro per  familiari e amici, rimase deluso, molto deluso perché non era stato possibile acquistare un pulmino per disabili in sèguito a uno spettacolo svoltosi nella nuova darsena, organizzato per quel fine e per cui lui prestò la sua opera gratuitamente. Giuseppe, chiamato Beppe, attore cinematografico e televisivo di primo piano,  non prese parte a quello spettacolo ed è tornato puntualmente ad Augusta a trovare i vecchi amici e i luoghi della sua infanzia e della sua prima giovinezza. Saro ha mantenuto la  promessa fino a qualche giorno fa quando, con  il fratello, è tornato ad Augusta. E’ tornato, tuttavia, non per uno spettacolo, ma con una troupe di Raiuno, guidata dal giornalista Vincenzo Mollìca, per girare alcune scene d’ambiente, in vista di un programma che dovrebbe riportare Fiorello sugli schermi dell’ammiraglia di casa RAI.

Giorgio  Càsole

AUGUSTA, PORTO COMMERCIALE: DISAVVENTURA DI TURISTI PER MALTA


traghett.jpgAUGUSTA.
La notizia da noi pubblicata sui disservizi presenti nel porto commerciale dove, da poco più di un mese, è attivo un servizio passeggeri e merci di traghetti per  Malta ha trovato la sua conferma proprio pochi giorni or sono. Nel servizio accennato facevamo riferimento al “deserto” in cui sbarcano, specialmente di notte,  i passeggeri provenienti da Malta e mettevamo in evidenza l’immagine negativa del porto che ne ricavano quei malcapitati che hanno la sventura di arrivare in Sicilia sbarcando proprio nel porto augustano, un porto lontanissimo dal centro della città. Su questo versante abbiamo ricevuto il conforto di Luigi Mastroviti, presidente dell’Assoporto, associazione di operatori portuali, che ha recentemente organizzato un convegno in cui si stigmatizzava il servizio per passeggeri attuato in quel sito. La conferma dei  disservizi l’abbiamo ricevuao dall’augustano Vincenzo Ternullo, che ha svolto opera da buon samaritano nei confronti di alcuni turisti che, capitati ad  Augusta per andare proprio a Malta, non sapevano come fare per raggiungere il porto commerciale  per imbarcarsi. Racconta Ternullo: “Dopo diversi tentativi di contattare un taxì niente, visto i tempi ristretti della partenza ore 09,00 erano 7,40 del mattino. Dico beh, tagliamo la testa al toro decido di accompagnarli con la mia macchina al porto commerciale, ci salutiamo loro ringraziandomi e io scusandomi per la loro disavventura. “Ternullo è stato un “buon samaritano”. Quanti, però, al suo posto l’avrebbero fatto? E, soprattutto, avrebbero potuto farlo?   Un gruppo di ragazzi di Augusta, conoscendo la situazione e volendo andare a Malta per trascorrere una decina di giorni nell’isola dove c’è un casinò e dove ci sono molte attrazioni e attrattive, hanno preferito recarsi a Pozzallo per imbarcarsi. E’ così che si vuol fare concorrenza al porto ibleo? C’è da aggiungere che a Pozzallo vi potere recare tranquillamente nell’area del porto e poi avrete solo l‘incombenza di far controllare i vostri  documenti, anche se nell’àmbito dell’Unione Europea ciò non dovrebbe essere più richiesto, come non è richiesto esibire alcun documento se andiamo a Milano. Ad Augusta, appena arrivate al porto commerciale dovete passare attraverso un casello, come se foste all’imboccatura d’un’autostrada e doveste pagare il passaggio. Vi fanno, cioè, perdere tempo già appena siete al varco. Quanto tempo dovrete ancora perdere per imbarcarvi? Ci sarà qualcuno che vorrà rispondere almeno a questo interrogativo?

