ARTISTICAMENTE ABILI

Ad Augusta la 1^ estemporanea di pittura/arti grafiche per diversamente abili

 disabili,solidarietà,arte e pittura

Augusta. Domenica  30 ottobre  le associazioni “A.S.D. Nuova Augusta Sport Disabili”, “L’Albero di Andrea” Onlus di Giarre e “Associazione Filippide” sezione di Siracusa,  in collaborazione con l’Alto Comando della Marina Militare di Augusta e la Guardia Costiera Ausiliaria di Augusta, organizzano,  grazie alla disponibilità del Circolo Ricreativo Dipendenti Difesa (C.R.D.D.) di Punta Izzo – Augusta, una giornata in favore dei ragazzi diversamente abili intitolata “ARTISTICAMENTE ABILI”.

Alla giornata parteciperanno oltre una cinquantina di ragazzi diversamente abili che saranno impegnati a esprimere la propria creatività in varie forme artistiche e pittoriche, con il supporto di insegnanti di disegno. Le creazioni dei ragazzi saranno esposte presso i locali del C.R.D.D. dando vita a una mostra estemporanea finalizzata alla loro vendita per raccogliere fondi destinati alle stesse associazioni. 

     U.S.

LA FIACCOLATA E IL MUSCATELLO: SORBELLO? PRESENTE!, CARRUBBA? ASSENTE! – di Giorgio Càsole

fiac.jpgA Lentini stanziati 40 mila euro per sfamare 2oo persone in tempi di crisi

AUGUSTA. Alle  6 del pomeriggio di lunedì 17 ottobre in Piazza Duomo c’è un capannello  di gente. La popolazione è stata informata attraverso locandine e social network. Per quell’ora è stato fissato in quella piazza il luogo d’incontro e di partenza per una fiaccolata in difesa del Muscatello, l’ospedale civico , cioè pubblico, che, per decreto del’assessore regionale alla salute, Russo, dev’essere privato di due importanti reparti: quello di ostetricia-ginecologia e quello di pediatria, da trasferire a Lentini,, secondo un piano di “rifunzionalizzazione”, orribile termine per indicare che la sanità pubblica è diventata troppo onerosa  e occorre  articolare meglio sul territorio le risorse per evitare sprechi e, quindi, per risparmiare. Ci sono alcune considerazioni da fare. La prima: non siamo nel nord Italia, dove ci sono cittadine molto vicine l’una all’altra con piccoli e anche efficienti ospedali pubblici, ma non più in grado di soddisfare al meglio tutte le esigenze dell’attuale società tecnologicamente avanzata,che ha necessità di costosissime attrezzature(risonanza magnetica, camera iperbarica), sì che è meglio specializzare gli stessi nosocomi vicini, dando la possibilità all’utenza di rivolgersi all’uno o all’altro a seconda delle esigenze, ricevendo da ciascuno il meglio in fatto di persone e di mezzi; la seconda: Il Muscatello di Augusta serve un ampio bacino di utenza, che comprende più comuni ed è ubicato i un’area considerata già nel 1990, dallo stesso ministero dell’ambiente, ad alto rischio di crisi ambientale, come quelle di Milazzo e di Gela: per queste aree la stessa Regione Sicilia, con propria legge, ha deciso il “potenziamento” non già il depauperamento degli ospedali: ergo, il Muscatello, a norma di legge, non dovrebbe subire alcun taglio, ma  dovrebbe essere, appunto, potenziato; non volendo far questo e non volendo/potendo andare contro legge si adopera l’orrendo neologismo del burocratese: rifunzionalizzazione

terza considerazione: in loco, in territorio di Augusta, cioè, esiste una struttura privata “Villa Salus”, nata come clinica ortopedica per integrarsi con il Muscatello, privo  delò rerparto di ortopedia e traumatologia, divenuta nel tempo una’imponente struttura che fa concorrenza al civico nosocomio perché è in regime di convenzione:riceve, cioè, soldi pubblici: quarta considerazione:  Lentini ha espresso un deputato regionale, Gennuso, militante nell’MpA, Movimento per l’Autonomia, fondato e guidato da quel “governatore” Lombardo che è a capo della Regione Siciliana ed è il responsabile massimo della “rifunzionalizzazione”, malattia  che ha colpito molti nosocomi siciliani.

