I fondali del porto megarese sono contaminati da quantità abnormi di scarichi industriali

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E’ stato dimostrato come, quelle che genericamente sono indicate le “polveri sospese” che  fuoriescono dai camini industriali, siano costituite essenzialmente da metalli pesanti. Tanto emerge per la prima volta da uno studio del 2002, effettuato dalla facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, che utilizzò i licheni come stazione di monitoraggio, fungendo essi da “bioaccumulatori” dei metalli pesanti. Successivamente un analogo studio dell’Arpa di Siracusa, durato per tutto il 2006, ha dato identici riscontri, ed ha consentito una mappatura dei vari metalli scaricati nell’area a rischio. Sempre in questi ultimi anni, nel corso dell’inchiesta “Mare Rosso” sull’inquinamento da mercurio, la perizia effettuata dal Dr. A. Madeddu, ha dimostrato un’elevata percentuale di mercurio e di organoclorurati (diossine, HCB, PCBs) nei sedimenti e nel pesce della rada di Augusta, con concentrazioni elevate nel latte materno e nei capelli delle puerpere. Le concentrazioni, per il mercurio erano notevoli (media 1,45 mg/g nei capelli) molto vicini a quelli riscontrati ai suoi tempi a Minamata (1,76 mg/g); come le concentrazioni nel latte materno di PCBs (7,29 ng/ml) rispetto al controllo effettuato nelle donne di Catania (4,48 ng/ml). Lo stesso dicasi per le concentrazioni di HCB nel latte materno (Augusta 0,31 ng/ml a fronte di 0,17 ng/ml di Catania).

La perizia del Dr. Madeddu prosegue con i dati sull’incidenza delle interruzioni di gravidanza di Augusta, dove il tasso è doppio rispetto al resto della provincia di Siracusa, e quadruplo rispetto al riferimento nazionale. E poiché viene rilevato come 1/3 delle interruzioni sia da attribuire a difetti malformativi gravi a carico del sistema nervoso centrale, viene dimostrato il rapporto di causa-effetto con il mercurio.

Il tutto da attribuire all’accertato maggior consumo di pesce da parte della popolazione augustana rispetto al resto della provincia, e purtroppo, per l’immissione nel mercato di pesce di frodo pescato giornalmente nel porto di Augusta, fenomeno che ad oggi la Capitaneria di Porto non riesce ad arginare. Che i fondali del porto megarese siano contaminati da quantità abnormi di scarichi industriali è confermato da studi dell’Università Catania e dell’Icram, scarichi costituiti, in particolare, da metalli pesanti, IPA, Diossine, HCB e PCBs.

Diverse specie ittiche (ricciola, pagelli, palamiti) dimostrano evidenti alterazioni morfologiche della colonna vertebrale (scoliosi, colonna vertebrale ad Y ed ispessimenti abnormi), oltre a malformazioni riscontrabili a livello delle pinne e della coda e, all’esame mineralometrico, presentano notevoli percentuali di zinco, mercurio, cadmio, oltre a diossine e organoclorurati. Molto preoccupante è la presenza di mutazioni del DNA su un pesce, il coris Julius, pescato nel porto di Augusta rispetto all’omologo pescato nel porto di Catania.

Quanto fin qui esposto non meraviglia perchè, recentissimi ed autorevoli studi, attribuiscono ai metalli pesanti, al benzene, ai policiclici aromatici (IPA), alle diossine ed al particolato ultrafine, emessi dai camini industriali, la capacità di determinare uno stato di instabilità del nostro genoma, una sorta di stress genetico che nel corso degli anni si traduce in un vero e proprio danno genetico che pone le premesse alle mutazioni che danno origine ai tumori, oltre ad essere la causa delle malattie croniche degenerative e delle malformazioni congenite, così notevolmente aumentate nel triangolo industriale siracusano. Infatti tutte le suddette sostanze sono classificate come mutagene, teratogene e cancerogene.

 

Indagine:

considerato che durante la gravidanza i metalli pesanti, accumulati nel corso degli anni nell’organismo materno, vengono ceduti in parte al feto e che, presumibilmente in una popolazione in età fertile che ancora non ha procreato, i valori possano essere più alti rispetto a quelli riscontrati nello studio del dottor. Madeddu, abbiamo voluto controllare un gruppo di giovani donne residenti nel triangolo industriale.

