Vogliamo indignarci contro lo spreco del denaro pubblico? Appello di G. Casole ai colleghi giornalisti

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Cari colleghi, ho il piacere di darvi una notizia che riguarda il liceo Mègara , del cui consiglio d’istituto sono componente. L’altra sera abbiamo approvato un progetto, che avrà i finanziamenti dell’Unione Europea, che concerne il “cappotto” dei due plessi della cittadella, vale a dire l’isolamento termico, con impianti di condizionamento e in più la sistemazione a verde di tutto il piazzale per un importo di 749 mila euro. Nel frattempo continuiamo a spendere, come certamente sapete, 250 mila euro l’anno per il plesso privato di Via Adua, che fino a febbraio di quest’anno ospitava praticamente tutto il liceo (in precedenza tutto intero), compresi uffici e laboratori. Attualmente quell’edificio privato ospita undici classi. Gli stessi alunni nell’assemblea studentesca dei giovedì 11 si sono domandati “perché occupiamo i piani alti anziché quelli inferiori”, alla faccia della logica della sicurezza (in caso di calamità ci vuole più tempo per scendere dal V e dal IV piano, no?). Gli alunni si sentono smarriti e ghettizzati in quel plesso, tant’è che nella citata assemblea qualcuno ha informato che ci sono aule vuote nel plesso dell’istituto “Principe di Napoli” e le classi del socio-psico-pedagogico e quelle della sezione A dello scientifico potrebbero trovare ospitalità e sarebbero vicine alle altre. Più volte è stato ribadito che si tratta di plessi di proprietà del Comune sia quelli  della “Principe di Napoli” sia dello scientifico e del classico, mentre il plesso Capuano è di privati e fu, come ricorderete, sostanzialmente requisito dal prefetto di Siracusa per motivi di urgenza e di protezione civile, sette anni fa. Oggi con i soldi spesi, circa un milione e 500 mila euro , potremmo avere un plesso nuovo fiammante con tutti i crismi di sicurezza. Sarebbe bastato buttare a terra il plesso della  ex palestra, oggi degradata, e costruire un edificio per ospitare altre classi. Per l’educazione fisica si può continuare a utilizzare il campo Carrubba o, grazie alla Marina Militare,la vicina palestra”Stampanone”. Invece no. Evidentemente o la logica latita o la mano destra non sa quello che fa la sinistra o peggio. Ora avremo i fondi europei , cioè fondi pubblici, per il “cappotto” e quant’altro, mentre continueremo a spendere altri soldi pubblici per il plesso di Via Adua. Fino a quando? Che dite, ci vogliamo indignare? Vogliamo dare il massimo risalto per pagare meno tasse? Una chicca. Fino al settembre scorso buttavamo soldi pubblici della Provincia, sempre nostri, però, per il plesso di via Citrus, destinato al Commerciale. Il nuovo dirigente subentrato, Carmelo Gulino, ha chiuso il plesso,perché ha trovato gli spazi per ospitare il Commerciale nel plesso dell’ITIS, fatte le opportune tramezzature interne. Spero di essere stato utile, di avere il vostro sostegno, di colleghi della stampa e di cittadini contribuenti. Sto per andare a scuola, proprio in Via Adua, e tutti i giorni m’incazzo, lo posso dire?

     Giorgio Càsole

AUGUSTA, CITTA’ DELLA NOTTE SI CONFERMA TEATRO DI RICHIAMO

 

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Ci si è trovati immersi in un’atmosfera un po’ retrò venerdì 19 novembre al TEATRO “Cannata” di Città della Notte, sulla strada provinciale per Villasmundo,  che ha visto esibirsi il tenore Edoardo Guarnera e la soprano Daniela Rossello nello spettacolo Voci in concerto, secondo appuntamento della stagione teatrale 2010/2011.  I noti cantanti, accompagnati dalle voci di Emanuela Di Gregorio, giovane promessa della lirica, e del tenore catanese Antonio Alecci, hanno compiuto un piacevole  excursus nella musica lirica e strumentale, dalle più celebri arie d’opera e di operetta  alle classiche canzoni napoletane. L’evento si è articolato in due atti: nel primo sono state eseguite arie d’opera e di operetta, come E lucean le stelle dalla Tosca di Puccini, brani della Cavalleria rusticana di Mascagni, ma anche un passo de I  Pagliacci e  Mattinata di Leoncavallo. Nella seconda parte si è assistito a una carrellata di brani famosi degli anni ‘20/’30/’40 per poi passare al repertorio classico napoletano: fra le tante, Parlami d’amore Mariù, la celebre Malafemmina  scritta da Antonio De Curtis, alias Totò, Totò, l’immortale O sole mio che ha visto anche la partecipazione del timido pubblico augustano.  Ciascun brano era introdotto da quattro attori-presentatori che raccontavano la storia della sua realizzazione, del suo autore e degli anni in cui quel brano veniva ascoltato. A completare il quadro che, nei costumi e nella scenografia (sapientemente realizzata dal regista e produttore dello spettacolo Tony Musumeci) , appariva una cartolina dei primi anni del Novecento, un’orchestra composta da sedici elementi diretta dal giovane maestro Fabio Raciti. Dall’incontro di canto, teatro e musica il risultato è stato un appassionante e vivace concerto che ha permesso alla fascia più anziana del pubblico di vivere ognuno il proprio intimo amarcord, e ai più giovani di conoscere e godere di musica e atmosfere d’altri tempi.  Gongolanteper il successo, patron Cannata ci ha annunciato il prossimo spettacolo, Il giorno della civetta, riduzione drammaturgica del famoso romanzo di Leonardo Sciascia, il prossimo 16 dicembre.

