Le proteste e le strategie di “ inviluppo” per il porto di Augusta

Paolo Amato2.jpgIl consiglio provinciale nei giorni scorsi ha votato all’ unanimità un ordine del giorno proposto dal capo gruppo del PDL,  Paolo Amato, augustano, che ha richiamato la vigile attenzione del consiglio  su una questione molto importante che riguarda anche il futuro del porto di Augusta e della Sicilia. Da indiscrezioni di stampa pare che recentemente dalla bozza relativa alle strategie dei trasporti europei sia stato cancellato il Corridoio Berlino-Palermo. Ecco il testo della mozione firmata da Paolo Amato: “Il consiglio provinciale chiede agli Eurodeputati di protestare con forza a questo cambio di strategia, che la deputazione nazionale siciliana si muova e si mobiliti perché quello che si sta prospettando è di un’assurdità fuori dalla logica”. Ci si augura che dalla Sicilia , comuni, provincia , regione parta una protesta così energica da fermare un progetto che fermerebbe per 10 anni ogni capacità di sviluppo regionale. La proposta da parte della Comunità Europea di abolire il Corridoio 1 “Berlino – Palermo” e sostituirlo con il Corridoio 5 “Helsinki – La Valletta” ha scatenato diverse polemiche, quest’a alternativa inserita nella proposta di bilancio della Comunità Europea per il 2020 sarebbe un colpo mortale per la Calabria e la Sicilia che verrebbero tagliate fuori dal disegno strategico dei trasporti europei.”  

Paolo Amato nella sua mozione ricorda che :”La proposta del Commissario ai Trasporti , l’estone Kallas,  prospetta il corridoio 5 Helsinki- Malta, passando da Danimarca, Germania, Brennero (comprendendo la nuova galleria), Verona, Napoli e Bari porto di partenza dei traghetti per l’isola dei Cavalieri. Un progetto che esclude dal sistema Calabria e la Sicilia. Quello che sarebbe più logico è  invece la partenza dei traghetti da Catania, Augusta o Pozzallo, com’è stato fin’ora. Una variazione illogica e insostenibile. Se l’Unione europea vuole agevolare la piccola Malta deve rafforzare i collegamenti con la Sicilia, non con Bari. L’Unione europea – sottolinea Amato – cofinanzierà l’alta capacità ferroviaria Napoli -Bari con una spesa prevista di 5 miliardi di euro).  L’UE difficilmente cofinanzierà altre opere da Napoli in giù incominciando dal ponte sullo stretto. Sarebbero a rischio anche i cofinanziamenti per la ferrovia Siracusa – Catania – Messina e ovviamente per la prevista, ancora sulla carta, alta velocità Catania -Palermo. Se così fosse sarebbe un disastro”. Secondo molti addetti ai lavori sarebbero cambiati gli equilibri politici europei, magari gli euro-parlamentari italiani sono distratti da altre questioni e, in particolare, quelli meridionali non hanno la forza di reagire. “Questa progetto che cambia le carte in tavola” – spiega Amato –“ rappresenta un voltafaccia ingiustificato.  Considerando che l’Unione europea non può all’improvviso cancellare dalle sue cartine il “Corridoio 1″ Berlino – Palermo di cui si parla da una dozzina d’anni, un evento che avrebbe contribuito ad annullare l’isolamento del Mezzogiorno. Appare evidente che le responsabilità vanno divise anche con il governo nazionale, perché fino ad ora ha puntato sull’alta capacità Napoli – Bari , ignorando tutto il resto del mezzogiorno. C’è il sospetto” – sottolinea ancora Aamato – “delle responsabilità dei deputati europei siciliani che non sollecitano abbastanza gli interessi dell’isola a Bruxelles e che probabilmente, visto il silenzio sull’argomento, sanno pochissimo di quello che avviene nei Dipartimenti europei. Non dobbiamo illuderci quando dicono che si tratta solo di una prima bozza.Il piano strategico dell’Unione europea sarà modificato perché troppo penalizzante per il Sud. Fino al 21 settembre, giorno della decisione della commissione , c’è tempo per riparare perché poi la proposta della Commissione dovrà essere valutata dagli stati membri e infine approvata dal Parlamento europeo . Non illudiamoci perché la situazione è molto compromessa. Bisogna guardare in faccia la realtà, ed essa ci dice che l’Unione europea ha escluso dai suoi programmi d’investimento Calabria e Sicilia”. Però anche l’Italia e la regione devono fare i conti con una vistosa mancanza di progettazione” come ricorda Amato nella sua mozione “Le ferrovie italiane non hanno un progetto credibile per l’alta velocità fino a Palermo, tutto si ferma prima della Calabria. In Sicilia, dove si viaggia ancora in molti tratti su binario unico, l’alta velocità è un miraggio. L’autostrada Salerno -Reggio Calabria, la più costosa ,è in itinere e ci vorranno almeno altri cinque anni per il completamento.