Ci siamo avvalsi di una metodica non invasiva, il “Mineral Test” (mineralogramma del capello), recentemente importata dagli USA, che consiste in un esame chimico effettuato analizzando un campione di capelli con uno spettrofotometro ad emissione atomica (ICP AES), secondo il protocollo EPA.

Il laboratorio di cui ci siamo serviti è dotato della certificazione del Sistema di Qualità UNI – EN – ISO 9001:2008.

Esso è in grado di analizzare contemporaneamente 39 elementi (fra oligoelementi essenziali e metalli pesanti) che forniscono un quadro completo dello stato metabolico intracellulare del soggetto in esame ed indica pertanto anche le eventuali intossicazioni da minerali tossici.

Inoltre il fine principale di questo esame non è solo l’individuazione di detti metalli, ma soprattutto, con una terapia specifica, la possibilità di riportare in equilibrio il livello fisiologico degli oligoelementi essenziali con l’eliminazione dei metalli tossici presenti nelle cellule e causa principale dello squilibrio intracellulare.

Queste due condizioni, squilibrio degli oligoelementi e presenza di metalli pesanti, sono la causa di una grande e variabile quantità patologie, da quelle più lievi (come quelle riscontrate nei giovani soggetti da noi esaminati) fino a quelle più gravi sopramenzionate (tumori, malformazioni congenite e malattie croniche generative).

Infatti con l’interpretazione dei dati del mineral test, da parte dello specialista del settore, viene proposta una terapia “personalizzata” composta da uno o più cicli di integrazione con oligoelementi e vitamine in formulazione galenica. La proposta terapeutica è infatti sempre personalizzata e mirata per ogni singolo paziente a seconda dei risultati dell’analisi minerale tissutale.

Abbiamo preso in esame 23 soggetti e fatto il prelievo dei capelli: 10 residenti ad Augusta, 5 a Priolo e 8 a Melilli.

I risultati di partenza hanno dimostrato un eccesso costante e notevole in tutti i casi riguardo al mercurio, il piombo e l’alluminio oltre in misura minore per altri metalli pesanti (Sr, Sb, Ag, Cr) e lo squilibrio di diversi oligoelementi essenziali (Cu, P, Mg, Zn, Fe).

In particolare il mercurio è molto più aumentato nei soggetti augustani (valori medi tra 0,14 e 0,16 mg/100g di capelli a fronte di un valore normale inferiore a 0,01 mg/100g) rispetto a Priolo e Melilli (valori compresi tra i 0,08 e i 0,12 mg/100 g) e ciò da mettere in relazione ad un maggior consumo di pesce così come accertato dallo studio del Dott. A. Madeddu.

E’ stata ritirata la terapia galenica personalizzata e dato inizio alla cura (una capsula al dì per 90 giorni). Purtroppo degli aderenti al progetto solo un terzo hanno praticato correttamente la terapia. Degli altri una parte ha interrotto, senza alcun motivo la terapia, una parte non l’ha neppure iniziata perché sconsigliati dai propri medici curanti.

A praticare correttamente la terapia sono stati soggetti tutti residenti ad Augusta, probabilmente per il più elevato grado di sensibilizzazione.

Esauriti i 90 giorni di terapia erano previsti inizialmente 3 mesi di interruzione prima di praticare un nuovo mineral test di controllo. A causa dei valori elevati  riscontrati, il Centro ha proposto un maggior intervallo di 6 mesi passato il quale è stato rifatto l’esame di controllo.

I risultati hanno dimostrato una soddisfacente eliminazione del mercurio (con soggetti passati da 0,16 a 0,02 mg/100g), una parziale eliminazione di piombo, di alluminio e degli altri metalli pesanti.

Pertanto è stato proposto un nuovo ciclo di terapia integrativa e la realizzazione di un nuovo mineral test a tre mesi dalla fine della suddetta terapia.

E’ questa la fase in cui al momento ci troviamo e sull’esito positivo finale non abbiamo dubbi, considerati i dati scientifici messi a disposizione dal Centro.

Riguardo alla terapia praticata essa ha le caratteristiche della assoluta sicurezza e consiste in una integrazione dei minerali carenti e vitamine a dosaggi inferiori a quelli della dose giornaliera raccomandata tranne che per la vitamina C che è stata prescritta a dosaggi superiori. Nei soggetti in esame non si è verificato alcun disturbo, anche se il centro aveva avvertito che si poteva incorrere in senso di nausea, nausea che sarebbe scomparsa con il proseguo della terapia, o che in caso di grave intossicazione l’eliminazione dei metalli pesanti avrebbe potuto causare esacerbazione dei sintomi già presenti e che per tenere il tutto sotto controllo sarebbe stato sufficiente diminuire la posologia.

