La Sicilia che brucia

Lettera aperta ai Sindaci di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa

sui bandi di gara d’appalto relativi ai 4 inceneritori destinati alla Sicilia

Egregi Sig.ri Sindaci, sono gli ultimi giorni utili per impugnare i bandi di gara relativi alla realizzazione dei 4 inceneritori in Sicilia, fra cui quello di Augusta.

Inceneritore.jpgI Consigli Comunali di Paternò, S.M. di Licodia, Aragona e Campofranco hanno deliberato di impugnare i bandi di gara del “Sistema Paternò” e del “Sistema Agrigento”, relativi agli inceneritori di Paternò e Campofranco.

 Mancano all’appello le amministrazioni che afferiscono al “Sistema Augusta” (Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa) e quelle vicine al “Sistema Bellolampo”.

I quattro bandi di gara emanati dalla ARRA e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’U.E., andranno a incidere su una delle voci più rilevanti nella gestione dei RSU: il trattamento tramite incenerimento.

I bandi in questione appaltano la gestione dei rifiuti senza limiti quantitativi: “al netto della Raccolta Differenziata”, ignorando le quantità stabilite da leggi dello Stato.

I costi di questo servizio graveranno sulla tassa sui rifiuti che pagheranno i cittadini.

 La tariffa che verrà imposta dagli operatori sarà gravata da circa 300 milioni di euro -contabilizzati dall’ARRA- a ristoro del precedente “errato” bando di gara per la realizzazione dei 4 inceneritori che è stato invalidato dall’Europa.

Appare del tutto insensato che il danno causato alle imprese, che hanno partecipato e vinto la precedente gara (poi annullata dalla U.E.), venga fatto proprio dalla Regione siciliana, che è stata oggetto dell'”esproprio dei propri poteri” attraverso il commissariamento, le cui responsabilità, dal punto di vista contabile non possono che essere attribuite al governo nazionale e ai singoli responsabili delle attività gestionali del commissariato.

Inoltre l’ARRA nel redigere i nuovi Bandi di gara:

1) ha assunto il ruolo di stazione appaltante non avendone i poteri. Il ciclo dei rifiuti per l’ordinamento giuridico italiano e siciliano si “chiude” (discarica – incenerimento compreso) all’interno dell’ATO, che può decidere sulla quali-quantità dei rifiuti da destinare in discarica e/o all’incenerimento (ne i limiti stabiliti per legge: “35% entro il 31/12/2010”;

2) ha disatteso, nel bando di gara, di attuare le prescrizioni fatte dalla giunta di governo regionale, che per legge è l’organo di indirizzo, vigilanza e controllo, mentre l’ARRA, per legge, è un’agenzia di “promozione e coordinamento”;

3) in presenza di sentenze emesse da organi di giustizia amministrativa, ha riprodotto le stesse procedure per la realizzazione degli impianti di incenerimento che sono state già incise nel merito da provvedimenti giudiziari.

 Questi motivi, se evidenziati nei ricorsi dei Comuni interessati, dovrebbero indurre il Presidente della Regione Sicilia a revocare in autotutela i bandi di gara che sono da definirsi illegittimi ed illogici.

Augusta, 27.06.2009

 “AugustAmbiente: Comitato Cittadino di Augusta

La Sicilia che bruciaultima modifica: 2009-06-28T20:10:00+02:00da leodar1
Reposta per primo quest’articolo