Lo stessa mattina della fiaccolata a Lentini viene inaugurato in pompa magna il nuovo ospedale, presente lo stesso Lombardo dallo sguardo sfuggente (non guarda mai la telecamera e volta lo sguardo da un parte e dall’altra)presente, pour cause, il direttore generale dell’ASP siracusana, Franco Maniscalco che ha stanziato la bella somma di 40 000 euro (avete letto bene: quarantamila) per l’evento, che prevede un catering, cioè una “mangiata”, per usare un termine schiettamente nostro, per duecento persone, alla faccia della crisi, della necessità del risparmio che viene chiesto sempre ai poveri cristi. Ovviamente, a Lentini e a Carlentini sono tutti  arcifelici perché, finalmente, dopo un’attesa di vent’anni vedono aperto e in funzione il nuovo ospedale: quello vecchio, vicino al cimitero, fa logisticamente e esteticamente schifo. Il nuovo ospedale è bellissimo a vedersi, posto in collina, lontano dal centro, in un luogo che si pensa non inquinato. Ma è grande, troppo grande per i tempi odierni,  concepito e progettato in tempi di benessere. Bisogna riempirlo. E allora che fare? Occorre “rifunzionalizzare”, cioè,  ridurre la spesa.  Secondo questa logica,  i piccoli ospedali non possono più esistere, anche perché  le nuove tecnologie, tac, risonanza, camera iperbarica, costano e non è possibile dotare ogni struttura di queste tecnologie. Le cliniche private, convenzionate con il Servizio sanitario Nazionale, però, ne sono tutte fornite. Lentini ha un ospedale nuovissimo, ma troppo grande, , Lentini ha un deputato dell’MPA, combattivo e tenace, che minaccia d’incatenarsi a favore del nuovo ospedale, e, allora, che si fa? Niente di meglio che, nell’ottica della “rifunzionalizzazione” togliere alcuni reparti dall’ospedale di Augusta e accorparli a quelli di Lentini,  andando contro una legge della stessa Regione siciliana che prevede il potenziamento degli ospedali nelle aree ad alto rischio di crisi ambientale, quale indubbiamente è quella di Augusta, e nonostante i milioni di euro spesi per il nuovo padiglione, per migliorare il quale sono stati già stanziati circa 10 milioni di euro. Un padiglione che da anni ormai è abbandonato, non utilizzato, mentre continuiamo a pagare gli affitti per gli ambulatori che sono ubicati nel cosiddetto palazzo di vetro di Via Trieste, in locali di proprietà di Pippo Amara. Un fiume di denaro pubblico speso e da spendere che  sembra non preoccupare più di tanto Franco Maniscalco che si fa ritrarre sorridente a tutti denti sulla copertina di un giornale aziendale finanziato sempre con soldi pubblici. I poveri cristi augustani non ci stanno. Non ci stanno a perdere il proprio ospedale, perché, perdendo i due reparti di ginecologia e pediatria, il rischio è di perdere l’ospedale in quanto tale, giacché non si può definire ospedale una struttura con meno di 120 posti letto. C’è da aggiungere che, disgraziatamente, per quanto riguarda ginecologia, non sono più i tempi del primario Salvatore Paci, la cui fama attirava mamme a frotte da fuori Augusta. Anche il reparto di Medicina non vive tempi gloriosi. C’è chi sostiene, e forse non a torto, che il disegno politico a favore di Lentini prevedeva l’abbassamento della qualità nei reparti, per dimostrare che l’utenza s’è abbassata e non si possono mantenere doppioni in un  territorio così strutturato. I poveri cristi augustani da tre anni hanno intuìto il disegno e da tre anni organizzano manifestazioni a a favore del mantenimento e dell’integrità del Muscatello.  In un primo momento il primo cittadino, Carrubba, è sembrato favorevole toto corde a ogni iniziativa, aggiungendo di voler seguire le vie legali, come il fallimentare ricorso al TAR, per tutelare il Muscatello, senza mai arrivare alla decisione che prese nel 1960 l’allora vicesindaco Giovanni saraceno di occupare porto e altri gangli vitali di Augusta per difendere l’unità amministrativa del porto di Augusta. Il decreto ministeriale era già pronto. La rivolta popolare, guidata, appunto da Saraceno,  che non provocò danni né alle persone né alle cose, fu così efficace, specie anche  perché bloccò l’attività portuale vitale per i rifornimenti nazionali di carburante, da far annullare il decreto e tutto tornò come prima. Il decreto assessoriale per “scippare” il Muscatello di altri due reparti – quello di psichiatria era stato scippato prima – è ancora in pieno vigore. Il primo cittadino si è defilato, forse perché ha in animo di candidarsi alle prossime regionali proprio nel partito di Lombardo. I poveri cristi augustani alla fiaccolata del 17 ottobre  sono diventato un serpente umano che s’è ingrossato a mano a mano che ci si avvicinava al Muscatello, dopo aver attraversato da Piazza Duomo, Via Principe Umberto e, dopo la Porta Spagnola, Via Lavaggi e Viale Italia, con l’animazione dei giovani che urlavano slogan contro Carrubba, la cui assenza era rimarcata dalla vistosa presenza del sindaco di Melilli, Sorbello, in prima fila con la fascia tricolore. Mescolato in mezzo alla folla il deputato dell’ARS Vinciullo,che, recentemente, s’è  scagliato contro Franco Maniscalco per la “scomparsa” prima e la”rottamazione” dopo della camera iperbarica per il Muscatello, costata 5oo milioni di lire e mai entrata in funzione. Fra i dimostranti incontriamo Luigi Marino, ex consigliere e assessore democristiano, che se la prende con chi non partecipa alla manifestazione. “Gl’indifferenti fanno il gioco del nemico”, afferma Marino. In poco tempo i partecipanti alla fiaccolata diventano circa mille e cinquecento. I poveri cristi augustani, organizzati in comitato, hanno deciso la fiaccolata del 17 ottobre, dopo l’ultima, fallimentare, del 27settembre, non solo come contraltare all’inaugurazione “pantagruelica” dell’ospedale di Lentini, ma come fatto simbolico, per significare che la fiaccola è  ancora viva. Fino a quando?