    A.P.

IN FUMO MACCHIA MEDITERRANEA ALLA SCARDINA, A RISCHIO l’ITIS

incendio Scardina.jpgAUGUSTA. Stagione di incendi anche nella città federiciana. Un vasto incendio è divampato intorno alle 11,3° di domenica 24 luglio in contrada Scardina, raggiungendo anche una vasta area di Monte Tauro.  Le fiamme sospinte dal forte vento hanno tenuto in impegnati, per diverse ore, i vigili del fuoco che, grazie all’intervento dei volontari del gruppo della Protezione Civile, sono riusciti a tenere sotto controllo la situazione. I vigili urbani hanno  provveduto a deviare il traffico veicolare dirottandolo in percorsi alternativi. Momenti di preoccupazione si sono avuti quando le fiamme hanno lambito alcune villette. Fortunatamente non sono stati  registrano feriti,  lievi i danni materiali. Ad andare in fumo è stata la macchia mediterranea e alcuni alberi di ulivo. Il fronte dell’incendio è stato di oltre 1 km. e le maggiori difficoltà delle squadre di pronto intervento si sono riscontrate per la natura impervia del sito lungo la scarpata del Monte. L’indomani, lunedì 25 luglio, nel pomeriggio, intorno alla sedici e trenta,  i vigili del fuoco sono dovuti intervenire nuovamente per spegnere le fiamme sviluppatesi lungo la linea ferroviaria, nei pressi di Via Delle Saline: il fronte del fuoco lambiva già l’istituto tecnico industriale quando sono sopravvenuti, anche qui per dar manforte ai vigili del fuoco, i volontari della protezione civile con un modernissimo mezzo donato dalla raffineria Esso di Augusta. 

Cecilia Càsole    Nella foto:  Contrada Scardina

L’AUGUSTANA MARGY PREMIATA DALLA CNA

Margy.jpgLa Cna di Siracusa ha assegnato recentemente i premi alle aziende artigianali e alle piccole e medie imprese d’eccellenza che si sono particolarmente distinte e si sono affermate a livello provinciale, regionale e nazionale.  Tra i premiati “eccellenti”, l’estetista augustana Margherita Mallo, in arte Margy, affermata truccatrice che più volte ha fatto parte dell’équipe del concorso nazionale di “Miss Italia” e di “Miss Italia nel Mondo”. Margy si è distinta in questi anni per aver rappresentato un elemento di grandissima innovazione portando la sua impresa in nove  anni di attività  in un periodo di forte crisi economica, a raggiungere importanti livelli di sviluppo e di gradimento. “Sono orgogliosa e fiera del premio che mi è stato assegnato” –afferma entusiasta l’estetista augustana – “per me, che sono innamorata del mio lavoro, questo riconoscimento non sarà considerato  un punto d’arrivo,  ma servirà certamente a motivarmi ancor più per cercare di raggiungere altri ancor più prestigiosi e gratificanti obiettivi”. 

