Nave marocchina partita dalla Libia e ferma al porto di Augusta con 1800 persone a bordo, aspetta di fare rifornimento

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E’ fermo, di traverso, di fronte il porto di Augusta – ma sempre fuori le acque territoriali – il traghetto partito dalla Libia. Battente bandiera marocchina e di armatore marocchino, con 1.836 africani a bordo oltre 83 uomini di equipaggio, e’ monitorato dalla Capitaneria di porto con l’Automatic identification system.
Nessuna richiesta finora e’ partita dall’imbarcazione. Doveva fare il bunkeraggio a Malta ma, non si sa per quale ragione, non e’ stato possibile e si e’ diretta ad Augusta. E’ anche sorvegliata da una corvetta della Marina militare. (ANSA).

Il ritorno del fenicottero: perché sempre più uccelli rari e protetti transitano dalle saline di Augusta

 

fenicot.jpgAlle oasi WWF si sono aggiunte sei zone umide siciliane perchè è dimostrato che il 50% delle specie di uccelli presenti nel pianeta, in particolare le specie tropicali, è legato alle zone umide, delle quali oggi ne rimangono solo lo 0,2% in Italia, comprese tra aree interne e costiere. La presenza e la permanenza, in particolare del fenicottero, è dovuta al fatto che questo volatile si riproduce in prossimità di acque stagnanti, su isole circondate da acque poco profonde, bacini salati e lagune, tutte condizioni presenti nelle nostre saline,  costruendo un mucchio conico di fango nel quale depone l’ uovo. Sebbene già dopo un mese siano in grado di alimentarsi in modo autonomo, i piccoli vengono nutriti per 75 giorni con il cibo rigurgitato dai genitori.

Per questo, tra le aree siciliane inserite nella lista delle zone umide di rilevanza internazionale vi sono le saline di Siracusa, le saline di Priolo e quelle, ancor più estese, di Augusta.  

Non a caso un gruppo di ornitologi, della Lipu e di Ebn Italia, ha scoperto nella nostra provincia una cinquantina di nidi di fenicottero, volatile protetto dalla Direttiva uccelli e dalla legge 157, mentre l’evento sembra essere favorito ancor più dalla sospensione della caccia; infatti, rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti, il numero di specie presenti nella fascia sud orientale della Sicilia è quasi decuplicato con la rilevazione persino della moretta tabaccata, particolare specie a rischio a livello mondiale.

E a proposito di saline, l’ Agenzia Regionale di Protezione Ambientale di Sicilia recita:

<Nell’antichità le saline erano fonte di potere e di ricchezza. Chi le controllava sapeva di possedere una risorsa strategica, indispensabile per la conservazione degli alimenti. Fu questo il motivo per cui i territori che ospitavano le saline furono sempre oggetto di feroce contesa.   Allo stesso modo, la necessità di estrarre il cloruro di sodio dall’acqua di mare mediante la sua esposizione al calore del sole, impose rilevanti conquiste tecnologiche e una forte capacità di controllare il ciclo evaporitico delle acque.  Si può dire con ragionevole certezza che le saline sono il luogo ideale in cui si sono concentrati l’esperienza del lavoro dei salinari e il sapere degli uomini di scienza. Produrre sale è una attività piuttosto complessa; una buona salina per produrre deve rispettare alcune condizioni: persistente irraggiamento solare ad alta temperatura; zona con venti dominanti idonei; area vasta di superficie piana non ombreggiata; composizione del terreno adatto, ossia terreno impermeabile capace di evitare le dispersioni; disponibilità di acqua di mare limpida e lontano da fonti di acqua dolce; area ubicata in zone a bassa piovosità; organizzazione delle vasche ben dimensionate, accessibili, regolari e con buoni argini; disponibilità di manodopera qualificata capace di unire conoscenze tecniche, esperienza e forte propensione al lavoro.>  

 Oggi, a causa dell’inquinamento, gli uccelli si sono sostituiti al lavoro dell’uomo, offrendoci in cambio spettacoli unici e gratuiti, a tutte le ore,  presso quelle che furono le antiche e laboriose saline di Augusta.

  

  G T  –     nel tondo, foto di  Salvatore Cottone