IL MOSTRO DI OSLO VOLEVA FAR SALTARE LE RAFFINERIE DI AUUSTA-PRIOLO, GELA E MILAZZO

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Dopo le immagini delle vittime che, prima di essere uccise, chiedevano pietà, adesso è possibile conoscere anche il delirio e i pensieri folli che si agitavano, e con ogni probabilità si agitano ancora, nella mente di chi ha scatenato l’orrore. E che già era consapevole che sarebbe stato considerato «un mostro». «Il più grande mostro dalla seconda guerra mondiale in poi». E tra i suoi obiettivi da colpire c’erano anche gli impianti petrolchimici italiani, primi fra tutti quelli do Augusta-Priolo, di Gela e Milazzo.
Anders Behring Breivik, prima di prepararsi per la sua «missione», come egli stesso definisce la carneficina di tre giorni fa, aveva lanciato sul web una sorta di memoriale-manifesto, accompagnato da un video riassuntivo caricato su YouTube, nel quale appaiono anche sue foto armato di fucile di precisione e con un distintivo «cacciatore di marxisti» appuntato sulla spalla della tuta.
Il documento è un volume di 1.500 pagine a metà strada tra un diario intimo, un piano di battaglia e un manuale del perfetto terrorista, è stato però «largamente copiato dal manifesto di Unabomber». A scriverlo è il quotidiano norvegese «VG» che, mettendo a confronto i due documenti, quello del folle norvegese e quello di Theodore Kaczynski, il criminale americano condannato per aver inviato pacchi esplosivi per 18 anni, facendo 3 morti e 23 feriti, rivela come siano state cambiate solo poche parole, sostituendo «sinistra» con «multiculturalismo» e «marxismo culturale».

Si definisce «un eroe», Breivik, «un salvatore del nostro popolo e della Cristianità europea, un distruttore del male e un portatore di luce». La sua ideologia si nutre di fantasie da gioco di ruolo, deliri geopolitici e rimasticature di storia dei Templari, ordine a cui si richiama sostenendo di essere uno dei leader di un «movimento nazionale e pan-europeo di resistenza patriottica». Nel volume, scritto tra a partire dal 2002 e intitolato «2083 – Dichiarazione europea di indipendenza», Breivik prefigura una guerra civile in tre fasi che dovrebbe concludersi proprio nel 2083, 200/mo anniversario della morte di Karl Marx, con l’eliminazione dei «marxisti», e con la «deportazione» di tutti i musulmani dal Vecchio Continente. La parte che alla lettura si presenta con un impatto emotivo più forte è però quella in cui Breivik racconta tutte le fasi preliminari agli attacchi che hanno sconvolto la capitale norvegese: il «duro» allenamento fisico, il reperimento delle armi, le esercitazioni di tiro, la preparazione degli esplosivi. Un «cammino» del quale Breivik intuiva già la fine: «Se sopravviverò alla mia missione – ha scritto – sarò etichettato come il più grande (nazi) mostro dalla Seconda guerra mondiale. Dovrò subire un processo multiculturalista. Per me sarà un incubo». Anche se ora, all’indomani del massacro, tramite il suo avvocato fa sapere di desiderare un processo pubblico per «dare le sue spiegazioni». Nel suo manifesto,  Breivik lanciava minacce contro Benedetto XVI, «un Papa codardo, incompetente, corrotto e illegittimo», e anche contro partiti italiani, in particolare Pdl, Pd, Idv e Udc, responsabili di boicottare la lotta contro l’Islam. E progettava anche attacchi contro le raffinerie petrolifere sparse in Europa, prime fra tutti 16 impianti italiani tra cui quelli siciliani di Augusta («gli impianti a Sud e a Nord di Siracusa»), Gela e Milazzo.  Un attacco a una raffineria, secondo il documento, richiederebbe per un «Cavaliere della Giustizia», una pianificazione di uno-tre anni, un budget di 30-100 mila euro e provocherebbe danni fino a 40 miliardi di euro.
Salvatore Lussu
Fausto Gasparroni (tratto da La Sicilia del 25/7/2011)