       Giorgio Càsole

INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE IN AUGUSTA E IN SICILIA

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AUGUSTA. Fanno ancora discutere due episodi accaduti di recente che hanno avuto come protagonisti i due più alti esponenti del Registro Tumori di Siracusa: 1) il prof  S. Sciacca, direttore scientifico del Registro Tumori integrato delle province di CT, ME, SR ed EN, ha dichiarato: “In Sicilia, fino a cinque-sei anni fa, non c’era nessuno studio serio sullo stato di salute della popolazione, come se questo fosse un problema sanitario e non un diritto del cittadino” (La Sicilia del 18/06/2013). Dichiarazione, forse provocatoria, quella del prof Sciacca che, però, lascia trapelare molti dubbi sulla validità delle indagini epidemiologiche condotte negli anni passati.  2) il prof  A. Madeddu, direttore sanitario dell’ASP 8 di Siracusa e vice presidente nazionale dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), nel presentare i dati di “Incidenza” dei Tumori in prov. di Siracusa ha affermato: “C’è un problema di Incidenza di malattie tumorali che è documentata a Priolo e Augusta, mentre lo stesso non si può dire per Melilli dove il dato è entro i limiti” (La Sicilia del 26/06/2013). A questa dichiarazione, è seguita una dura critica da parte della dott/ssa Mara Nicotra, ricercatrice di biologia marina, contestando i dati esposti dal prof. Madeddu. Questo spiacevole episodio, oltre a confermare che la valutazione di uno studio spesso è opinabile, ha evidenziato che esiste una palese diffidenza  tra personalità di spicco della ricerca scientifica siracusana, diffidenza che nella gente comune si traduce in perdita di credibilità delle notizie, diffuse nel corso degli anni, sulla situazione sanitaria locale. Dalle notizie stampa si può rilevare che episodi del genere, nel campo scientifico, non sono poi tanto rari. Fatti del genere, ritengo, meritano un’  attenta  riflessione per acquisire consapevolezza che i risultati di una ricerca possono essere distorti anche dalla soggettività di valutazione. Questi episodi sono stati lo spunto per ricordare che nel 1980 la città di Augusta, sulla base di indagini epidemiologiche assolutamente prive di fondamento scientifico, fu insignita della “onorificenza” di “città dei malformati”, onorificenza che  fino a oggi viene spesso usata dai  mezzi di comunicazione di massa per  innalzare la nostra città agli onori della cronaca internazionale. Ma è tutto vero quello che è stato detto e scritto sulle malformazioni congenite ad Augusta?  Io ho sempre avuto molti dubbi sulla veridicità delle informazioni divulgate dai media, motivo per cui, spinto anche dagli episodi descritti sopra, ho ritenuto opportuno scrivere un breve memorandum dal titolo:“Malformazioni Congenite ad Augusta – Percezione e Realtà”, in cui: 1) vengono descritti i due casi che sono stati l’origine e la conferma della definizione data ad Augusta di “città dei malformati”  2) viene fatta richiesta di un  riesame delle indagini epidemiologiche sulle M.C. condotte ad Augusta fino ad oggi e di informare la popolazione degli esiti. Di quanto sopra ho ritenuto doveroso informare la Commissione straordinaria che regge attualmente il Comune di Augusta e chiesto un colloquio per esaminare a fondo questo delicatissimo problema molto sentito dalla popolazione di Augusta.

           GIUSEPPE MOSCHITTO  –  Chimico industriale

MALFORMAZIONI CONGENITE AD AUGUSTA: PERCEZIONE E REALTA’- di Giuseppe Moschitto

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AUGUSTA.  E’ risaputo che le indagini epidemiologiche, così come le indagini statistiche in genere, spesso vengono interpretate in modo diverso anche quando si parte dallo stesso risultato sperimentale. La soggettività delle interpretazioni può essere causata da pregiudizi, da ideologie diverse, da interessi personali ed altro, ma non sono da escludere i Fattori di Confondimento, sempre in agguato, se non si presta grande attenzione anche ai particolari che potrebbero sembrare irrilevanti. Motivo per cui superficialità e distrazione, in epidemiologia, non sono ammesse. Nonostante questa consapevolezza molte anomalie interpretative e valutative, attribuibili a probabile superficialità o distrazione, sono state riscontrate nelle indagini riguardanti le Malformazioni Congenite (M.C.) condotte ad Augusta, come si evince dal fatto che i risultati divulgati dai Media, (quelli percepiti dalla popolazione) spesso differiscono da quelli reali (rilevati alla fonte). Di queste divergenze di valutazione se n’è parlato poco, anzi certe discordanze spesso sono state ignorate od occultate invece di essere considerate un’utile occasione per un approfondimento dell’ indagine.  Personalmente, da sempre ho avuto il dubbio che il “Caso M.C. ad Augusta” sia stato mal gestito, e rimane ancora avvolto nel mistero, per la presunta superficialità con cui il problema è stato affrontato, sia dal punto di vista metodologico sia dal punto di vista informativo. Infatti, dalla lettura meticolosa dei numerosi studi diretti ed indiretti sulle M.C., condotti dal 1980 in poi, sono emerse molte anomalie che vanno dalla assoluta mancanza di significatività statistica alla ambiguità interpretativa dei risultati, anomalie che non consentono di formulare ipotesi eziologiche attendibili. Addirittura alcune valutazioni conclusive, a giudizio del sottoscritto, risultano contraddittorie incompatibili e paradossali, tanto da minare la credibilità dei dati divulgati dai media. Per comprendere quanto l’informazione mediatica si scosti dalla realtà ritengo sia sufficiente descrivere due casi emblematici, accaduti a distanza di venti anni l’uno dall’altro:

il 1° caso riguarda l’incidenza dei nati con malformazioni congenite all’ospedale Muscatello di Augusta nel 1980, ed il 2° caso riguarda le mortalità per malformazioni registrate nel Distretto di Augusta (comuni di Augusta e Melilli) dal 1995 al 1999.  1° caso:  Il dubbio sulla attendibilità delle informazioni riguardanti le M.C. ad Augusta è nato nel 1980 quando furono diffuse, attraverso la stampa, notizie allarmanti riguardanti un grave fenomeno osservato al Centro Parto dell’ospedale di Augusta e cioè “un’altissima percentuale di bambini nati con gravissime Malformazioni Congenite”. Un fenomeno, definito in ambito locale, di estrema criticità sanitaria e senza precedenti che generò terrore e tanta rabbia tra la popolazione locale.   Una valutazione diametralmente opposta fu fatta invece da una  Commissione di esperti, nominata ad hoc dalla Regione Siciliana secondo cui il fenomeno era da considerare statisticamente irrilevante, in quanto la percentuale dei nati malformati all’ospedale Muscatello di Augusta dal 1970 al 1980 (undici anni di osservazioni) risultava inferiore a quelle provinciale regionale e nazionale, e la percentuale registrata nei primi nove mesi del 1980 (l’anno in cui scoppiò il caso M.C.), anche se più alta di quella del decennio precedente, risultava ancora più bassa di quella del Centro Parto di Noto e  molto bassa rispetto a quella considerata critica, posto che “nel mondo i bambini che alla nascita presentano M.C. si attestano intorno a 3 – 5%”.  (D.A. n. 26883 del 16/10/1980). Per memoria riportiamo i dati registrati nei 4 ospedali della Provincia tenuti sotto osservazione: percentuale dei nati malformati sul totale dei nati dal 1970 al 1980: Ospedale di Noto = 1,13%; Ospedale di Avola = 0,59%; Ospedale di Siracusa = 0,54% e Ospedale di Augusta = 0,34%. Percentuale dei nati malformati sul totale dei nati nei primi nove mesi del 1980: Ospedale di Noto = 1,30%; Ospedale di Augusta = 1,12% ; Ospedale di Siracusa = 0,91% e Ospedale di Avola = 0,66%.   Valori che vengono ritenuti, ancora oggi, molto bassi. Per quel che riguarda la leggerezza e la superficialità con cui furono diffusi dati di dubbia attendibilità, è importante far presente che all’epoca, era impossibile fare una valutazione corretta del fenomeno M.C. a causa dell’assoluta mancanza di un protocollo scientifico unitario sulle metodologie di osservazione, registrazione e valutazione dei risultati. Infatti, a fronte di 75 casi registrati in tutta la Provincia dal Medico Provinciale, nei quattro ospedali tenuti sotto osservazione, furono rilevati 217 casi, ossia 2,89 volte maggiore di quelli registrati dal Medico Provinciale, pur mancando i dati dell’ospedale di Lentini.  (D.A. n. 26883 del 16/10/1980). E’ doveroso inoltre precisare che la percentuale dei nati malformati era stata calcolata per struttura ospedaliere e non per comune di residenza delle madri.Quanto basta per poter affermare che, all’epoca, risultava impossibile fare una valutazione del Fenomeno M.C. per l’assoluta mancanza di dati attendibili. Ciononostante il fenomeno dei nati malformati all’Ospedale Muscatello di Augusta, a cavallo degli anni 1980 1981, venne enfatizzato in modo talmente spropositato, da tutte le agenzie di stampa nazionali ed internazionali, da creare un clima di terrore nella popolazione di Augusta, in particolare tra le donne in età fertile ed ancora di più tra le donne in stato di gravidanza.  