All’inizio della ricerca è stata redatta per ogni paziente una accurata scheda anamnestica circa la familiarità per patologie e circa i disturbi presentati dai soggetti in esame che si possono principalmente raggruppare in: 1) astenia specie al mattino e diminuita resistenza alla fatica; 2) crampi sia notturni che da sforzo; 3) disturbi del sonno e aumentata irritabilità; 4) cefalea; 5) eccesso di forfora in alcuni casi accompagnatesi a caduta dei capelli.

A seguito della terapia è notevolmente migliorata o scomparsa l’astenia specie al mattino, in alcuni casi è completamente scomparsa la cefalea, ridotto l’eccesso di forfora con ricrescita dei capelli, migliorato il sonno e l’irritabilità nervosa.

Tra circa sei mesi (3 per la terapia e 3 mesi di sosta) sarà rifatto il controllo.

 

Implicazioni pratiche:

La finalità della nostra ricerca non è solo quella di constatare nell’organismo dei residenti la presenza dei metalli pesanti, così altamente diffusa nel nostra realtà fortemente industrializzata, che ha contaminato ormai la catena alimentare a tutti i livelli (aria terra acqua e mare) ma la possibilità della loro eliminazione. Questo ha chiaramente delle implicazioni pratiche importantissime, quali per esempio la possibilità che le donne possano tranquillamente e responsabilmente programmare una gravidanza riducendo al minimo il rischio di malformazioni con la preventiva effettuazione del suddetto esame e della relativa terapia. Si migliorerebbe inoltre lo stato di salute e si potrebbe diminuire l’incidenza delle patologie tumorali e cronico-degenerative legate all’eccesso di questi minerali tossici. In ultima analisi nel tempo un notevole risparmio della spesa sanitaria.

Inoltre trattasi di costi contenuti: costo dell’esame (120 €) e della terapia (30 €) e trattandosi per di più di terapia galenica, essendo personalizzata, è chiaramente a totale carico del paziente.

La ricerca in oggetto è stata effettuata a titolo completamente gratuito, e di questo ringraziamo il Centro per la sensibilità e la professionalità dimostrata.

Avremmo voluto estendere l’indagine con il dosaggio delle diossine e degli organoclorurati, come nello studio del Dott. Madeddu, ma per l’alto costo di detti esami ciò non è stato possibile, nonostante le patologie riscontrate nel territorio quali; insufficienza tiroidea, aumento dei tumori tiroidei, aumento dell’infertilità delle coppie, aumento di malformazioni specifiche (ipospadie), ci indichino che tali sostanze sono presenti sicuramente in maniera notevole. Abbiamo dovuto, purtroppo, prendere coscienza che anche il latte materno, l’alimento più prezioso al mondo e giustamente definito “sacro”, contiene quantità elevate di tali sostanze pericolose: questo non può lasciare indifferente nessuno e deve riscuotere l’attenzione che merita non solo da parte dei pochi specialisti del settore.

 

Proposte operative:

Quanto è stato fatto per i metalli pesanti, purtroppo non è possibile fare per le diossine e gli organoclorurati, per i quali l’unica possibilità di contenimento dei danni alla salute è rappresentata solo e soltanto dalla “prevenzione”.

Pertanto proponiamo quanto segue:

1)      Esami mineralometrici ai residenti delle aree a rischio industriale. A tal proposito ci siamo attivati a che, sia a livello regionale (On. Giuseppe Giannuso) che nazionale (On. Domenico Scilipoti) fossero presentate proposte di legge per porre a carico del servizio sanitario nazionale tale esame.

2)     Nell’area industriale a rischio vietare il pascolo e sostituire le attuali coltivazioni con piante oleaginose il cui olio andrebbe utilizzato solo per produzione di biodiesel, evitando che ciò che esce dai camini, ciò che è stato abusivamente interrato e terminato in falda continui a finire nella catena alimentare.

3)     Bonifiche dei siti interessati da discariche abusive e da impianti dismessi.

4)     Delocalizzazione degli stoccaggi, specie dei serbatoi a fondo unico che, per corrosione e vetustà, spargono il loro contenuto nei terreni e nella falda;

5)      Ammodernamento degli impianti e “controllo in continuo delle emissioni anche degli organoclorurati, tipo diossine, Ipa e dei PM2,5”, oltre ai metalli pesanti, come già avviene in altre industrie del nord Italia e d’Europa;

6)     bonifica dei fondali del porto e rigido divieto di pesca all’interno del porto.

