AUGUSTA. Prima che il padre morisse, Sebastiano Di Franco, oggi trentasettenne, gli aveva assicurato che avrebbe partecipato alla tradizionale asta di San Giuseppe, un’asta che l’antica confraternita, viva ancora oggi, cui fa capo la chiesa dedicata al padre putativo di Cristo, rinnova ogni anno, offrendo ai fedeli la possibilità di acquistare doni, soprattutto pizze e dolci. Dei dolci il pezzo più pregiato è un bastone di zucchero, che riproduce il bastone pastorale dei vescovi, chiamato, appunto, il bastone di San Giuseppe. Un bastone che sino a una ventina d’anni fa si aggiudicava invariabilmente Joe Conforte, augustano di nascita e di origini, emigrato all’età di undici anni negli USA, dove ha fatto fortuna con il famoso “Mustang Ranch”, a Rino nel Nevada, il primo bordello legale di quel Paese, grazie al quale fece enorme fortuna. Emigrato come un poverello, con la classica valigia di cartone, Joe, dopo circa quarant’anni volle tornare nel suo paesello natale, elegantissimo, con un visto soprabito orlato di pelliccia e con un enorme sigaro avana in bocca, uno di quelli che sono vistosamente fallici, accompagnato da due procaci bionde-platino della sua scuderia di giovani puledre del Mustang Ranch. Aveva tutto l’aspetto del parvenu, d’o riccu arrinisciuto, che doveva esibire la sua esuberante ricchezza per far schiattare d’invidia i paesani. Venne a trovare il fratello, titolare di un rinomato panificio, e, passeggiando con lui per la main street, cioè la via principale, in siciliano chiamata strata mastra, cioè la Via Principe Umberto , fu attratto dalle voci fragorose provenienti da un balcone di un edificio attiguo alla Chiesa di San Giuseppe. Curioso, chiese di che cosa si trattasse. Gli furono date le informazioni riguardo all’asta tradizione. Volle partecipare e, senza badare a spese, sbaragliò tutti i suoi avversari, che non potevano competere con uno che esibiva mazzi di dollari fruscianti . Vinse pagando una cifra di circa dieci milioni di lire del tempo. E così ogni anno, per oltre venti. Da quella prima volta, Joe, in più, si faceva accompagnare dalla banda musicale , dopo ogni vincita, pagava circa dieci milioni di lire per i fuochi d’artificio. Sebastiano Di Franco, che si dedica ad aiutare i disabili, soprattutto nello sport, era un ragazzino quando Joe si accaparrava il bastone e il resto e la simpatia della gente, soprattutto della povera gente. La figura del ricco Joe gli sarà rimasta impressa e, in cuor suo, deve aver deciso che doveva emularlo. Si è messo d’impegno. Non rifiuta qualsiasi tipo di lavoro, risparmia come una formica, non chiede alcun sussidio ai suoi. Suo padre muore prima di vederlo trionfare. Sebastiano, Franky per gli amici, dopo tanti sacrifici economici ha vinto la prima volta tre anni fa. Certo non ha sborsato una cifra paragonabile a quelle tirate fuori da Joe, ma ragguardevole: circa 1.300 euro. Ha dedicato la vittoria alla memoria del padre e così ha fatto l’anno dopo e quest’anno. Sono tre vittorie consecutive, un vero salasso per Franky, che non osa chiedere un aiuto economico alla madre. “Sono tutti sacrifici miei”, dice orgoglio. E mostra con soddisfazione le foto che lo ritaggono trionfante con il bastone a fianco.
Giorgio Càsole