C.C.    Nella foto: Margy

RIFIUTI / BOCCIATI PROGETTI PROPOSTI DALL’ATO SR 1

Denuncia del circolo Ezra Pound,   presieduto da Claudio Forestiere

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AUGUSTA.  Sono stati giudicati inammissibili  dalla Regione tre progetti che avrebbero alleviato il problema della gestione dei rifiuti ad Augusta». E’ quanto denuncia il circolo Ezra Pound, presieduto da Claudio Forestiere, il quale continua:  «Nell’ambito di una ricerca che noi del Circolo giovanile Pdl  Ezra Pound stiamo conducendo sul trattamento dei rifiuti solidi urbani ad Augusta,  siamo venuti a conoscenza dell’ennesima opportunità mancata per questo territorio: tutti e tre i progetti presentati dall’ Ato SR 1 alla Regione Siciliana per migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti ad Augusta sono stati giudicati inammissibili». I motivi dell’esclusione dall’elenco dei progetti ammessi a finanziamento, spiega Forestiere, varierebbero dalla totale mancanza di autorizzazioni, approvazioni e pareri tecnici, alla mancata indicazione dei nominativi del progettista e del Rup (Responsabile Unico del Procedimento), a incoerenze con  il  piano d’àmbito relativo. «Ancora una volta la nostra città  paga per l’incapacità di presentare istanze che ottemperino alle richieste dei bandi di concorso: così abbiamo perso la possibilità di vedere finanziate importanti realizzazioni quali il Centro comunale di raccolta, la discarica per rifiuti urbani non pericolosi in contrada Ogliastro e attrezzature e automezzi per la raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti», denuncia ancora  Forestiere .
 L. S.     Nella foto: Claudio Forestiere, secondo da ds.

DIPLOMA CON 100 PER MISS SCIENTIFICO

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Augusta – Sono stati ben 16 i liceali del “Megara” (scientifico e classico) che si sono diplomati con il massimo dei voti. Più esattamente sono stati 13 i 100 conseguiti al liceo scientifico e 3 per al liceo classico. Un’alunna dello scientifico diplomatasi con 100 è Anna Maria Portoghese, eletta Miss Scientifico per l’anno scolastico 2010/2011, di cui avevamo già parlato, a dimostrazione del fatto che non è vero il detto che nelle donne la bellezza non si coniuga con l’intelligenza o con la bravura negli studio, cioè, in soldoni, la “secchiona” può essere  avvenente. L’unico 100 e lode è stato assegnato al diciannovenne Luca Dimauro, della quinta A del liceo scientifico. L’aspirante ingegnere è riuscito a superare brillantemente tutte le prove, presentato poi una tesina multidisciplinare dal titolo “forze in movimento”. Le sue materie preferite sono la fisica e la matematica. Quest’anno ha conseguito la medaglia d’argento nelle olimpiadi 2011 di fisica, mentre lo scorso anno faceva parte del settebello augustano dei giochi matematici, che si era classificato al 2° posto nella selezione regionale di giochi matematici a squadre svoltosi a Gela, partecipando poi alla fase nazionale di Cesenatico.  Inoltre quest’anno insieme ai compagni di classe Ivana Lisitano, Ottavio Pugliares e Alessandra Tempio, Luca ha ottenuto il quinto posto assoluto nella finale del concorso “Business game”, disputata il 25 marzo scorso all’università Carlo Cattaneo a Castellana, che prevedeva la simulazione della gestione di un’azienda tramite parametri economici. AUGURI A TUTTI, anche a quei ragazzi che hanno ottenuto una votazione inferiore. ATTENZIONE! Non è detto che chi si diploma o si laurea con il massimo dei voti sarà eccellente anche dopo.

L.S. – Nelle foto Anna Maria Portoghese e Luca di Mauro

IL VANGELO E’ L’OPPOSTO

Don Luigi Maria Verzè e don Gallo, la morte e la vita

 di don Paolo Farinella

farinella.jpgSono appena rientrato da una serata di festa celebrata a Genova per gli 83 anni di don Andrea Gallo, a cui ha partecipato una folla enorme di amici e cittadini e alcuni politici. A fare festa c’era anche il gotha del «Il FattoQuotidiano» (Padellaro, Travaglio, Sansa), Moni Ovadia, Gino Paoli e tanti, tanti altri. Un popolo attorno a un uomo, un partigiano, un prete che da tutta la vita vive sul marciapiede per acchiappare chi sul marciapiede può finire e vi è già finito. Un prete, un uomo, un partigiano, invocato e riconosciuto come leader morale indiscusso. La forza di don Gallo è la «nudità»: è nudo di tutto ciò che oggi è di modo: il denaro, il potere, il sesso. Egli ha il vestito della parola, che si fa profezia di giustizia e di trasparenza nella coerenza. Sopra il vestito la bandiera della Pace dipinta dall’arcobaleno. Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, il giorno 18 luglio 2011 ha messo sul candelabro evangelico il lume splendente della bella persona di don Gallo e lo ha proposto a tutti come punto di riferimento dell’Italia migliore, quell’Italia che è disprezzata dal governo in carica per voce del ministro Brunetta. Ho visto attorno a don Gallo Andrea l’Italia del cuore, quella che non si rassegnerà mia al potere del malaffare e del ricatto, della delinquenza e del mercimonio.

