Giuseppe Zanti, disoccupato, aveva 34 anni

zanti.jpgAUGUSTA. Non è il primo e, probabilmente, non sarà l’ultimo suicidio di giovani augustani. Alcuni anni fa fece molto scalpore e provocò grande commozione la tragica fine dell’unica figlia dell’ex preside del liceo scientifico Giovanni Satta.  La giovane donna si gettò dal balcone al quarto piano dell’abitazione. Alcuni giorni fa si è tolto la vita il 34enne Giuseppe Zanti, disoccupato, che ha scelto come teatro della sua morte un luogo oscuro, degradato, nascosto ai più, quasi a vergognarsi del gesto che stava compiendo: un edificio in costruzione anni fa per essere destinato a plesso scolastico e poi abbandonato, luogo di divertimento di ratti e dei bambini e ragazzi che giocano all’interno e nei pressi come se fossero in un set cinematografico. E proprio un ragazzo, mentre si trovava in zona, ha scoperto il cadavere a penzoloni di Giuseppe Zanti che, evidentemente, s’era impiccato. Lo scorso 6 dicembre   familiari, amici e semplici conoscenti  hanno dato l’ultimo saluto a Giuseppe Zanti all’interno della chiesa di S. Lucia  (nella foto)in zona borgata .

Una folla commossa ha seguito il feretro lungo la Via Giovanni Lavaggi.
   Giulia Càsole

Augusta perderà Enel Tifeo?

imagesCA4IGM5G.jpgAUGUSTA. Sul serio rischio che Augusta perda l’Enel Tifeo, con tutto quello che questo fatto può comportare sul piano occupazionale è intervenuto pubblicamente  l’altro giorno Paolo Amato. “Quali iniziative intende intraprendere la Provincia  regionale di Siracusa per accelerare la convocazione della conferenza dei servizi, affinché rilasci l’Aia positiva alla centrale Enel Tifeo di Augusta a tutela dei posti di lavoro e dell’ambiente?”. Così ha inizio l’interrogazione del capogruppo consiliare alla Provincia   al presidente Bono sulla vicenda della centrale “Enel Tifeo” di Augusta che rischia di essere chiusa generando pesanti conseguenze per i lavoratori della centrale e dell’indotto. Amato chiede ancora al  presidente Bono “se in qualità di componente della conferenza dei servizi al ministero dell’Ambiente, a seguito degli investimenti annunciati da Enel. Si tratta di circa 10 milioni di euro, il primo intervento già in atto  di utilizzo di olio combustibile meno inquinante che già ha ridotto i parametri inquinanti di oltre il 50 per cento e altri tesi al miglioramento dell’impatto ambientale e della sicurezza”. Amato sollecita il presidente Bono a “intervenire presso il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo affinché riconvochi in tempi brevi la conferenza dei servizi”.

  G C

Lettera aperta al Sindaco del Comune di Augusta da parte delle Associazioni AugustAmbiente e Decontaminazione Sicilia

NON VOGLIAMO CHE AUGUSTA DIVENTI  UNA CLOACA”