Giacinto FRANCO,  vice presidente di AugustAmbiente

Luigi SOLARINO,  presidente di Decontaminazione Sicilia

Festeggiati i 60 anni di Sacerdozio di Don Matteo … ad Augusta

padre_pino_1.jpg“Dare, dare, dare sempre” non appoggiarsi a nessuno. Il sacerdote è un “sacro”, “separato”, che aiuta tutti, ma per sé chiede solo a Dio.  Con questo motto, di Chiara Lubich, padre Pino ha inteso simboleggiare lo spirito che ha animato i suoi sessanta anni di sacerdozio.

Domenica 27 giugno, con due giorni di anticipo rispetto alla data del 29 giugno di sessanta anni addietro relativa alla propria ordinazione, un popolo di fedeli ha voluto essere vicino a quello che per ben 32 anni è stato l’ arciprete della Chiesa Madre di Augusta.

Fra tanti discorsi ed elogi rivoltogli dai vari oratori intervenuti al microfono e che hanno arricchito la Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovodi Siracusa,  Salvatore Pappalardo, le parole più semplici, dirette, chiare e  genuine sono uscite dalla sua bocca e sempre con un sorriso e un senso profondo e sincero di affetto. Si è dovuto fermare più volte, ma non per la prevedibile stanchezza, bensì per ripetuti, sentiti e scroscianti applausi. “Ricchezza e santità, metà della metà”, ha tenuto a precisare alla fine, “ vi ringrazio per tutto ciò che avete fatto e detto di me, ma vi assicuro che ho fatto veramente poco, pochissimo in relazione a quello che avrei potuto o voluto fare.

In verità,  don Matteo Pino ha ottenuto l’effetto opposto di quello che intendeva ottenere e cioè di passare quasi inosservato o quanto meno assumere il ruolo di attore secondario se non di comparsa. Dalla  spontaneità, dalla genuinità e dal suo dolce sorriso, espressione di vero amore e spirito di servizio, è venuta fuori di gran lunga superiore a quella degli altri attori della manifestazione.

Padre Pino si è sempre contraddistinto per la sua umiltà, per il suo farsi ultimo e amico degli ultimi, e, lontano dai microfoni e dal frastuono dei mass media inneggianti falsi ed effimeri valori, per aver portato sempre aiuto materiale e spirituale ai bisognosi in nome di un Dio che riconosce come vero Amore che abbraccia e unisce tutti i suoi figli. Non a caso ha introdotto anche ad Augusta il movimento di Chiara Lubic dei Focolarini. Non a caso ha chiamato attorno a sé tutti i fedeli dei vari movimenti, associazioni, confraternite, delle varie fasce di età e di varie estrazioni socio-culturali-religiose. Non a caso ha impiegato tutti i suoi risparmi per costituire la sede di via  XIV ottobre, l’Agape, dove poter dare ai vari gruppi giovanili e non, la possibilità di incontro, di confronto e di formazione e non ultimo anche per attività ludico-ricreative. In perfetta linea con i suoi principi la cerimonia è stata abbastanza semplice, e all’armonico e festoso canto del Coro della Chiesa Madre si è contrapposto l’ordinato e solenne silenzio del numerosissimo pubblico di fedeli. In Padre Pino ognuno ha riconosciuto la continuità di affetto dei vari cari defunti, uno strumento di unione che nel tempo, per diverse generazioni, ha rappresentato un vero amico e un vero prete.

  Grazie, Padre Pino.

     Gaetano Gulino

 

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La celebrazione di un sessantennio di sacerdozio, di questi tempi, è un evento raro; potremmo dire rarissimo. In tempi in cui, cioè, i sacerdoti sono sotto mira e sotto assedio per problemi legati alla pedofilia o ai rapporti con donne,  è davvero inusuale che un sacerdote festeggi  le “nozze di diamante” con l’ordine presbiterale, com’è raro, del resto, vedere oggi una coppia che celebri i sessant’anni di matrimonio.    Chi si appresta a ricordare il giorno in cui sessant’anni fa, appunto, giovane 24enne, ricevette il sacramento dell’ordine, attraverso l’imposizione delle mani dell’allora arcivescovo di Siracusa, Ettore Baranzini, è  don Matteo Pino, originario di Francofonte, da  cinquant’anni  iscritto al movimento dei Focolarini, fondato da Chiara Lubich, parroco della Chiesa Madre di Augusta per oltre un trentennio.

