L’ AUGUSTANO DON PAOLO LIGGERI COME PRIMO LEVI

LIGGERI.pngAUGUSTA. Don Paolo Liggeri nacque ad Augusta il 12 agosto 1911 e nel gennaio 1935, a Milano, fu ordinato sacerdote. Nel settembre del ’43, dopo i bombardamenti che avevano colpito il capoluogo lombardo, don Liggeri organizza in via Mercalli un centro di assistenza sociale chiamato “La casa”, come simbolo dell’iniziativa aveva scelto due colombi che cercano rifugio a ridosso, appunto, di una casa. Ma don Paolo non si limita ad assistere coloro che avevano avuto distrutta la propria abitazione; a poco a poco ospita anche perseguitati politici e razziali e, in collegamento con Radio Vaticana, registra e inoltra messaggi ai familiari di militari prigionieri o dispersi.  Don Paolo si rifiutò di vivere al riparo dello sfollamento della grande città. Rimase a Milano ma, a causa dell’attività di protezione dei perseguitati, don Paolo venne arrestato e deportato nei campi di concentramento nazisti. Tra il 1944 e il 1945 Liggeri venne in un primo momento rinchiuso dai fascisti nel carcere San Vittore a Milano, in seguito fu deportato nel campo di concentramento di Fossoli per poi essere trasferito a Bolzano quindi a Mauthausen, a Gresen e, infine, a Dachau dove, nel Maggio del ’45, avvenne la liberazione da parte degli americani. Appena rientrato dai Lager della Germania, don Liggeri scrisse il “Triangolo Rosso”, un libro sulla sua esperienza da deportato. Tale libro è la trascrizione del diario tenuto dal  sacerdote nei suoi 13 mesi di prigionia, e grazie al quale veniamo a conoscenza di una testimonianza molto ampia, che riguarda tutti i livelli della vita nei campi di concentramento. Don Liggeri, pertanto, ci fornisce numerose informazioni anche a proposito del culto divino. Liggeri era un prete che dedicava molto spazio a narrare quanto fosse presente la religiosità all’interno del campo. La religione lì era quasi completamente proibita, anche a coloro che, prima di essere deportati, erano ecclesiastici. Durante la sua deportazione, egli continuò a credere e a pregare, trovando nel suo Signore non la causa dei suoi mali, bensì l’unica via di salvezza.  La sua missione dal ritiro di Dachau sarebbe stata per la ricostruzione dei legami familiari, per la promozione dei valori del matrimonio e della famiglia. L’aver sperimentato cosa significa avere fame, quella fame che sa che non sarà mai saziata, e panni bagnati e il freddo fuori e dentro le baracche, lo rendevano così vicino a coloro che soffrivano. Crea così nel 1948 il primo Consultorio familiare e nel 1970 divenne presidente dell’Opera Cardinal Ferrari, presidenza che il sacerdote mantenne fino alla morte,  che avvenne nel 1996. Possiamo descrivere don Paolo Liggeri un uomo sempre attento all’intento di non limitare la funzione dell’ “Opera” a offrire ai “meno abbienti” un pasto completo e un luogo caldo dove passare le ore del giorno, ma di offrire via via servizi e opportunità che ridessero dignità alla persona, che risvegliassero il senso di appartenenza ad una comunità, che aprissero all’amicizia e all’aiuto reciproco. Aveva un modo signorile fatto di sottile umorismo e di sereno distacco per sdrammatizzare le cose, per riportare a un sorridente equilibrio le situazioni più tese, per mostrare gli errori senza che il responsabile se ne umilasse, anzi, portandolo a riderne.

La sua affabilità e la sua capacità di entrare in sintonia con l’altro, lo hanno reso amatissimo da tutti.

                                             

  G.C.                                                     

L’ AUGUSTANO DON PAOLO LIGGERI COME PRIMO LEVIultima modifica: 2012-06-06T07:59:00+02:00da leodar1
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