30 sforamenti dall’inizio dell’anno, contro i 35 previsti per legge

solarino giacinto.jpgAUGUSTA. Abbiamo apprezzato la recente nota di Enzo Parisi, della segreteria di Legambiente Sicilia,

relativa all’inquinamento da particolato che si registra a Siracusa, con ben 30 sforamenti dall’inizio dell’anno, contro i 35 annui consentiti dalla legge.  Che il problema sia serio lo condividiamo anche noi, come non ci convince lo studio affidato dal Comune di Siracusa al prof. Salvatore Sciacca dell’Università di Catania e presidente del CIPA (Consorzio Industriale Protezione Ambiente). Detto studio, dove non si sarebbe effettuata la speciazione del particolato, attribuiva l’inquinamento alle polveri desertiche trasportate da venti meridionali e non spiegava come, in assenza di detti venti le centraline continuavano a registrare superamenti. Una spiegazione a questo la formula il Parisi, osservando, giustamente, che nella zona industriale alcune centrali elettriche, prima alimentate a olio combustibile, sono state trasformate in centrali turbogas, alimentate a metano, caratterizzate da alte rese termodinamiche e minor impatto ambientale rispetto alle centrali sostituite.

Stefania Prestigiacomo, riprendendo lo studio Sciacca, nell’intervista televisiva di sabato 27 febbraio su Raitre, ha parlato di polvere del deserto a Siracusa. Ma la ministra non ha spiegato come mai nei progetti italiani per nuove centrali turbogas, anche già autorizzati dal suo Ministero, non si fa riferimento alla produzione di questi pericolosi inquinanti (particolato fine ed extrafine, cioè PM 2,5 e PM 0,1), e non spiega perché non ha disposto per essi né limiti né controlli. Non ci sorprende che politici, amministratori e sindacati, che hanno enfatizzato il turbogas, auspicando addirittura la conversione del petrolchimico siracusano in hub elettrico del Mediterraneo con l’arrivo del rigassificatore, distratti dalle compensazioni, non si siano documentati sui danni provocati dai turbogas e sui controlli a essi risparmiati.  Ma, sul tema del contestato rigassificatore, i cittadini del triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli, sono fiduciosi nelle indagini giudiziarie di recente affidate alle Fiamme Gialle dal procuratore della Repubblica, Ugo Rossi, dopo il nostro esposto. Come Associazioni AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia abbiamo più volte sollecitato, con lettere aperte divulgate anche dalla stampa, gli Amministratori a imporre ai camini degli impianti della nostra zona industriale, misuratori in continuo (24 ore al giorno per 365 giorni allanno) degli inquinanti atmosferici, compresi i PM 2,5, visto che tali strumenti esistono e già sono stati adottati da industrie operanti in Italia (non in Sicilia) e nel resto del mondo. Naturalmente, non siamo stati mai ascoltati;  anzi, a volte derisi e denigrati, per le nostre proposte di controllo, in quanto parlavamo di sistemi inesistenti.  Un autorevole campanello d’allarme sulla pericolosità delle centrali turbogas per la salute umana e l’ambiente è lo studio di Nicola Armaroli e Claudio Po, del CNR di Bologna, in cui si sostiene che risulterebbero meno “pulite” di quanto ritenuto sinora. Utilizzando dati su impianti analoghi, funzionanti in California, è emerso che una centrale da 780 MW di potenza, emetterebbe ogni anno 290 t di particolato (PM 10, PM 2,5 e PM 0,1). Un nuovo recente studio congiunto delle università di Trento e Padova, sull’impatto dellìimpianto turbogas a Montecchio Maggiore (Vc), della potenza di 760 Megawatt, ha sottolineato i rischi derivanti delle emissioni di polveri fini e ultrafini. Ribadiamo che, di tutto il particolato, il PM10 non penetra oltre la parte superiore dei bronchi, da dove può essere rimosso grazie alla produzione ed emissione di muco-ciliare e la porzione più pericolosa di esso è quella che ha dimensioni pari od inferiori a 2,5 µm e raggiunge gli alveoli dove le particelle adsorbite dal particolato (idrocarburi policiclici, metalli, diossine, ecc.) vengono trasferite direttamente nel sangue.

     Luigi Solarino, per Decontaminazione Sicilia, e Giacinto Franco, per AugustAmbiente

Salviamo la spiaggia di Cala Paradiso

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spiagg.jpgAUGUSTA. L’appuntamento è domenica 26, alle 10, sulla la spiaggia di Cala Paradiso. Centinaia di volontari, riuniti dall’associazione “Studenti Non Indifferenti” di Augusta, che ha denunciato le pessime condizioni di questa spiaggia, si riuniranno sull’arenile per avviare un’operazione di pulizia straordinaria. Il degrado di Cala Paradiso nel 2010 è stato segnalato da numerosissimi utenti  tanto da essere selezionata ai primi posti tra le 600 spiagge più degradate d’Europa. Un primato in negativo cui si potrà porre rimedio grazie all’operazione di pulizia promossa da “Corona save the beach”. Una situazione di degrado tanto più grave considerato che nel comprensorio di Augusta il turismo potrebbe essere una delle principali fonti di economia. L’iniziativa fa parte del programma ambientale sviluppato dal marchio Corona Extra che ha come obiettivo principale il recupero di una spiaggia degradata all’anno. Cala Paradiso si è aggiudicata le cure straordinarie dei volontari di “Corona save the beach” grazie alla vittoria nella partita amichevole di beach tennis dell’italiano Andreas Seppi contro lo spagnolo Guillermo Garcia-Lopez, che ha giocato per la spiaggia della “sfidante” Puerto de Sagunto, Valencia. Entrambi partecipano al programma “ATP Aces for Charity Program”, del circuito maschile di tennis professionista che collabora all’iniziativa. L’iniziativa tocca ora il litorale augustano per il terzo anno consecutivo. Questo è il programma:

Rimozione rifiuti dalle Spiagge “Cala del Paradiso” e “Madonna delle Grazie”

– Spazi Informativi – Street Art – Pasto Freddo & Drink per i volontari – Radio Show, Musica & Parole – Performance Teatrali – Performance Musicali Live – Dibattiti

*L’evento sarà trasmesso in diretta da Radio ELLEUNO, in streaming su www.radioelleuno.it  a partire dalle 9. 30

S. N. I.  partecipagire@hotmail.it