Mentre era parroco della  più importante chiesa augustana, padre Pino ha sempre testimoniato il suo fervido attaccamento ai valori evangelici di fraternità e solidarietà, senza dimenticarsi di quello, grandissimo, che è il disprezzo dei beni terreni, come ricordava Gesù a quell’uomo che voleva farsi suo discepolo: “Va’, vendi tutto, da’ il ricavato ai poveri e seguimi.”Per molti anni, padre Pino, figlio unico di una giovane vedova, ha avuto vicina la madre, che si è spenta in veneranda età. Oggi, don  Matteo, anch’egli giunto a una venerabile età, è solo, ma  ha vicino alcuni esponenti della comunità “Agape” da lui fondata. Con questa comunità e con altri amici, padre Pino ha celebrato domenica 27, il suo sessantesimo anniversario con una messa solenne in Chiesa Madre, alle 11,30, con la presenza dell’arcivescovo Pappalardo di Siracusa.

G.C. 

CONVEGNO STORICO A FORTE “CAVALLI” di Messina

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Ha avuto luogo oggi 29 giugno presso Forte “Cavalli”, a Messina, il convegno storico sul tema “Le vicende militari nella città di Messina nel luglio del 1860 organizzato dalla Brigata meccanizzata “Aosta” in sinergia con il Museo storico “Forte Cavalli”.

Ha partecipato all’evento il Generale di Brigata Luigi VINACCIA, Comandante della Brigata meccanizzata “AOSTA” e Autorità Civili, Religiose della città di Messina. Vi è stata la Cerimonia dell’Alzabandiera, un breve concerto della Banda Musicale della Brigata meccanizzata “AOSTA” e, a seguire, la presentazione dei lavori. Ha preso la parola il professore Santi Fedele (ordinario di storia contemporanea all’Università degli Studi di Messina – “Gli eventi storico-politici a premessa della spedizione dei Mille”), il Maggiore Enrico Casale (studioso di storia militare – “La presenza militare a Messina nel luglio del 1860), il professore Vincenzo Caruso (direttore del Museo “Forte Cavalli” – “I cannoni di Capo Peloro – fasi di recupero e interventi di restauro”), il dottore Mario Sarica (curatore del “Museo di Cultura Popolare dei Peloritani” – “Giuseppe Garibaldi nella tradizione orale del popolo siciliano”) e l’architetto Nino Principato (storico – “Iconografia del fatti d’arme nella Messina del 1860). Al termine ha avuto luogo la visita al “Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina”, dove è stata allestita una mostra storica di armi, uniformi, documenti e cimeli a cura del 5° Reggimento Fanteria “AOSTA” e del 24° Reggimento Artiglieria Terrestre “PELORITANI”. La Brigata Meccanizzata “AOSTA” è una delle Grandi Unità alle dipendenze del 2° Comando delle Forze di Difesa dell’Esercito per il Centro, Sud  Italia e le Isole, con al vertice il Generale di Corpo d’Armata Francesco TARRICONE. Inizialmente destinata al concorso alle Forze dell’Ordine sul territorio nazionale, la Brigata “AOSTA” è anche impiegata nelle missioni all’estero, nella turnazione prevista dallo Stato Maggiore Esercito, con l’impiego dei dipendenti Reparti.

    E. C.

Il Cavaliere che ci scrive dalla Louisiana

Un’azienda italiana  dice di avere addirittura la soluzione per rimuovere il petrolio e risolvere il disastro  nel golfo del Messico, …. con tanto di prove e senza tappo.

 