Grazie a questo accanimento mediatico, costruito su basi prive del minimo fondamento scientifico, Augusta, per il mondo intero, diventò, in men che non si dica, “La città dei malformati”, un marchio che ancora oggi si porta addosso.  2° caso: L’altro fatto eclatante che ha terrorizzato la popolazione di Augusta, è accaduto nel gennaio del 2001, con la divulgazione dei risultati delle indagini sulle Mortalità per M.C. in provincia di Siracusa dal 1995 al 1999. La prima notizia apparsa su un quotidiano locale così recita: “I dati evidenziano in maniera purtroppo chiara come ad Augusta vi sia una percentuale di mortalità per malformazioni congenite altissima, praticamente il doppio rispetto alla media provinciale, regionale e nazionale”. Fanno eco a questa notizia i commenti, con tono catastrofistico, di quasi tutti i quotidiani e dei canali televisivi nazionali, che avvalorano questa criticità sanitaria corredando i loro articoli con i dati  numerici . Questi i numeri riportati dai media: “ad Augusta è stato registrato un TSI (Tasso Standardizzato sulla popolazione Italiana) di 8,5 morti per 100000 abitanti vs 4,0 ; 4,4 ; e 3,3 rispettivamente della media provinciale, regionale e nazionale”. (nota: precisiamo che per Augusta si intende il Distretto di Augusta composto dai comuni di Augusta e Melilli; e che il valore del TSI si riferisce soltanto ai Maschi e non al TSI totale Maschi + Femmine). Ovviamente la preoccupazione ad Augusta sale alle stelle e si ripete lo stesso rituale sperimentato nel 1980: del caso si occupano i vertici degli Organi Istituzionali amministrativi, sanitari e sindacali per fare luce su questa situazione drammatica. Le “riunioni”, i “vertici” e i “summit” si sprecano, tra conferme, smentite e minacce di far chiudere le aziende dell’area industriale, alle quali viene attribuita la causa di questo gravissimo disastro sanitario, in quanto esclusivo del Distretto di Augusta, ed incontestabile in quanto “i numeri sono numeri e parlano chiaro”. Questa la valutazione sulla mortalità per M.C. divulgata dai media e percepita dalla popolazione. Risaliamo alla fonte: il volume “La salute di Aretusa e… i padroni del Tempo”, Atlante delle mortalità in provincia di Siracusa dal 1995 al 1999, redatto dal Registro Territoriale di Patologia dell’ASL 8 di Siracusa e dall’Istituto di Igiene dell’Università di Catania, un documento dovizioso di dati molto particolareggiati. Leggiamo questi dati e traiamo le nostre conclusioni: Se leggiamo attentamente tutti i dati riportati nell’atlante senza trascurare alcun particolare, emerge che se ci si attiene soltanto ai dati riportati in tabella la valutazione risulta inficiata da un Fattore di confondimento più grande di un grattacielo, dovuto al fatto che il numero di casi di mortalità registrati si riferiscono a tutte le fasce di età, compresi gli ultrasettantenni, diversamente da quanto tutti credevano che “le mortalità per M.C. interessavano esclusivamente la prima fascia di età” (0 – 4 anni).  In particolare, emerge che nel Distretto di Augusta, sempre nei Maschi, soltanto il 50% delle mortalità ricade nella prima fascia di età, ma la cosa più sconvolgente è che addirittura il 30% delle mortalità ricade nella fascia di età degli ultrasettantenni, una distribuzione anomala e molto diversa da quella degli altri Distretti sanitari della provincia. E’ ovvio che la valutazione sanitaria, in particolare per il Distretto di Augusta, per come è stata dedotta, presentata e divulgata non può avere alcuna validità né logica né scientifica. Come sia stato possibile ignorare questo “particolare” resta ancora un mistero da chiarire.