Il Circolo Unione per il Castello di Brucoli – di Gaetano Gulino

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Dietro le giostre, nella piazzetta  che delimita a nord il borgo marinaro, il visitatore occasionale riesce ad intravedere il vulcano dell’Etna,  quasi sempre sormontato da un pinnacolo di fumo e, con  grande    meraviglia, l’ imponente sagoma di un  vecchio castello. Schiamazzo,  risate, un vocio continuo ed un misto di rumori e suoni contraddistinguono la prima zona dell’estremità nord del borgo, poi il silenzio, il senso di solitudine ed abbandono che dominano sull’austero maniero. La gente del luogo,  alle domande del visitatore risponde che anticamente il castello rappresentava per Brucoli una fortificazione di difesa del territorio e che è stato abitato da diversi signorotti e potenti di turno, ma soprattutto da una regina, anche se pazza e segregata, la regina Giovanna. In ogni caso deve essere stato qualcosa di importante tanto è vero che la Soprintendenza ha provveduto ad un decoroso intervento di ristrutturazione. Il lungo silenzio è stato poi  interrotto solo per qualche giorno, riferiscono ancora gli abitanti del borgo, da un evento che una qualificata associazione di fotografi è riuscito a mettere in atto, superando miracolosamente le numerose difficoltà ed ostacoli per le autorizzazioni richieste delle varie istituzioni, soprintendenza per prima.

Poi il nulla. Silenzio, indifferenza.

Ad un tratto un risveglio…. un piccolo ritorno di memoria, di senso di appartenenza, di amore e rispetto per le proprie radici, una capacità di ritrovare nella storia di una popolazione e di un territorio elementi , fatti, eventi che possano conferire loro valore e dignità.

Ed ecco che nella ventilata serata del 23 luglio,un pubblico di circa due centinaia di attenti e qualificati ospiti, luci e fari illuminanti il castello, musiche, costumi medioevali indossati con orgoglio da eccellenti ragazzi liceali e una rievocazione storica, a cura di valenti conferenzieri, di fatti, eventi commerciali, abitudini alimentari e costumi d’epoca, riescono a vincere questo stato di torpore, di sonno profondo. E’ come uscire da un coma..  L’iniziativa è del Circolo Unione di Augusta che, nell’ambito delle molteplici attività culturali messe in programma estivo, ha voluto dare un contributo per fare luce sulla vera storia del castello e far sì che potesse essere dignitosamente valorizzato, fruito ed inserito nei progetti di sviluppo  culturale ed economico della popolazione indigena.   La prof.ssa, Gemma Colesanti, ricercatrice all’Istituto di studi sulle società del mediterraneo del CNR e docente presso l’Università Orientale   di Napoli ad hoc interpellata e convocata a Brucoli, è riuscita a trovare presso la biblioteca dei Gesuiti di Barcellona n. 4 libri di contabilità, di cui n. 2 mastri (definitivi) e n. 2 manuali (preparatori , appunti) ed un carteggio di corrispondenza tra due sorelle Johanna e Catarina Sabastida. Dalla traduzione di queste lettere e di un libro mastro, scritti in catalano, misto a siciliano,  finalmente viene documentato con il dovuto rigore scientifico un periodo storico, seconda metà del 400, che vedeva il Caricatore di Brucoli come uno dei più importanti nell’ambito degli scambi commerciali che avvenivano all’epoca dei fatti tra la Sicilia, il Nord Africa, Barcellona, Venezia ed altre città.

Catarina, moglie del governatore della camera reginale  di Spagna, Giovanni Sabastida, continuò a svolgerne le funzioni dopo la morte del marito, rivelandosi una vera e propria donna manager oltre che madre. Mercanteggiava: panni, frumento, carni, pelli, schiavi; Produceva frumento, pane e vino; Era prestatrice di denaro e proprietaria di un hostal a Brucoli dove si fittavano camere e si vendevano al dettaglio pane vino e carni.