Buongiorno, mi chiamo Cavaliere Ottavio, sono un cittadino italiano. Sto scrivendo a molte testate giornalistiche italiane e statunitensi. Mi trovo in Louisiana e desidero far arrivare questa notizia al maggior numero  di persone possibili. Pietro Malfarà, imprenditore e ricercatore da circa quarant’anni ha creato nella sua azienda un prodotto su basi naturali non inquinanti, non chimiche e compatibili con l’ecosistema. La settimana scorsa sono andato nella sua azienda per rifornirmi di alcuni  detergenti e mi sono fermato a parlare con lui. Mi ha detto di avere un  prodotto che scioglie, disgrega ed emulsiona il petrolio greggio rendendolo  solubile in acqua. Lì per lì sono rimasto incredulo e scettico, ma ho potuto assistere ad una dimostrazione e i fatti mi hanno indotto a cambiare  decisamente opinione. Dinanzi ai miei occhi Malfarà ha versato dell’acqua in un  contenitore, circa mezzo litro, ha aggiunto un tappino di petrolio greggio, il  petrolio è venuto a galla. Con uno spruzzino ha spruzzato il suo prodotto 10  volte e lo ha lasciato reagire un attimo, poi ha aggiunto altra acqua creando  del movimento, come l’acqua del mare. A questo punto si è verificato lo scioglimento del petrolio in particelle piccolissime che tendevano a disperdersi sempre più. La seconda prova, similare, l’ha fatta usando prodotti chimici a base di solventi tossici. Il risultato, a mio parere, è stato pessimo  perchè invece di disperdere il petrolio, lo allargava ulteriormente. Terminata  la seconda prova, per pulire il contenitore in vetro e le sue mani, ha dovuto usare il suo stesso prodotto. Il Sig. Malfarà ha tentato in passato molte volte a promuovere il suo prodotto  ma persino adesso, con il disastro del petrolio in corso, nessuno si è interessato sul serio e concretamente. Mi ha mostrato però l’esistenza attuale  di alcuni approfondimenti sui giornali, nonché una notizia Ansa del 26-maggio-10 18:02 Paloschi Barbara.A questo punto sono entrato in gioco. Sebbene io non sia un ambientalista, ma  un semplice amico di Pietro Malfarà, oltre che un amante della natura, dei suoi  colori e profumi e ho a cuore il futuro dei miei figli e nipoti. Sono partito a mie spese martedì 1/06 per la Louisiana, dove il disastro è concretamente presente, per far vedere alle persone che in questo momento stanno lottando di  fronte alla perdita di tutto ciò che hanno, che esiste la possibilità di fermare il danno mostrando loro le potenzialità del Maggiordomo Ecoremover. Tutti quelli con cui sono entrato in contatto qui in America mi stanno aiutando e supportando come possono. A Lafayette, il secondo centro petrolifero  mondiale (Louisiana) dove attualmente mi trovo, avrei dovuto incontrare un importante rappresentante di una società petrolifera, ma alla fine l’incontro è saltato. In ogni caso non mi scoraggio. Ho effettuato una dimostrazione del prodotto e sto cercando di contattare esponenti di spicco sia del mondo politico che petrolifero. Sono riuscito a mettermi in contatto con Robert Twilley, Professore al Department of Oceanography and Coastal Sciences all’ Università della Louisiana. A lui sono state inoltrate tutte le informazioni tecniche relative al prodotto. Spero possiate dare risalto e spazio a questa iniziativa personale che ha però come obiettivo il bene pubblico e il futuro delle nuove generazioni.

     Ottavio Cavaliere  ( +39 3477733599 /  001 3372308927)

LA BAIA DEI LUPI: Affari e delitti nell’Italia del petrolio

E’ il titolo del documentario  che narra la vera storia di Augusta e dintorni, dello sfruttamento e della distruzione del territorio, della cultura dell’affare, degli intrighi e della morte, votata dai politici dal dopoguerra a oggi.

Nell’immediato dopoguerra, infatti,  nella costa orientale della Sicilia furono impiantate raffinerie, industrie chimiche e centrali elettriche. In pochi decenni fu creato il più grande polo petrolchimico d’Europa.

La Baia dei Lupi è la storia del sogno del progresso e dell’indipendenza energetica di una nazione, è una storia di illeciti, di progetti di sviluppo che hanno perpetuato per anni violenza e devastazione, è la storia di un popolo e di chi per mandato si è trovato a governarlo. Una pagina nera che coinvolge la coscienza di un’intera nazione.

Menzione speciale alla 18a edizione del “Festival Internazionele di Cortometraggi e Nuove Immagini Arcipelago” di Roma per il documentario “La baia dei lupi” dei registi catanesi Bruno e Fabrizio Urso (direttore di fotografia Giuseppe Consales), già vincitori nella scorsa edizione del premio per il migliore corto italiano con “Luigi Indelicato”, patrocinato e sostenuto dalla Catania Film Commission. 

 

 

Prodotto dalla Nois di Acireale  e dalla francese C4 Productions di Jean Marie Antonini (Parigi), il lavoro dei fratelli Urso (Production Guide CFC) si è avvalso del contributo di Antonio Lizzio per la post produzione e di Marc Gurung per la sonorizzazione. Voce narrante: Marcello Motta.