Mentre la festa scorreva allegra e intensa, tra gli epitaffi graffianti e micidiali di Enzo Costa e gli apologhi esilaranti e per questo densi di spiritualità di Moni Ovadia, istintivamente il mio pensiero correva a un altro prete, don Luigi Maria Verzè, 91 anni, che cominciò come segretario di san Giovanni Calabria, vescovo dei poveri e dei diseredati e finì, anzi sta finendo, come complice di Berlusconi, boss che affoga nei sospetti di corruzione. Ora sulla sua coscienza grava anche la morte per suicidio del suo più stretto collaboratore Mario Cal che non ha retto al fallimento del San Raffaele a cui l’ha portato la gestione del prete imprenditore. Costui  fa affari con tutti, a prescindere da ogni moralità e legalità. Il fatto è talmente grave che, su pressione dell’appena neo papa Paolo VI,  la diocesi di Milano nel 1964 gli irroga «la proibizione di esercitare il sacro ministero» per giungere al 1973 quando viene «sospeso a divinis». In seguito le pene canoniche saranno revocate non si sa per quali vie e con quali mezzi. Questo prete era solito chiamare Dio «Top Manager». Ha sempre creduto nella Provvidenza che per lui assume il volto di un certo Silvio Berlusconi che nel 1968 attraverso la Edilnord acquista 712 mila mq di terreni vicino Segrate per costruire la città avveniristica del futuro, chiamata «Milano 2», dove,  oggi sappiamo,  ospitava prostitute e minorenni per sollazzarsi dalle noie del governo. Tutto questo ben di dio confinava a sud con i terreni dell’erigendo San Raffaele. Tra don Verzè e Berlusconi fu amore a prima vista, quel fulmine che di solito scoppia all’insaputa tra uomini della stessa di razza. La prima malefatta che la «strana coppia» fa è dirottare le traiettorie degli aerei di Milano-Linate che disturbavano i residenti di Milano-2 e il San Raffaele del prete che crede nel dio Top Manager, facendo spostare le rotte sui comuni limitrofi. La perversione c’era già tutta: i privilegi dei due sono stati pagati da disgraziati che lavorano e che vivono nei comuni vicini. Chissà in questi quindici anni questi cittadini come hanno votato? Il cambio di rotta è stato ottenuto perché Silvio e Maria Luigi presentano carte topografiche falsificate o manomesse: le cittadine di Pioltello e Segrate sono rappresentante in una carta topografica del 1848, mentre le opere di di Milano.2 completate appena al 25% risultano complete al 100%. Falsi, bugiardi e spergiuri. Il prete che impegna i soldi della ricerca per allungare la vita a Berlusconi fino a 120 anni, sa di essere legato a doppio filo con l’immondezzaio che fa capo al suo compare. Non a caso quando la figlia di Berlusconi discusse la tesina alla fine del triennio universitario, davanti al papi che si godeva il successo, senza spinte e raccomandazioni don Verzé promise solennemente che se voleva insegnare al San Raffaele per lei era pronta una cattedra. Prima ancora di laurearsi, era già docente universitaria: bambina prodigio con propellente arricchito da “papi” Silvio e padre Luigi Maria. Fino a ieri era un tripudio di feste e di sicumere, nessun’ ombra di crisi gridava il vecchio prete contro gli uccelli del malaugurio. Il Verzé si comportava esattamente come il suo socio in malaffare e sodale in falsificazioni: San Raffaele sta benone, nessuna crisi all’orizzonte. Negare, negare, negare sempre anche l’evidenza finché si può. Già! Ora non si può più: un miliardo e passa di debiti che neppure l’amico Berlusconi può sanare, preso com’ è dalle sue ambasce in Mondadori e con la crisi che non esisteva e che ha scavato la fossa all’Italia. Figuriamo se la crisi ci fosse stata! La cronaca del don Verzé di questi giorni si accompagna al declino catastrofico del suo amico Berlusconi: Ssimul stabunt simul cadent». Non poteva essere differente. Concepiti nati sul filo del malaffare, cresciuti negli intrighi semplici e organizzati fornicato con ambienti clericali di chiara miscredenza etica e religiosa, Silvio e Maria Luigi dovevano cadere insieme come parabola di un mondo immorale che genera affari e risultati, anche rilevanti, frutto di azioni perverse e che tali rimarranno sempre. Nessun buon fine può giustificare la nascita e lo sviluppo di un ente gestito da un prete che cammina sulle gambe della falsità e della illegalità come costume e sistema di vita e di governo. La favola degli uomini che si fanno da soli, cioè che imbrogliando le regole del mercato che pure invocano ad ogni sospiro, non è mai esistita, anzi prospera come una pianta velenosa nel nostro Paese; pare che anche gli Italiani creduloni se ne siano accorti, dopo quasi 20 anni dell’avere osannato Berlusconi «l’uomo nuovo» (?) che avrebbe arricchito tutti. Che lui si sia arricchito e si sia messo in sicurezza è certo, come è sicuro che ha impoverito la Nazione in tutti i settori e in modo progressivo. Le persone oneste vivono del loro lavoro, condividono attese e ansie, angosce e speranze, specialmente se è un prete che si dedica come è dovere ad alleviare le sofferenze della malattia.

