L’immortale tradizione

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C’è una data ad Augusta che nessuno dimentica, non servono manifesti a ricordarla né avvisi né passaparola di sorta, infatti è una data presente nel cuore di tutti coloro che nella parrocchia di san Francesco sono cresciuti e anche nella mente di chi nel paese più non abita, ma che vi ritorna in quest’occasione.  Il giovedì e venerdì che precedono la Settimana santa e che celebrano la festa dedicata alla Madonna Addolorata sono infatti giorni tanto attesi per coloro che sono ferventi fedeli della madre di Gesù,  sofferente atrocemente, come testimonia quel pugnale argenteo infisso nel suo cuore.

Il giovedì sera, finita la Santa Messa, nel luogo sacro “si sente” un insolito silenzio, in attesa del canto dello Stabat mater, scritto da Jacopone da Todi, musicato da un anonimo augustano del ‘700 e cantato dalla Corale Iubilaeum e dallo stesso solista ormai da 22 anni.

L’emozione è avvertita nella voce degli stessi cantori e diversamente non potrebbe essere visto che sono proprio loro i primi ferventi seguaci della Madonna Addolorata, ma serpeggia anche tra i banchi, tra i presenti, che s’immedesimano nel grande dolore della Madre Addolorata e che soffrono all’unisono per quell’insopportabile affronto fatto al Figlio di Dio, morto per il grande amore provato per il genere umano.

Anche il venerdì, con il “Panegirico” alla Madonna, la devozione nei Suoi riguardi si può “toccare con mano”.

La chiesa è gremita come il giorno precedente, fin dalle prime ore del mattino.

La commozione è visibile nei volti dei presenti, ma raggiunge il culmine al “Paradisi Gloria Amen” dello Stabat mater, cantato stavolta subito dopo il Salmo responsoriale.

Il canto è un lamento, che tocca i cuori di tutti, dai più piccoli ai più grandi, senza alcuna distinzione di sesso.

Certamente il dolore di una madre lo può capire solo un’altra madre, ma in questo caso il “linguaggio” del canto rende universale un’emozione che non ha confini, tant’è vero che la registrazione dello Stabat mater giunge ogni anno in altri Stati, molto lontani dal nostro, dove vivono emigranti fedeli alla Madonna che vorrebbero essere presenti, ma non possono, e si accontentano di sentirlo… a distanza, ma sicuramente con la stessa devozione dei presenti, ovunque si trovino.                    

       Carmela  Mendola     

L’immortale tradizioneultima modifica: 2010-03-25T14:20:00+01:00da leodar1
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