La Colesanti fornisce ancora molti interessanti dettagli della vita civile, degli scambi commerciali che condizionavano l’economia di Brucoli, di Siracusa, della Val di Noto del 400, ma afferma” nessuna regina, nessuna Giovanna la pazza è stata mai  a Brucoli, sono tutte leggende” Il pubblico  è un po’ perplesso ma  entusiasta e consapevole finalmente di attingere notizie da fonti documentabili e certe.

La serata che ha  registrato l’interessante intervento del prof. Luigi Lombardo sulle abitudini alimentari dello stesso periodo,-  la presentazione e ringraziamento alle autorità intervenute da parte della presidente del Circolo, dott.ssa Bruno Gaetana, – l’introduzione ed il coordinamento da parte del prof. Piero Castro,-  la mostra fotografica “Brucoli e il suo hinterland”’ dell’associazione Augusta Photo Freelance,-   è stata completata con il sorteggio di una maxifoto del castello di Brucoli,-   con la video proiezione di un filmato, vincitore a livello nazionale, sulla storia  mediovale di Augusta e Brucoli dei ragazzi del liceo Megara coordinati dalla prof.ssa Jessica Di Venuta,-   ed infine con una raffinata cena nel cortile della attigua Capitaneria di Porto, grazie soprattutto alla disponibilità del Presidente dell’Associazione Welfare della Gente di Mare, comandante Rosario Litrico.   

Riflessione finale: speriamo che non si vada avanti a via di episodici risvegli…. e  che si possa uscire da questo stato di coma profondo.

          Gaetano Gulino

FARO S. CROCE: PESCA A STRASCICO: 2 MILA EURO DI MULTA, MOTOPESCA SEGNALATO ALL’UE

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AUGUSTA. In coordinamento  con la capitaneria di porto di Augusta, il velivolo Manta 01 partito dalla base aerea di Catania in missione di vigilanza pesca,il 26 luglio  individuava in località S. Croce di Augusta,  un  motopesca a strascico intento a pescare con le reti in mare in una zona vietata,  protetta per  ripopolamento ittico. L’unità veloce G.C. A79, dopo aver  lasciato il porto di Augusta si era diretta sul punto comunicato dall’aeromobile, intercettando il motopesca. All’equipaggio dell’imbarcazione i militari hanno contestato l’illecita attività di pesca procedendo al  sequestro della rete utilizzata.

Il comandante dell’unità dovrà subire una sanzione pecuniaria di 2000 euro mentre il motopesca sarà segnalato all’Unione Europea per essere inserito nella banca dati di coloro che hanno violato gravemente le norme comunitarie a tutela delle risorse ittiche. L’episodio rientra nelle attività di controllo sulla filiera ittica,  quale obiettivo nazionale perseguito dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, con missioni diurne e notturne,  che, nell’ultimo periodo,  hanno consentito la contestazione delle numerose infrazioni a carico sia di pescatori professionali che sportivi, sorpresi in attività illecite nel tratto costiero compreso tra il porto di Augusta e la foce del Simeto.

  C.C.

RISCHIA IL COLLASSO IL CARCERE DI AUGUSTA: 700 detenuti, 200 guardie in servizio, 130 in meno.

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AUGUSTA. Un altro grido d’ allarme per le sorti del penitenziario Augusta-Brucoli viene lanciato dal sindacato dell’Ugl della  Polizia Penitenziaria:   “La struttura di Piano ippolito  è al collasso e tutto il personale è fortemente demotivato e stanco di operare in continua emergenza. Siamo ad punto in cui è in pericolo la sicurezza e l’ordine riguardante tutto il personale, e la società civile stessa; abbiamo circa 700 detenuti e siamo poco più di 200 unità con una carenza di organico di circa 130 unità di polizia penitenziaria.