Carmen Serra, di Augusta

carmen serra2.jpgCarmen SERRA nasce ad Augusta e scopre, sin da bambina, la passione per la musica e lo spettacolo  in genere iniziando a cantare, a studiare danza, teatro e recitazione. Inizia a frequentare nel 1996 la Scuola Professionale del Teatro Greco e lo IALS di Roma per continuare, oltre la danza, con la musica da pianoforte, la batteria e la chitarra. Frequenta il Centro Studi Ettore Petrolini,  la Piccola Accademia dello Spettacolo e  i corsi di  Claretta Carotenuto. E’ una vocazione la sua, tanto che ancora oggi continua a studiare presso l’Actor Studios di Anna D’Abbraccio. E i primi risultati arrivano di già nel 2002, dove entra nel cast dello spettacolo di Pietro Garinei “E’ molto meglio in 2” con Gianfranco Jannuzzo, Lorenza Mario e Paola Quattrini. Nel 2004 e 2005 è in scena al Teatro Sistina con “Vacanze Romane”, commedia con Serena Autieri  e Massimo Ghini. Nel 2006 la si trova nel tour di Gatto Panceri, mentre nel 2009 decide di volare ancora più alto,  per New York,  per gettarsi anima e corpo nel jazz, nel rock, nella musica latino americana, nel rap e nel country, riuscendo persino ad esibirsi al  The Bitterend e al Red Lion di Manhattan.

Fino ad arrivare al 2010 con la registrazione del suo primo disco d’esordio “NO SELF CONTROL” appena uscito il 25 maggio, a cui CARMEN SERRA ha lavorato appasionatamente per tre anni di fila per meritare il 2° posto della classifica di vendita degli indipendenti (Music Charts – Gfk Retail And Technology), preceduta solo dal grande artista Renato Zero.

Si sentirà parlare sempre più spesso di Carmen Serra, un nuovo talento tra i tanti giovani talenti augustani, oggi come ieri.

   Giuseppe Tringali

Celebrata ad Augusta la festa della Marina Militare

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Anche quest’anno, com’è tradizione, la Marina Militare ha  celebrato  l’anniversario “dell’audace e gloriosa impresa navale del 10 giugno 1918”, quando, nel corso della prima guerra mondiale, il Comandante Luigi Rizzo e il Guardiamarina Giuseppe Aonzo, al comando dei “MAS 15” e “MAS 21”, attaccarono una formazione navale austriaca nelle acque della costa dalmata, antistanti Premuda, provocando l’affondamento della corazzata “Santo Stefano”.

Nella città di Augusta, sede del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, la Festa della Marina  è stata celebrata con una cerimonia militare che si è  svolta, come lo scorso anno in piazza Castello,  alla presenza del comandante militare marittimo autonomo in Sicilia, ammiraglio di squadra Andrea Toscano, promosso a tale grado alcuni mesi or sono.

Bisogna dare atto all’ammiraglio Toscano che,  per suo merito, la festa della Marina si celebra pubblicamente nel cuore della città storica, giacché, prima del suo arrivo, era celebrata  all’interno della base militare, davanti a un ristretto numero di soli invitati.

 Hanno partecipato  alla cerimonia ufficiali, sottufficiali, marinai, e personale civile della base navale di Augusta, oltre ai titolari dei comandi e degli enti della giurisdizione. Hanno presenzieranno  anche i rappresentanti delle istituzioni civili e religiose regionali unitamente ai gonfaloni della città di Augusta e della provincia di Siracusa, ai labari e vessilli delle associazioni combattentistiche e d’Arma.

Durante la cerimonia  è stata data lettura del messaggio augurale del ministro della Difesa, Ignazio LA RUSSA è stata  deposta una corona d’alloro in onore dei caduti ai piedi del monumento al milite ignoto e  consegnate onorificenze al personale che si è particolarmente distinto in servizio.

Giulia  Càsole

 

 

 

Pax Christi contro gli armamenti

pax.jpgPAX CHRISTI, il movimento cattolico per la pace, si schiera contro i tagli del Governo per non far pesare la manovra finanziaria sui settori sociali piu’ deboli.  Nel comunicato stampa, si dichiara la necessità di bloccare il progetto degli aerei da guerra F35, il cui costo e’ di quasi 15 miliardi di euro, e tagliare le spese per gli armamenti.  Questo è l’invito del Consiglio nazionale di Pax Christi, che si e’ riunito a Firenze il 20 giugno.