spazzat.jpg“Egregio Signor Sindaco,

 la totalità dei cittadini di Augusta è convinta che mai la loro Città era stata ridotta in una discarica di rifiuti a cielo aperto come lo è diventata nelle ultime settimane. Una situazione davvero insostenibile, una vera emergenza sanitaria e igienica, con miasmi e montagne di rifiuti per tutta la città, di cui temiamo il ripetersi in un prossimo futuro.  A nostro avviso la raccolta differenziata doveva essere estesa anche alla frazione umida dei  Rifiuti solidi urbani e non limitarla a carta-cartone, vetro e plastica, e in ogni caso privilegiare l’umido, essendo quest’ultimo responsabile dei miasmi che in queste settimane hanno ammorbato tutta Augusta ,e in special modo, gli abitanti dei primi piani.  E, dato che la responsabile dei miasmi è proprio la frazione umida, per la sua putrescibilità, al fine di evitare detti inconvenienti, ci pregiamo suggerirLe di approntare cassonetti dedicati solo alla frazione umida che, svuotata giornalmente, potrebbe essere inviata all’impianto di compostaggio di Grammichele. Inoltre, visto che un terzo della popolazione augustana abita al “Monte” in abitazioni con verde, sarebbe corretto e urgente affidare a dette abitazioni, in comodato d’uso, delle compostiere con cui trasformare l’umido in compost, con notevoli economie, tenuto conto che la frazione umida rappresenta circa 1/3 dei rifiuti prodotti.  Inoltre ci siamo permessi già inpassato  di suggerirLe, senza essere ascoltati, di attivare la chiusura automatica dei cassonetti, ciò al fine di ridurre detti miasmi ed evitare che l’acqua piovana, aumentando il peso dei rifiuti, si trasformi in un maggior costo per il servizio di discarica.  E, per quanto riguarda il problema costi di discarica, Le chiediamo come si possa giustificare il fatto che, quando conferivamo i nostri rifiuti in discariche fuori dal nostro territorio (come Motta Sant’Anastasia) pagavamo € 80/tonnellata e invece, conferendoli in quella di Costa Gigia, che insiste nel nostro territorio, ci si è accordati per € 92/tonnellata, cioè 15% in più”.

 Giacinto Franco  – Luigi Solarino

 

AUGUSTA, ANCORA SCIPPI AI DANNI DELLE PERSONE ANZIANE

scipp.jpgAugusta. In occasione delle festività ladri e scippatori diventano più audaci, forse perché sanno che pensionati e no persone in questo periodo ricevono la tredicesima. Più odiosi sono gli scippatori che si accaniscono prendendo di mira le persone anziane, specialmente donne e senza compagnia. Proprio in questo periodo, l’anno scorso la signora G.R, 84enne, fu presa di mira dopo essere uscita dall’ufficio postale centrale di Augusta-isola e scippata di oltre 13oo euro. L’episodio ha avuto la sua replica in zona borgata alcuni giorni fa.

E’ stata affiancata da due individui su uno scooter e le hanno scippato la borsa con dentro il denaro. Vittima dell’ennesimo scippo , nei pressi dell’ufficio postale di Via Giovanni Lavaggi, una anziana pensionata di 74 anni che aveva appena ritirato la pensione e la tredicesima. I due scippatori  sono fuggiti attraverso Via Barbarino,  facendo perdere le loro tracce. L’anziana, per fortuna,  non ha subito danni fisici perché è riuscita ad appoggiarsi su un’autovettura parcheggiata, ma era visibilmente scossa dall’episodio criminale. Nelle scorse settimane diversi scippi e borseggi sono stati denunciati come avvenuti nelle aree del mercato di Via Marina di Ponente.

  Cecilia Casole

RIFIUTI-ZERO? SI PUO’! PERCHE’ A TREVISO SI’ E A SIRACUSA E PROVINCIA NO?

I termovalorizzatori? Solo in Italia si chiamano così gl’inceneritori, che inquinano in maniera subdola e creano pochi occupati. L’esempio della California

termov.jpgLa recente “bocciatura del Piano Regionale Rifiuti Sicilia da parte della ministra per l’ambiente, Prestigiacomo,  piano  che il governatore Lombardo aveva fatto redigere da un’apposita commissione di esperti (che non prevedeva alcun termovalorizzatore), di fatto riapre l’emergenza rifiuti in Sicilia e la  strada agli inceneritori. Sembrerebbe infatti che, politicamente, si sia raggiunto un compromesso per la realizzazione di due  grandi inceneritori, uno a Palermo e uno a Catania, anziché i quattro previsti dall’ex governatore Cuffaro.

