AL CIRCOLO UNIONE DI AUGUSTA SI PARLA DI GEOPOLITICA

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Interessante conferenza di alto profilo culturale quella tenuta nel saloncino del Circolo Unione, da due esperti di Geopolitica sul tema del G2 di Copenaghen.

La  presidente del Circolo, Gaetana Bruno, ha sottolineato l’importanza del binomio “clima ambiente”, alla luce di quanto è emerso al G2 di Copenaghen,  ha preannunciato altri incontri di ampio spessore culturale grazie alla collaborazione offerta da parte della rivista Limes, e ha presentato i due relatori della serata, il prof. Luigi Amato e il dott. Andrea Caternolo, leggendola sintesi dei  relativi corposi curricula.

Amato e Caternolo hanno spiegato il significato e l’importanza della Geopolitica, nata alla fine dell’Ottocento e sviluppatasi nei primi decenni del Novecento, definendola scienza applicata agli espansionismi territoriali, atta  a stabilire rapporti tra Stati, a cercare di dare giusta interpretazione  a un’ Europa in cambiamento che non può più essere espressa con i vecchi strumenti ottocenteschi.

In un mondo in continua evoluzione, ha precisato Amato, occorrono nuove professionalità che sappiano, nei vari settori dell’economia, dell’informatica, del turismo, dei beni culturali e  del diritto, interloquire con gli esperti degli altri  Stati, individuando le giuste vocazioni territoriali, funzionali per il benessere collettivo, rispondenti ai nuovi bisogni, e scevri da condizionamenti dettati da vecchie e superate ideologie.

    

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Occorre attuare una politica sul clima, i suoi cambiamenti e  collegamenti  con l’industria, sperimentando nuovi sistemi alternativi di produzione energetica.

I due relatori hanno evidenziato che il risultato della conferenza di Copenaghen è stato influenzato notevolmente dalle posizioni assunte da America, India e Cina. Le ultime due perché ritengono che il firmare un accordo sulla riduzione dei gas -effetto serra determinerebbe un ritardo nel processo di sviluppo e di crescita del paese, l’America perché, in atto, si trova in una fase critica che l’ha vista appena uscire da una grave crisi di recessione economica e che comunque è disposta a rimediare,  offrendo un notevole contributo finanziario ai paesi emergenti al fine di poterli incentivare nell’ investire in tecnologie moderne e poco inquinanti.

In effetti,  ogni paese ha necessità diverse e deve rispondere a diversi interessi. La Sicilia a tal proposito, pur godendo di un’ autonomia e di uno statuto speciale, non ne ha saputo approfittare, non è stata in grado di utilizzare  moderni modelli industriali, di sviluppo alternativo.  quale quello turistico,  in virtù delle proprie naturali e acquisite risorse.

Un’ampia parentesi è stata dedicata agli effetti nocivi  delle emissioni di CO2 e di gas -effetto serra, ai cambiamenti climatici, alla desertificazione, alla migrazione di intere popolazioni, alla globalizzazione e alla consequenziale  rivoluzione socioculturale dei vari popoli con implicazioni anche di ordine economico. Per affrontare queste nuove problematiche occorre un nuovo  disegno complessivo e una giusta comprensione dei fenomeni che, in un mondo in continuo cambiamento,  non possono più essere letti con vecchie e anacronistiche lenti ideologiche.

Nel dibattito che ha fatto seguito, si sono registrati interessanti interventi,  tra cui quello del deputato regionale Pippo  Gianni, il quale ha sottolineato la necessità di uscire dalla prigionia, dalla dipendenza economica degli altri Stati, affermando che,  in virtù anche della sua gestione politica, la Sicilia sarebbe già pronta ad attivare un piano alternativo  di produzione di energia, e quello del socio Castrovinci, il quale ha criticato le tendenze separatiste della Lega del Nord che, oltre a offendere e a vanificare tutti gli sforzi operati dai predecessori per l’unificazione d’Italia, rischia di eclissare totalmente le problematiche e le esigenze della Sicilia. Infine, Vincenzo Scarnato  ha criticato notevolmente il fallimento di Copenaghen in funzione del mancato formale accordo come preventivato per la riduzione della emissione dei gas -effetto serra da parte dei maggiori produttori.

Copenaghen ha rappresentato, comunque, un successo, ha precisato il prof. Amato, visto che parecchi Stati hanno riconosciuto l’importanza della stessa problematica e si sono  seduti allo stesso tavolo, per la prima volta uniti nel tentativo di superarla.

Ha concluso la  presidente Bruno che ha ringraziato i relatori e l’associazione Limes e ha rinviato i lavori a nuovo prossimo appuntamento considerata l’importanza della tematica affrontata e dei partecipanti alla conferenza.

Gaetano Gulino

 

 

AL CIRCOLO UNIONE DI AUGUSTA SI PARLA DI GEOPOLITICAultima modifica: 2009-12-31T14:45:00+01:00da leodar1
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