 Giorgio Càsole 

LECTURA DANTIS, che cos’è?

“Considerate la vostra semenza – fatti non foste a viver come bruti – ma per seguir virtute e conoscenza”

lectura dantis.jpgAUGUSTA. Per la prima volta ad Augusta dopo ben 50 anni, in data 29/09/2011,  si è tenuta nella chiesa Sacro Cuore una Lectura Dantis, curata dall’associazione culturale Teatro Gruppo,  con il patrocinio della Provincia Regionale. Raffinata interpretazione e relativo commento ad opera del prof. Giorgio Casole, arricchita dalle calzanti note di sottofondo d’organo del giovane pianista Mauro Farina. Una scenografia naturale, essenziale, come si addice ad una tale autorevole declamazione. Cos’è innanzitutto una Lectura Dantis? Si tratta di un momento di interpretazione esegetica dei Canti della Divina Commedia che si articola in due tempi: in primis la lectura espressiva o declamazione, seguita dalla lectura esegetica o commento. La tradizione secolare si fa risalire alle lezioni di Giovanni Boccaccio, ma si possono citare numerosi altri esperimenti da Vittorio Gassman, a Sermonti o ancora al regista e attore Roberto Benigni, i quali, pur rivisitando il modello classico, hanno conferito ciascuno una peculiare autonomia di interpretazione alla ben nota opera. Insomma un tentativo tutt’altro che semplice, quello di dare nuova vita, di prestare voce e spirito ad un’opera che, nonostante il passare degli anni, appare sempre così attuale e capace di creare delicati moti dell’animo. Il viaggio di Dante attraverso i tre regni dell’oltretomba rappresenta metaforicamente il viaggio dell’uomo verso il sommo amore. Nell’inferno una fitta selva avviluppa e imprigiona un uomo, Dante, che canta il suo desiderio di andare oltre l’oscurità che lo circonda. Da uno spiraglio di luce intravede l’amata Beatrice e ode la sua voce che gli instilla coraggio.