La strada intrapresa dal governatore Lombardo, che è quella oggi scelta dal mondo civile, era stata praticamente imboccata.  Una strada che, in diverse zone italiane, ha già dato risultati eccellenti. In pratica,  la raccolta differenziata spinta, del tipo porta a porta, il passaggio dalla aspecifica tassa rifiuti alla tariffa sulle quantità prodotte da ciascuna utenza, il compostaggio della frazione umida, la creazione di piattaforme specifiche per il recupero delle varie frazioni riciclabili, i centri per il riuso di beni durevoli quali mobili, elettrodomestici e attrezzature varie, unitamente ai materiali della decostruzione degli edifici (infissi, sanitari, legno, etc.).

Come detto in Italia, a macchia di leopardo, con la realizzazione di questa filiera di impianti, nel giro di poco più di un anno si è arrivato a superare anche il 70% di raccolta differenziata (per es. Novara in 18 mesi è al 72%). Inoltre esistono zone di eccellenza, come la provincia di Treviso, dove il “Consorzio privato Priula”, supportato da una capillare informazione e conseguente sensibilizzazione della popolazione, stabilmente, da anni, raggiunge valori di raccolta differenziata dell’80%. E mentre prima il residuo 20% non riciclabile veniva avviato all’inceneritore di Brescia, attualmente viene consegnato ad un impianto di trattamento, sito a Vedelago, che lo trasforma in “sabbia artificiale”, ottimamente utilizzata in edilizia (manufatti in cemento, divisori, muretti, riempimenti stradali, etc.). In pratica in quell’area non c’è più bisogno né di discariche né tanto meno di inceneritori e di fatto si è già raggiunto, con largo anticipo, l’obiettivo rifiuti zero previsto in America per il 2020.

A questo punto una domanda viene spontanea: perché lo stesso non può realizzarsi in tutt’Italia?

Perché si deve ricorrere agli inceneritori che la scienza medica ha dimostrato essere molto pericolosi per la salute e per l’ambiente? Gli inceneritori, che solo in Italia vengono chiamati termovalorizzatori, in pratica bruciano rifiuti tal quali (vedasi ecoballe della Campania), distruggendo notevoli quantità di materiali che possono essere riciclati e materie prime che non sono infinite (es. rame, alluminio, etc). Per riprodurre quanto bruciato bisogna nuovamente inquinare e consumare altre materie prime e altra energia.

Gli inceneritori non termo-valorizzano nulla e sarebbe più appropriato chiamarli “Termosvalorizzatori”, ma in compenso consentono l’accesso ai CIP6, gli aiuti di Stato destinati alla produzione di energia rinnovabile, ricavati dal 7% in più che i cittadini pagano all’Enel per l’energia elettrica consumata.

Nel dicembre 2008 in una conferenza tenutasi  nei locali del municipio di Siracusa, cui partecipava anche il “Consorzio Priula”, Richard Antony, responsabile del “Progetto Rifiuti Zero” della California, presentava i risultati delle statistiche americane,  da cui si evinceva che l’incenerimento di un milione di tonnellate di rifiuti crea 50-60 posti di lavoro, contro i 1.020 ottenuti con la filiera della Raccolta Differenziata. Conferma dell’antieconomicità dell’incenerimento è che la prima voce dell’esportazione della California oggi non è più rappresentata dal vino, ma dall’esportazione dei materiali riciclati dai rifiuti. Infine c’è da registrare la continua dismissione nel resto del mondo degli inceneritori e il fatto che la Comunità Europea ha imposto termini perentori per l’incremento della raccolta differenziata (50% entro il 2012), pena sanzioni economiche.