Don Verzè ha giustificato tutto di Berlusconi, ogni immoralità «strutturale» sia come persona sia come capo di un governo (si fa per dire) che ha prodotto leggi disumane, contro l’etica sociale, contro il valore delle persone, contro ogni spiraglio di dignità umana e sociale. Eppure celebrava anche l’Eucaristia con buona coscienza, segno evidente di una coscienza distorta che dice nero il bianco e bianco il nero. Come era prevedibile viene anche per Verzè e per Berlusconi il «redde rationem». Un miliardo e passa di debiti che provocano un primo effetto inatteso: il suicidio di Mario Cal, già indagato nel 1994 per corruzione e poi prosciolto per intervenuta prescrizione. Insomma,  la persona giusta al posto giusto. Chi viene a salvare l’impero del male, costruito sul male e sviluppato dal male? Il Vaticano e con esso lo Ior e a nome loro il cardinale Bertone Tarcisio, segretario di Stato del papa re Benedetto XVI, sovrano di animo debole perché incapace di guardare al futuro accecato com’è dalla sindrome del passato di cui vorrebbe riportare in auge quel «regime di cristianità» che tanto male ha arrecato alla Chiesa compromettendola con lo spirito del mondo e gli obiettivi del maligno. Qualcuno deve spiegare perché il papa deve possedere cliniche ed esercitare direttamente il mestiere di ricerca scientifica e di cura della salute. Costoro rimproverano i preti che si impegnano nella società civile e nella difesa dei diritti con l’accusa che al prete è vietato occuparsi di cose materiali perché loro compito è il servizio di Dio e l’evangelizzazione, che corrisponde a quello che loro credono e vogliono che sia il servizio e l’evangelizzazione. Accusano i preti impegnati di essere «mondani» e loro che comprano ospedali, cliniche e fanno affari con le Regioni a suon di miliardi sarebbero gli uomini spirituali che si dedicano alla pastorale. Ora che il San Raffaele è fallito il Vaticano lo compra ( ndr- se lo compra perché il baratro fa impressione ) per un tozzo di pane, anzi lo rileva gratis e vi mette i suoi uomini, in primo luogo quel Profiti che è stato condannato (maggio 2010) per turbativa d’aste, mazzette per corruzione di appalti. Giuseppe Profiti, delfino di Bertone da questi è stato definito come esemplare della nuova classe dirigente di stampo «cattolico» e quindi modello «etico» per le generazioni prossime. Questi sono gli uomini affidabili per il Vaticano e per Bertone. D’altra parte se Bertone protegge Berlusconi e cerca per il dopo di ricreare il partito degli onesti cattolici con Al Fano, Pisanu, Casini e con coloro che sono in parlamento malgrado gli affari con la malavita, come ci si può meravigliare che abbia come modello di classe dirigente un condannato per truffa e sospettato di corruzione? Anzi, questo è il normale, ci si dovrebbe meravigliare del contrario. I nuovi che reggeranno il San Raffaele, se il tribunale non impone il fallimento coatto, vengono imposti dal Vaticano: scomporranno in bocconi di lauto pasto, a spese dello Stato perché i debiti di don Verzè saranno pagati o dai cittadini o dallo Ior, inferno in terra dove satana è certo che esiste. Il prezzo gratuito che il Vaticano ha ricavato è il suicidio di un pregiudicato che per tutta la vita ha affiancato un prete dall’ambiguità colossale. Coloro che fanno finta di difendere la vita usano la vita degli altri come uno straccio. Il vangelo, però,  è un’altra cosa. Esattamente un’altra cosa. Anzi l’opposto.