E’ però certo che questa “leggerezza”, di cui  non si è mai fatto cenno, è stata l’origine di una distorsione valutativa che avrebbe potuto evitare tante riunioni finite sempre con un nulla di fatto e,  secondo il sottoscritto, provocato:

   1) Grandissima preoccupazione tra la popolazione di Augusta e Melilli (il danno).

   2) Un aumento del TSI del 5,0% rispetto al Tasso Grezzo, mentre il valore atteso basato sulla struttura della popolazione, se tutti i casi fossero ricaduti nella prima fascia di età, avrebbe dovuto essere più basso del 4,6% (la beffa).

   3) Errata valutazione eziologica per aver attribuito il 30% delle mortalità a Fattori di Rischio Ambientale, ossia l’effetto che precede la causa, (il  paradosso). Anche questo secondo caso, costruito su basi molto discutibili, ma enfatizzato oltre misura, mette in evidenza come un fenomeno può essere interpretato in modo diverso se non viene affrontato con il metodo che il rigore scientifico impone.  Alla luce di quanto detto sopra diviene logico supporre che anche altre indagini possano essere inficiate da errori di valutazione per cui ritengo sia legittimo chiedere che venga fatto un  riesame degli studi sulle M.C. e di quelli ad esse collegate, prendendo in considerazione anche quei particolari ritenuti irrilevanti e che invece risultano avere un peso determinante nel processo di interpretazione e di valutazione di un’indagine. Tra quelle che meritano di essere riesaminate con priorità elenchiamo: le “Mortalità Perinatali” i “Tassi di Mortalità Infantile”,  le “Interruzioni Volontarie di Gravidanza”,  le “Ipospadie” . Il tutto allo scopo di fare chiarezza  sulle molte zone d’ombra riscontrate, e conoscere il vero grado di criticità delle patologie prenatali e post neonatali ad Augusta. La popolazione di Augusta ha il sacrosanto diritto di conoscere la Verità sul proprio stato di salute, sia in senso positivo che negativo senza enfatizzazioni né sconti.  Tutto questo, oltre a favorire le azioni di prevenzione, sicuramente contribuirà a far acquisire ai cittadini  più credibilità e fiducia nelle Istituzioni.

       Giuseppe Moschitto   –  chimico industriale

AUGUSTA, VIA X OTTOBRE DISSESTATA

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AUGUSTA. Mi ero già occupato e preoccupato di questo potenziale pericolo circa 2 anni fa, ma mi fu risposto genericamente, dall’ultima amministrazione,che era infondato. Dopo qualche anno,ritorno ancora a sollecitare il dislivello del tratto di via X Ottobre lato sud vicino l’angolo via Alabo, dove si evince un abbassamento della strada di circa 25-30 cm,lato ovest in corrispondenza dei 3 pilastri semivuoti di calcestruzzo che si trovano nel sottostante mercato di via capitaneria.  A parte la pericolosità del manto stradale sconnesso,molto pericoloso per i motorini e per le auto che,in alcuni casi,strisciano la parte sottostante della vettura con l’asfalto,quello che non fa dormire sogni tranquilli è lo scivolamento impercettibile della strada nel sottostante mercato. Non siamo ai livelli di massimo allarmismo,ma sicuramente un’indagine approfondita della staticità della strada,andrebbe fatto anche perché quando succedono certe cose non si è avvertiti da nessuno ma accadono all’improvviso. In questo tratto vi sono delle case sulla strada e di sotto la zona è adibita giornalmente al mercato rionale. Si chiede agli uffici competenti,considerato che le piogge ogni anno,infiltrandosi, creano un vuoto nel terreno sottostante,di fare un sopralluogo della zona tranquillizzando i residenti della via sopra menzionata.

      Mimmo Di Franco

 

I GRILLINI: “ADOTTIAMO IL TERRITORIO…”, MA CHI HA LA RESPONSABILITÀ NON FA NIENTE

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AUGUSTA. Sabato 27 si è tenuto il secondo appuntamento di “AdottiAmo il Territorio” alla “Spiaggetta delle Grazie”, a cura dei grillini di Augusta. “Siamo stati veramente felici di constatare” – hanno osservato i grillini –“che, dopo la prima giornata, tenutasi il 26 giugno, la zona si presentava in condizioni migliori rispetto a quelle di giugno; ciò, grazie all’impegno di alcuni volenterosi frequentatori abituali che, ogni giorno, dedicando qualche ora del loro tempo, hanno cercato di mantenere un minimo di pulizia e decoro. Purtroppo non possiamo affermare che la zona sia completamente risanata; infatti, nonostante svariate segnalazioni da noi effettuate agli uffici competenti, risultano ancora presenti numerosissimi rifiuti ingombranti; il pendio che sormonta la spiaggia è pieno di materiali di risulta edili, in mezzo ai quali abbiamo scoperto due alveari di api, uno dei quali all’interno di una tazza di gabineto che fa brutta mostra di sé proprio vicino alla scalinata che porta alla spiaggetta. Cercheremo, insieme ad altri volontari, di trovare delle soluzioni definitive per risanare l’attuale stato di degrado dei luoghi, dal momento che le opportune segnalazioni (sopra esposte), inoltrate da  oltre un mese, non hanno sortito gli effetti desiderati. A tal proposito chiediamo, a coloro che tra i cittadini, abbiano competenze specifiche e desiderio di spendersi per questa causa, di attivarsi con noi e proporre soluzioni  fattibili.” Rimangono, tuttavia, delle  domande senza risposta, sorte spontaneamente tanto agli attivisti del movimento di Grillo che a  frequentatori della spiaggia, che di seguito si riportano:

1.      A seguito delle segnalazioni, agli uffici competenti (Ufficio Igiene, Polizia Municipale e Pastorino srl) perchè nessuno si è ancora attivato?

2.     I commissari, oltre al compimento degli  atti “minimi” di ordinaria amministrazione, hanno intenzione di attivarsi in maniera efficace per risanare il degrado del nostro martoriato territorio?

3.     Il contratto con la società di gestione dei rifiuti, prorogato da anni, è ancora valido? E se sì, cosa si aspetta a farlo rispettare in toto, attraverso una reale e corretta raccolta differenziata dei rifiuti che comporterebbe un considerevole risparmio se non, addirittura, un introito per le depauperate Casse Comunali?

Naturalmente, la spiaggetta delle Grazie non è l’unica parte del territorio  che necessita di pulizia e controllo costante, ma rappresenta solo un “piccolo” esempio del degrado in cui versano tutte le coste augustane a causa tanto dell’incuria dei cittadini, quanto dell’inadeguato (o, addirittura, assente) servizio di pulizia urbana e di controllo del territorio. Dicono ancora i grillini: “Temiamo, fondatamente, che le risposte ai sopra accennati quesiti, purtroppo, non arriveranno e che i cittadini saranno costretti nuovamente ad agire di propria iniziativa…..come dire: oltre al danno, anche la beffa di dover pagare una salatissima T.A.R.S.U., le cui aliquote, come tutti sappiamo, sono state ultimamente aumentate, nonostante i servizi siano rimasti carenti ed inadeguati.”

C. C.

IL COMUNE SULL’ORLO DEL DISSESTO FINANZIARIO

AUGUSTA, 60 MILIONI DI EURO DI DEBITI

comune1.jpgAugusta.  L’ente Comune è prossimo al fallimento. La commissione prefettizia straordinaria non vuole dichiarare il dissesto generale. Si accontenta di dichiarare quello parziale.- Il Comune ha debiti per 60 milioni di euro. Si sapeva- e ne abbiamo parlato – che l’ente era indebitato per 42milioni. Dodici milioni di questi sono da ascrivere all’amministrazione Carrubba. Come si ricorderà, durante la fase finale di quella gestione, la società Tributitalia, ex Sangiorgio, che riscuoteva le imposte comunali, arrivò a non versare alle casse municipali la cospicua cifra di dodici milioni, prima che la  Giunta Carrubba decidesse di rescindere il contratto. Ce ne rendiamo conto? La Tributitalia, fino all’ultimo respiro, ha inviato bollette di esazione.  Perché il sindaco ha aspettato che la somma da versare lievitasse fino a raggiungere quella cifra prima di denunciare la società di gestione? E perché, nonostante questa tremenda scottatura, a breve distanza di tempo, ha affidato a un’altra società privata di nuovo la riscossione dei tributi comunali, concedendole l’aggio del 30 per cento, nonostante il prefigurato dissesto? Così si amministra? A questi interrogativi, più volte pubblicamente ripetuti in vari  contesti, l’ex sindaco non ha mai dato risposte.  Per avere piena consapevolezza del dissesto, i tre commissari hanno affidato  a un professionista esterno  l’incarico di determinare il preciso ammontare del debito, che è di sessanta milioni. Ergo,  bisogna risanare il Comune. Come?Intanto, risparmiando sulle spese correnti e sul personale. Non saranno pagati gli straordinari: quindi i dipendenti comunali dovranno lavorare il giusto necessario; non ci saranno assunzioni, il personale che andrà in pensione non sarà sostituito. Per quanti anni? Non è dato sapere. Certo, per tutta la durata della gestione commissariale, che è ancora di tredici mesi. Chi amministrerà dopo avrà una bella gatta da pelare. Occorrerebbe quasi un comitato di salute pubblica e avere il coraggio di rinunciare all’indennità di carica. Chi avrà questo coraggio?

 Giorgio Càsole