Documentazione di quanto asserito (danni alla salute, documentazione fotografica su Vedelago e altro si può visionare collegandosi al sito: www//augustaagliaugustani.com

Giacinto Franco – Luigi Solarino

 

Ispezionata la capitaneria di Augusta per verificare l’attuazione della direttiva comunitaria 2000/59/CE

capit.jpgAUGUSTA. Lo scorso 19 novembre  gli ispettori dell’ Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) hanno ispezionato  la capitaneria di Augusta  per  verificare l’attuazione della direttiva comunitaria 2000/59/CE,  recepita dal decreto legge del 24.06.2003 numero 182,  relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico. L’ EMSA, su richiesta della Commissione Europea, ha pianificato un’ ispezione al sistema nazionale degli impianti di raccolta e gestione di rifiuti portuali (port reception facilities) dal 15 al 19 novembre. La direzione generale del ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha delegato il reparto ambientale marino del corpo delle capitanerie di porto a coordinare l’ attività ispettiva presso i porti di Napoli e Augusta. Gli ispettori dell’ EMSA, accompagnati dai rappresentanti del reparto ambientale marino e del ministero dell’Ambiente, hanno incontrato i rappresentanti dell’autorità marittima, della Provincia regionale di Siracusa, della Regione Siciliana, dell’Autorità Portuale di Augusta, della Sanità Marittima, il chimico del porto, gli operatori che svolgono il trasporto dei rifiuti prodotti dalle navi e i rappresentanti della società Priolo Servizi di Priolo e della GESPI S.r.l., che, invece, svolgono rispettivamente il trattamento dei rifiuti liquidi e solidi delle navi.

Scopo della visita è stata la verifica circa l’attuazione e l’implementazione delle relative procedure operative e del Piano di raccolta e gestione dei rifiuti prodotti dalle navi (sia liquidi che solidi) e dei residui del carico. “Al termine della visita” –  ha riferisce una nota della capitaneria – “gli ispettori hanno avuto parole d’elogio per il lavoro quotidianamente svolto dalla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera in una materia così complessa e delicata. L’ispezione è stata anche un momento di costruttivo confronto tra le varie istituzioni e tutti i soggetti preposti all’applicazione della normativa comunitaria in materia di tutela dell’ambiente marino”.

 E’ da sottolineare la circostanza che il porto di Augusta è uno dei pochi in Italia ad avere un efficiente servizio di raccolta di acque di sentina  con una capienza tra le più importanti del bacino del Mediterraneo.

C.C.

AUGUSTA, LE FIAMME GIALLE FERMANO CLANDESTINI E FALSARI DI MARCHI FAMOSI

fin.jpgAUGUSTA.-   Due senegalesi sono stati fermati a bordo d’un’autovettura, priva di copertura assicurativa,  durante un controllo, dagli uomini della locale compagnia della Guardia di Finanza. Uno dei due senegalesi risultava già colpito da un ordine di espulsione del questore di  Siracusa per il reato di clandestinità e, perciò, è stato  associato al carcere di Cavadonna, l’altro senegalese è stato denunciato alla procura della Repubblica per il reato di ingresso e permanenza illegale sul territorio nazionale.

Durante la perquisizione dell’autovettura, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto numerosi capi e accessori di abbigliamento contenuti all’interno di grandi scatole di cartone, abilmente contraffatti, con la riproduzione delle firme della moda  tra le più note e diffuse tra i consumatori, tutti capi perfettamente imitati e pronti per essere immessi sul mercato locale. I militari hanno sequestrato anche circa 500 CD, DVD e altri supporti informatici, palesemente contraffatti e illecitamente riprodotti in violazione del diritto d’autore, contenenti i più recenti album musicali, film di prima visione e giochi per Play Station e X-Box.

L’attività operativa, che si inserisce nell’ordinario controllo di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni di natura economica e finanziaria a tutela dei consumatori, conferma l’impegno delle Fiamme Gialle in città. Non  è la prima volta, infatti,  che vengono sequestrati capi di abbigliamento e supporti informatici contraffatti,  giacché probabilmente esiste un’ organizzazione che regolarmente produce e distribuisce questo tipo di merce a migliaia di extracomunitari sparsi sul territorio nazionale.

Cecilia  Càsole