Ma, allora, se non rilasciò l’autorizzazione alla Oikotoen, come mai è finito nel tritacarne dell’inchiesta giudiziaria per rispondere del reato di tentata concussione? A rispondere al quesito è il Roberto Passanisi il quale afferma, e per questo motivo si è costituito parte civile contro il sindaco Carruba che, dopo quel suo parere negativo dell’autorizzazione amministrativa alla Oikotoen, lui è stato emarginato e sottoposto a “pressioni” psicologiche di ogni tipo al punto che ritenendosi ormai un nemico da abbattere con le buone o con le cattive da parte degli amministratori comunali lui stesso prese la decisione di togliere il disturbo e di mettersi anzitempo in pensione.
Nel corso dell’esame cui è stato sottoposto dal pubblico ministero Maurizio Musco, dall’avvocato Luigi Latino che peraltro è il suo difensore di parte civile, e dall’avvocato dello Stato Maimone, Roberto Passanisi ha rievocato la sua drammatica esperienza di funzionario comunale messo in un angolo per avere tutelato gli interessi della città e dei suoi concittadini.
Roberto Passanisi ha ricordato infatti che la piattaforma polifunzionale doveva sorgere sulla falda acquifera da cui viene prelevata l’acqua che sgorga dai rubinetti delle case degli augustani. Passanisi tuttavia, è stato messo in difficoltà dai difensori del sindaco Carruba, Fiorella Intrepido e Francesco favi. Nel corso del controesame, infatti, i difensori del sindaco hanno strappato all’ex funzionario comunale l’ammissione che ha lavorato come consulente della società Gespi, fornendo alla stessa una preziosa collaborazione insieme a Domenico La Ferla.
I legali del sindaco hanno ricordato che La Ferla è un geologo ed è stato un consulente del pubblico ministero, e che la Gespi è una società concorrente alla Oikotoen. Il processo proseguirà il prossimo mese con l’audizione di altri testimoni dell’accusa.
Pino Guastella