Sbigottimento generale manifestavano, ma a bassa voce, docenti e non docenti del liceo scientifico la mattina dell’11 giugno scorso, quando si è diffusa la grave notizia che riguardava un alunno dell’istituto: gli arresti domiciliari del diciannovenne G. D., alunno di quinta classe, sorpreso la sera prima dagli agenti della polizia di Stato mentre ai giardini pubblici spacciava, secondo l’accusa, droga ai ragazzi più giovani.(Diario del 13 giugno ). Gli agenti si trovavano da quelle parti per un normale giro di controllo, quando hanno adocchiato un gruppo di giovani seduti che agivano con fare sospetto. Alla vista degli agenti, G.D. avrebbe gettato frettolosamente fra i cespugli un pacchetto di sigarette. I poliziotti gli hanno chiesto di raccogliere il pacchetto che, invece di sigarette, conteneva 14 grammi di hashish in confezioni. I ragazzi che lo attorniavano erano minorenni e sono risultati estranei allo spaccio. A quanto pare il giovane liceale, che dovrebbe affrontare fra breve gli esami di Stato, voleva raggranellare quei quattrini che erano necessari per lui per procacciarsi la roba, visto che, stando alle sue affermazioni, i genitori non gli davano abbastanza soldi. Il solito giro vizioso: si cade nel giro e per procurarsi la sostanza, questi giovani drogati diventano microspacciatori o piccoli delinquenti. Nessuno pensa di poter svolgere qualche lavoro umile (cameriere, lavapiatti, lavaggi sta, ecc.) per procurarsi il denaro. Ma, forse, se lavorassero duramente, non penserebbero a sperperare i soldi in robaccia. I genitori del giovane liceale sono caduti dalle nuvole quando hanno appreso la notizia, ma hanno accolto di buon grado la misura degli arresti domiciliari, irrogata dal magistrato in considerazione della giovane età dell’accusato che finora non ha mi avuto problemi con la giustizia. Comunque gli arresti domiciliari sono praticamente finiti subito, perché è stato imposto al giovane l’obbligo del rientro a casa entro le nove della sera. E gli esami di Stato? Niente paura. In questi casi, come in altri, per esempio gli esami universitari, il giovane potrà presentarsi agli scritti e agli orali. Se fosse perdurata la pena restrittiva degli arresti, sarebbe stato debitamente accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria o addirittura la commissione si sarebbe potuta spostare a casa sua, considerata a tutti gli effetti come una come una prigione regolare. Il giorno dopo gli arresti, il liceale è stato visto tranquillamente in piazza. L’11 giugno è stato il giorno in cui i liceali hanno celebrato, com’è tradizione ogni anno, fa giornata dell’arte e della creatività. La notizia dell’arresto del loro compagno di studi è stata molto rapidamente metabolizzata e archiviata, anche se qualcuno ha fatto osservare una profonda disparità di trattamento da parte delle forze di polizia riguardo a due notizie diffuse in contemporanea riguardanti due arresti: quello del contrammiraglio in pensione della M.M. accusato di pedofilia nei confronti delle sue stesse figlie, ristretto ancora oggi a Cavadonna, di cui sono state fornite solo le iniziali S.B., senza foto, mentre del liceale, arrestato per pochi grammi, messo agli arresti per una sera e poi liberato, come precisato sopra, sono state fornite foto e generalità complete. Secondo alcuni giovani, si tratta di una disparità di trattamento troppo marcata per passare inosservata. Se grave e infamante è l’accusa verso l’ex alto ufficiale della M.M. ed è giusto andar cauti, infamante e pregiudiziale per un giovane, che ancora deve formarsi un avvenire, è l’accusa di spacciare “roba”. Anche se compito del cronista è quello di dare le notizie nel modo più completo possibile, la reazione dei lettori è degna di rispetto. Sarebbe bene saperne di più.
Cecilia Càsole