 

IL TENORE MARCELLO GIORDANI RITORNA A CANTARE AD AUGUSTA

GIORDANI.jpgAUGUSTA. Il tenore augustano Marcello Giordani il l° luglio è stato invitato da Andrea Bocelli a  salire sul palco del teatro greco di Siracusa, dove il celebre tenore toscano teneva un concerto, a interpretare con lui la popolare canzone napoletana “O sole mio”.  Durante le feste natalizie di un paio d’anni fa  Marcello Giordani, nome d’arte di Marcello Guagliardo, aveva tenuto un concerto al cine-teatro Vasquez di Siracusa, per i numerosi stimatori augustani e della provincia. In precedenza, il tenore aveva  tenuto un concerto, per sponsorizzare giovani cantanti di talento, nel teatro “Cannata” del complesso “Città della notte”, ma qualcosa era andato storto, tanto che, alla fine della serata, Giordani , polemicamente, ma malinconicamente, aveva annunciato che non avrebbe più cantato in Augusta, cui pure è legatissimo, non solo perché gli ha dato i natali, ma perché  ha casa e  residenza ufficiale, tanto che i figli frequentano le scuole locali. Gli augustani, dunque, per ascoltare il loro beniamino si sono dovuti recare a  Siracusa, al Vasquez prima, al teatro greco poi.  Invece, di recente sono apparsi vistosi manifesti,  vere gigantografie, con il faccione mestamente sorridente, del tenore che, sabato 30 luglio, alle 21,  terrà un concerto di beneficenza proprio ad Augusta, nella nuova piazza, attualmente senza denominazione ufficiale, che fino a qualche mese fa ospitava il campo container risalente al dopo terremoto del 13 dicembre 1990. Il concerto è stato promosso dall’attuale vicegovernatore del Kiwanis club, Domenico Morello, ingegnere, dirigente provinciale del settore ambiente,che ha coinvolto tutti i club kiwaniani, dipendenti dalla sua giurisdizione  per rimpire l’area destinata  al  concerto, ma, soprattutto, per raccogliere una congrua somma da destinare a due importanti progetti, quello di costruire una scuola in Abruzzo e di completare la dotazione di attrezzature per la benemerita confraternita  Misericordia di Augusta.

         E’ stato Lei a convincere Giordani a ritornare sui suoi passi?, domandiamo all’ing. Morello

“Per ora non posso rispondere, ma certamente Giordani darà una spiegazione quando sarà sul palco” .

Con Giordani si alterneranno varie voci liriche e tra queste quella del giovane baritono augustano Giovanni Di Mare.

Cecilia Càsole

Per i fatti di Agnone Bagni del 2005, quando un poliziotto faceva l’amore in auto