Diletta Càsole   –   Nella foto: l’ampio teatro Cannata di Città della Notte       

Restaurato il settecentesco palazzo di citta’

 

duomo.jpg AUGUSTA– Dopo  sei anni circa (cinque anni e nove mesi, per la cronaca),   la vecchia sede del municipio è stata liberata da ogni impalcatura e il settecentesco palazzo appare in tutto lo smalto che aveva perduto nel corso di quasi tre secoli, anche se  negli anni scorsi la facciata era stata sottoposta a discutibili lavori di restauro. La durata dei lavori è stata così lunga perché era indispensabile mettere in sicurezza il palazzo dopo i danni subìti a causa del terremoto del 1990. Il palazzo fu costruito quasi  vent’anni dopo un altro terremoto, il terribile terremoto del 1649, che distrusse la Sicilia Orientale, da Messina a Ragusa.   Nel secolo successivo i lavori furono completati. Qualche giorno fa sono stati conclusi i recenti lavori   di consolidamento e restauro. Sono stati completati gli interni, gli impianti, l’installazione dell’ascensore, il moderno archivio. Adesso il palazzo dovrà essere sottoposto a pulizia da cima a fondo, poi potrà essere effettuato il trasloco. Ci sarà spazio per  gli uffici e per la rappresentanza, sarà nuovamente disponibile il salone con affreschi e parati degni di una sala teatrale qual era fino al1919. Ricordiamo che i lavori sono partiti nel febbraio del 2005 con fondi della legge numero 433 del post terremoto, circa 2 milioni e 500 mila euro. Al centro del cornicione superiore esterno,in un arco , è stata reinstallata l’aquila sveva concessa da Federico II per la fedeltà dimostrata dalla città nelle varie fasi del suo regno. Sotto tale cornicione e per tutta la larghezza dell’edificio si può leggere la scritta: “URBS REGALIS AUGUSTA VENERANDA FIDELIS“cioè  “La città regale di Augusta degna di venerazione da parte dei cittadini” a testimonianza della considerazione imperiale. Al primo piano sulla parte destra della facciata è stata ripristinata la  Meridiana, un orologio perpetuo solare, che segna le ore e i mesi dell’anno. Questo impianto ricorda un’ eclissi totale solare avvenuto il 22/12/1870 della durata di 111 secondi che fu osservato da molti studiosi e scienziati arrivati in città per l’occasione da tutte le parti del mondo.

      Giulia Càsole

Per l’ augustana Elisa Lisitano si conclude l’avventura del Grande Fratello

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elisalisitano01.jpgAUGUSTA. S’era fatta rossa per partecipare al “Grande Fratello”, la popolare trasmissione di Canale 5 , che, da dieci anni a questa parte, calamita l’attenzione di milioni di spettatori. I concorrenti per entrare nella “casa più famosa d’Italia” sono legioni, le selezioni ardue. Moltissimi sono spinti dal miraggio del premio finale cospicuo, ma anche dai riverberi della notorietà, dalla possibilità che la trasmissione offre di transitare stabilmente nel mondo dello spettacolo, senza troppe difficoltà. La 22enne augustana Elisa Lisitano, alcuni anni fa, non ancora diciottenne, s’era presentata al concorso per Miss Italia, entrando nella selezione  che le consentì di farsi ammirare da milioni di telespettatori attraverso gli schermi di Raiuno. Gli occhi verdissimi della giovane Elisa incantarono tanti che, oggi, sono rimasti delusi nel vedere i suoi capelli tinti di rosso, un colore non solo innaturale, ma troppo vistoso, che fa passare in secondo piano lo smeraldo degli occhi e fa apparire Elisa una come tante. Con il colore castano naturale e con il suo sorriso Elisa ha già fatto colpo, lavorando in alcuni film di caratura nazionale e in stazioni televisive locali. Pare che sia stato proprio il “Grande Fratello” a imporle di farsi rossa. Elisa, ovviamente, ha obbedito, è riuscita a entrare, è rimasta dignitosamente in gara per due settimane. Poi l’uscita e il mesto ritorno  nella casa familiare, qui ad Augusta.  Ah, se non si fosse tinti i capelli di rosso! Chissà? Ma, siamo certi, Elisa  ci riproverà ancora.

    Giorgio Càsole