La tipologia variegata di detenuti qui presenti è difficile da gestire e spesso il personale, specialmente in questo periodo di ferie, lavora espletando doppio turno di servizio e facendo più posti di servizio.  Non abbiamo mezzi per  il trasferimento ne di soggetti bisognosi di invio al pronto soccorso e soprattutto per il rientro dei medesimi e ci adeguiamo e risolviamo le emergenze come possiamo, spesso dobbiamo sopperire ai piantonamenti perché anche il nucleo traduzioni è carente di organico e ciò ci danneggia ulteriormente”. A parlare è Nello Bongiovanni, componente del consiglio nazionale Ugl P.P., che continua:. “Abbiamo fatto tante proteste, abbiamo scritto a qualsiasi ente, ma adesso penso che siamo intenzionati a protestare in maniera seria, continua e in modo eclatante – ma questa volta ci auguriamo che al nostro fianco ci sia anche la direzione della Casa di Reclusione di Augusta. Nessuno interviene nemmeno relativamente alla struttura dove le cose stanno peggio; difatti,  se si considera che siamo soggetti a potenziali infezioni,  a pericoli di incendi indomabili,  a problematiche elettriche e, soprattutto,  a problematiche d’ acqua che in questa struttura esistono da venti anni circa, oppure all’antincendio che non funziona e dei sotterranei pieni di fogna, nei quali vi è una situazione che è stata definita inaudita anche dalle ultime ispezioni. Le autorità, gli Enti preposti” –sottolinea Bongiovanni – “non comprendono che l’istituto è attualmente una mina che potrebbe esplodere da un momento all’altro.  Anche la direzione sta continuando a scrivere e sollecitare interventi e fa il possibile per reggere  questa precarietà strutturale e di personale; nei giorni scorsi la direzione ha inoltrato al Dipartimento Amministrazione Penitenziariap ulteriori note nelle  quali viene evidenziato  il problema igienico- sanitario gravementecompromesso dalle condizioni climatiche”.

  B. G.

“TOLLERANZA ZERO RIFIUTI”, CAMPAGNA PROMOSSA DALLA PROVINCIA REGIONALE – di Giulia Casole

   

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   Prosegue la campagna contro i rifiuti denominata  “Tolleranza zero”, promossa dalla Provincia Regionale sotto il controllo diretto del responsabile del settore Ambiente della Provincia l’augustano ing. Domenico Morello, che  la mattina del 27 luglio, ha tenuto una conferenza-stampa,  presente, fra gli altri, l’assessore provinciale  all’ambiente, Giuseppe Poidomani. La conferenza-stampa è stata associata a un’operazione di “bonifica” compiuta da una ditta specializzata, sostenuta dalla polizia provinciale, per eliminare una discarica abusiva ubicata  sulla ex strada statale n° 193, nei pressi del porto commerciale dove si è proceduto alla rimozione dei rifiuti abbandonati accatastati ai margini della carreggiata. Dal bilancio tracciato dal dirigente Morello delle attività svolte nella campagna denominata “Tolleranza Zero Rifiuti”, la situazione risulta sensibilmente migliorata rispetto allo scorso anno. In un’ area vicina a quella oggi interessata dove è stata da tempo installata una telecamera non è stata registrata presenza di rifiuti. La Provincia sta intervenendo nella porzione del territorio augustano che rientra tra le sue competenze. L’operazione iniziata contro la discarica rientra nell’àmbito dell’intervento straordinario di raccolta e trasporto a impianti autorizzati dei rifiuti, giacenti sul territorio all’esterno dei perimetri dei centri abitati della provincia, zona centro-nord e zona centro-sud. E’ stato siglato un protocollo d’intesa con il Comune di Augusta  a favore del quale la Provincia regionale di Siracusa concederà un contributo per finanziare il servizio di vigilanza espletato dalla polizia municipale nel quadro del progetto obiettivo, i cui controlli contribuiscono a rendere più efficace l’iniziativa di prevenzione e contrasto del fenomeno riguardante la presenza della discariche abusive. Lo scorso anno in tutto il territorio provinciale sono stati bonificati 200 siti, installate 5 telecamere ed elevate sanzioni amministrativa per un importo di oltre 300 mila euro. Morello ha ricordato ricorda che trasportare e abbandonare rifiuti, oltre a comportare multe fino a 2.500 euro rappresenta    perseguibile.  

       Giulia Càsole