Fuochi fatui ad Augusta?

fuochi fatui.jpg“I fuochi fatui sono misteriose luminosità, simili a deboli fiammelle, che si vedono molto raramente di notte, all’aperto, sul terreno. Noti in tutto il mondo, da almeno duecento anni sono considerati un fenomeno naturale, dovuto ai gas prodotti dalla decomposizione di materiale biologico nel terreno. Essi dovrebbero quindi essere relativamente più comuni in prossimità dei cimiteri o nelle paludi. Una teoria è che essi siano generati dal metano, uno dei gas prodotti dalla putrefazione, mescolato a tracce di fosfina, un composto che si autoincendia a contatto dell’aria, a sua volta incendiando il metano. Contro questa ipotesi si pongono le rare testimonianze oculari, che parlano spesso di luminosità fredda. Si potrebbe in tal caso trattare non di combustione, ma di chemiluminescenza – o fosforescenza – della fosfina. Nessuno, fino ad oggi, ha mai catturato, analizzato o riprodotto in laboratorio un fuoco fatuo, e la letteratura scientifica sull’argomento è quasi nulla”. (Luigi Garlaschelli – Università di Pavia – www.cicap.org)

Il prof Garlaschelli, esperto in materia, afferma quindi che nessuno, finora, ha mai “catturato, analizzato o riprodotto in laboratorio un fuoco fatuo”, che forse vogliano farlo ad Augusta ed essere così i primi?

Ce lo chiediamo dopo aver letto su un quotidiano locale la notizia di un’allerta scattata dopo che sono state viste varie coppiette ferme in automobile sulla via Panoramica del Monte che pare fossero lì non in cerca di intimità né per scattare qualche foto in notturna ma per tentare di scorgere qualche fuoco fatuo proveniente dal cimitero cittadino che da quel punto si può vedere perfettamente.

       Daniela Domenici

Luci e colori oltre la sbarra

pittura.gifFare il volontario in un luogo di sofferenza come può essere un ospedale, un carcere o una mensa dei poveri per alcuni è un modo per aiutare coloro che sono stati meno fortunati, per altri per mettere in pratica la propria fede in modo che non rimanga solo fatta di proclami teorici; per altri ancora, tra cui chi scrive, per imparare, per ricevere, per arricchirsi nella convinzione che chi soffre, o ha sofferto, per una malattia, per una detenzione, giusta o ingiusta non è importante, o per una povertà economica o psicologica abbia una tale ricchezza interiore da dover solo attingere per crescere.

Fatta questa premessa vi vogliamo raccontare di un’iniziativa davvero encomiabile nata dalla collaborazione, nell’ambito dell’educazione alla legalità, tra la direzione del carcere di Augusta e la dirigenza dei tre licei (classico, scientifico e psicopedagogico) della stessa città.

Abbiamo già avuto modo, l’anno scorso, di assistere alla messa in scena, all’interno del carcere, di un testo teatrale sulla legalità in cui hanno recitato, fianco a fianco, detenuti e studenti liceali; questo nuovo progetto di cui vi volevamo dare notizia riguarda invece alcuni studenti che stanno andando a lezione di pittura, una volta alla settimana, da un docente detenuto.

E’ un giovane albanese, Bocaj, che purtroppo dovrà rimanere a lungo “ristretto” e che ha questa vena artistica innata che fino a oggi ha potuto mostrare dipingendo (e ridipingendoci sopra ogni volta in occasione di un nuovo evento come la visita del nuovo vescovo di Siracusa), la parete di fondo del teatro del carcere.

E ora Bocaj, che colpisce per la serenità e la dolcezza del suo sguardo e delle sue parole, potrà regalare a questi studenti la sua arte e loro ricambieranno portando ventate di novità dal mondo esterno per rendere meno “ristretta” la vita di questo sfortunato ragazzo albanese.

   Daniela  Domenici