CLAMOROSO AL COMUNE DI AUGUSTA. IL COMMISSARIO REGGENTE ESCLUDE ELIO SALERNO DA OGNI INCARICO

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Il commento di Giorgio Càsole

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AUGUSTA. Desidero intervenire sulle nomine dei componenti la commissione comunale di storia patria e sull’esclusione , che ha già suscitato scalpore, di Elio Salerno, che, oltre quarant’anni fa, con il fratello Ennio (figli di un ex podestà, poi sindaco negli anni Cinquanta)  e con Giuseppe Amato, Tullio Marcon, Mario Mentesana (scomparsi), Giovanni Vaccaro, ebbe l’idea di istituire una commissione avente la finalità di pubblicare un Notiziario storico, posto sotto la direzione responsabile di Francesco Traina, e proposero all’ amministrazione comunale di dare un crisma di ufficialità alla stessa commissione, anche e soprattutto, direi, per ricevere dal Comune un congruo finanziamento per la pubblicazione del Notiziario storico. E, infatti, la voce del finanziamento fu iscritta nel bilancio comunale,  per assicurare  la certezza del finanziamento, sottraendolo così all’arbitrio delle amministrazioni che, all’epoca e fino ai primi anni Novanta, duravano, mediamente, dodici/quindici mesi. L’amministrazione del tempo scelse altri nomi da affiancare a quelli citati sopra e, fra gli altri, per esempio, la signora Laura Annino, moglie dell’allora ingegnere capo del Comune, Annino. La signora era laureata in Lettere, ma nient’altro. Non c’era fra loro nessuno storico di professione, nemmeno come docente  a tempo pieno. Si trattava di dilettanti, nel senso alto del termine, cioè di persone che si dilettavano descrivendo ad ampio raggio fatti di storia cittadina, la cosiddetta microstoria o storia municipale,  affrontando i vari aspetti della vita della città,senza trascurare l’aspetto religioso, naturalistico-archeologico, ecc. La pubblicistica locale era ferma alla Storia di Augusta  di Sebastiano Salomone. Questi “dilettanti”volevano andare oltre, attingendo essenzialmente a un ampio archivio custodito nella biblioteca civica, chiamato Archivio o Fondo Blasco. Il primo numero del Notiziario storico uscì nel 1967, venduto al prezzo di 4 mila lire a copia, con articoli di Mario Mentesana (“La Gisira”), Giovanni Vaccaro (“Augusta nella seconda metà del 17° secolo”), Elio Salerno ((“Storia e tradizioni della Chiesa di San  Giuseppe”),. Tullio Marcon (“Augusta nella Guerra Italo-turca”) . Ebbe successo. Fu un’autentica novità nella miseria della pubblicistica cittadina del tempo, con la sua copertina celeste, in brossura, e con i titoli degli argomenti in bella vista sulla copertina. In tempi in cui c’era soltanto la RAI monopolista e Internet era inconcepibile, in cui si vendevano le enciclopedia a rate, il Notiziario fu visto anche come fonte perle ricerche scolastiche dei figli.  In un primo tempo la pubblicazione avrebbe dovuto essere semestrale, poi divenne annuale , con intervalli significativi.   Con il passare degli anni, il prezzo è aumentato, arrivando a 15 mila lire verso la fine degli anni Novanta, mantenendo  stesso volume di pagine .  Con l’entrata della moneta europea, il prezzo è stato di 10 euro. Nel corso degli anni la commissione è stata modificata per varie ragioni: chi è morto, chi non ha   lasciato Augusta, chi non ha voluto più continuare. Negli anni Novanta, sindaco Giuseppe Gulino, è stata radicalmente modificata. In un primo tempo, Gulino chiamò a farne parte tutti i prèsidi delle scuole presenti in Augusta e, fra questi , Alberto Terranova del classico  “Mègara”e Giovanni Satta dello scientifico “Saluta”, quando, ovviamente, i due istituti erano autonomi. Fu chiamato anche, finalmente, uno storico  di professione, Giuseppe Messina, già docente al liceo “Mègara” di Storia e Filosofia, ma anche qualcuno con nessun titolo né accademico né pubblicistico. Scelte discrezionali, come quelle compiute dal successore di Gulino, Carrubba, come quelle che ha compiuto il commissario regionale reggente, nel segno della più assoluta discrezionalità. Sentito dal quotidiano La Sicilia, il ommissario, in un primo tempo, aveva assicurato che si sarebbe avvalso della collaborazione di una commissione consiliare. Invece, si è fatto collaborare da due funzionari gerarchicamente a lui inferiori, il segretario generale D’Arrigo, nemmeno di