CONDANNATI TRE POLIZIOTTI PER SOPRUSI A UN CITTADINO E ALLA SUA FAMIGLIA   

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Sono state accolte le richieste di condanna avanzate dai pubblici ministeri Andrea Palmieri e Caterina Aloisi nei confronti dell’ispettore capo Salvatore Duello, dei suoi colleghi Gianluca Rossi e Cirino Bonaccorsi, tutti poliziotti in servizio al commissariato di Lentini, nonché di Maria Cristina Spagnolello e Maria Castiglia.  Il Giudice monocratico Cristina Cosentino, che  il pomeriggio del 20 luglio ha letto il dispositivo di sentenza, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha riconosciuto colpevoli di falso ideologico, illecita perquisizione domiciliare, illegittimo uso delle pistole d’ordinanza, i tre appartenenti alla Polizia di stato e di favoreggiamento personale le due donne. Il Giudice monocratico ha quindi inflitto la pena di quattro anni e sei mesi di reclusione all’ispettore capo Duello (i pubblici ministeri avevano sollecitato per lui la condanna a 5 anni), tre anni e quattro mesi di reclusione ciascuno ai poliziotti Rossi e Bonaccorsi (per entrambi,  i magistrati avevano chiesto la condanna a tre anni e otto mesi di carcere ciascuno), un anno e sei mesi a testa per la Spagnolello e la Castiglia (i rappresentanti della pubblica accusa avevano proposto la pena di due anni di reclusione per ciascuna delle due donne).  Gli imputati sono stati interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni e, inoltre, sono stati condannati al risarcimento dei danni in favore di Armando Nisi, della moglie Antonella Giannetto e dei loro figli, che si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Santi Terranova. Il quale si è detto soddisfatto della sentenza «non solo perché finalmente è stata fatta giustizia, ma anche perché costituisce un monito per quella parte delle forze dell’ordine che vuole continuare a compiere abusi di potere nei confronti di inermi cittadini. Nutro grande fiducia nelle forze dell’ordine che si battono per la legalità». Prima del verdetto avevano parlato l’avvocato Carmelo Calì in favore dei tre poliziotti e l’avvocato Angelo D’Amico nell’interesse delle due donne, auspicando entrambi l’assoluzione dei rispettivi assistiti.  I fatti sui quali ha pronunciato sentenza il giudice monocratico sono accaduti  il 12 aprile 2005 ad Agnone Bagni, quando Armando Nisi rimproverò l’ispettore Duello sorpreso dentro un’auto, in atteggiamenti intimi con la Spagnolello e lo invitò a recarsi in zone più appartate. Il rimprovero non fu gradito dall’ispettore che, spalleggiato dai colleghi Rossi e Bonaccorsi, impaurì e non poco il Nisi, minacciandolo con la pistola, procurando momenti di panico non solo a lui, ma anche a sua moglie e ai loro figli. Anche i poliziotti che spalleggiavano i loro collega avevano sfoderato le pistole d’ordinanza.
  Pino Guastella

Rigassificatore Priolo: si o no? – di Giorgio Càsole

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Sabato 30 luglio, all’Open Land di Siracusa si svolgerà un convegno sul rigassificatore che potrebbe sorgere a Priolo, nell’area portuale di Augusta. Parteciperanno tutti i sindaci dell’area industriale, deputati regionali, sindacalisti e altri. Moderatore sarà il nostro Giorgio Càsole, docente di lettere al liceo “Mègara” di Augusta, direttore del periodico Giornale di Augusta. Vi presentiamo in anteprima  il testo del suo intervento: “Dopo la “cascata” dei sì,  manifestatasi  durante lo spoglio delle schede votate in occasione dei referendum del l2 e 13 giugno di quest’anno,  è emerso ancora più drammatico il problema del rigassificatore non solo qui, nel triangolo Priolo-Augusta-Melilli, il cui vertice è  rappresentato dal porto di Augusta, ma, in genere, in tutt’Italia, giacché  in questa nostra terra, così povera di risorse energetiche tradizionali, che dipende dalla Francia nuclearizzata per l’approvvigionamento di energia, non certo a basso costo, in questa nostra Italia si vogliono costruire rigassificatori un po’ dappertutto: dalla Sicilia, alla Puglia a Trieste. Intanto, domandiamoci  sùbito: che cos’è un rigassificatore?  E’ un impianto che permette di riportare allo stato.Gassoso un fluido, di solito gas metano, che si trova allo stato liquido.