Giunto in cima al Monte del Purgatorio, egli si trova ancora in una foresta, simile alla selva nella quale aveva iniziato il viaggio, ma è una foresta piena di luce così come, grazie al viaggio compiuto, è profondamente differente l’uomo Dante. Quando finalmente Beatrice gli va incontro, sorprendentemente, ella lo rimprovera accusandolo di aver tradito il suo amore, ma egli, dopo aver riconosciuto la sua colpa, conclude insieme all’amata il viaggio. Beatrice e Dante cantano dunque la bellezza dell’Amore. La gioia di Dante esplode  finale, dove ogni personaggio canta l’ “Amor che move il sole e l’altre stelle”.  La Divina Commedia è dunque amore, passione, ma anche vizio, peccato, perdizione, è paradiso e allo stesso tempo inferno, buio e oscurità,  tenebre e luce.  Una voce esperta ci ha regalato queste emozioni e personalmente credo che ogni uomo d’animo sensibile presente in chiesa abbia recepito con grande intensità la vasta portata di questo pathos poetico. Personalmente ho molto apprezzato il tono e l’impostazione artistica di questa lectura. Onore e onere di tale esperimento va al docente Giorgio Casole, protagonista dell’evento culturale che è apparso molto apprezzato e gradito. Da dove nasce quest’idea? Dalla volontà del prof di avvicinare quanto più possibile la cittadinanza augustana, e in particolare i giovani, a tale momento poetico al fine di creare non solo una specie di “cenacolo poetico” dove assaporare le luci e i colori della cultura ma soprattutto per evidenziare l’attualità, l’immortalità dei versi danteschi, per rimettere tutto in discussione e dibattervi sopra, per riportare la Divina Commedia a nuova vita, dal bianco e nero del libro di testo direttamente sulla scena con i suoi vividi colori. Purtroppo non sempre esiste, nella ristrettezza degli orari scolastici, la possibilità di far conoscere tutta la letteratura italiana al meglio, al punto tale da amarla. Si focalizza l’attenzione su alcune opere e si rischia di tralasciare ciò che è più nuovo, il moderno, gli scrittori sperimentali e di rendere invece statici e privi di dinamismo pregevoli scritti italiani del passato. Eppure tra questi ultimi ce ne sono alcuni imperituri che non possono né devono andare dimenticati o svalutati. Di certo confinare l’egregio Dante alla semplice “parafrasi dell’ora di italiano”, per poi chiudere quaderni e libri e spostare l’attenzione su altri argomenti è quasi un delitto: pertanto è forse questo l’unico modo di tentare un approccio più approfondito ed esclusivo dell’argomento ovvero dar luogo e partecipare a eventi culturali di tal genere. Si spera pertanto che questo sia solo un inizio e che si possa ripetere l’esperienza al più presto presso le scuole o anche in altre sedi, specie nelle chiese per creare un’atmosfera consona al clima culturale, nelle quali trovare lo spazio e il tempo per una dimensione culturale di pregevole finitura.

Carmelo F. G. Intravaia