Augusta, e la responsabile dell’ufficio legale, Lucia Cipriano. E’ vero. La discrezionalità era stata chiaramente messa in evidenza nei bandi, con cui si sollecitavano i candidati a presentare  le loro istanze corredate da curriculum vitae, ma, allora, se c’è tale, assoluta, discrezionalità, a che pro far presentare queste  domande.? Sarebbe bastato nominare sua sponte, come avevano fatto i sindaci. Anzi, sarebbe  stato più opportuno lasciare tutto fermo, non procedere a nuove nomine, tant’è che – è scritto nello stesso bando – tali nomine avranno efficacia fino alle prossime elezioni amministrative. Né il commissario può obiettare che si tratta di nomine fiduciarie senza le quali non può operare con serenità. A parte che egli dovrebbe garantire l’ordinaria amministrazione, davvero si può pensare che non può lavorare senza la commissione di storia patria che più a lui piace  il direttore del museo della piazzaforte, che esiste, che a lui più aggrada e senza il direttore a lui compiacente del museo civico, che non esiste? Quella del museo civico fu un’idea di Elio Salerno, avvocato, non “professore” , che raccolse molti reperti per avviare  tale istituzione che, ancora una volta, volle porre sotto tutela del Comune, per avere almeno l’assicurazione dei locali e fu nominato direttore dal sindaco Fruciano, senza oneri, come Tullio Marcon ebbe l’idea del museo della piazzaforte, raccolse reperti militari e fu nominato dal Comune direttore a vita e senza retribuzione. Scomparso Marcon, l’eredità morale e la carica onorifica sono passate al suo vice, Antonello Forestiere, anch’egli avvocato. Il sindaco Carrubba,  qualche mese prima di dimettersi, inopinatamente e senza nemmeno revocare la nomina che Salerno aveva da ani, ha to nomina direttore del museo civico un” allievo” di Salerno, Giuseppe Carrabino,entrato nella commissione di storia patria grazie ai buoni uffici dello stesso Salerno.  Carrabino pubblicamente ha ammesso che Salerno è stato il suo maestro , ma Salerno, nonostante la sua venerabile età – è un novantenne – è andato su tutte le furie, dolendosi prima, inutilmente, con Carrubba e successivamente con il commissario reggente, contro cui ora c’è una levata di scudi di mezzo consiglio comunale che vuol chiedere al presidente della Regione, Crocetta, di rimuoverlo, perché agisce da “politico” e non da funzionario. Dovremmo specificare funzionario regionale in pensione da anni, ormai, essendo un 75enne. Con un atto d’imperio,insolito, appunto  in un commissario reggente, La Mattina, questo il cognome, azzera tutte le nomine relative a queste istituzioni culturali sotto tutela del Comune, con  la giustificazione che si tratta di “nomine fiduciarie” e  pubblica sul sito informatico del Comune i bandi. Dobbiamo dire che Elio Salerno, con tutta umiltà, presenta la sua domanda corredata dal c.v. , come Carrabino, come altri. La Mattina”rivoluziona” la commissione di storia patria nominando molti giovani non si sa con quale criterio,  visto che nella stragrande maggioranza essi non hanno pubblicato alcunché e non nomina persone con laurea, quattro abilitazioni  al’insegnamento, di cui una in storia e filosofia con il massimo dei voti, master con lode, vent’anni di insegnamento, molte pubblicazioni di storia locale e pubblicazioni di storia specialistica, ma lascia Carrabino, cui sottrae la direzione dell’insistente museo civico, che assegna non già a Salerno, ideatore, fondatore e raccoglitore di reperti, ma  a una giovane laureata che collabora con il museo civico di Modica ed esclude lo stesso Salerno dalla commissione di storia patria, di cui Salerno è stato non solo il fondatore con altri, ma il presidente e, soprattutto, il più prolifico dei collaboratori, nel senso che  in ogni numero del Notiziario c’è un suo contributo. Come mai questa plateale esclusione, che ha provocato le reazioni sdegnate di persone, come Mantinei,  pur non essendo ideologicamente affini a Salerno?  Dobbiamo fare dietrologia? Ci asteniamo nel rispetto della veneranda età del commissario reggente, il quale, però, non ha avuto rispetto per quella più veneranda di  Elio Salerno.

    Giorgio Càsole

CLAMOROSO AL COMUNE DI AUGUSTA. IL COMMISSARIO REGGENTE ESCLUDE ELIO SALERNO DA OGNI INCARICOultima modifica: 2013-01-19T13:56:00+01:00da leodar1
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