Il gas metano, per meglio essere trasportato,dalla Nigeria o da altri Paesi produttori, in un porto italiano viene trasformato in stato liquido mediante il suo raffreddamento fino a raggiungere la temperatura di 160 gradi sotto zero, riducendone il volume di circa 600 volte.Il gas liquido ottenuto è caricato su   grandi  navi cisterna, dette  gasiere o metaniere,  di circa 140.000 tonnellate, per trasportare il carico fino all’impianto chiamato rigassificatore perché riporta  il liquido allo stato gassoso.Queste gasiere trasportano il liquido dal paese produttore finoall’impianto rigassificatore in  un  porto italiano dove viene riportatoallo stato gassoso.Riportare allo stato gassoso il gas liquefatto, significa riscaldarlo. I rigassificatori, per riscaldare il gas allo stato liquido, utilizzano loscambio di calore con l’acqua del mare che, in questo caso, fungeda fonte di calore a costo quasi nullo. Ogni settimana sarebbero utilizzati 500 milioni di litri di acqua dimare che riscalderebbe il gas liquido alla temperatura di 160 gradi sotto zero per  riportarlo  allo stato gassoso. L’acqua sarebbe poi rigettata gelida in mare, con l’aggiunta di cloro per evitare la formazione di alghe.Dopo il processo di rigassificazione, il gas sarebbe  immesso nelle reti di distribuzione per le utenze finali. Un rigassificatore è in impianto a rischio d’incidenti rilevanti ed èsottoposto alla Direttiva Seveso.La realizzazione di un impianto di rigassificazione dev’ essere.sottoposto a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), secondo ledisposizioni di legge vigenti.Un comitato scientifico di Livorno ha stabilito che se unrigassificatore dovesse esplodere, svilupperebbe un’energia pari acinquanta ordigni atomici e distruggerebbe ogni cosa nel raggio  di cinquantacinque chilometri, senza contare i rischi di fuoriuscita del  gas naturale liquido  dalle metaniere in caso di incidenti, con alta probabilità di incendi di  vaste proporzioni.Alcuni studi della guardia costiera americana hanno accertato i rischi per la flora e la fauna marina a causa dell’uso dell’ acqua di mare per il funzionamento degli impianti.  Infine, l’avvicinamento delle navi gasiere al rigassificatore impone il divieto di navigazione per tutte le imbarcazioni nel raggio di 2-3 chilometri.E’ stato stimato che con il rigassificatore arriverebbero circa 110 navi gasiere l’anno, della stazza di 130.000/140.000 tonnellate. Per ragioni di sicurezza vicino alle gasiere non vi può essere la presenza di nessun tipo di imbarcazione. Ne consegue che l’ordinaria attività del porto ne verrebbe seriamente compromessa.Realisticamente, da questo punto di vista il problema  non si può porre per un porto  di grandi dimensioni e di   grande manovrabilità come quello di Augusta, dove già sono in costruzione banchine e infrastrutture tali da consentire .l’approdo di metaniere.  Dove sorge allora il problema? Sorge dalla natura stessa dell’impianto, dal rischio potenziale del rigassificatore  in un’area dove si convive con il rischio da oltre sessant’anni per la presenza di varie industrie inquinanti.  Si può continuare a convivere con un altro impianto  che prenderebbe il posto di impianti dismessi, che un tempo si affacciavano sul porto di Augusta?E se non si realizza qui, lo si può realizzare altrove, a Pozzallo, per esempio. Con quale vantaggio per la macchina portuale di Augusta e del suo retroterra?Questi sono gl’interrogativi che ci poniamo e che speriamo troveranno le giuste risposte nel dibattito odierno.

 

Giorgio Càsole

BAIA DEL SILENZIO POSTA SOTTO SEQUESTRO

guardia costiera.jpgI militari della Capitaneria di Porto di Augusta hanno posto sotto sequestro nella giornata di  mercoledì 20 luglio, il  complesso turistico ricadente nei pressi di Brucoli, denominato “Baia del Silenzio”, abusivamente realizzato e gestito. La struttura, infatti,  è risultata priva della relativa concessione demaniale marittima.

Il personale della Guardia Costiera ha proceduto a elevare anche un verbale amministrativo, per un importo complessivo di 1032 euro, in quanto, in violazione della locale Ordinanza Balneare n. 32/08, la postazione adibita al salvataggio risultava priva degli apprestamenti di soccorso previsti.

Prosegue intanto, nell’ambito dell’operazione “Mare Sicuro” che vede impegnati giornalmente uomini e donne della Guardia Costiera, l’attività di vigilanza lungo le spiagge e le coste del litorale marittimo di Augusta, Brucoli e Carlentini al fine di garantire il sicuro svolgimento delle attività di balneazione e turismo nautico.

Nei giorni scorsi sono stai effettuati circa 2500 controlli in mare e sulle spiagge, ed elevati verbali amministrativi per un importo di 5 mila euro circa. L’operazione proseguirà per tutta la stagione balneare. La Guardia Costiera ricorda a tutti gli utenti del mare che è sempre attivo il numero Blu gratuito 1530 per le emergenze in mare e sulle spiagge.

C. P.