Se le istituzioni civiche non pensano a Federico II, padre fondatore di Augusta, le istituzioni scolastiche provvedono a colmare la lacuna. E lo fanno con grande impegno. Ci riferiamo alla suggestiva “rievocazione storica” dell’entrata in città di Federico II di Svevia e della sua corte itinerante. Dovremmo dire una rievocazione fantastica, seppure in costume dì’epoca, perché è quasi certo che Federico, già ai suoi tempi chiamato stupor mundi, cioè meraviglia del mondo, non mise mai piede nell’isola che da lui, imperatore “Augusto”, ricava il nome, a maggio ragione non mise mai piede con la corte che lo seguiva , un caravanserraglio di ministri, preti, concubine, servitori, odalische,giullari, buffoni, animali. La “rievocazione è stata organizzata dalla più antica scuola pubblica cittadina, l’istituto comprensivo “Principe di Napoli”, diretto per il secondo anno, da una dinamicissima “indigena”, Agata, meglio nota come Tea, Sortino, che possiamo definire federiciana convinta, visto che quest’anno ha organizzato, oltre alla “rievocazione” un incontro studio su Federico II a Palazzo San Biagio e ha pubblicato un volumetto sui “Federico II e Augusta”. La “rievocazione” è ormai considerato un vero e proprio “evento”, da inserire nel quadro dei festeggiamenti in onore del santo patrono Domenico di Guzman, che vengono celebrati a fine maggio. Tutto ha inizio con una sfilata, che prende le mosse dalla parte “bassa” dell’isola-centro storico, dove ha sede la scuola, per snodarsi lungo la via principale, la via mastra, la via Principe Umberto, e concludersi in piazza Duomo, con una serie di “numeri” vari: balletti, esibizioni funamboliche, pantomime, recitazioni. Il tutto rigorosamente in costume, con un suggestivo sottofondo musicale e con un commento dal vivo. Tutta la scuola è coinvolta e non solo i bambini dei tre gradi: scuola materna, primaria e media, ma professori, collaboratori, volontari, come tutte le mamme; persino il vicario della dirigente, Giuseppe Salemi, interpreta con composta dignità il papa, vestito di tutto punto. L’imperatore Federico II, anch’egli superbo nel costume, come la sua consorte, fa la sfilata a cavallo, fiero come il suo padrone, e poi siede in trono, sul sagrato della chiesa madre. Quest’anno la dirigente, come lo scorso anno, ha organizzato un “incontro con il sindaco della città, Carrubba, ma, a differenza del 2009, la dirigente ha voluto che si leggesse una significativa lettera di San Francesco ai “reggitori del mondo”: l’interpretazione della lettera è stata affidata a Giorgio Càsole , voce fuori campo. Consolidato il successo, l’appuntamento è al prossimo anno.
Giulia Càsole