DETENUTO EVADE DALLA CASA CIRCONDARIALE DI AUGUSTA

CARCERE.jpgNelle prime ore del pomeriggio di giorno 4 u.s., presso la casa di reclusione di Augusta si è verificato il più eclatante dei fatti che, certamente, se fossero state ascoltate le richieste di aiuto più volte annunciate dalle scriventi OO.SS, si sarebbe potuta evitare. A evadere dal penitenziario è stato un detenuto, Walter Pitzanti di anni 40, lavorante “sconsegnato” della zona esterna al muro di cinta, nei confronti del quale erano previsti controlli saltuari. Appena è scattato l’allarme tutto il personale di polizia penitenziaria, anche libero dal servizio, si è mobilitato alla ricerca dell’evaso ricercandolo su tutto il territorio megarese (soprattutto in aperta campagna), nel siracusano e in svariate zone della città di Catania, ma purtroppo senza particolari novità sul fuggitivo. Dalle ricerche, ancora in corso, si auspica possano emergere quanto prima elementi utili a riconsegnare l’evaso alla giustizia.

Rabbia e amarezza si leggono nel volto di tutti gli operatori della polizia penitenziaria del comando di Augusta che non avrebbero mai voluto sentirsi tirare in causa per un fatto simile. La carenza di organico (circa 120 poliziotti in meno) e la rilevante precarietà strutturale (da sempre denunciata all’Amministrazione Penitenziaria ed alla Autorità politiche e territoriali competenti) sono il principale motivo per cui possano accadere tali sconvenienti episodi, fatti che rischiano di essere strumentalizzati da taluni non addetti ai lavori, i quali, non conoscendo la reale situazione delle carceri e la reale dinamica dei fatti in questione, s’inventano la qualunque cosa per far notizia, anche facendo assurde ipotesi che rasentano l’illegalità (su questo saremo molto attenti e se del caso avvieremo ogni utile intervento legale a difesa dell’immagine del personale di polizia penitenziaria). Non permetteremo a nessuno, autorità comprese, di addossare colpe agli operatori della polizia penitenziaria che, stando alla situazione generale, non potrebbe che essere esente da responsabilità. Siamo stanchi di ripetere che per mantenere a un livello di sufficienza le attività trattamentali e parallelamente la sicurezza degli istituti penitenziari, ogni struttura deve essere dotata costantemente di un numero adeguato di personale di polizia, oltreché di una sufficiente disponibilità di mezzi e strumenti di controllo, utili, altresì, a ottimizzare tutto il sistema. Siamo stanchi e indignati dalla mancanza di ascolto fino ad ora manifestata dall’Amministrazione Penitenziaria ai nostri innumerevoli gridi d’aiuto. Siamo turbati dal disinteressamento totale della Politica, soprattutto territoriale, verso i problemi principali che affliggono le carceri (strutture fatiscenti, carenza di organico della polizia Penitenziaria e sovraffollamento insostenibile). Siamo altresì scoraggiati dal fatto che anche Sua eccellenza il Prefetto non abbia mostrato particolare interesse verso una questione, quella delle carceri, nell’occasione della casa di reclusione di Augusta, che si ricorda ospita circa 700 detenuti, oltre agli operatori (una città nella città), quindi meritevole di attenzione da parte di tutti……………… indistintamente. Troppe volte siamo stati umiliati con la mancanza o scarsezza di risposte da parte di chi, invece, ha il dovere di porre rimedi ai problemi denunciati. Non abbiamo più tempo né tantomeno volontà di aspettare il “nulla di fatto”. Per questi motivi, oggi, dichiariamo ufficialmente lo stato di agitazione di tutto il personale di Polizia penitenziaria degli istituti presenti sul territorio siracusano. A breve saranno date doverose comunicazioni agli Organi competenti per quelle che saranno le importanti manifestazioni che il personale di polizia Penitenziaria terrà dinanzi l’istituto di Augusta e dinanzi al palazzo del Prefetto. È arrivato il momento di chiedere all’Opinione Pubblica e a tutti Cittadini di aiutare gli operatori della sicurezza, appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, a lavorare con serenità, senza quotidianamente essere mortificati e umiliati nello svolgimento del delicato compito a loro affidato.
 
TIMONARE G . –   SANTORO M. –   MANDOLFO C. –  BONGIOVANNI S. –  DI CARLO M. – SCARSO A. –  ALOTA S.