La libertà di poter dire “non la penso come te” senza aspettarsi un licenziamento o una fucilata

motorino.jpgLa libertà è il desiderio fondamentale per l’uomo, da sempre è stata agognata, sofferta, guadagnata e persa nuovamente. Tendiamo a non sentirci liberi in qualsiasi situazione, ne vogliamo sempre di più, come se non bastasse mai. Si parla continuamente di restrizioni e repressioni, ma quando siamo davvero liberi? Basta un motorino, ritirarsi più tardi, un appartamento tutto vostro e la possibilità di esprimere il nostro pensiero per sentirci davvero liberi? La libertà, dal mio punto di vista, è la facoltà di poter scegliere e pensare indipendentemente dagli altri. Non è quindi un fattore materiale, bensì psicologico e sociale. Credo che nessuno possa davvero definirsi libero in quanto tutti siamo condizionati da fattori esterni, quali – ahimè – i soldi, la famiglia, l’amore, l’appartenenza a una “casta”. Valori importanti possono starci troppo stretti e per questo ci tolgono la libertà. La necessità di avere delle libertà nasce nella mia età, prima infatti non si sente l’esigenza di essere indipendenti. Ci sentiamo oppressi dai genitori, dalla scuola, dagli adulti in genere, dal futuro, da ciò che dobbiamo diventare… Pensiamo che restando a casa da soli siamo grandi, forti e liberi di fare ciò che vogliamo, ma basta che faccia buio per andare a casa della nonna e sentirci al sicuro. Pensiamo che avendo un motorino possiamo andare dove vogliamo, ma arrivati,  non sappiamo come tornare indietro. La libertà è poter dire “non la penso come te”senza aspettarmi come conseguenza un licenziamento o una fucilata, per esempio. Immagino libero un uomo che denuncia colui che lo ricattava, una donna che ha lasciato il marito che non l’amava, colui che ha abbandonato il posto di lavoro ribellandosi al suo essere sottopagato, il giovane che crede in dei valori e quello che non si veste come gli altri solo per moda. Immagino libero chi si distingue. Anche nell’amore ci si può sentire ingabbiati: la monogamia, la tradizione, i ruoli predefiniti, il matrimonio, la famiglia patriarcale. Sento molto donne e uomini di mezza età voler urlare al mondo che prima di essere mogli e mariti, sono persone con un carattere e delle ambizioni. E queste stesse persone vogliono ritagliarsi un loro spazio nella routine quotidiana. Per questo ritengo che la libertà sia anche dedicarsi a ciò che ci appassiona, poter confidare in nostri pensieri ad un amico. La gelosia, a esempio, è la fine della libertà di coppia. E andando avanti in questa analisi ci rendiamo conto che non siamo liberi neppure a lavoro o a scuola. Non siamo liberi quando non diciamo al capo cosa pensiamo di lui, non siamo liberi quando non esprimiamo la nostra idea al professore. Non siamo liberi neppure nella società, con tutto ciò che si deve o non si deve fare in ogni piccola situazione, a una cena di gala per esempio. La convenzioni sono l’anti libertà di espressione. Il concetto di decenza ci è così radicato in mente che se vediamo una ragazza con uno stivale troppo alto tendiamo subito a pensar male di lei. Penso che la canzone di Fabrizio Moro possa racchiudere pienamente il mio pensiero: “Voglio sentirmi libero da questa onda, libero dalla convinzione che la Terra è tonda, libero libero davvero non per fare il duro, libero dalla paura del futuro, libero perché ognuno è libero di andare, libero da una storia che è finita male e da uomo libero ricominciare, perché la libertà è sacra come il pane!”. Io aggiungerei: poiché la libertà è grande come il cielo, quando la si ha per davvero.

     Anna  Guerrisi

La libertà di poter dire “non la penso come te” senza aspettarsi un licenziamento o una fucilataultima modifica: 2011-12-16T16:53:53+01:00da leodar1
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Un pensiero su “La libertà di poter dire “non la penso come te” senza aspettarsi un licenziamento o una fucilata

  1. Un tale articolo, non necessita di molti commenti, considerando la giovane età dell’autrice assume un carattere che lo rende ancora più intrigante e meritevole di riflessione. Quello che mi sento di aggiungere, il breve messaggio che vorrei inviare ai lettori che hanno raggiunto una certa età, che per liberarsi bisogna rendersi attori protagonisti della propria era. Quindi cantautore per cantautore dopo Fabrizio Moro per i giovani mi sembra spontaneo citare il grande Giogio Gaber, che cantava :
    “La libertà è partecipazione”.
    Alberto, lettore assiduo e partecipante.

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