Pax Christi Italia manifesta serie preoccupazioni per la manovra finanziaria in atto. ”Nel momento in cui si chiedono enormi sacrifici ai settori sociali piu’ deboli e si riducono drasticamente le risorse destinate agli Enti locali”, Pax Christi ritiene ”imperativo morale e civile tagliare le spese per armamenti destinate a lievitare senza controllo, soprattutto dopo la nascita della ”Difesa Servizi spa”’.

”Negli ultimi tre anni – ricorda la nota -, l’Italia ha speso per armamenti 3,5 miliardi di euro l’anno. Nel 2009 i nuovi contratti di esportazione d’armi hanno raggiunto i 5 miliardi di euro, il doppio rispetto al 2007, un livello mai visto da vent’anni”.

Pax Christi chiede ai parlamentari di ”affrontare con senso di responsabilita’ e coscienza tutto il problema degli armamenti, tenendo conto dei richiami del Magistero della Chiesa”.

Un segnale chiaro e forte potrebbe essere, secondo l’organizzazione cattolica, ”bloccare il progetto degli aerei da guerra F35, il cui costo e’ di quasi 15 miliardi di euro”.

GT

Lettera di una madre innamorata

 

marina.jpgSono una mamma di due bimbi di 11 e 9 anni, e da quando sono nati parecchie volte mi sono trovata nell’incertezza: porto i piccoli al mare?  Vado a Marina di Melilli perchè  è vicina o meglio non fidarsi, fare più strada in macchina e andare in una località più sicura, in zona Arenella??!!
Ancora oggi a distanza di parecchi anni continuo a farmi le stesse domande. Gli amici, i mass media etc..  spesso mi inducono a fidarmi delle acque delle coste siracusane di Marina di Melilli, ma ancora oggi non mi sono lasciata convincere, preferendo incolonnarmi dietro a decine e decine di auto sotto un sole cocente, piuttosto che sottoporre i miei figli ad un rischio ulteriore, come se non bastasse  l’aria inquinata che sono costretti a respirare.
Chiedo a voi se siete in grado di convincermi o dissuadermi del tutto su questa mia dolente perplessità.
  Carla
(una madre innamorata dei suoi piccoli, della sua terra e del mare che la circonda…..)

Diamo una risposta a Carla lasciando un commento –  ( Clicca sotto sulla scritta” Commenti” )

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AUGUSTA: UN’ ISOLA NELL’ ISOLA  (CON IL DIVIETO DI BALNEAZIONE)

Eccoli gli avamposti della memoria,
dispersi in perimetri di esiliata felicità
dal gioco di infide correnti senza meta.

Stanno come lacrime di pietra
sui mari della noia,
abbandonate in muti miraggi d’orizzonte.

Sono il sogno blasfemo
di rinascere alle sconfitte,
le ultime eresie del pensiero.

   “ISOLE”  di Giuseppe Risica

Gli UFO ad Augusta?

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E’ quello che avranno pensato molti abitanti della città di Augusta pochi minuti fa quando, alzando gli occhi al cielo, hanno visto volteggiare sopra le loro teste una cinquantina di “oggetti” illuminati tutti uguali e in fila come tanti soldatini; con gli sguardi attoniti si saranno chiesti “ma che sta succedendo in città?” oppure “ci vedo doppio?” o ancora “aiuto, un’invasione di marziani…gli UFO…”.

sostizio1.jpgNiente di tutto questo, la fine del mondo è ancora lontana e l’arcano è presto risolto: domani è il solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno e la notte più breve, e per celebrarlo senza andare a Stonehenge, che è un po’ distante dalla Sicilia, qui ad Augusta il presidente dell’Hangar Team, Ilario Saccomanno, ha ideato un modo alquanto originale e coreografico: ha invitato i concittadini ad andare all’hangar e a comprare una “sky lantern”, poi quando il crepuscolo ha lasciato il posto alla sera ha invitato  tutti coloro che ne avevano presa una ad accenderla come ha mostrato lui; dopo qualche minuto ha iniziato a riscaldarsi il gas interno e quindi a rendere leggere e volatili le lanterne che si sono alzate nel cielo dirigendosi tutte insieme verso un punto lontano dell’orizzonte.

Uno spettacolo inusuale e davvero emozionante, un’idea originale che ha attratto tante persone per trascorrere in modo diverso la serata e dare il benvenuto ufficiale all’estate.

     Daniela Domenici