Con un video premiato a livello nazionale da “ITALIA NOSTRA”, le coste di AUGUSTA raccontate dai liceali del “Mègara”e dalla loro docente Di Venuta

 

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Giorno 31 gennaio si è svolta nell’aula magna- teatro comunale della nostra città un’interessante conferenza dal titolo “Il paesaggio costiero di Augusta: un bene prezioso da salvaguardare. La prof. Jessica Di Venuta ha  illustrato il contenuto del video “Le coste di Augusta” e  ha sottolineato con un certo orgoglio che questo è stato il video vincitore del Concorso Nazionale “IL PAESAGGIO RACCONTATO DAI RAGAZZI narrazioni e immagini nell’era digitale” bandito da ITALIA NOSTRA nell’ a.s. 2010-2011 in collaborazione con il MIUR, il Ministero dei Beni e le Attività culturali, il Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio, l’Unesco. Questo video ha rappresentato, per gli studenti coinvolti, un’attività di ricerca-azione sul tema del paesaggio, come hanno rivelato due delle ragazze coinvolte direttamente in questa particolare esperienza, Giulia Epaminonda e Giulia Spirio. Tuttavia ritengo che, allo stesso tempo, questo video abbia ha coinvolto tutti noi ragazzi nella riscoperta del patrimonio costituito dal paesaggio in tutte le sue dimensioni, quale bene comune da tutelare e valorizzare essendo sintesi della relazione uomo-ambiente. Dopo la visione del video, che in meno di un’ora ha ripercorso i 3000 anni di storia della nostra terra, dallo splendore durante il periodo greco al paesaggio deturpato dalla presenza delle industrie petrolchimiche istallate ad Augusta, dopo il 1949; due alunne dell’Istituto, Simona Giardina e Fulvia Saraceno hanno presentato uno spot, da loro realizzato, sulle saline di Augusta. Saline che dal 2000 sono inserite nella lista dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale, ma , purtroppo,  attualmente versano in una condizione di  grave e ingiustificato degrado anche a causa di noi cittadini che siamo pronti ad autoassolverci grazie agli alibi forniti dalle inadempienze della pubblica amministrazione. Terminata la prima parte della conferenza, ha preso la parola il prof. Giovanni Signorello presidente del corso di laurea in “Pianificazione, progettazione e gestione del territorio e dell’ambiente” dell’ Università degli Studi di Catania. L’illustre relatore ha esposto il programma del corso, aggiungendo che l’ordinamento del corso di studio prevede l’acquisizione in tre anni da parte dello studente di  180 Crediti Formativi Universitari (CFU). Il prof. ha concluso esponendo quelli che sono gli obiettivi finali del corso di laurea (tra gli altri: conoscere le associazioni vegetali che maggiormente caratterizzano il territorio e il paesaggio mediterraneo, sapere applicare gli strumenti della moderna geomatica per l’analisi e la rappresentazione cartografica del territorio e dell’ambiente) e quelle che sono le possibili occupazioni (nella pubblica amministrazione, negli enti pubblici, nelle fondazioni o associazioni con scopi di tutela della natura e del paesaggio) dei laureati in Pianificazione, progettazione e gestione del territorio e dell’ambiente. All’ intervento del prof. Signorello è seguito quello della prof.ssa Giovanna Tomaselli  ordinaria di Costruzioni Rurali e Territorio Agroforestale Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agroalimentari e Ambientali – GeSA Sezione: Costruzione e Territorio,  che ha parlato delle aree umide. Infine, al termine dell’intervento del  dott. Danilo Verde,  che ha esposto quella che è stata la sua esperienza universitaria, è stato aperto un dibattito in cui  è stata ribadita l’importanza dell’ambiente e si è giunti alla conclusione che, nonostante le varie opinioni personali, questa conferenza-orientamento è stata un’opportunità per noi ragazzi, che a breve dovremo decidere quale corso di laurea intraprendere, perché ci è stata offerta un’ altra opportunità che la maggior parte di noi non conosceva. Riprendendo le parole del prof. Signorello l’importante è scegliere  un corso di laurea vicino ai nostri interessi  e studiare con impegno: “ L’università non è fatta per i geni, ma per persone di buona volontà”.

    Martina   Serra

Una studentessa di augusta ha scoperto che per disegnare caschi perfetti a Hong Kong studiano il picchio

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I ricercatori del politecnico di Hong Kong e dell’Università di Pechino hanno messo in atto una grande quantità di strumenti per misurare la resistenza del cranio del picchio, che quotidianamente, circa 12mila volte al giorno, martella col becco le cortecce degli alberi. Come i ricercatori, studiare il volatile potrebbe aiutare a prevenire e curare traumi che colpiscono noi umani. Durante questo lavoro giornaliero, spiegano, il picchio muove la testa alla velocità di sei metri al secondo, uno sforzo che un umano non riuscirebbe a sopportare rimanendo in salute.

Tra le più frequenti cause di morte per noi vi sono le ferite alla testa e i traumi a carico del cervello, e causa di fastidio è la cosiddetta concussione celebrale: perdita di coscienza, nausea, vista annebbiata, amnesia, provocata da colpi diretti alla testa o al collo che modificano la circolazione di sostanze che regolano l’attività del cervello.

Come rivelano le immagini raccolte da telecamere 3D ad alta risoluzione e riprese a raggi X, a proteggere il cervello del picchio sarebbero la struttura delle ossa, la loro disposizione e la strategia adottata dall’animale. Inoltre, a differenza del cervello umano, quello del picchio aderisce perfettamente al cranio, e ha una forma più verticale, che permette di subire meno spinte parallele al terreno. Infine, è ancorato a più sostegni che agiscono come cinture di sicurezza. Gli scienziati hanno poi notato, per mezzo di appositi sensori, che il becco colpisce la corteccia non frontalmente, bensì lateralmente, attutendo così il colpo alle ossa. Tutti elementi questi che evidenziano i punti deboli del corpo umano, e che possono diventare informazioni preziose per chi progetta mezzi di protezione, come ad esempio i caschi.

 

  F.S.